Chiesa di Santa Maria della Pace (Palermo)
edificio religioso di Palermo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La chiesa di Santa Maria della Pace (conosciuta anche come Chiesa dei Cappuccini) è una chiesa tardo gotica successivamente ristrutturata in stile barocco nel quartiere Cuba di Palermo.[1]
Chiesa di Santa Maria della Pace | |
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La chiesa vista dall'esterno | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Località | Palermo |
Coordinate | 38°06′43.56″N 13°20′23.03″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Santa Maria della Pace |
Arcidiocesi | Palermo |
Stile architettonico | barocco |
Inizio costruzione | 1565 |
Completamento | 1623 |
L'aggregato monumentale costituito dalla chiesa di Santa Maria della Pace, dal convento dell'Ordine dei frati minori cappuccini, dalle Catacombe dei Cappuccini e dal Cimitero dei Cappuccini è ubicato in fondo alla seicentesca strada via Ippolito Pindemonte.
Pochi anni dopo, nel 1565 i Cappuccini riedificano la chiesa con annesso un vasto convento.[5][6] I frati avevano già realizzato la chiesa, in realtà è un riadattamento dell'esistente edificio, più che di costruzione ex novo, adottando la pianta propria delle chiese cappuccine: una navata centrale con cappelle laterali intercomunicanti.
Nel 1854 è aggiunto l'altare maggiore intagliato in legno, opera di uno dei frati del convento. L'attuale aspetto è dovuto ad un'ulteriore ricostruzione avvenuta nel 1934. L'intervento è attuato con lo scopo di aumentare la capienza interna, operando attraverso l'abolizione delle cappelle laterali, optando per la soluzione a tre navate con ambiente centrale più ampio e capiente rispetto alla preesistente costruzione.
L'aggregato monumentale era meta d'interesse del Grand Tour, Alessandro Dumas, Mario Praz, Guy de Maupassant, Fanny Lewald e Carlo Levi sono annoverati tra i visitatori celebri che fanno espresso riferimento dell'attrattiva nelle loro opere. Un luogo talmente suggestivo cui non rimase insensibile neppure Ippolito Pindemonte, che visitò le Catacombe dei Cappuccini il 2 novembre durante uno dei suoi viaggi e le menziona nei versi del poemetto I cimiteri, cui alludono i versi 213/4 nel carme Dei sepolcri dell'amico Ugo Foscolo.
Pianta basicale divisa in tre navate senza transetto, le navate sono corredate di sepolcri. In fondo alle navate sono presenti un'ampia sagrestia e il coro, entrambi corredati da un ampio crocefisso e arredati con mobili settecenteschi.
All'interno della Chiesa troviamo parte dell'antica chiesa tardo gotica con il soffitto diviso a volte a crociera ogivali costolonate; vastissimo è il numero di opere d'arte e monumenti sepolcrali che vennero costruiti in un periodo che va dalla metà del XVIII secolo agli inizi del XIX secolo da nobili e viceré che hanno protetto e sostenuto il Convento.
Al di sotto della chiesa vi è una catacomba scavata verso la fine del XVI secolo in stile gotico con corridoi con volte a crociera ogivali costolonate e corridoi con volta ogivale; la struttura di forma rettangolare, che raccoglie circa ottomila salme, e accanto alla chiesa si trovano le famose Catacombe dei Cappuccini con l'annesso cimitero.
Molti ambienti del convento e la stessa chiesa vantano un nutrito ciclo pittorico realizzato da Fedele Tirrito.
Sopra il portone centrale di ingresso nella controfacciata c'è il busto marmoreo del principe Gaetano Cottone.
Nel cappellone centrale, collocata su un ricco altare ligneo con intagli, opera di frate Riccardo da Palermo (1871), è custodita la statua marmorea raffigurante la Madonna dei Cappuccini.[9] I Frati hanno ricevuto in dono questa statua nel 1731 dalla famiglia Lavaggi, alla quale era giunta dopo varie peripezie. Il simulacro fu incoronato con solennità nel 1779.
Nell'antisacrestia sono custodite due tele artistiche: Nascita di Cristo, dipinto attribuito a Matthias Stomer (1650 circa) ed il Presepio ascrivibile a Gerard van Honthorst.
In sacrestia domina il Crocifisso scolpito da frate Benedetto Valenza da Trapani e quattro crocifissini in bosso, attribuiti allo stesso artista. Nel coro è collocato un Calvario, un capolavoro di Benedetto, e dipinti del Fedele da San Biagio Platani con scene della Passione di Cristo.
Personalità sepolte o commemorate con medaglioni o targhe:
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