Diocesi di Martirano

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Diocesi di Martirano

La diocesi di Martirano (in latino: Dioecesis Marturanensis) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Fatti in breve Martirano Sede vescovile titolareMarturanensisChiesa latina, Arcivescovo titolare ...
Martirano
Sede vescovile titolare
Marturanensis
Chiesa latina
Arcivescovo titolarePiero Marini
Istituita1968
StatoItalia
RegioneCalabria
Diocesi soppressa di Martirano
Suffraganea diCosenza
ErettaXI secolo
Soppressa5 luglio 1818
unita alla diocesi di Nicastro
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche
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Ruderi dell'abbazia di Santa Maria di Corazzo.

Territorio

Al momento della soppressione, la diocesi comprendeva i seguenti territori:[1]

A Martirano si trovava la cattedrale, dedicata a Santa Maria Assunta, e andata distrutta, assieme al palazzo episcopale, nel terremoto del 1905.

Nel territorio di Castagna era localizzata la famosa abbazia di Santa Maria di Corazzo fondata dai benedettini nell'XI secolo.

Fonti archivistiche

Riepilogo
Prospettiva

I documenti relativi alla soppressa diocesi, di cui non è facile ricostruire la storia, conservati nell'archivio della diocesi di Lamezia Terme non sono molto numerosi[4]. Infatti Martirano, una piccola città della Calabria Citeriore, è stata spesso devastata da terremoti, uno dei quali, quello verificatosi l'8 settembre 1905, fu talmente disastroso che parte della popolazione si trasferì in altra località dando origine all'attuale Martirano Lombardo. Il 17 novembre 1929 la maggior parte dei documenti riguardanti la diocesi di Martirano, che erano ancora conservati nella sede comunale di Martirano Antico, andarono persi in un incendio acceso nel corso di una sommossa popolare contro lo spostamento della sede comunale[5]. L'archivio della diocesi di Martirano peraltro era già stato devastato dal fuoco nel Cinquecento, sconvolto dal terremoto del 27 marzo 1638 e saccheggiato dopo la rivolta antifrancese originata a Soveria Mannelli nel 1806. Sono andati così perduti gli atti dei sinodi diocesani, delle visite pastorali e i bollari.

Si sono fortunatamente salvate le relazioni ad limina apostolorum, ossia le relazioni triennali che i vescovi di Martirano hanno fatto alla Congregazione del Concilio dal 1590 al 1764 e che, raccolte in un volume, costituiscono una notevole fonte di informazione storica e sociale[6]. Delle 39 relazioni pubblicate, la più antica è quella, del 1590, del vescovo Mariano Pierbenedetti. Le prime relazioni sono alquanto vaghe, diventano più lunghe dopo le disposizioni di papa Innocenzo XI (1666-1685) sulla loro diligente compilazione. Due relazioni (del 1639 e del 1643) sono di Luca Cellesi, il quale relaziona sul terremoto del 27 marzo 1638 nel corso del quale la cattedrale, dedicata a dedicata a Santa Maria Assunta, fu distrutta e lo stesso vescovo, ferito, dovette trasferirsi a Pedivigliano[7], una relazione ciascuna dei vescovi Veraldi (1699), Nicola Righetti (1707), Falcone (1736) e de Bernardis (1744). Tre relazioni sono del vescovo Giacomo Maria de Tarsia (negli anni 1773, 1777, 1791). L'ultima relazione, redatta nel 1795, è dell'ultimo vescovo di Martirano, Francesco Antonio Grillo.

Storia

Riepilogo
Prospettiva

Incerte e confuse sono le origini della diocesi di Martirano. Secondo Ferdinando Ughelli, la diocesi sarebbe stata eretta nel VII secolo e Reparato, che partecipò al concilio lateranense del 649, ne sarebbe stato il primo vescovo. Nella sua opera sulle chiese di Calabria, alla fine dell'Ottocento, il canonico Giovanni Minasi espresse dubbi sulla serie dei primi vescovi riportata nell'Italia sacra di Ughelli e ipotizzò che lo storico cistercense avesse attribuito a Martirano «vescovi di città che portavano nomi consimili, spesso alterati dagli amanuensi»[8]. Dello stesso parere storici successivi, che ritengono che a Martirano siano stati attribuiti vescovi di altre diocesi, come per esempio quella di Monterano nell'alto Lazio.

