Cerco con tutto il cuore e la mente di comprendere i sentimenti di tutte queste persone, inclusi quelli del Corpo Direttivo. In base alla mia esperienza tra loro, ritengo che essi sono, in effetti, prigionieri di un concetto. Il concetto o immagine mentale che essi hanno dell'«organizzazione» sembra quasi che assuma una propria corporeità, sicché lo stesso concetto li controlla, li stimola o li frena, plasmando il loro pensiero, le loro attitudini, i loro giudizi. Non credo che molti di loro assumerebbero la posizione che attualmente assumono, se riflettessero in termini di Dio e Cristo, la Bibbia e gli interessi, non di un'organizzazione, ma dei loro fratelli cristiani, il loro prossimo. Invece, l'adozione dell'attuale concetto di «organizzazione» altera radicalmente il loro modo di pensare e le loro opinioni, diventa in effetti la forza dominante, che esercita il controllo.
La verità è che perfino tra i Testimoni di Geova pochissimi hanno un'idea precisa sul modo in cui funziona il centro dell'organizzazione. Essi non sanno come si prendono le decisioni su questioni dottrinali, né sanno come il Corpo Direttivo, che dirige tutta l'opera mondiale, porti avanti le sue discussioni, se le decisioni siano conformamente unanimi o cosa accada qualora sorgano dissensi. Tutto questo è coperto dalla riservatezza in cui si svolgono le sessioni a porte chiuse del Corpo Direttivo. Riesco a ricordare solo due o tre occasioni, nei miei nove anni di appartenenza a quel Corpo, in cui fu concesso a persone diverse dai Membri ufficiali di presenziare ad una ordinaria riunione del Corpo; e in quelle occasioni la loro presenza fu limitata alla semplice presentazione di rapporti, richiesti dal Corpo Direttivo, dopo di che essi furono congedati per consentire al Corpo Direttivo di deliberare in privato: l'importanza delle loro relazioni non li autorizzava evidentemente a partecipare alla discussione. Inoltre, nessuna specifica e dettagliata informazione viene mai fornita ai Testimoni riguardo alle entrate e alle uscite o al patrimonio e agli investimenti della Società (sebbene annualmente un breve resoconto delle spese sia riportato negli Annuari). In tal modo, diversi elementi, che in genere sono di pubblico dominio in molte organizzazioni religiose, sono noti solo vagamente, se lo sono, alla stragrande maggioranza dei Testimoni di Geova. Eppure le decisioni prese dal piccolo gruppo di uomini che formano il Corpo possono riguardare, e accade spesso, la vita dei Testimoni negli aspetti più intimi e si ritiene che esse vengano pienamente eseguite.
Precisiamo subito cosa sia il Corpo Direttivo: i Testimoni di Geova credono che Cristo Gesù, in qualità di Capo della congregazione, la nutra e la governi mediante la classe dello «schiavo fedele e discreto». Attualmente questa classe è composta dal rimanente delle 144.000 persone unte come eredi del celeste regno di Cristo. Ma all'interno di questa classe c'è un piccolo numero di uomini che ricopre il ruolo di Corpo Direttivo e svolge tutte le funzioni amministrative per conto di tutta la congregazione, non solo per conto degli attuali 9.500 «unti» dai quali questi uomini sono scelti, ma anche in vece degli oltre due milioni di persone associate che non nutrono la speranza di un'eredità celeste.
Si può paragonare il Corpo Direttivo (e nella mia mente l'ho fatto spesso) a un gruppo di uomini addossati ad una parete di fronte a persone che lanciano loro delle palle affinché le acchiappino e gliele rilancino. Le palle arrivano così spesso ed in un numero così elevato che resta poco tempo per altre cose. Di fatti, sembrava che ogni decisione presa e resa nota comportasse solo ulteriori domande, provenienti da altre parti, il che ci lasciava poco tempo per una meditazione veramente costruttiva, positiva, per lo studio, per la discussione e l'azione. Per anni ho partecipato a moltissime sessioni, durante le quali si discussero questioni che riguardavano seriamente la vita delle persone, eppure la Bibbia non comparve mai tra le mani né alcuno dei partecipanti vi fece mai cenno.
Un uomo può essere membro di quel Corpo, che detiene poteri ed autorità virtualmente illimitati, e tuttavia può non provare un vivo senso di responsabilità personale per quanto fa il Corpo, per i danni o le informazioni errate e conseguenti direttive sbagliate che ne derivano. «È stata l'organizzazione che ha fatto ciò, non noi», questo sembra essere il ragionamento. Inoltre, per il fatto che si ritiene che «l'organizzazione» sia lo strumento scelto da Dio, la responsabilità viene trasferita su Dio: è stata Sua volontà, anche se poi si scopre che quella determinata decisione o quella dottrina perentoria è erronea e viene modificata. Molti fratelli possono essere stati disassociati o danneggiati in altri modi in base a decisioni sbagliate, ma i singoli membri del Corpo Direttivo ritengono d'esser esenti da responsabilità personali: qualsiasi pasticcio sia stato combinato, Dio rimetterà le cose a posto per il bene dell'«organizzazione».
Emette decisioni dottrinali senza appello, suscettibili di influenzare la vita di migliaia di persone, in un modo a dire poco sbrigativo e sommario. Molto spesso [...] ci si limita a consultare un manualetto di istruzioni su «come rispondere alla corrispondenza dalla periferia», e solo dopo avere deciso in base al manuale oppure alla collezione della Watch Tower, uno dei custodi della «pura verità biblica» si preoccupa di cercare qualche citazione scritturale da inserire nella risposta.
Il Governing Body dei Testimoni di Geova non adotta sempre lo stesso standard, ma si lascia anche pesantemente condizionare da considerazioni di carattere politico. [...] Su richiesta dei Testimoni di Geova residenti nel Malawi si confermò per oltre dieci anni, dal 1965 al 1975, che non sarebbe stato in alcun modo lecito acquistare la tessera del partito unico, il Malawi Congress Party, che il «Presidente a vita» di quel paese, Kamuzu Banda, pretendeva di «vendere» a tutti i cittadini. Il risultato [...] fu una serie di orrori e di stragi da parte dei seguaci del partito al potere nei confronti dei Testimoni del Malawi. Quasi contemporaneamente, venne in discussione il quesito se fosse lecito in Messico acquistare da ufficiali corrotti una cartilla da cui sarebbe risultato, falsamente, che i Testimoni di Geova avevano compiuto il servizio militare. Dopo varie discussioni, la forza anche economica della ricca organizzazione dei Testimoni di Geova messicani sarebbe prevalsa, e per questo da Brooklyn sarebbe partito il segnale di via libera per l'acquisto della cartilla. [...] Rimane la impressione che i criteri seguiti per decidere i problemi controversi non siano sempre così «biblici» e «teocratici» come la letteratura della setta vorrebbe fare credere.
Le modifiche degli insegnamenti dottrinali ufficiali dei Testimoni di Geova non sono facili giacché, per cambiare un insegnamento stabilito, è necessaria una maggioranza di due terzi del Governing Body: avviene così che si continuino a mantenere su vari punti insegnamenti da cui più della metà dei membri del Corpo Direttivo — ma meno dei due terzi — in realtà dissentono.