Ferriere (Italia)
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Ferriere (E Ferrër in ligure e dialetto ferrierese, Al Frér in dialetto piacentino[4]) è un comune italiano di 1 113 abitanti[1] della provincia di Piacenza in Emilia-Romagna. Il territorio comunale si trova tra l'alta val Nure e la val d'Aveto sull'Appennino Ligure. Meta di villeggiatura estiva, è il comune più esteso della provincia di Piacenza.
Ferriere comune | |
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Il centro del paese con il ponte sul torrente Nure | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Provincia | Piacenza |
Amministrazione | |
Sindaco | Carlotta Oppizzi (lista civica di centro-destra Ferriere radici e futuro) dal 20-9-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 44°38′37.86″N 9°29′47.65″E |
Altitudine | 626 m s.l.m. |
Superficie | 178,5 km² |
Abitanti | 1 113[1] (31-10-2023) |
Densità | 6,24 ab./km² |
Frazioni | vedi elenco |
Comuni confinanti | Bardi (PR), Bedonia (PR), Cerignale, Coli, Corte Brugnatella, Farini, Ottone, Rezzoaglio (GE), Santo Stefano d'Aveto (GE) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 29024 |
Prefisso | 0523 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 033020 |
Cod. catastale | D555 |
Targa | PC |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona F, 3 258 GG[3] |
Nome abitanti | ferrieresi |
Patrono | san Giovanni Battista |
Giorno festivo | 24 giugno |
Cartografia | |
Posizione del comune di Ferriere nella provincia di Piacenza | |
Sito istituzionale | |
Il comune di Ferriere si estende per circa 180 km² sull'Appennino ligure, tra l'alta val Nure, in cui è ricompresa la parte più estesa del territorio tra cui il capoluogo, e la val d'Aveto.
Il comune è delimitato a nord dai monti Aserei e Albareto e dal torrente Lobbia, a ovest dal corso del torrente Aveto, a sud dallo spartiacque tra val Nure e val d'Aveto con le vette dei monti Nero e Bue, a est per un breve tratto dal corso del torrente Nure, poi dal suo affluente Lardana e dallo spartiacque tra val Nure e val Ceno con i monti Camulara, Ragolino, Ragola e Zovallo[5].
Nel territorio comunale sono presenti tre laghi di origine glaciale: il lago Nero, il lago Bino e il lago Moo in diversi stadi di interramento, oltre a essi, sono presenti anche altri ambienti umidi, torbiere e prati, residui dell'interramento di laghi glaciali[6].
La costruzione, negli anni '20 del XX secolo, della diga di Boschi lungo il corso del torrente Aveto ha portato alla nascita di un lago artificiale, denominato lago di Boschi, lungo circa 2 km, con una profondità massima di 30 m e una capienza di 1200000 m³[7].
Il toponimo è derivato dalle miniere per l'estrazione del ferro, attività particolarmente redditizia nei secoli scorsi; storicamente con il toponimo Ferriere non si indicava solamente il capoluogo, originariamente fondato nel XV secolo con il nome di Reate oppure Ariate a causa delle origini reatine del feudatario Tommaso Moroni, ma tutto il territorio dove erano attive le miniere[8].
I primi insediamenti umani nella zona di Ferriere risalgono all'età del ferro, periodo nel quale si stabilirono nel territorio alcune popolazioni di matrice ligure[9]. In seguito, il territorio ferrierese fu sede di insediamenti romani, che, a partire dal II secolo a.C. avviarono lo sfruttamento delle miniere di ferro e rame che, forse, erano state sfruttate in precedenza anche dai Liguri[10].
Il calo demografico che si verificò in tutta Italia dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente portò ad un abbandono anche dell'alta val Nure: in questo periodo il ferrierese è citato solo nel decreto regio del re longobardo Rachis del 5 agosto 747[9] dove vengono citati Gambaro, in qualità di comunità di uomini liberi, e Torrio, come dipendenza dell'abbazia di San Colombano di Bobbio[10]. Il possedimento bobbiese di Torrio fu citato anche nelle carte dell'abate Wala, risalenti al periodo compreso tra l'833 e l'835, mentre nel 1014, anno della suddivisione dei beni tra l'abbazia di San Colombano e la diocesi di Bobbio, il possedimento di Torrio fu assegnato alla mensa episcopale[10].
