Simone Mori (1965 – vivente), doppiatore, dialoghista, direttore del doppiaggio e attore italiano.
- [Su Vittorio De Angelis] Era una persona sempre ironica, sempre contenta di venire a lavorare e comunque una persona piacevole ad avere accanto anche perché sembrava sempre quando ti prendeva in giro e non si sapeva quando scherzava e quando era serio.[1]
- [...] Ho detto a mio padre [Renato Mori]: "ma sai forse vorrei fare l'attore". E mio padre mi ha detto: "Se vuoi fare l'attore, fai l'attore. Cioè tu vai fai i provini, entri in Accademia, studi tre anni, fai la scuola di teatro, fai quello che devi e poi ti avvicinerai anche al doppiaggio". Non mi ha fatto partire dal doppiaggio.[2]
- Io mi ricordo che quando stavo al leggio con Cesare Barbetti, inevitabilmente quando vedi la battuta, c'è la battuta di quello che parla con te e nella testa te la dici. No? Quando provi, pensi anche la battuta dell'altro. Non la diceva mai come la pensavo io, ed era sempre perfetta. E lì ho capito che avevo tanto da imparare.[3]
- Io sapevo di dover sempre essere quantomeno più professionale di tutti i miei coetanei, di tutti i miei colleghi perché avevo la responsabilità di rappresentare mio padre, non volevo che dicessero a mio padre: "Certo Simone, deve stare un po' più attento, si distrae".[3]
- Massacrare in questo lavoro, significa pretendere il massimo. Pretendere il massimo significa far crescere l'attore.[3]
- ↑ Dall'intervista di Marco Bonardelli, Luci della ribalta, 15 settembre 2015. Video disponibile su Youtube.com.
- ↑ Dall'intervista di Alessio Cigliano, Radio Cigliano, 9 febbraio 2018, Video disponibile su Youtube.com.
- 1 2 3 Dall'intervista di Andrea Razza, Gerardo Di Cola e Mario Bonardelli, EnciclopediadelDoppiaggio.it, 9 maggio 2012. Video disponibile su Youtube.com.