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Centuripe
comune della Sicilia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Centuripe (Centorbi in siciliano, Centuorbi[5] in dialetto locale[6]) è un comune italiano di 4 970 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Enna in Sicilia.

La cittadina, di origine sicula, fu presto ellenizzata e dal IV secolo a.C. entrò nell'orbita di Siracusa, godendo di grande floridezza in età ellenistica e romana attestata da importanti vestigia.
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Geografia fisica
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Territorio
Centuripe dista circa 65 km da Enna (41 km in linea d'aria)[7] ed è il comune più a est del libero consorzio comunale. Si trova a 46 km da Catania, se si percorre la strada statale 121, e a 30 km in linea d'aria. Situato sulla linea di sommità di una formazione montuosa, ha la forma di una stella marina[8][9]; l'altitudine media di 733 m s.l.m. permette di scorgere il versante occidentale dell'Etna, la valle del Simeto e parte della Piana di Catania[8][10].

Centuripe confina con i comuni di Adrano, Biancavilla, Paternò, Bronte, Randazzo, Castel di Iudica, tutti appartenenti alla città metropolitana di Catania, e con Catenanuova e Regalbuto che fanno parte della ex provincia di Enna. Il suo vasto territorio, quasi del tutto montagnoso, si estende per 17 295 ettari tra le vallate dei fiumi Dittaino e Salso. Il fondovalle è sulla direttrice autostradale Palermo-Catania. Il territorio è costituito di arenarie e di rocce argillose e conglomeratiche.
Clima
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Storia
Riepilogo
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Preistoria
Le remote origini di Centuripe affondano le radici nella preistoria; è attestata la colonizzazione stanziale a quote più basse e in varie parti del territorio nel Neolitico; meno chiara la documentazione sul Paleolitico[11]. Si rileva l'aumento dell'antropizzazione durante il periodo del bronzo antico, ma la località sembra spopolarsi durante il bronzo medio e finale.
Nell'età arcaica è un centro abitato indigeno siculo (Tucidide VI, 94, 3)[12].
Della Centuripe d'età arcaica si conosce poco anche perché il sito è coperto dalle costruzioni. Parlano tuttavia i ricchi corredi funerari delle tombe scavate in contrada Piano Capitano, nel vallone Gelso, della contrada Casino, nel vallone Difesa, e della contrada Madonna. La consistenza della necropoli indica con sicurezza l'esistenza del centro abitato che supera le dimensioni del semplice villaggio[13]. Sono tombe del tutto simili a quelle indigene di altre località, scavate nell'arenaria di cui sono costituiti i fianchi dei rilievi montuosi; risultano utilizzate a partire dagli ultimi anni dell'VII secolo a.C. al IV secolo[14]. Dal VI secolo si desume comunque certa la presenza di un centro urbano nello stesso sito moderno; ne sono testimonianza necropoli e rinvenimenti in varie aree superficiali[15]
Gli scritti di Tucidide, che la definisce ancora sikelikon polisma alla fine del V secolo[14], nonché quelli di Polibio, attestano la presenza nella penisola italiana di popoli chiamati Ausoni, Enotri o Morgeti che risultano presenti anche in Sicilia. Si ritiene che un secolo prima della fondazione di Roma i Siculi, popolazione d'origine osco-umbra che emigrò in Sicilia probabilmente in epoca anteriore al X secolo a.C., abbiano scelto il luogo in posizione militarmente inespugnabile, per edificarvi la cittadina.
L'esistenza di un legame tra i popoli protolatini e i Siculi è confermata da un'iscrizione oggi ritenuta la più importante nella comprensione delle origini dei Siculi, contenuta su un famoso askos centuripino del VI secolo a.C. L'iscrizione contiene inequivocabili elementi di stretta affinità con la lingua latina[16].
Età antica
L'antica città sicula lentamente divenne ellenizzata, assunse il nome Κεντόριπα (Kentóripa) in greco antico ed ebbe notevole importanza nel periodo greco alternando periodi di tirannia e di libertà; la sua importanza si mantenne nella prima età romana[17].
Verso il 404 a.C. Centuripe cadde sotto la tirannia di Damone alleato di Dionisio I di Siracusa.


