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stile architettonico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'architettura espressionista è stata un movimento architettonico attivo in Europa durante i primi decenni del XX secolo, strettamente connesso alla nascita ed allo sviluppo dell'arte espressionista nel settore delle arti visive e dello spettacolo che nacque e si sviluppò in Germania. L'architettura espressionista è considerata uno dei tre stili dominanti dell'architettura moderna del XX secolo, assieme al costruttivismo ed al razionalismo.
Il termine "architettura espressionista" descriveva inizialmente l'attività delle avanguardie artistiche tedesca, olandese, austriaca, cecoslovacca e danese dal 1910 al 1930. Successive ridefinizioni estesero il termine retrocedendolo al 1905 e lo ampliarono anche per comprendere il resto dell'Europa. Oggi il significato si è ampliato ulteriormente per riferirsi all'architettura di qualsiasi data o luogo che esibisca alcune delle qualità del movimento originale quali distorsione, frammentazione o comunicazione di emozioni forti o sovraeccitate[1].
Lo stile era caratterizzato dall'adozione pre-modernista di nuovi materiali, innovazione formale e volumetrie insolite, a volte ispirate a forme biomorfiche naturali, a volte dalle nuove possibilità tecniche offerte dalla produzione in serie di mattoni, acciaio e soprattutto vetro. Molti architetti espressionisti avevano combattuto nella prima guerra mondiale e le loro esperienze, combinate con i disordini politici e gli sconvolgimenti sociali che seguirono la rivoluzione tedesca del 1919, sfociarono in una visione utopica e in un progetto di tipo socialista con forti venature romantiche.[2] In un contesto in cui le condizioni economiche avevano ridotto già fortemente le commesse edilizie tra il 1914 e la metà degli anni '20,[3] molte delle più importanti opere espressioniste rimasero come progetti su carta, come l'Architettura alpina di Bruno Taut e i Formspiels di Hermann Finsterlin. Viceversa gli edifici espositivi effimeri furono numerosi e significativi durante questo periodo, così come la scenografia per il teatro e il cinema fornirono un ulteriore sbocco operativo all'immaginazione espressionista[4] permettendo entrate supplementari ai designer che cercavano di sfidare le convenzioni durante una fase economica recessiva.
Eventi importanti nell'architettura espressionista includono la mostra del Werkbund (1914) a Colonia, il completamento e la messa in scena teatrale del Großes Schauspielhaus a Berlino nel 1919 e le attività della Scuola di Amsterdam, mentre il suo più importante modello di riferimento è la Torre Einstein di Erich Mendelsohn a Potsdam. Nel 1925, la maggior parte dei principali architetti come Bruno Taut, Erich Mendelsohn, Walter Gropius, Mies van der Rohe e Hans Poelzig, insieme ad altri espressionisti nelle arti visive, si erano rivolti al movimento Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività), un movimento con un più approccio pratico e concreto che rifiutava l'intensa carica emotiva caratteristica dell'espressionismo. Alcuni, in particolare Hans Scharoun, hanno continuato a lavorare in un linguaggio espressionista.[6]
Nel 1933, dopo la presa del potere nazista in Germania, l'arte espressionista fu messa fuori legge in quanto ritenuta "degenerata".[6] Fino agli anni '70 gli studiosi[7] hanno comunemente minimizzato l'influenza degli espressionisti sul successivo stile internazionale, che invece è stata poi rivalutata.