I più antichi documenti affidabili sulla diocesi di Martirano risalgono infatti solo all'XI secolo: in una bolla di papa Stefano IX del 24 marzo 1058 è menzionata per la prima volta la diocesi di Martirano, che appare fra le suffraganee di Salerno, ma già nel 1179 viene annoverata come suffraganea della nuova sede metropolitana di Cosenza[9]. Secondo lo storico Francesco Russo, la diocesi fu eretta per fornire una suffraganea alla diocesi di Cosenza quando questa, nel 1058, fu elevata ad arcivescovado; il fatto che essa venga riportata nella bolla pontificia del 1058 come soggetta a Salerno, insieme a Cosenza, è un atto formale in quanto Cosenza era già arcidiocesi e Martirano sua suffraganea.[10]

Anche sui primi vescovi di Martirano, storicamente attendibili, non v'è unanimità fra gli storici. Giovanni Minasi ritiene che il primo vescovo certo di Martirano sia Michele, documentato negli anni Settanta del XII secolo. Lo storico tedesco Paul Kehr, nella sua Italia pontificia, fa precedere Michele da quattro altri vescovi, che attribuisce con certezza alla sede calabrese, fra cui due vescovi ignoti agli storici precedenti, Lamberto nel 1124 e Isacco nel 1175, oltre ai già noti Rodolfo nel 1090 e Arnolfo nel 1099. Il primo vescovo di cui esiste un'ampia documentazione è Filippo di Matera, che già occupava la cattedra vescovile nel mese di novembre 1205 e che la tenne oltre maggio 1238.

Tra Quattrocento e Cinquecento la maggior parte dei vescovi risiedette fuori diocesi, limitandosi a percepire le rendite. Con le disposizioni del concilio di Trento, i vescovi cominciarono ad abitare stabilmente a Martirano, a partire da Gregorio della Croce (1569-1577); i suoi tentativi di riforma della diocesi gli attirarono l'ostilità del clero locale, che, sembra, se ne liberò avvelenandolo. Seguì il vescovo Mariano Pierbenedetti, in seguito elevato al cardinalato, che compì diverse visite pastorali e fondò il seminario diocesano. Si deve al vescovo Luca Cellesi (1627-1671) la celebrazione del primo sinodo diocesano nel 1631.

Nel Settecento si distinse il vescovo Bernardino de Bernardis (1743-1758), che attraverso una serie di sinodi diocesani cercò di riformare la disciplina e la religiosità del clero e del popolo, seguito, in quest'opera, dai successori, Nicolò Spedalieri di Badolato (1758-1770) e Giacomo Maria Tarsia (1770-1782).

Il 5 febbraio 1783 la regione fu devastata da un terribile terremoto che distrusse Martirano e la maggior parte delle strutture ecclesiastiche. Per questo motivo la diocesi rimase vacante per una decina d'anni, fino alla nomina nel 1792 di Francesco Antonio Grillo, ultimo vescovo di Martirano.

Dopo un'ulteriore vacanza della sede episcopale, iniziata nel 1804, in seguito ad una prima soppressione decisa da Giuseppe Bonaparte, con la bolla De utiliori del 27 giugno 1818 la diocesi fu definitivamente soppressa ed il suo territorio annesso a quello della diocesi di Nicastro[11], in applicazione del concordato tra i Borboni e la Santa Sede.[12]

Dal 1968 Martirano è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 14 febbraio 1998 l'arcivescovo, titolo personale, titolare è Piero Marini, presidente emerito del Pontificio comitato per i congressi eucaristici internazionali.

Cronotassi

Vescovi

Reparato ? † (menzionato nel 649)[13]
Opportuno ? † (menzionato nel 721)
Donino o Domno ? † (menzionato nel 761)
Bono ? † (menzionato nel 769)[14]
Teodosio ? † (menzionato nell'826)
Teodoro[15]? † (menzionato nell'853)
Floro ? † (menzionato nell'869 e nell'879)
Giovanni ? † (menzionato nel 964)
Martino ? † (menzionato nel 967)
Giovanni ? † (menzionato nel 998)

Vescovi titolari

Note

Bibliografia

Collegamenti esterni

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