La città si dotò di una propria moneta, segno di prosperità economica e di prestigio[18]. La zecca centuripina iniziò a coniarla nel 346 a.C.[19]
Nel 368 prese il potere Nicodemo che governò fino al 339 a.C., anno in cui Timoleonte lo costrinse a fuggire e deportò gli abitanti a Siracusa ripopolando la città con nuovi coloni[20]. Ventisette anni dopo la città cadde sotto il brutale controllo del tiranno siracusano Agatocle. Diodoro afferma che intorno al 312 a Centuripe era presente una guarnigione militare siracusana[21].

Nella seconda metà del IV secolo a.C. si sviluppò un'importante officina di produzione ceramica artistica con un grande repertorio figurato, caratterizzata da un particolare gusto per il cromatismo. Nel secolo successivo la produzione raggiunse alti livelli; si producevano vasi di grandi dimensioni policromici e con decorazioni plastiche riportate[22]. Ma sarà il III secolo a.C. il momento della ricchissima produzione di statuette fittili in terracotta dette tanagrine, per decorazioni funerarie, la cui grazia e ricercatezza di soggetti, come eroi, dei e animali varrà a Centuripe il titolo di Tanagra della Sicilia[23]. Due bellissimi esemplari si trovano nel Museo regionale Agostino Pepoli di Trapani. L'importanza raggiunta dalla città è dimostrata anche dalla ricca produzione di monete del periodo.
Nel 263 a.C. i consoli romani Manio Valerio Massimo Messalla e Manio Otacilio Crasso iniziarono la campagna contro i Cartaginesi; Centuripae si sottomise spontaneamente e venne dichiarata città libera (civitas immunis ac libera)[8] ed esentata da qualunque tassa (civitas sine foedere)[23], come dichiara Cicerone nelle sue Verrine. Da questo momento conobbe un grandissimo sviluppo e divenne una delle più importanti città romane della Sicilia. Lo attestano sia le dichiarazioni di Cicerone che la definisce totius Siciliae multo maxima et locupletissima (di gran lunga la più grande e più ricca di tutta la Sicilia) precisando che nel I secolo la sua popolazione avrebbe raggiunto le 10 000 unità circa[24], sia la grande quantità di vasellame e gli imponenti resti monumentali[8].
Interessante un'iscrizione in greco del II secolo a.C. con il racconto di una missione diplomatica centuripina a Roma e a Lanuvio e una parte del trattato con Lanuvio con cui risulta gemellata per le comuni origini[25].
Tra il 38 e il 35 a.C. Sesto Pompeo la prese d'assedio e la distrusse per la sua fedeltà a Ottaviano che ne aveva fatto il caposaldo della sua azione[26], ma questi la fece ricostruire e diede ai suoi abitanti la cittadinanza romana[27]. La Centuripe di età romana imperiale è quella che ha lasciato le vestigia più imponenti. Grandiosi resti monumentali, un ricco complesso di sculture, numerose iscrizioni: tutta una serie di elementi sembrano segnare i successi di una famiglia locale che nel II secolo è arrivata a esprimere un console, a sua volta figlio di uno dei componenti dell'entourage dell'imperatore Adriano. L'epoca di massimo sviluppo monumentale è quella tra Adriano e gli Antonini[28]. Una grande quantità di monumenti è andata perduta a causa dell'incuria e del sistematico depredamento che ha rifornito collezionisti e raccolte di ogni dove. Oggi rimangono il Tempio degli Augustali del I-II secolo che si affacciava, sopraelevato, su una via colonnata e due tombe monumentali a torre, la Dogana, di cui è visibile solo il piano elevato e il castello di Corradino. A nord-ovest del paese, in contrada Bagni, una strada lastricata conduce ai resti di un ninfeo, sospeso sul vallone del torrente sottostante, di cui rimane una parete in mattoni con cinque nicchie, resti di una vasca di raccolta delle acque e parti dell'acquedotto. Inoltre reperti dall'VIII secolo a.C. al Medioevo come le statue provenienti dal tempio degli Augustali, riferibili a imperatori e familiari, una testa dell'imperatore Adriano appartenuta a un'enorme statua di almeno 4 metri, due urne funerarie della famiglia degli Scribonii, terrecotte di produzione locale dal III al I secolo a.C. oltre a tante maschere teatrali.