L'architettura espressionista era individualista e per molti versi evitava il dogma estetico,[8] ma è ancora utile sviluppare alcuni criteri che la definiscano. Sebbene essa esprima grande varietà e differenziazione espressive, molti punti possono essere considerati ricorrenti e sono evidenti in misura più o meno maggiore in ciascuna delle opere:
I cambiamenti politici, economici e artistici hanno fornito un contesto per le prime manifestazioni dell'architettura espressionista; in particolare in Germania, dove le qualità utopiche dell'espressionismo trovarono forti risonanze con una comunità artistica politicamente orientata a sinistra, desiderosa di fornire risposte a una società in subbuglio durante e dopo gli eventi della prima guerra mondiale[13]. La perdita della guerra, la successiva rimozione del Kaiser Guglielmo II, le privazioni e l'ascesa della socialdemocrazia e l'ottimismo della Repubblica di Weimar crearono una riluttanza tra gli architetti ad utilizzare l'approccio progettuale in uso prima della guerra, fornendo l'impulso a cercare nuove soluzioni. Una parte influente della comunità artistica, compresi gli architetti, immaginò così una rivoluzione simile a quella avvenuta in Russia.
I movimenti artistici che hanno preceduto l'architettura espressionista e hanno continuato con qualche sovrapposizione sono stati il movimento delle Arts and Crafts e l'Art Nouveau, o in Germania lo Jugendstil. L'unità tra designer e artigiani era una delle principali preoccupazioni del movimento Arts and Crafts che si estese all'architettura espressionista. Il tema del naturalismo tipico dell'Art Nouveau, prevalente anche nel Romanticismo, continuò assumendo una visione maggiormente orientata verso la materialità delle forme fisiche anziché verso le sue manifestazioni organiche e floreali. Il naturalista Ernst Haeckel era conosciuto da Finsterlin[14] e condivideva la sua fonte di ispirazione in forme naturali.
I movimenti architettonici futurista e costruttivista e l'anti-artistico movimento dada nacquero e si svilupparono contemporaneamente all'espressionismo, spesso con caratteristiche simili. La rivista di Bruno Taut, Frülicht, includeva progetti costruttivisti, tra cui il monumento di Vladimir Tatlins Monument alla Terza internazionale.[15] Tuttavia, il futurismo e il costruttivismo enfatizzarono la loro attenzione verso il mondo meccanico[16] e urbano,[17] fatto che non avrebbe preso piede in Germania fino al movimento Neue Sachlichkeit. Erich Mendelsohn rappresenta tuttavia un'eccezione in quanto il suo lavoro confinava con il futurismo e il costruttivismo: energia dinamica ed esuberanza formale esiste infatti sia negli schizzi di Mendelsohn che nel futurista Antonio Sant'Elia.[18] Anche Il Merzbau dell'artista Dada Kurt Schwitters, con la sua forma spigolosa e astratta, aveva molte caratteristiche espressioniste.
L'influenza di individualisti come Frank Lloyd Wright e Antoni Gaudí ha anche fornito un contesto utile per l'architettura espressionista. I portfolio di Wright furono inclusi nelle lezioni di Erich Mendelsohn ed erano ben noti a quelli della sua cerchia.[19] Gaudí stesso del resto fu influenzato da ciò che stava accadendo a Berlino: a Barcellona non c'è stata una rottura brusca tra l'architettura dell'Art Nouveau e quella dell'inizio del XX secolo, durante il quale lo Jugendstil si era contrapposto al vecchio stile, e il suo lavoro contiene più Art Nouveau rispetto a quello, per esempio, di Bruno Taut. Il gruppo Der Ring sapeva di Gaudí, poiché era stato pubblicato in Germania, e Finsterlin stesso era in corrispondenza.[20] Charles Rennie Mackintosh dovrebbe essere menzionato anche nel contesto più ampio che circonda l'architettura espressionista. Il suo lavoro era conosciuto nel continente, poiché fu esposto alla mostra sulla Secessione di Vienna nel 1900. Difficili da classificare come rigorosamente Arts and Crafts o Art Nouveau, edifici come la Hill House e le sue sedie Ingram hanno una sfumatura espressionista.
