movimento religioso cristiano Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Questa è una voce tematica: trovi la fonte di ogni citazione nella voce dell'autore.
Citazioni sui Testimoni di Geova.
– Dolcetto o scherzetto? – Mi dispiace, non festeggiamo Halloween. – Come ha detto? – Siamo Testimoni di Geova. (Un mondo perfetto)
Ieri stavo solo con nonna, quando hanno bussato alla porta. Erano i Testimoni di Genova. Io non li volevo far entrare, pensando che Genova sta vicino a Torino, ma nonna ha aperto lei la porta, e quelli sono entrati. Allora si sono seduti e hanno aperte una specie di valiggetta, tirando fuori un sacco di libricini. Nonna allora li voleva cacciare, ma quelli parlavano sempre essi, e ogni tanto alzavano li occhi al cielo come se stessero per morire. Nonna allora li voleva cacciare un'altra volta, ma quelli parlavano, parlavano, parlavano sempre essi! Finalmente si sono alzati e se ne sono andati, ma prima ci hanno dato dei giornaletti e nonna gli ha dato mille lire. (Io speriamo che me la cavo)
In base a quello che abbiamo appena preso in esame, chiedetevi: "Quale gruppo religioso basa sulla Bibbia tutto quello che insegna e fa conoscere il nome di Geova? Quale gruppo manifesta vero amore, ripone fede in Gesù, non fa parte del mondo e proclama che il Regno di Dio è l'unica speranza concreta per l'umanità? Di tutti i gruppi religiosi esistenti sulla terra, qual è l'unico che soddisfa tutti questi requisiti?" I fatti parlano chiaro: i testimoni di Geova. (Cosa insegna realmente la Bibbia?)
Piccettino dice che quando le cose vanno male è perché vengo punito per il modo in cui mi sbarazzo dei testimoni di Geova, quando suonano alla mia porta. Testimone di Geova: Lei conosce dio? Rat-Man: Sì, sono io. Cosa desidera? (Rat-Man')
A dispetto della loro intensa attività di testimonianza di casa in casa, la maggior parte delle persone sa poco sul conto dei Testimoni di Geova eccezion fatta per la loro posizione su alcune questioni di coscienza: si conosce il loro intransigente rifiuto a sottoporsi a trafusioni di sangue, la loro opposizione al saluto a qualsiasi bandiera o emblema analogo, la loro decisa obiezione al servizio militare, il loro diniego a partecipare a qualsiasi attività o incarico politici. Quelli che hanno familiarità con la casitica giudiziaria sanno che essi hanno sostenuto circa 50 processi dinanzi alla Corte Suprema degli Stati Uniti per difendere la loro libertà di coscienza e il diritto di portare il proprio messaggio a persone professanti un altro credo perfino a costo di reazioni e di considerevole opposizione. Nelle nazioni in cui sono protetti dalle libertà costituzionali, essi sono liberi di esercitare tali diritti senza ostacoli. In altri paesi essi hanno subìto severa persecuzione, arresti, imprigionamenti, maltrattamenti e percosse dalle folle, e pubblici bandi che proibivano la loro letteratura e l'attività di predicazione. Allora, come mai se oggi uno fra i loro associati esprime il proprio dissenso nei confronti delle dottrine dell'organizzazione, è pressoché sicuro che questi subisca un procedimento giudiziario e, a meno che non sia disposto a ritrattare, è passabile di disassociazione? Come possono, coloro che partecipano a questi procedimenti, spiegare l'evidente contraddizione insita in questa posizione? Parallela a questa è la questione di definire se la sopportazione di dure persecuzioni e di maltrattamenti fisici per mano di oppositori sia, di per sé, necessariamente la prova di una fede nell'importanza vitale della coscienza, oppure se possa essere semplicemente il risultato di un'adesione alla dottrina e alla prassi di un'organizzazione, la violazione delle quali comporta notoriamente una severa azione disciplinare.
Cerco con tutto il cuore e la mente di comprendere i sentimenti di tutte queste persone, inclusi quelli del Corpo Direttivo. In base alla mia esperienza tra loro, ritengo che essi sono, in effetti, prigionieri di un concetto. Il concetto o immagine mentale che essi hanno dell'«organizzazione» sembra quasi che assuma una propria corporeità, sicché lo stesso concetto li controlla, li stimola o li frena, plasmando il loro pensiero, le loro attitudini, i loro giudizi. Non credo che molti di loro assumerebbero la posizione che attualmente assumono, se riflettessero in termini di Dio e Cristo, la Bibbia e gli interessi, non di un'organizzazione, ma dei loro fratelli cristiani, il loro prossimo. Invece, l'adozione dell'attuale concetto di «organizzazione» altera radicalmente il loro modo di pensare e le loro opinioni, diventa in effetti la forza dominante, che esercita il controllo.