Notevoli sono le emissioni monetali di età romana repubblicana.

Anche i ritrovamenti nelle campagne testimoniano i periodi di prosperità economica di Centuripe che coincidono con l'età ellenistica e poi repubblicana e proto imperiale; cessano completamente dal XIII secolo a causa della sua distruzione[29].
Età medievale
Le sorti della città seguirono quelle dell'impero romano. Verso il 1000 venne assediata dai musulmani che uccisero 40 monaci basiliani dell'omonimo convento. Nel 1061 fu sottoposta ad assedio da Roberto il Guiscardo ma la strenua resistenza degli abitanti, unita all'imponenza della cinta muraria, lo convinsero a desistere[30]. La successiva conquista normanna portò solo un breve periodo di pace nel quale la città rifiorì. In periodo svevo, nel 1232, a seguito di una rivolta Federico II espugnò la città e ne deportò gli abitanti nella nuova città di Augusta[31][32]. Sembra che la deportazione non sia stata totale perché tra il 1267 e il 1270, ai tempi di Corradino di Svevia, la città fu nuovamente assediata dagli Angioini che, dopo averla espugnata, ne trucidarono gli abitanti e distrussero del tutto quanto rimasto[33]. Il sito venne dimenticato e rimase disabitato fino alla metà del XVI secolo.
Nel 1408 un forte terremoto e una grande eruzione dell'Etna devastarono molte zone attorno a Catania, per cui alcune famiglie si insediarono a Centuripe tra i resti della città distrutta.
Età moderna
Nel 1548 avvenne la rifondazione vera e propria della città[34], che prese il nome di Centorbi, ad opera dei Moncada della Contea di Adernò, dei quali rimase feudo. Venne eretta la chiesa madre, completata però solo agli inizi dell'Ottocento. Nel 1628 Centorbi contava circa 800 abitanti. Nel XVIII secolo le rovine imponenti attrassero l'attenzione di visitatori quale il pittore Jean-Pierre Houël che ne fece oggetto di alcuni suoi dipinti e Ignazio Paternò Castello, principe di Biscari[35], che intorno alla metà del XVIII secolo intraprese a titolo privato scavi archeologici a Centuripe, Castrogiovanni e Camarina i cui reperti gli permisero di istituire un ricco museo, secondo solo a quello dei Borboni[36].
Età contemporanea
Nel XVII secolo la Sicilia passò sotto il dominio dei Borbone che, a partire dal 19 aprile 1819, adottarono un nuovo sistema amministrativo dividendo la Sicilia in sette province: Palermo, Messina, Catania, Girgenti, Noto, Trapani e Caltanissetta. Centorbi fu innalzato a capoluogo di circondario e furono posti sotto la sua giurisdizione Regalbuto, Catenanuova e Carcaci. Con l'arrivo di Giuseppe Garibaldi in Sicilia, nel 1860, anche i centuripini accorsero volontari; una lapide ricorda che egli ebbe a definire Centuripe "balcone della Sicilia".
Il Regio Decreto: Centorbi cambia il suo nome in Centuripe
Stabilitasi l'Unità d'Italia, il 25 novembre 1862 il consiglio comunale deliberò di abbandonare il nome Centorbi assumendo quello antico di Centuripe. La ratifica giunse con il Regio Decreto n. 1140 del 22 febbraio 1863 che, però, incorse in un banale errore, indicandolo come Centurupi. Il Regio Decreto n. 1205 del 15 marzo 1863[37] vi pose rimedio.
La cittadina visse un periodo di relativa prosperità grazie allo sfruttamento delle locali miniere di zolfo, oggi abbandonate. Negli anni '20 la popolazione raggiunse 15 000 abitanti, ma con la crisi dell'esportazione zolfifera siciliana, allora leader mondiale, iniziò la regressione demografica, fino ad arrivare ai poco più di cinquemila abitanti odierni. Nel 1926 venne istituita la provincia di Enna e Centuripe venne aggregato a essa con tutto il suo circondario.