Intorno all'anno Mille la famiglia Nicelli, che dominava su buona parte della val Nure, si operò per la riattivazione dell'attività mineraria ferrierese[10]. Lo sfruttamento dell'attività estrattiva conobbe un'ulteriore accelerazione nel XII secolo, favorito dalla mancanza di materiale ferroso che affliggeva tutta Europa; le miniere ferrieresi si ritrovarono in una situazione molto favorevole grazie alla presenza di ampi boschi utilizzabili per alimentare gli altoforni. In questo periodo erano presenti complessivamente sul territorio ferrierese 2 alti-forni e 14 tra magli, mantici e rogge[9].
L'arrivo di Napoleone Bonaparte a Piacenza nel 1795 e la durezza delle condizione imposte dall'armistizio generarono rivolte popolari in tutto l'Appennino piacentino, Ferriere compresa, il 5 gennaio 1806. Anche a seguito di queste proteste, il territorio fu annesso al dipartimento del Taro, parte dell'impero napoleonico[9]. In quell'anno venne costituito il comune di Gambaro, con sede nel castello Malaspina, che includeva buona parte del territorio ferrierese. Il comune fu, poi, soppresso e trasferito a Ferriere nel 1815[11], con il cambio di denominazione che avvenne ufficialmente nel 1817[9].
Il cambiamento delle condizioni politiche dell'Ottocento portò ad un periodo di crisi dell'attività estrattiva, alla quale non seppe fare fronte neppure l'interessamento della duchessa Maria Luigia d’Austria che aveva voluto il potenziamento delle infrastrutture[10].
Nel 1853 le frazioni di Grondone, Ciregna, Solaro, Brugneto, Curletti e Castelcanafurone vennero distaccate dal comune di San Giovanni, comprendente la parte del futuro comune di Bettola sulla sponda sinistra del Nure, ed aggregate al comune di Ferriere[12].
Durante la seconda parte del XIX secolo gli impianti estrattivi furono di proprietà della famiglia Anguissola e, poi, dei Visconti di Modrone; in questo periodo il metallo estratto veniva inviato per la lavorazione presso dei magli idraulici situati più a valle, a Carmiano e Albarola di Vigolzone[9]. Dopo l'unità d'Italia una società francese tentò invano di individuare nuove vene metallifere, a questo si aggiunse la mancata costruzione del proseguimento fino a Ferriere della ferrovia Piacenza-Bettola che velocizzò il declino delle attività estrattive. Un ultimo tentativo di riapertura avvenne nel 1923 ad opera di un impresario locale, tuttavia non andò a buon fine e le miniere chiusero definitivamente pochi anni dopo.
Tra gli anni '10 del XX secolo e il 1920, gli abitanti delle frazioni di Boschi, Castagnola e Torrio, situate in val d'Aveto, chiesero il distacco dal comune di Ferriere e la loro aggregazione al comune di Santo Stefano d'Aveto, posto nella stessa vallata e più agevolmente raggiungibile, tuttavia l'iter per il cambio di comune venne abortito a causa del mancato invio della domanda degli elettori a seguito di un errore di trasmissione[13].
Durante il Novecento il territorio subì un massiccio spopolamento: il fenomeno dell'emigrazione di massa ha avuto inizio negli anni venti. Tra le destinazioni degli emigranti figuravano la Francia, in particolare la zona di Parigi e dell'Île-de-France, l'America Settentrionale, Genova e altre località della Liguria, Milano e la Lombardia, il Piemonte[14] e, in decenni più recenti, Piacenza, oltre a centri della pianura e della collina piacentina[9][15].
Nel 1926 la frazione la frazione Cassimoreno e le località Camerano, Le Sese, I Roffi, Lago del Gallinaccio ed Il Laghetto, fino a quel momento parte del comune di Boccolo dei Tassi, che era stato distaccato dalla provincia di Piacenza ed aggregato alla provincia di Parma 3 anni prima, vengono aggregate al comune di Ferriere[16].
Al referendum istituzionale del 1946, la maggior parte degli elettori del comune di Ferriere votò per la repubblica, che ottenne il 57% dei consensi, mentre la monarchia ottenne il 43% dei voti[17].
Nella notte fra il 14 settembre e il 15 settembre 2015, Ferriere, così come un'ampia parte della val Nure e della val d'Aveto, fu devastata dalle esondazioni improvvise del Nure e dell'Aveto, dovute al forte maltempo, che causarono danni ingenti al paese, oltre al crollo di un ponte sulla ex strada statale 654 di Val Nure nei pressi di Folli[18] e il crollo di vari ponti e di porzioni dell'ex Strada statale 586 della Valle dell'Aveto[19].
