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regista teatrale italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Antonio Calenda (Buonabitacolo, 25 marzo 1939) è un regista italiano.
Considerato tra i più prolifici registi teatrali italiani (lo stesso Calenda nel 2015 affermava di aver realizzato 150 spettacoli[1]), Antonio Calenda ha iniziato la sua formazione con una laurea in Filosofia del diritto incentrata su un un'opera di Eschilo, l'Orestea, della quale analizzava il concetto di giustizia[2].
Dopo le prime esperienze con il teatro universitario, con Virginio Gazzolo (ex Teatro Stabile di Torino) e Gigi Proietti nel 1965 dava vita ad un progetto di ricerca, il Teatro Sperimentale Centouno, una cantina in via Turba a Roma, esperienza alla quale prendevano parte anche Piera Degli Esposti e Francesca Benedetti[3]. Uno dei primi allestimenti, Direzione memorie di Corrado Augias, veniva notato da Paolo Grassi[3] e ospitato al Piccolo Teatro di Milano[4].
Nel 1969 veniva nominato alla direzione del Teatro Stabile dell'Aquila[2], che Calenda ha diretto per un periodo non continuativo di nove anni complessivi, e dove ritrova Gigi Proietti, Piera Degli Esposti e Francesca Benedetti. Il primo allestimento, Il dio Kurt di Alberto Moravia, debuttava il 27 gennaio 1969[5]. La stagione successiva era inaugurata con la prima mondiale di Operetta di Witold Gombrowicz, con Gigi Proietti e Piera Degli Esposti[6]. Nel 1971 presentava la prima italiana de Il balcone di Jean Genet, con Franca Valeri e Roberto Herlitzka[7].
Nel 1978 allestiva la Rappresentazione della Passione, dramma sacro abruzzese di origine medioevale curato da una suora copista del Cinquecento, ambientata negli anni '30, con Elsa Merlini nel ruolo della Madre[8]. La prima è stata all'Aquila nella Chiesa di San Pietro a Coppito[9], come era per le sacre rappresentazioni medievali. Negli anni successivi Calenda organizzava nuovi allestimenti con Pupella Maggio (1984)[10], Piera Degli Esposti (2000)[11], Lina Sastri (2015)[12].
Ha portato in scena lavori di autori classici, tra cui William Shakespeare, Carlo Goldoni, Samuel Beckett, Bertolt Brecht, Achille Campanile e numerosi altri con uno sguardo particolare per la drammaturgia contemporanea, che ha costantemente incoraggiato tramite la produzione e l'allestimento di giovani leve[2], nonché di alcune produzioni radiofoniche, operistiche e riduzioni televisive di drammi teatrali; tra i suoi lavori va ricordata l'attività di drammaturgo con le commedie Cinecittà e Le ragazze di Lisistrata.
Dal 1995 è direttore del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia e nel 2010 è stato nominato Sovrintendente della Fondazione Teatro lirico Giuseppe Verdi di Trieste[13]. Nel 2012 riceve dall'Istituto nazionale del dramma antico il premio Eschilo d'Oro[14].
Nel 2019 partecipa alla riapertura dello spazio Sala1 sito in Piazza San Giovanni a Roma, sotto il nome di Teatrobasilica, dove collabora attivamente come supervisore artistico[15] e dove ha presentato nel 2020 la sua interpretazione dell'Enrico IV di Pirandello con Roberto Herlitzka.[16]
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