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Galindo Aznárez (Galindo anche in spagnolo, in aragonese, in galiziano e in portoghese, Galí in catalano; nella seconda la metà del IX secolo – 923) fu il terzo conte d'Aragona (893 – 923).
Galindo III | |
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Ritratto ideale di Galindo III Aznárez eseguito nel 1857 da Eduardo Rosales. | |
Conte di Aragona | |
In carica | 893 - 923 |
Predecessore | Aznar II Galíndez |
Successore | Andregoto Galíndez |
Nome completo | Galindo Aznárez |
Nascita | nella seconda la metà del IX secolo |
Morte | 923 |
Padre | Aznar II Galíndez |
Madre | Oneca di Pamplona |
Consorte | Arcibella di Guascogna Sancha Garcés di Pamplona |
Figli | Redumptus Galíndez Miró Galíndez Toda Galíndez, di primo letto Aznar Galíndez Andregoto Galíndez Velasquita Galíndez, di secondo letto |
Galindo, secondo il codice di Roda[1], era il figlio maschio primogenito del conte d'Aragona, Aznar II Galindez e di Oneca Garcés[2], figlia del re di Pamplona García I Íñiguez della famiglia degli Arista, e della moglie, come riporta il Codice di Roda, che non nomina la madre[3], ma che nelle note, la nomina Urraca[4], che secondo alcune fonti, tra cui lo storico, Jaime de Salazar y Acha, era la figlia di Musà ibn Musà ibn Fortún, il capofamiglia dei Banu Qasi. Ma secondo altre fonti era di stirpe reale: Rodrigo Ximénez de Rada, vescovo di Toledo e storico, scrisse che García sposò "Urracam, de Regio semine"[4]. Lo storico genealogista basco, Jean de Jaurgain (1842–1920), nel suo la Vasconie interpretò la frase (Urracam, de Regio semine), nel senso che anche Urraca discendeva dalla stirpe ducale di Guascogna ed era figlia di Sancho II[5].
Aznar II Galindez, sempre secondo il codice di Roda[1], era figlio del conte d'Aragona, Urgell, Cerdagna, Pallars (attualmente divisa nelle due comarche di Pallars Jussà e Pallars Sobirà) e Ribagorza, Galindo II Aznarez, e della moglie di cui non si conosce il nome[6], che secondo alcuni era Guldreguda, di cui non si conoscono gli ascendenti[7].
Secondo il codice di Roda[1], Galindo, negli ultimi anni del IX secolo, aveva sposato Arcibella di Guascogna, figlia di Garcia II di Guascogna[8] e di Amuna di Bordedaux o Aimena di Perigord[9].
Alla morte del padre, nell'893, gli subentrò nel titolo di conte di Aragona, e, assieme al re di Pamplona, Fortunato Garcés, secondo il documento nº 7 del Cartulario de San Juan de la Peña, volume I, vengono stabiliti i confini del monastero di San Giuliano e Santa Basilisa de Navasal[10], riportato anche dalla Historia de Aragón 1989. T. VI, Orígenes de Aragón[11].
Allontanatosi dalla stretta alleanza con la famiglia Aristache regnava su Pamplona, perseguì una politica di completa indipendenza dalla famiglia dei Banu Qasi, che dominavano la regione.
Nel 905, Galindo III appoggio il cambio di dinastia nel vicino regno di Pamplona (dalla dinastia Arista a quella Jimena) perché più in sintonia con la politica della contea di Aragona, attuata da Galindo III.
Nel 905, Alfonso III delle Asturie ed il suo alleato, il Conte di Ribagorza e di Pallars, Raimondo I, organizzarono la deposizione del re di Pamplona e suocero di Alfonso, Fortunato Garcés, che, aveva stabilito buoni rapporti con i Banu Qasi di Saragozza, contro la volontà di Alfonso) e con un colpo di Stato, lo sostituirono con Sancho I Garcés, che secondo Évariste Lévi-Provençal, avvenne senza brutalità, essendo le due dinastie legate da rapporti di parentela[12].
Secondo il codice di Roda, probabilmente, in quello stesso anno, Galindo III si risposò, in seconde nozze, con Sancha Garcés di Pamplona, figlia del co-regnante e co-reggente di Navarra Garcia II di Navarra[8].
Secondo il documento nº 11 del Cartulario de San Juan de la Peña, volume I, datato 920, Galindo III stabilì i confini del Monastero di San Martín de Cercito[13].
Galindo III morì, nel 923, lasciando il titolo di contessa di Aragona alla figlia Andregoto Galíndez, ma il re di Pamplona, Sancho I Garcés, che era stato il marito di sua sorella, Urraca, occupò la contea d'Aragona, ignorando il diritto di successione, non solo di Andregoto, ma anche degli altri pretendenti, tra cui il governatore musulmano di Huesca, al-Tawīl, sposato con un'altra sorella del conte, Galindo III, Sancha. Le tensioni cessarono quando il figlio di Sancho I Garcés, García fu promesso in sposo ad Andregoto, come riporta La web de las biografias[14], un bambino di circa quattro anni, unendo la contea al regno di Navarra.
Per oltre cento anni, la contea d'Aragona resterà unita al regno di Navarra.
Galindo da Arcibella ebbe tre figli[9][15][16]:
Galindo da Sancha ebbe due[15] o tre figli[9]:
Galindo ebbe anche cinque figli illegittimi da diverse amanti[9].
Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Jimeno I Garcés | Galindo Garcés | ||||||||||||
Guldegrut | |||||||||||||
Galindo II d'Aragona | |||||||||||||
Eneca Garcés | Garcia Eneco | ||||||||||||
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Aznar II | |||||||||||||
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Guldreguda | |||||||||||||
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Galindo III d'Aragona | |||||||||||||
Íñigo I Íñiguez Arista | Íñigo Jiménez Arista | ||||||||||||
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García I Íñiguez | |||||||||||||
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Oneca di Pamplona | |||||||||||||
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Urraca | |||||||||||||
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