Il 18 dicembre 2015 il consiglio comunale deliberò l'invio alla regione di un'istanza per l'avvio del procedimento di fusione con i comuni di Farini e Bettola; il 22 febbraio 2016 la giunta regionale approvò la proposta di legge riguardante la fusione dei tre comuni. Il successivo 12 luglio l'assemblea legislativa approvò la proposta di legge sull'indizione di un referendum consultivo, poi deliberato con decreto del presidente della giunta regionale e fissato per il 16 ottobre[20]. Il referendum vide la vittoria del no in tutti e tre i comuni con una percentuale del 67,45 % a Bettola, del 52,64 % a Farini e del 75,12% a Ferriere[21].
Di rosso all'incudine d'argento, posta su un treppiede con un martello appoggiato sul margine superiore
Questo paese fa parte del territorio delle quattro Province (Alessandria, Genova, Pavia, Piacenza), caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e balli molto antichi.
Abitanti censiti[51]
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019[52] i cittadini stranieri residenti a Ferriere sono 60, pari al 5.19% della popolazione comunale.
Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Fanno parte del territorio comunale ferrierese le frazioni di:
Il territorio comunale è attraversato dalla strada statale 654 di Val Nure e dall'ex strada statale 586 della Valle dell'Aveto. A Ferriere si dirama dalla strada statale 654 la strada provinciale 50 del Mercatello che, attraverso l'omonimo passo collega la val Nure con la val Trebbia, raggiungendo Marsaglia di Corte Brugnatella. Dalla strada statale 654 si dirama anche la strada provinciale 74 di Centenaro che permette di raggiungere l'omonima frazione[53].
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
12 luglio 1980 | 26 giugno 1985 | Giuseppe Caldini | Democrazia Cristiana | Sindaco | [54] |
26 giugno 1985 | 8 giugno 1990 | Giuseppe Caldini | Democrazia Cristiana | Sindaco | [55] |
8 giugno 1990 | 23 marzo 1991 | Giuseppe Caldini | Democrazia Cristiana | Sindaco | [55] |
23 marzo 1991 | 24 aprile 1995 | Antonio Agogliati | Democrazia Cristiana | Sindaco | [55] |
24 aprile 1995 | 26 maggio 1995 | Antonio Agogliati | Centro | Sindaco | [55] |
20 novembre 1995 | 17 aprile 2000 | Bruno Ferrari | Centro-sinistra | Sindaco | [55] |
17 aprile 2000 | 30 maggio 2002 | Giovanna Celaschi Mulazzi | Lista civica | Sindaco | [55] |
30 maggio 2002 | 27 maggio 2003 | Luigi Rini | Comm. straordinario | [55] | |
27 maggio 2003 | 15 aprile 2008 | Antonio Agogliati | Casa delle Libertà | Sindaco | [55] |
15 aprile 2008 | 27 maggio 2013 | Antonio Agogliati | Centro-destra | Sindaco | [55] |
27 maggio 2013 | 10 giugno 2018 | Giovanni Malchiodi | Lista civica Ferriere cresce | Sindaco | [55] |
11 giugno 2018 | 21 marzo 2020 | Giovanni Malchiodi | Lista civica Ferriere continuare insieme | Sindaco | [55] |
21 marzo 2020 | 20 settembre 2020 | Paolo Scaglia | Lista civica Ferriere continuare insieme | Vicesindaco reggente | [55] |
20 settembre 2020 | in carica | Carlotta Oppizzi | Lista civica Ferriere radici e futuro | Sindaco | [55] |
Fino al suo scioglimento, avvenuto nel 2013, Ferriere ha fatto parte della comunità Montana valli del Nure e dell'Arda[57]. In seguito allo scioglimento Ferriere è entrato a far parte, insieme ai comuni di Bettola, Farini e Ponte dell'Olio[58], dell'Unione Montana Alta Val Nure, che è subentrata in tutti i rapporti facenti capo alla precedente comunità montana[59].
Il territorio comunale è stato interessato dal passaggio del Giro d'Italia per due volte: nel 1989, nella tappa Voghera-La Spezia, che prevedeva il gran premio della montagna del passo del Mercatello, la discesa verso il capoluogo e la successiva scalata del passo dello Zovallo[60] e nel 1994, nella tappa Santa Maria della Versa-Lavagna, che vide i ciclisti risalire la val Nure e valicare, ancora una volta, lo Zovallo[61].
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