Molti scrittori hanno contribuito all'ideologia dell'architettura espressionista. Fonti di filosofia importanti per gli architetti espressionisti sono state le opere di Friedrich Nietzsche, Søren Kierkegaard[21] e Henri Bergson[22]. Gli schizzi di Bruno Taut furono spesso annotati con citazioni di Nietzsche,[23] in particolare Così parlò Zarathustra, il cui protagonista incarnava le libertà care agli espressionisti: libertà di rifiutare il mondo borghese, libertà dalla storia e forza di spirito nell'isolamento individualista. Il rifugio di montagna di Zarathustra è stato un'ispirazione per l'architettura alpina di Taut.[24] Henry van de Velde ha disegnato un'illustrazione sul frontespizio dell'Ecce Homo di Nietzsche.[25] L'autore Franz Kafka nel suo The Metamorphosis, con il suo mutamento di forma trova corrispondenza con l'instabilità materiale manifestata dall'architettura espressionista.[26] Naturalisti come Charles Darwin ed Ernst Haeckel hanno contribuito all'ideologia della forma biomorfica di architetti come Herman Finsterlin. Il poeta Paul Scheerbart ha lavorato direttamente con Bruno Taut e la sua cerchia, contribuendo alla genesi di una architettura del vetro con idee basate sulla sua poesia.
La psicologia emergente di Sigmund Freud e Carl Jung è stata importante per l'espressionismo. L'esplorazione degli effetti psicologici della forma e dello spazio[27] è stata intrapresa dagli architetti nei loro edifici, progetti e film. Bruno Taut ha notato le possibilità psicologiche del design scenografico secondo cui «gli oggetti servono psicologicamente a rispecchiare le emozioni e i gesti degli attori». L'esplorazione dei sogni e dell'inconscio ha fornito materiale per le indagini formali di Hermann Finsterlin.
Nel corso del XVIII e XIX secolo si erano sviluppate filosofie estetiche, in particolare attraverso il lavoro di Kant e Schopenhauer e le nozioni del sublime. Si supponeva che l'esperienza del sublime implicasse una dimenticanza di sé in cui la paura personale è sostituita da un senso di benessere e sicurezza quando si confronta con un oggetto che mostra una potenza superiore. Alla fine del diciannovesimo secolo nacque la Kunstwissenschaft tedesca, o "scienza dell'arte", un movimento che analizzava le leggi dell'apprezzamento estetico con l'obbiettivo di arrivare a un approccio scientifico all'esperienza estetica. All'inizio del XX secolo il filosofo e teorico dell'estetica tedesco neo-kantiano Max Dessoir fondò lo Zeitschift für Ästhetik und allgemeine Kunstwissenschaft, pubblicando l'opera Ästhetik und allgemeine Kunstwissenschaft in cui formulò cinque forme estetiche primarie : il bello, il sublime, il tragico, il brutto e il comico. Iain Boyd Whyte scrive che mentre «i visionari espressionisti non tenevano copie di Kant sotto i loro tavoli da disegno. Nei primi decenni di questo secolo [- M -] si manifestò, tuttavia, un clima culturale che in sintonia con le preoccupazioni estetiche e la produzione artistica del romanticismo».[28]
Anche le teorie artistiche di Wassily Kandinsky, come Lo Spirituale nell'Arte e Punto, linea, superficie furono al centro del pensiero espressionista.[29]
Una preoccupazione ricorrente degli architetti espressionisti era l'uso dei materiali e il modo in cui essi potessero essere espressi poeticamente. Spesso l'intenzione era quella di unificare i materiali in un edificio in modo da renderlo apparentemente monolitico. La collaborazione di Bruno Taut e del poeta utopista Paul Scheerbart tentò di affrontare i problemi della società tedesca indicando una dottrina basata sull'architettura di vetro. Tale utopismo può essere visto nel contesto di una Germania rivoluzionaria in cui la lotta tra nazionalismo e socialismo doveva ancora risolversi. Taut e Scheerbart immaginavano una società liberata che aveva rotto i legami con le forme e le tradizioni del passato, spinta da un'architettura che inondava ogni edificio di luce multicolore e rappresentava un futuro più luminoso e pieno di promesse.[30] Pubblicarono testi su questo argomento e costruirono il Glass Pavilion alla Werkbund Exhibition del 1914. Inscritte intorno alla base della cupola vi erano aforismi sul materiale, scritti da Scheerbart: «Il vetro colorato distrugge l'odio», «Senza un palazzo di vetro la vita è un peso», «Il vetro ci porta una nuova era, costruire in mattoni fa solo noi danno».[15]