Nell'agosto del 1943, in seguito allo sbarco degli Alleati, Centuripe si trovò a essere un caposaldo della resistenza tedesca e subì duri bombardamenti. Tra il 2 e il 3 agosto fu conquistato dalle truppe britanniche, il che obbligò la Wehrmacht ad abbandonare tutta la parte occidentale della Piana di Catania e della valle del Simeto.[38]

L'ingente[17] patrimonio di reperti archeologici che testimonia l'importante passato di Centuripe oggi è per lo più disseminato nei musei di Parigi, Berlino, Londra, New York,[39] Kassel,[40] Karlsruhe all'estero, e a Catania, Siracusa, Palermo,[41] Trapani, Napoli, Roma e Milano (non è possibile tenere conto di quanto trafugato e venduto illecitamente nel corso dei secoli). Già nel 1901 Paolo Orsi deplorava il depredamento incontrollato del suolo centuripino definito da lui "archeologicamente ricchissimo"[17] da cui:
«sono usciti tesori di superbe terrecotte, di vasi, di bronzi e di gemme del secolo IV e seguenti dispersi ovunque e in minima parte assicurati ai musei nazionali dell'Isola; ed è con vero rammarico che io ho dovuto sin qui trascurare quel ragguardevole centro archeologico della decadente civiltà ellenica causa l'angustia dei nostri bilanci…»
Simboli


Lo statuto del comune di Centuripe così descrive lo stemma:
«Effigie a forma di scudo, sovrastato da una corona turrita composta da 5 torri merlate, con sovrastante scritta MUNICIPIO – lo scudo è delimitato da una striscia di colore oro diviso in due parti: nella parte superiore al centro trova posto la dea CERERE con manto rosso in mezzo a campo di grano con in testa corone di spighe. Con il braccio destro sorregge una cornucopia di spighe, mentre la mano sinistra tiene una falce nell'atto di tagliare una spiga di frumento, sullo sfondo del campo trovano posto delle montagne. Alla destra della dea Cerere trovasi un albero di mandorlo. Nella parte sottostante lo scudo si rileva un aratro su campo di grano sulla cui punta trova posto un uccello, con una continuità di montagne nello sfondo. Lo scudo è contornato sia nella parte destra che nella parte sinistra, di spighe di grano di colore oro.
Nella sua parte sottostante trovasi la scritta: KENTO-PIΠINΩN in oro su sfondo azzurro.»
Il gonfalone è un drappo di rosso.
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Monumenti e luoghi d'interesse
Riepilogo
Prospettiva
Architetture religiose

- Chiesa madre
- Chiesa di San Giuseppe
- Chiesa di San Gioacchino
- Chiesa di Sant'Antonio Abate
- Chiesa dell'Annunziata
- Chiesa di San Nicolò di Bari
- Chiesa di Sant'Agostino
- Chiesa del Crocifisso
- Chiesa del Purgatorio
- Chiesa del Sacro Cuore di Gesù
- Tempio degli Augustali
Architetture civili
- Museo archeologico regionale di Centuripe: esistente sin dagli anni Venti del XX secolo ma collocato precariamente in locali comunali, è stato trasferito in una nuova sede nel 2000. Rappresenta una delle più importanti esposizioni di reperti romani della Sicilia; conserva numerosi esempi di vasellame e pregiate opere scultoree d'età imperiale, con statue ben conservate e reperti del vicino bacino archeologico, tra cui le Terme Romane. Alcune opere scultoree, tra cui la testa dell'imperatore Augusto rinvenuta nel 1938, appartenenti alla dotazione del museo Paolo Orsi di Siracusa, vi sono esposte in locazione per cinque anni (dal 2021)[42].
Siti archeologici
Il territorio circostante Centuripe è oggetto di ricerca svolta dall'IBAM CNR di Catania. Tra il 2009 e il 2012 sono stati eseguiti sondaggi con escavazione nei dintorni e in prossimità dell'abitato moderno, diretti dalla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Enna, in collaborazione con il Comune, il Museo regionale archeologico, l'Associazione SiciliAntica. Uno degli scopi è quello di approntare una carta archeologica dell'antica città. Sono state trovate interessanti testimonianze del periodo tra la preistoria e l'età moderna. Nel "Riparo Cassato" sono state trovate rilevanti pitture rupestri neolitiche, al momento uniche nella Sicilia orientale. A sud del fiume Dittaino sono state individuate aree di estrazione di selce e di diaspro, materiali importanti nella preistoria[43].