Ciò che particolarmente caratterizza le loro dottrine rispetto a quelle di qualsiasi altra denominazione è la dottrina chiave incentrata sul 1914 come data in cui è iniziato l'attivo dominio di Cristo, è cominciato il suo giudizio e, soprattutto, è avvenuta la sua scelta dell'organizzazione della Torre di Guardia come suo canale ufficiale, avendo egli assegnato il pieno controllo di tutti i propri interessi terreni alla «classe dello schiavo fedele e discreto» e, di fatto, concesso l'autorità suprema al suo gruppo dirigente. Qualsiasi allontanamento da questa dottrina-chiave intaccherebbe l'intera struttura dottrinale e la renderebbe molto inverosimile e molto difficile da spiegare.
I metodi normalmente adottati dai comitati giudiziari composti da anziani Testimoni sarebbero considerati indegni di qualsiasi sistema giudiziario di una nazione illuminata. Lo stesso rifiuto di fornire informazioni d'importanza fondamentale (come i nomi dei testimoni d'accusa), l'uso di informatori anonimi ed altre tattiche analoghe [...] come praticate durante l'Inquisizione, sono state adoperate con molta frequenza da questi uomini nel trattare con coloro che non erano in completo accordo con il «canale», «l'organizzazione».
La principale dottrina dei Testimoni di Geova è che la profezia biblica additi l'anno 1914 come la fine dei «tempi dei Gentili» di Luca 21:24 e che in quell'anno Cristo Gesù abbia assunto il potere regale e abbia iniziato a governare in maniera invisibile. I riferimenti ad un periodo di «sette tempi» in Daniele cap. 4 costituirebbero la base dei calcoli che portano a quella data e, mediante altri testi, questi «sette tempi» si trasformerebbero in un periodo di 2.520 anni, iniziatisì nel 607 a.E.V., fu scelto come l'anno della distruzione di Gerusalemme per mano del conquistatore babilonese Nabucodonosor. Sapevo che la data del 607 a.E.V. appariva una peculiarità delle nostre pubblicazioni, ma non ne conoscevo veramente il motivo. [...] Non trovammo proprio niente a sostegno del 607 a.E.V. Tutti gli storici additavano una data posteriore di 20 anni. [...] Sebbene considerassi questo fatto inquietante, ero disposto a credere che la nostra cronologia fosse corretta malgrado tutta l'evidenza contraria.
La verità è che perfino tra i Testimoni di Geova pochissimi hanno un'idea precisa sul modo in cui funziona il centro dell'organizzazione. Essi non sanno come si prendono le decisioni su questioni dottrinali, né sanno come il Corpo Direttivo, che dirige tutta l'opera mondiale, porti avanti le sue discussioni, se le decisioni siano conformamente unanimi o cosa accada qualora sorgano dissensi. Tutto questo è coperto dalla riservatezza in cui si svolgono le sessioni a porte chiuse del Corpo Direttivo. Riesco a ricordare solo due o tre occasioni, nei miei nove anni di appartenenza a quel Corpo, in cui fu concesso a persone diverse dai Membri ufficiali di presenziare ad una ordinaria riunione del Corpo; e in quelle occasioni la loro presenza fu limitata alla semplice presentazione di rapporti, richiesti dal Corpo Direttivo, dopo di che essi furono congedati per consentire al Corpo Direttivo di deliberare in privato: l'importanza delle loro relazioni non li autorizzava evidentemente a partecipare alla discussione. Inoltre, nessuna specifica e dettagliata informazione viene mai fornita ai Testimoni riguardo alle entrate e alle uscite o al patrimonio e agli investimenti della Società (sebbene annualmente un breve resoconto delle spese sia riportato negli Annuari). In tal modo, diversi elementi, che in genere sono di pubblico dominio in molte organizzazioni religiose, sono noti solo vagamente, se lo sono, alla stragrande maggioranza dei Testimoni di Geova. Eppure le decisioni prese dal piccolo gruppo di uomini che formano il Corpo possono riguardare, e accade spesso, la vita dei Testimoni negli aspetti più intimi e si ritiene che esse vengano pienamente eseguite.