Un riferimento esemplare di uso espressionista di materiali monolitici è visibile nella Torre Einstein di Erich Mendelsohn. La denominazione nasce da un gioco di parole: Einstein, esprime l'idea che il manufatto sia realizzato monoliticamente, come fosse scolpito da un'unica pietra, appunto Ein Stein.[31] Tecnicamente, anche se appare come modellato da un uso creativo del calcestruzzo, di cui appare esaltarne al massimo livello le potenziali capacità espressive, in realtà nella costruzione, a causa di difficoltà tecniche, è stata utilizzata in parte una struttura portante in mattoni su cui è stato steso dell' intonaco poi modellato. "Architecture of Steel and Concrete" era il titolo di una mostra del 1919 degli schizzi di Mendelsohn alla galleria di Paul Cassirer a Berlino.
Anche il mattone è stato utilizzato in modo simile per esprimere la potenzialità creativa intrinseca del materiale. Josef Franke ha realizzato alcune caratteristiche chiese espressioniste nella regione della Ruhr negli anni '20. Bruno Taut ha usato il mattone come un modo per evidenziare la serialità e articolare la massa architettonica nel suo complesso residenziale di Berlino "Legien-Stadt". Allo stesso modo in cui l'avevano fatto i loro predecessori appartenenti al movimento Arts and Crafts, gli architetti espressionisti giustificarono le esigenze sociali a favore della costruzione in mattoni adducendo come motivazione valori quali il populismo, il naturalismo e più in generale – secondo Pehnt – «argomenti morali e talvolta anche irrazionali».[32]
L'Europa ha assistito a un boom della produzione teatrale all'inizio del - M - secolo: nel 1896 esistevano 302 teatri permanenti, nel 1926 erano 2.499.[33] Il cinema ha parimenti visto un aumento della sua popolarità, diventando un privilegiato mezzo espressivo, in grado di fornire una sorta di realtà provvisoria per idee architettoniche innovative.[27]
Molti architetti espressionisti hanno progettato teatri nonché scenografie per opere cinematografiche d'avanguardia, rappresentando episodi determinanti per l'identità del movimento. In generale teatro, danza e musica hanno occupato un posto significativo nell'architettura espressionista, che con esse condivideva l'obbiettivo di coinvolgere l'osservatore.
Esempi costruiti di teatri espressionisti includono la costruzione di Henry van de Velde del teatro modello per l'Esposizione del Werkbund del 1914 e la grande ristrutturazione di Hans Poelzig del Großes Schauspielhaus. L'enorme capacità del Großes Schauspielhaus, aspetto non secondario, consentì di ridurre i prezzi dei biglietti e la creazione di un "teatro popolare".[33] Gli architetti espressionisti tuttavia non furono solo scenografi, ma anche sceneggiatori, come dimostra l'opera teatrale Weltbaumeister di Bruno Taut.[4]
Gli architetti espressionisti non solo sono stati coinvolti nel mezzo cinematografico ma ne sono anche stati ispirati. Hans Poelzig tentò di realizzare film basati su leggende o fiabe,[34] progettando i set scenografici per il film Der Golem di Paul Wegener del 1920. Lo spazio in Der Golem era una rappresentazione realistica di un villaggio tradizionale, il ghetto ebraico di Praga, in contrasto con l'ambientazione del Gabinetto del Dottor Caligari, che era stata dipinta su fondali in tela.[35] Forse quest'ultimo è stato in grado di ottenere una maggiore libertà artistica, ma Poelzig in Der Golem è stato in grado di creare un intero villaggio che «parlava con un accento ebraico».