Il ricco passato di Centuripe è testimoniato dai numerosi siti di interesse archeologico, presenti dappertutto sia nel centro urbano che nelle aree circostanti:

- Zona Acqua Amara: resti termali di età ellenistico-romana
- Sorgiva Bagni: resti termali di età romana
- Contrada Agliastrello (Agghiastreḍḍu): resti di abitato
- Contrada Bagni, a nord: necropoli ellenistica[35].
- Contrada Casino: necropoli dell'età del ferro, con tombe a circolo di pietre, con inumazioni plurime; utilizzata fino ad età ellenistica[35].
- Contrada Cuba (Cubba) a Muglia: insediamento e necropoli di età preistorica dall'età neolitica al bronzo antico
- Contrada Difesa: ampie fornaci per ceramica[35].
- Contrada Piano Pozzi: resti di abitato (a sud-est), necropoli ellenistica[35].
- Contrada Biliuzzo: necropoli ellenistica[35].
- Frazione Carcaci: necropoli rupestre; resti dell'età del bronzo; strutture di età romana
- Castellaccio: fornace ellenistica; resti di castello medioevale
- Castello di Corradino: mausoleo romano
- Monte Calvario - resti di abitato
- Fondo Castiglione: muro d'argine
- Fondo Testai: cisterna antica
- Vallone Gelso (Vaḍḍuni Ceusu): resti di abitato, necropoli che risalgono ai tempi dall'VIII secolo a.C. al periodo ellenistico[35].
- Monte Porcello (Munti Purceḍḍu): resti di abitato greco-ellenistico
- Mulino Barbagallo: complesso monumentale (antica sede degli "Augustali") con statue marmoree di Augusto, Druso, ecc.
- Panneria: casa romana[44]
- Piano Capitano: vasta necropoli (VIII secolo a.C. - periodo ellenistico); comuni gli επιτυμβια, a fossa con sovrastruttura a gradoni[35]; reperti ceramici[45]
- Strada provinciale Catenanuova - Centuripe: antica fornace
- Strada Comunale Panaria - casa delle maschere e resti di abitato
- Vallone Difesa (Vaḍḍuni Difisa): localizzazione dell'antico ginnasio
Nel centro urbano
- Centro ellenistico-romano con mura, abitato e fornaci.
- Chiesa del Crocifisso: strutture ellenistico-romane con mosaico "stanze antiche"
- La Dogana: fontana-cisterna di età romano-imperiale
Ruderi, muri e resti di costruzioni nei pressi delle chiese
- Chiesa del Crocifisso: muro d'argine nei pressi della chiesa
- Chiesa della Maddalena: muro antico
- Chiesa di Santa Maria delle Grazie: muro antico
- Chiesa madre: ruderi
- Chiesa Addolorata: resti antichi
- Colle dell'Annunziata
- Convento di Sant'Agostino: ruderi
- Fondo Calcerano: antica costruzione
- Le Stalle Antiche
- Via Fragalà: stanze antiche
- Via Scipione: resti di abitato
Ponte romano
La Centuripe romana era uno dei punti importanti degli "itinerari romani della Sicilia"; si trovava sulla strada (via frumentaria) che collegava Catania con la costa tirrenica risalendo il corso del fiume Simeto; attraversava Aetna (Paternò), Centuripe, Agyrium (Agira), Assorum (Assoro), Henna (Enna) e proseguiva fino a Terme Imeree[46]. La posizione strategica della città consentiva il controllo sia di tale via sia di quella che, provenendo da nord, proseguiva verso i campi di Leontini[8].