Oggi, i più di due milioni di Testimoni di Geova credono ed insegnano che l'invisibile presenza di Cristo sia iniziata nel 1914. Pochissimi sanno che per circa cinquant'anni la Società Torre di Guardia annunciò e sbandierò, nel suo ruolo di profeta, che questa invisibile presenza era cominciata nel 1874; almeno fino al 1929, quindici anni dopo il 1914, essa continuò ad insegnare questo messaggio.
Il problema principale riguarda sempre la tesi, che fa ancora parte della professione di fede dei Testimoni stessi, secondo cui uomini in grado di capire ciò che vedevano nel 1914 vivranno per vedere il secondo visibile ritorno del Signore. Il problema incalza, perché chi aveva dieci anni nel 1914 ha compiuto ottant'anni nel 1984.
La gnosi escatologica dei Testimoni di Geova si inserisce a pieno titolo nell'alveo dei «movimenti gnostici di massa», religiosi ma anche politici, che hanno caratterizzato l’occidente postilluminista e di cui Eric Voegelin, Thomas Molnar e Augusto Del Noce hanno riconosciuto i tratti nel comunismo e nel nazionalsocialismo.
Le pubblicazioni della setta [...] insistono su due elementi: la data del 1914 sarebbe stata scoperta dal fondatore dei Testimoni, Charles Taze Russell, in seguito a uno studio biblico iniziato nel 1870, e annunciata al mondo per la prima volta nel 1877 nel suo volume Three Worlds; la stessa data farebbe parte di un patrimonio dottrinale legato alla missione profetica dello stesso Russell, e fedelmente trasmesso nella setta fino ai nostri giorni.
I testimoni di Geova [...] negano la risurrezione fisica del Signore Gesù Cristo e sostengono invece che Egli fu risuscitato come «divino essere spirituale» o come «invisibile creatura spirituale». Essi rispondono all'obiezione presentata dalla sua apparizione in forma umana, asserendo che Egli prese semplicemente le forme umane necessarie perché potessero vederlo, in quanto come Logos sarebbe stato invisibile ad occhio umano. In breve, Gesù non comparve nella «stessa» forma che pendé dal legno, poiché «se si dissolse in gas o sia conservato in qualche luogo a ricordo dell'amore divino».
I testimoni di Geova si dilettano non poco nell'affermare che la parola Trinità non esiste come tale nella Bibbia. Affermano anzi che poiché non fa parte delle Scritture, deve essere di origine pagana, e non dovrebbe essere presa nemmeno in considerazione. Sfugge però ai testimoni di Geova che la parola stessa «Geova» da essi ritenuta il solo vero nome di Dio, non appare come tale nella Bibbia, ma è un'interpolazione delle consonanti ebraiche YHWH o JHVH e che tutte le vocali aggiunte lo sono arbitrariamente. Quindi esso sarebbe non biblico alla stessa maniera in cui non lo sarebbe la Trinità.
I testimoni di Geova sostengono che l'espiazione non è compiuta interamente da Dio, malgrado le dichiarazioni di 2 Corinzi 5:20, ma piuttosto metà da Dio e metà dall'uomo. Secondo la loro tesi Gesù eliminò gli effetti del peccato di Adamo mediante il proprio sacrificio sul Calvario, ma l'opera sarà completata solo al ritorno volontario presso Dio dei sopravvissuti di Harmaghedon che diventeranno sudditi del governo teocratico di Geova. Per i testimoni di Geova la piena realizzazione di tutto si avrà mediante la riconciliazione con Dio all'avvento del regno millenniale. Questa interpretazione estremamente irragionevole ed illogica della Scrittura annulla la validità della «infinita espiazione» di Cristo offerta incondizionatamente da Dio all'uomo. Russell ed i testimoni di Geova hanno denigrato il sangue di Cristo concedendogli solo parziale potenza purificatrice, ma la verità non può essere annullata; o esso è sufficiente o è insufficiente. In tale ultimo caso l'uomo è disperatamente perduto in un dedalo di dottrine inconcludenti che postulano un sacrificio finito e quindi un dio finto.