Herman Finsterlin contattò Fritz Lang con un'idea per un film.[4] Il classico di Fritz Lang, Metropolis, mostra una società futuribile visualmente moderna che trattava temi del lavoro e della società, rilevanti nella Germania degli anni '20. Bruno Taut progettò un teatro non costruito per spettatori sdraiati.[36] Bruno Taut propose anche un film come una sorta di antologia per la sua Catena epistolare, dal titolo Die Galoschen des Glücks ("Le galosce della fortuna") con un nome preso in prestito da Hans Christian Andersen. Nel film, osservava Taut, «un espressionismo del tipo più sottile porterà in armonia l'ambiente, gli oggetti di scena e l'azione»:[37] mai realizzato, esso presentava fantasie architettoniche dedicate a ogni distinto membro della Catena epistolare.
La tendenza all'astrazione nell'arte corrispondeva all'astrazione nell'architettura. La pubblicazione nel 1912 di Concerning the Spiritual in Art (Sullo Spirituale nell'Arte) di Wassily Kandinsky, la sua prima difesa dell'astrazione mentre era ancora coinvolto nella fase del Blaue Reiter, segna l'inizio dell'astrazione nell'espressionismo e dell'astrazione nell'architettura espressionista.[29] La concezione della Torre Einstein di Erich Mendelson non era molto indietro rispetto a Kandinsky, nel far avanzare l'astrazione in architettura. Con la pubblicazione di Point and Line to Plane di Kandinsky nel 1926 emerse una forma di astrazione rigorosa e più geometrica, e il lavoro di Kandinsky prese linee più chiare e definite. All'epoca le tendenze in architettura non erano dissimili, poiché il Bauhaus stava guadagnando attenzione e l'architettura espressionista stava cedendo il passo alle astrazioni geometriche dell'architettura moderna.
Il termine Espressionismo del mattone (in tedesco Backsteinexpressionismus) è la traduzione letterale della denominazione di una variante specifica dell'espressionismo che utilizza mattoni, piastrelle o mattoni di clinker come principale e ben visibile materiale da costruzione. Gli edifici in questo stile furono eretti principalmente negli anni '20. I centri regionali dello stile erano le città più grandi della Germania settentrionale e l'area della Ruhr, ma anche la scuola di Amsterdam appartiene alla stessa categoria.
La Scheepvaarthuis (Casa della navigazione) di Amsterdam del 1912 è considerata il punto di partenza e il prototipo del lavoro della Scuola di Amsterdam: costruzione in mattoni con tessitura muraria complessa, volumi tradizionali, stretta integrazione formale con schemi di elementi edilizi elaborati (muratura decorativa, vetro artistico, ferro battuto e scultura figurativa esterna) incarnano ed esprimono l'identità dell'edificio. La scuola fiorì fino al 1925 circa.
La grande fama internazionale dell'espressionismo tedesco non è legata a tale filone espressivo, rimasto comunque marginale, quanto piuttosto ai pittori espressionisti tedeschi dei due gruppi Die Brücke a Dresda dal 1905 (Kirchner, Schmidt-Rottluff, Heckel, Nolde) e Der Blaue Reiter a Monaco di Baviera dal 1912 (Kandinsky, Marc, Macke, Münter, Jawlensky).
L'Art Nouveau e l'Art Deco condividono alcune caratteristiche con il movimento espressionista e lo hanno influenzato direttamente.[38]
L'influente critico e storico dell'architettura Sigfried Giedion nel suo libro Space, Time and Architecture (1941) liquidò l'architettura espressionista come una filone secondario nello sviluppo del funzionalismo. Tuttavia, a metà del XX secolo, negli anni '50 e '60, molti architetti iniziarono a progettare in un modo che ricordava l'architettura espressionista. In questo periodo del dopoguerra, una variante dell'Espressionismo, il Brutalismo, mostrava un onesto approccio all'uso dei materiali, che nel suo uso disadorno del cemento era simile all'uso del mattone da parte della Scuola di Amsterdam. I progetti di Le Corbusier hanno subito una svolta espressionista nella sua fase brutalista, specialmente nella sua Notre-Dame du Haut.