Il ritrovamento di un tratto di strada lastricata lungo il Simeto e alcune sezioni in rovina del ponte distrutto, per secoli dimenticato e fuori asse a causa di una deviazione del fiume, hanno fatto avanzare ad alcuni studiosi l'ipotesi del ritrovamento della via frumentaria. Il ponte, genericamente indicato come Ponte romano di Centuripe, è situato nei pressi del ponte Barca di Biancavilla ed è costituito da quattro grossi segmenti allineati in senso ONO/ESE, della larghezza di circa 3 metri e della lunghezza di 6-8 metri ciascuno, non più perfettamente in asse e spostati rispetto al corso del fiume[47]. Il monumento è databile al II secolo; vi è probabilmente un nesso con l'importante personaggio legato a Centuripe, Quinto Pompeius Falco, che fu curator viae Traianae tra il 108 e il 112[48]. Dell'esistenza di tale ponte parla Ignazio Paternò Castello che ne indica anche la distanza, sei miglia, dalla Città di Centoripi considerando l'itinerario come facente parte dell'antica strada romana[49].
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Società
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Evoluzione demografica
Abitanti censiti[50]

Tradizioni e folclore

- Settimana Santa: la domenica delle palme inizia con la solenne processione delle palme che parte dalla chiesa di Sant'Agostino e giunge in chiesa madre. La stessa sera i confrati dell'arciconfraternita del Santissimo Sacramento iniziano quarant'ore di adorazione che si concluderanno mercoledì mattina.
Giovedì santo, dopo la messa in coena domini, vengono portati in processione il settecentesco simulacro ligneo del Cristo alla colonna e quello dell'Addolorata. La mattina del venerdì santo la statua del Cristo morto viene traslata dalla chiesa del ss. Crocifisso alla chiesa madre dove al tramonto i presenti assistono alla ascisa a cruci (deposizione dalla croce). Durante la veglia di Pasqua, sempre in chiesa madre, un grande drappo, detto "Tiledda", che durante tutta la quaresima ha nascosto l'abside, viene lasciato cadere scoprendo la statua del Cristo risorto.
- Festa dei patroni santa Rosalia e san Prospero: dal 15 al 19 settembre. Funzioni religiose, manifestazioni ricreative e culturali, concerti di musica classica, moderna e rock. Il 20 il mercato tradizionale dedicato a san Prospero con bancarelle.
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Cultura
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Istruzione
A Centuripe erano presenti l'istituto comprensivo Filippo Ansaldi (scuola elementare, scuola materna) e le scuole medie di Carcaci (chiuse a fine anno scolastico 2011/2012); le scuole medie in sede, che comprendono anche la scuola materna, e le scuole elementari a Carcaci. Esisteva anche un istituto classico e professionale riconvertito in istituto alberghiero, che ha sede in via Dante Alighieri. All'inizio dell'anno scolastico 2012/2013 le scuole elementari furono accorpate con la scuola media Giovanni Verga; l'istituto comprensivo fu ribattezzato con il nome della scuola elementare, Filippo Ansaldi, con sede in via Giacomo Leopardi.
Musei
Il Museo archeologico regionale di Centuripe è ospitato in un edificio la cui costruzione iniziò negli anni Cinquanta, poi venne sospesa per vari decenni. Fu infine completata e permise l'inaugurazione nel dicembre del 2000[51]. La sua posizione offre una vista panoramica verso l'Etna e la valle del Simeto.
Le collezioni, custodite fin dagli anni Venti nella vecchia sede del palazzo comunale, sono state riordinate e integrate con i reperti degli scavi condotti dal 1968 dalla Sovrintendenza per i beni culturali. Gli spazi si dispongono su vari livelli[51]. Il museo presenta la storia e la topografia della città, i siti abitativi, le attività economiche, i ritrovamenti, tra cui importanti sculture di età romana. Le terrecotte locali del periodo ellenistico con maschere e statue esprimono l'alto livello tecnico raggiunto e l'originale tipologia di forme e soggetti che sono alla base della diffusione dei manufatti nei mercati più esigenti.
Alcuni reperti:
- Una raffinata statua ellenistica di Musa
- Una colossale testa dell'imperatore Adriano (II secolo)
- Sculture provenienti dall'edificio degli Augustali, che ritraggono membri della famiglia imperiale e imperatori.
- Un eccezionale torso marmoreo loricato, probabilmente di Augusto.
- Statua femminile acefala con abbigliamento che avviluppa il corpo con sofisticati panneggi.
