Beatrice d'Este
duchessa di Milano e Bari, moglie di Ludovico il Moro / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Beatrice d'Este (Ferrara, 29 giugno 1475 – Milano, 2 gennaio 1497) soprannominata Sternit, cioè Abbatte, in riferimento alla capacità di conquistarsi il trono abbattendo ogni ostacolo,[4] fu duchessa di Milano e di Bari, principatus socia[5] del marito, secondo l'espressione dell'imperatore Massimiliano I.[6] Fu una delle personalità più importanti del suo tempo e, nonostante la breve vita, trasse le fila della politica italiana. Abile cacciatrice e cavallerizza esperta,[7] fu pratica dell'uso di diverse armi,[8] «vera intrepida amazzone e animosa seguace di Diana»,[9] ma fu anche donna di cultura, importante mecenate e capofila della moda: al fianco dell'illustre consorte, rese Milano una delle massime capitali del Rinascimento.[10][11] Con la propria determinazione e l'indole bellicosa, fu l'anima della resistenza milanese contro il nemico francese durante la prima delle Guerre d'Italia, quando il suo intervento valse a respingere le minacce del duca d'Orléans, che era sul punto di conquistare Milano.[12][13]
«Beatrice bea, vivendo, il suo consorte,
e lo lascia infelice alla sua morte;
anzi tutta l'Italia, che con lei
fia triunfante, e senza lei, captiva.[2]»
(Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, canto 42, ottave 91-92[3])
«Ella mostrava il coraggio di un uomo, e quello di un uomo intrepido, di fronte al pericolo. [...] Era davvero una virago, nell'onorevole senso medievale della parola. Una donna, come la definisce Gregorovius, elevata per coraggio e comprensione al di sopra del suo sesso».[14]
«Principessa di somma perspicacia, benché giovane, versata nelle cose di stato, più che non soglion le donne, [...] dominava il marito irresistibilmente, eragli consigliera ed eccitatrice, e fu veduta più tardi sul campo di Novara rialzarne l'abbattuto coraggio» (Samuele Romanin).[15]