In Messico, nel 1953, l'emigrato tedesco Mathias Goeritz, pubblicò il manifesto Arquitectura Emocional ("Architettura emozionale") in cui dichiarava che «la funzione principale dell'architettura è l'emozione».[39] L'architetto messicano moderno Luis Barragán ha adottato il termine che ha influenzato il suo lavoro. I due hanno collaborato al progetto Torres de Satélite (1957–58) guidato dai principi dell'Arquitectura Emocional di Goeritz.
Un altro architetto moderno della metà del secolo capace di evocare l'espressionismo è stato Eero Saarinen. Un'estetica affine infatti può essere osservata in edifici come il terminal TWA di Saarinen del 1962 all'aeroporto internazionale JFK. Il suo terminal TWA all'aeroporto internazionale JFK ha una forma organica, vicino ai Formspiels di Herman Finsterlin. Per quanto l'opera fosse apprezzata, fu tuttavia solo negli anni '70 che l'espressionismo in architettura venne rivalutato in una luce maggiormente positiva.
Più recentemente tuttavia, l'estetica e la tattilità dell'architettura espressionista hanno trovato eco nelle opere di Enric Miralles, in particolare nel suo edificio del Parlamento scozzese, in architetti decostruttivisti come Zaha Hadid e Daniel Libeskind, così come nell'architetto aborigeno canadese Douglas Cardinal.[40][41]
L'eredità dell'architettura espressionista si è estesa ai movimenti successivi nel XX secolo. Il primo espressionismo è fortemente influenzato dall'Art Nouveau, che può essere considerato parte della sua eredità, mentre dopo il 1910 e inclusa la scuola di Amsterdam è considerato parte dell'eredità dell'Art Déco. Il movimento artistico della Nuova Oggettività (Neue Sachlichkeit) è sorto in diretta opposizione all'espressionismo. Una sorta di architettura neoespressionista contemporanea può essere letta nel decostruttivismo, nell'opera di Santiago Calatrava e nel movimento organico di Blobitecture.
Un altro movimento che è nato dall'espressionismo per diventare successivamente una tendenza a sé stante è l'Architettura Metaforica, che include elementi di biomorfismo e architettura zoomorfa. Lo stile è notevolmente influenzato dalla forma e dalla geometria del mondo naturale ed è caratterizzato dall'uso dell'analogia e della metafora come ispirazione e direttiva primaria per il design.[44] Tra le voci più importanti della scuola di Architettura Metaforica vi è il dottor Basil Al Bayati i cui progetti sono ispirati da alberi, piante, lumache, balene, insetti, dervisci e persino miti e letteratura.[45] È anche il fondatore della Scuola Internazionale di Architettura Metaforica a Málaga, in Spagna.[46]
Molti dei fondatori e attori significativi dell'architettura espressionista costituiscono un importante punto di riferimento nella storia dell'"architettura moderna" del XX secolo. Ne sono un esempio Bruno Taut, Hans Scharoun, Walter Gropius e Mies van der Rohe. Nel 1927 Gropius, Taut, Scharoun e Mies progettavano secondo i dettami dello stile razionalista (o internazionale) e parteciparono alla progettazione urbana del quartiere Weissenhof. Gropius e Mies sono meglio conosciuti per il loro lavoro più genericamente modernista, ma il monumento ai Caduti di Marzo di Gropius e i progetti di edifici per uffici di Friedrichstrasse di Mies sono opere fondamentali dell'architettura espressionista. Lo stesso Le Corbusier ha iniziato la sua carriera come esponente del razionalismo, ma ha successivamente progettato opere che possono essere definite come "neoespressioniste".
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