- Preziosa collezione di ceramica preistorica, materiali provenienti da necropoli greche e iscrizioni funerarie latine.
- Vasi di tipo centuripino prodotti da fabbriche locali fra III e II secolo a.C. decorati con motivi a rilievo e scene dipinte con tempere policrome; anche soggetti del culto dionisiaco.
- Lastra fittile di un monumento funerario, con scena a rilievo.
Centuripe ospita anche un Museo etnostorico in sede propria che amministrativamente costituisce una sezione del Museo archeologico regionale di Centuripe.[51]
Arte
La produzione ceramica di Centuripe affonda le radici nella preistoria, come dimostrano alcuni reperti del museo; molto rimane ancora da studiare e catalogare, dato che i reperti del territorio sono disseminati un po' dappertutto a causa dei saccheggi protratti nel tempo. Il territorio circostante risulta essere stato intensamente abitato anche prima degli insediamenti greci; insistono infatti nell'area anche varie altre città, delle quasi si sono trovate le tracce, come Mendolito ove sorgeva il famoso santuario del dio siculo Adranos, e Inessa, con le quali si svilupparono certamente scambi e commerci, ma la mancanza di progetti finanziati di ricerca archeologica a vasto raggio non ne ha ancora evidenziato la reale portata.
Centuripe iniziò presto a primeggiare nell'arte della ceramica. È del VI secolo a.C. un'erma di gusto ionizzante; a fine secolo un'aruletta con un leone che assalta un toro mostra un motivo decorativo orientaleggiante perfuso di una stilizzazione greco antica[52].
Con l'ellenizzazione di Centuripe si evidenzia ancor più l'arte ceramica e se ne sviluppa il commercio per tutto il bacino del Mediterraneo centro orientale. Studi recenti hanno censito numerosi opifici di ceramisti omoepocali che costituivano un vero e proprio agglomerato industriale in area adiacente all'abitato. La consistenza delle attività avvalora la tesi di un commercio su vasta scala e ultralocale[53].
A partire dal III secolo a.C. la coroplastica[54] espresse una ricchissima produzione di statuette fittili (in terracotta) che prendono il nome tipico di tanagrine perché simili a quelle trovate nella necropoli di Tanagra in Beozia, di qualità artistica tale da meritare alla città l'epiteto di Tanagra di Sicilia[55]. Si tratta di arte a chiara destinazione funeraria che raggiunge elevati livelli di esecuzione con leggiadre figurine femminili danzanti, di divinità di età ellenistica con predominanza di Afrodite, di genere idilliaco, caricature e figure comiche pervase dal gusto locale, Eroti volanti, Psychài e fauni danzanti, vecchi e personaggi esotici o caricature femminili dai volti animaleschi, statuine di animali molto realistiche, che mostrano un'inesauribile fantasia creativa anche se prodotte in serie[52].
A Centuripe si fabbricano tutte le forme di anfore, anche le proprie, dette vasi centuripini. La produzione centuripina sembrerebbe aver influenzato quella di altri centri siciliani[56].
La caratteristica decorazione è policroma con rilievo floreale e architettonico. Si presenta come un dipinto a tempera ricco di sfumature raffinate, le cui scene spesso richiamano il culto dionisiaco; a volte sono grandi teste o busti umani dal viso colorato di una tinta rossastra con ombreggiature. Spesso la colorazione veniva fatta a freddo con delicati colori a tempera[52]. Lo studioso Libertini ne cataloga ben 39 modelli differenti.[57] Quattro pregevoli esemplari sono esposti dal 1929 al Metropolitan Museum of Art di New York. Praticata anche la decorazione parietale; le distruzioni del periodo medioevale ne dispersero le tracce, ma ne è sopravvissuta una, probabilmente del III secolo a.C., in una casa privata.
Askos di Centuripe
Nei primi anni Sessanta a Centuripe è stato ritrovato un askos (vaso schiacciato) risalente al V secolo a.C., oggi conservato al museo archeologico di Karlsruhe, che riporta la più lunga iscrizione esistente in siculo, una lingua di origine indo-europea imparentata con il latino.