Il nome testimoni di Geova altro non è che un pseudonimo per Russellismo o Aurora Millenniale. [...] Alla morte di Russell, il neoeletto presidente, giudice Rutherford, comprese il pericolo costituito dal restare russellisti, e nel corso di quindici anni si adoperò per celare i movimentati trascorsi del «pastore», che avevano nuociuto non poco al progresso dell'organizzazione. Nel 1931 egli riuscì a dare ad essa il nome di «testimoni di Geova» evitando così il titolo di russellisti. Da uomo abile quale era, Rutherford riuscì così a celare la malgradita base teologica russellista ed a indurre milioni di persone a credere che quella dei testimoni di Geova fosse un'altra organizzazione.
L'affermazione dei testimoni di Geova che a diffondere ed introdurre nel credo del cristianesimo la dottrina della triplice unità di Dio siano stati Tertulliano e Teofilo è ridicola e non merita nemmeno il tentativo di una confutazione. Ogni studio non tendenzioso dei fatti convincerà lo studioso imparziale, che già prima di Tertulliano e di Teofilo la dottrina era allo studio e considerata sana. Nessuno dubita della pratica tra i pagani, come Babilonesi e Egiziani del culto di divinità demoniache, ma chiamare dottrina del diavolo la dottrina del Dio trino [...] come fanno i testimoni di Geova è blasfemo e frutto di menti incolte e di anime ottenebrate.
La chiesa cristiana mostra il suo amore per gli increduli dando da mangiare ai suoi nemici e benedicendo quelli che la maledicono. I testimoni di Geova nella loro grande maggioranza amano solo quelli della loro cerchia e provvedono solo ai loro bisogni.
La verità è che, tra tutte le sette esistenti nel mondo religioso, i testimoni di Geova costituiscono quella dove si dà meno importanza alla cultura. Secondo Selezione del Reader's Digest, meno dell'un per cento di tutti i suoi aderenti ha un'educazione di livello universitario, mentre solo meno del quindici per cento possiede istruzione media. Si aggiunga a ciò che la Torre di Guardia non possiede collegi universitari o seminari riconosciuti nei quali preparare i suoi «ministri» e missionari. [...] La religione dei testimoni di Geova non ha perciò nulla di intellettuale ma è in realtà composta di un notevole gruppo di sinceri benché male istruiti pseudoteologi che fa da scorza intorno ad un nucleo di abili, astuti, navigati impostori, ed agli insegnamenti di Charles Russell e di Rutherford.
Per i testimoni di Geova [...] Cristo non sta per venire; è già venuto (1914 d. C.), ma in forma invisibile, e dirige le proprie attività attraverso la sua organizzazione teocratica che risiede a Brooklyn, nella città di Nuova York.
È accaduto nella piccola storia dei «testimoni» quello che è accaduto nella grande storia della Chiesa, o delle chiese, dove non sono mai mancati, a ogni generazione, gli annunciatori del Cristo giudice ormai alle porte.
Hanno una base organizzativa poderosa e tecniche all'americana che sconcertano. Sono accusati di avere troppa gerarchia, anche. In Usa, ci sono 12 anziani che comandano tutti.
I «testimoni» danno un giudizio assolutamente negativo, e tipicamente «settario», su tutto ciò che non è la loro «setta». Tutte le chiese, e anzitutto la Chiesa cattolica, sono sataniche, e anche la politica e l'economia del mondo intero non sono che potenze al servizio di Satana. Tuttavia, i «testimoni» sono dei lealisti che pur disinteressandosi in base alle loro convinzioni di tutto ciò che è mondo, obbediscono scrupolosamente a tutte le leggi – in particolare quelle fiscali – che non giudichino in contrasto con quella che ritengono la legge di Dio.
Il regno che aspettano è un regno terrestre, dove i salvati – e cioè gli stessi «testimoni» – vivranno per sempre al cospetto di un Dio una vita liberata da morte, vecchiaia, malattia, ingiustizie, sofferenze. Da quella perfetta realtà finale ci separa lo spaventoso bagno di sangue dell'Apocalisse, che annienterà i nemici di Dio.
La massa di soldi che gestiscono mi pare poderosa. Hanno radio e tv in moltissimi paesi. Stampano e regalano quantità industriali di Bibbie in ogni lingua. Possibile che sia tutto basato su lavoro volontario e donazioni?
