Ho sempre pensato che bisogna essere psicopatici per entrare nell'esercito in tempo di pace. Per come la vedo io, ci si arruola perché si vuole scoprire cosa si prova a uccidere qualcuno. Io non credo che sia un'inclinazione che va incoraggiata nella società moderna. (James)
A volte penso di non poter andare avanti, però... andrò avanti. (Teresa)
Citazioni in ordine temporale.
Teresa: Ha recitato il rito dell'estrema unzione molte volte? James: Sì. Di solito per persone anziane, naturalmente. Si ha più tempo per prepararsi. Tutti sanno cosa sta per accadere. Teresa: È più facile? James: Non è mai facile. Più comprensibile, semmai. Meno ingiusto. In situazioni come questa, la gente è sconvolta dalla casualità del tutto, maledice Dio, maledice i propri simili, in alcuni casi perde la fede. Teresa: Davvero perde la fede? Fin dal principio non dev'essere stata una gran fede, se a un tratto diventa così facile perderla. James: Sì, ma... cos'è la fede? Per molti individui è solo paura della morte, nient'altro che questo. E se non c'è altro, è molto facile perderla. Era un brav'uomo suo marito? Teresa: Sì. Era un brav'uomo. Abbiamo avuto una vita meravigliosa insieme, ci siamo amati moltissimo e adesso se n'è andato. E questo non è ingiusto. È semplicemente ciò che è successo. Ma molte persone non hanno una vita felice, non conoscono l'amore, ecco che cosa è ingiusto. A me dispiace per loro.
Fiona[in confessionale, avendo tentato il suicidio per una delusione sentimentale]: C'era uno scrittore giapponese che morì suicida. Prima di farla finita stilò una lista di tutti i più famosi suicidi della storia. E vi incluse Gesù. James: Doveva essere uno stronzo supponente. Fiona: Nel Medioevo avrebbero detto che ero posseduta dai dèmoni. James: Forse lo eri. Forse allora erano meno lontani dalla verità. Fiona: Per te quel che è successo è poco importante, insignificante nel grande schema delle cose, per provocare una simile reazione. Ma ciò che... ma ciò che forse non significa niente per te, può essere importante per me. James: Non ho mai detto che è insignificante. Dico solo che le scelte che fai quando hai trent'anni non sono le stesse che fai quando ne hai sessanta. Fiona: È irrilevante. Ogni momento della vita ha la sua logica, il suo significato. James: Forse è così. Forse hai ragione, ci devo pensare su. Immagino che sia un argomento vecchio e consunto, ma non pensi a chi lasceresti indietro? Fiona: Io appartengo a me stessa e a nessun altro. James: Vero. Falso. Fiona: Stai per dire che avrei commesso un peccato mortale? Mi sarei meritata l'eterna dannazione, padre? James: Dio è grande. La sua misericordia non ha limiti prestabiliti.
Michael: Vorrei fare una donazione. Leary: Oh... sarebbe magnifico! James: Per pulirsi la coscienza? Michael: Quella è senz'altro la base di tutta la filantropia. L'espiazione della colpa.
James: Non sono mai stato negligente, non credo. Non ti ho mai picchiata o altro. Fiona: Ci sono altre forme di violenza. James: Ci sono, sì. Tentare il suicidio, per esempio. Fiona: Gesù, me la sono cercata. James: E non è violenza solo contro sé stessi.
Leary: La mia vocazione vacilla, se vuole saperlo. James: Senta, mi dispiace per quello che ho detto ieri sera. Leary: L'ha detto con una tale acrimonia! Non mi ero accorto che mi odiasse così tanto. James: Io non la odio affatto. Leary: Allora perché? James: Perché lei non ha integrità. È la cosa peggiore che potrei dire a qualcuno.
James: Ad essere onesti, io penso che si parli un po' troppo dei peccati. E non si parli abbastanza delle virtù. Fiona: Forse hai ragione. Qual è la più importante? James: Penso che il perdono sia sempre stato sottovalutato. Fiona: Io ti perdono. E tu mi perdoni? James: Sempre.
Originale dramma pseudogiallo, che parte bene, poi si disperde tra i tormenti di un personaggio oppresso da troppi problemi, anche familiari. [...] Bravo Brendan Gleeson, faccia da gangster più che da prete. (Massimo Bertarelli)
Una concentrazione di peccati romanzesca, al limite della parodia, in un villaggio irlandese curiosamente "trendy": pub postmoderno, interni colorati, villa cardinalizia sontuosa, mentre intorno il mare e le celebri pianure verdi sono più angosciose degli interni. Ogni episodio comporta un esemplare richiamo del sacerdote all'integrità, prima di tutto con se stessi, e si deve alla fotogenia drammatica del fulvo barbuto Gleeson la tensione morale, altrimenti poco credibile nell'eccesso di peccatori [...]. Finale senza appello. Biblico. (Silvio Danese)