Epigrafe del gemellaggio
Nel 1962 tra ruderi in contrada Crocefisso venne ritrovata un lastra (ritenuta parte di una stele commemorativa) in pietra calcarea. Esaminata dal professor Giuseppe Manganaro risultò essere scritta in dialetto greco dorico. L'iscrizione, risalente al II secolo, riferisce della missione di tre notabili centuripini, Filiarkos, Làmpon e Xoarcos, che si recarono a Roma per incontrare il senato di Lanuvio, portando con sé documenti e genealogie per ottenere il riconoscimento dei vincoli di cognatio (greco: syngheneia), ovvero di parentela col popolo romano[58]. A memoria del fatto furono incise due stele, una per Lanuvio e l'altra per Centuripe. Il gemellaggio è stato celebrato nel 1974. Il 22 giugno 2024, in occasione del cinquantenario, la lastra con l'iscrizione è stata esposta al pubblico nel museo di Lanuvio[59].
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Geografia antropica

Urbanistica
La planimetria dell'abitato adotta uno schema planimetrico polilobato a forma di stella a cinque lobi o di rondine ad ali spiegate seguendo pedissequamente l'andamento orografico del sito. L'impianto urbanistico ha continuato a espandersi secondo le direttrici primitive. Il tessuto urbano è suddiviso in comparti trasversali a stecca costituiti prevalentemente da case a schiera, spesso a più piani, intersecati da stradine, sovente a gradoni, che si affacciano e scendono verso valle a causa dell'accentuata pendenza delle aree rocciose su cui insistono. L'aspetto architettonico delle abitazioni non è stato alterato più di tanto dalle ristrutturazioni recenti e mantiene, di massima, l'immagine medioevaleggiante della città.
Frazioni
Carcaci è l'unica frazione del comune di Centuripe. Comune autonomo fino a poco dopo l'unità d'Italia, dista da Centuripe circa 10 chilometri.
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Economia
L'economia è prevalentemente agricola e zootecnica con prevalenza di agrumi dal fondovalle tutt'intorno fino alla quota di circa 400 metri s.l.m.; dopo tale quota predominano alberi di olivo e di mandorlo. Il rimanente territorio è a pascolo o a seminativo.
Un'area artigianale accoglie piccole industrie e laboratori ceramici che producono eccellenti copie dell'antica ceramica centuripina apprezzate dai turisti. L'area dista dal centro abitato di Centuripe circa 4 chilometri procedendo verso la stazione ferroviaria dismessa di Mandarano della ferrovia Motta Sant'Anastasia-Regalbuto (chiusa).
Sono presenti cave di salgemma e molte miniere di zolfo, sfruttate attivamente fino agli anni Venti e pian piano abbandonate in seguito al crollo della richiesta di zolfo siciliano. Le cinque zolfare più estese erano quelle di Muglia, Salina, Marmora, Chieffo e Torricchia. Vi sono anche sorgenti di acque minerali.
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Infrastrutture e trasporti
Centuripe è raggiungibile da Catania e da Palermo per mezzo dell'autostrada A19, uscita Catenanuova, da cui si prosegue per una strada provinciale. La statale 121 Catanese collega Centuripe a Catania, attraversando il ponte sul Simeto, nonché a Enna. La statale 192 permette di raggiungerlo dal lato sud, attraverso la piana di Catania, sia dalla località Muglia sia dalla cittadina di Catenanuova.
La linea ferroviaria Catania - Palermo ha la stazione di Catenanuova-Centuripe, collegata al paese fino agli anni Novanta da un servizio regolare di autolinea extraurbana. Fino agli anni Ottanta il territorio si avvaleva anche delle stazioni ferroviarie di Mandarano-Centuripe, Carcaci e Leto della linea ferroviaria Motta Sant'Anastasia-Regalbuto per la spedizione degli agrumi prodotti sulla sponda ennese del fiume Salso e fiume Simeto. La linea è stata definitivamente chiusa[60] e il commercio dirottato su altri vettori.

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Amministrazione
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune a partire dal 1988.
Gemellaggi
Lanuvio. L'antichissimo gemellaggio con Lanuvio, avvenuto nel II secolo a.C., è stato rinnovato il 18 settembre 1974[62].
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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