Sono nati da un nucleo di calvinisti radicali fuggiti in America per poter mantenere le loro posizioni estremiste. Ma sono meno peggio di tante altre sette. Lo voglio ribadire: sono onesti, non rubano, e portono avanti, sia pure con rozzezza, delle idee che sono patrimonio di tutti.
Il grande del loro seguito sta nel mondo popolare, fanno presa su coloro che non hanno una profonda cultura religiosa e cattolica. Sono, in verità, molto superficiali. Nelle cose che dicono c'è un ignoranza specifica di tutto il messaggio cristiano, dell'interpretazione della Bibbia. [...] Manca loro una profonda formazione intellettuale sul concetto di sacro e divino.
Le loro interpretazioni bibliche lasciano molto a desiderare, sono fatte di frasette, con l'utilizzo parziale dei testi. È una bibbia purgata, la loro.
Quello che ci preoccupa e che cerchiamo di combattere è il loro modo di fare proseliti. Sono insistenti, e spesso, approfittando di ambienti poco colti e poco preparati, diffondono un messaggio religioso che si avvicina apparentemente al messaggio cristiano, ma che in realtà è lontanissimo dalla vera dottrina. Non solo. La Bibbia che i Testimoni di Geova hanno adottato e portano in giro per il mondo, è stata "emendata" di alcuni brani fondamentali. Non è quindi il testo autentico.
Una volta venne qui in vicario uno di loro, accompagnato da due giovani cattolici. Tirò fuori le sue frasette bibliche, ma devo dire che rimase un po' meravigliato quando io allargai il discorso, mostrai una competenza teologica e biblica molto più ampia della sua. E non seppe replicare.
È facile vedere che il residuo deve compiere un'opera duplice [...]: costoro vanno di casa in casa a portare il messaggio di verità sotto forma di libri e di riviste; prima espongono verbalmente il messaggio a quelli che vogliono ascoltare; essi non iniziano la discussione denunziando gli empi, ma parlano in primo luogo del messaggio della bontà di Dio, che dà speranza a quelli che vogliono ascoltare e conforto a quelli che fanno cordoglio. Tale è l'incarico dato al residuo. Nel medesimo tempo esso deve annunziare al popolo il giudizio di ardente indignazione pronunziato da Dio che tosto avrà esecuzione sulla Cristianità, e che ne provocherà la totale distruzione.
I membri della nuova creazione non possono appartenere al mondo, perché il mondo è l'organizzazione di Satana. Essi devono vivere nel mondo come se non faccessero parte di esso, come Gesù era nel mondo senza farne parte.
I testimoni di Geova, il residuo fedele, devono richiamare l'attenzione sulla minacciosa "spada di Geova". Solo così facendo essi possono serbarsi fedeli sentinelle.
Il residuo presenta oggi la Parola di Dio davanti alla Cristianità e la brandisce proclamando il suo messaggio di rivendicazione. Non è una spada arrugginita e smussata, ma è aguzza, affilata e forbita, è un'arma efficace. Il residuo avanza fiduciosamente e animosamente proclamando il messaggio dei giudizi di Geova, finch'Egli dia pronta esecuzione al suo giudizio contro i suoi avversari.
La fine del mondo è venuta. Il tempio nel cielo è aperto, e quelli che hanno ricevuto l'inestimabile privilegio di essere ammessi nel tempio ricevono oggi una visione delle profezie che si sono avverate. [...] In ubbedienza al comandamento di Geova, i suoi testimoni percorrono la terra in lungo e in largo proclamando intrepidamente e con esultanza la verità, e cantando le lodi alla gloria del suo nome.
Satana odia i testimoni di Geova, i quali richiamano l'attenzione dei capi e del popolo sul fatto ch'egli è l'empio ed invisibile capo del mondo, e che la sua distruzione è molto vicina. Quelli del residuo che rimarranno sulla terra durante Harmaghedon assisteranno alla completa umiliazione di Satana e di coloro che, sulla terra, sono capi sotto la sua direzione.
Quando il Signore venne nel suo tempio nel 1918, Egli trovò due classi di servitori; una che era mossa da un'egoistica ambizione di ricevere gli onori del Regno, ed un'altra che era dedicata con puro disinteresse al Signore, unicamente desiderosa di fare la sua volontà. La prima fu da Lui in seguito designata col nome di "malvagio servitore", e l'altra con quello di "servitore fedele e prudente". Fu dopo che la divisione e separazione fu avvenuta che il "servitore fedele e prudente" fu conosciuto e designato come il "residuo".