Lei, l'arma finale

manga seinen scritto e disegnato da Shin Takahashi Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito

Lei, l'arma finale

Serie animata

Immagine Lei, l'arma finale logo ita-eng.png.
Titolo originale

最終兵器彼女
Saishū heiki kanojo

Paese Giappone
Anno

2012

Genere fantascienza, sentimentale
Episodi 13
Regia Mitsuko Kase
Doppiatori italiani
Note
Dialoghi italiani e direttore del doppiaggio: Gualtiero Cannarsi

Lei, l'arma finale, conosciuto anche con il nome di Saikano, anime del 2002 tratto dall'omonimo manga di Shion Takahashi pubblicato in Giappone dal 2000 al 2001

Citazioni tratte dalla serie

Incipit

A pensarci, da quel giorno, quante volte sarò venuto in questo posto? In questa città, in questa nazione, no anzi su questo pianeta, io pensavo a una persona soltanto: la mia piccola ragazza, Chise. Qui è dove io e Chise ci davamo appuntamento. Quel giorno per noi due in questo luogo, da questo luogo, tutto ebbe inizio. (Shuji)

Episodio 1, Noi, ci ameremo

  • Chise è carina, però è lenta. È piccoletta, debole di carattere e per di più è una sbadatella. I suoi voti vanno dalla sufficienza in giù, solo in storia mondiale sono parecchio alti però, che nella vita questo non porti alcun vantaggio, lo sa bene anche lei stessa. [...] La sua frase tipica: "Scusami tanto". Il suo motto: "Voglio diventare forte". Penso sia una tipa proprio maldestra per ogni verso. (Shuji)
  • La mia ragazza, Chise: "Mettiamoci insieme, per favore". Cinque giorni fa Chise è venuta a dichiararmisi così; io però sono ancora incerto. (Shuji)
  • [Chise chiede a Shuji perché ha accettato la sua dichiarazione se non era convinto]
    Shuji: Dire così era normale.
    Chise: Ma perché hai detto così?
    Shuji: Be', se mi si viene a dichiarare una ragazza carina come te io maschietto dico ok. [Chise trasalisce] Guarda che anch'io maschietto, finché non me lo hai chiesto tu, non avevo per niente intenzione di mettermi con una femmina.
    Chise: L'hai detto di nuovo. [...] "Io maschietto" [Shuji mostra forte imbarazzo e Chise scoppia a ridere].
    Shuji: C'è qualcosa di male? Ho sempre detto così fin da quando ero bambino, non posso farci niente.
    Chise: Scusa Shu-chan, che carino!
  • In questa città un po' provinciale certo non c'è mai niente di divertente e certo non si sa mai niente del futuro, però un'unica cosa noi due in coppia l'abbiamo decisa: noi due ci ameremo. (Shuji)
  • Take [mostrando il regalo per Yukari]: Ecco qui, un quarzo rosa, la pietra dell'amore e della cura.
    Nori: Che bello, vorrei anch'io provare a comprarlo per una ragazza!
    Take: È perché da un po' siamo sempre in lite.
  • A ripensarci adesso avrei dovuto accorgermene quella volta [dopo l'attacco di Chise al centro commerciale di Sapporo]. Quel giorno, il battito del cuore di Chise mentre l'abbracciavo, non aveva alcun suono. (Shuji)

Episodio 2, Io, mi sto sviluppando...

  • Chise: E allora io ho finito col diventare l'arma finale.
    Shuji: Capisco. E quindi cosa significherebbe questo?
    Chise: Non lo capisco bene neanch'io. Delle persone importanti mi hanno spiegato varie cose, però c'erano tante parole difficili. Scusami.
    Shuji: Ma no, tanto non ha importanza, sai, dico per me. Piuttosto... se ne guarisce, vero?
    Chise [trasalisce]: Mi sono dimenticata di chiederlo!
    Shuji: Ma come si puo!
    Chise: Allora, durante la prossima esercitazione, vedrò di domandarlo! Io quando sono rinvenuta ero già stata trasferita presso l'esercito. Le persone che hanno fatto diventare così il mio corpo non le ho incontrate.
Un cercapersone simile a quello usato da Chise
  • Shuji: Cos'è, un cercapersone? [...] Da casa?
    Chise: Ah, no. Questo apparecchio me l'ha dato l'esercito. Dato che non potermi contattare nei momenti di bisogno è un problema mi hanno detto di portarlo sempre con me. [...] Tipo la guerra. Comunque è tutto a posto, mi hanno detto che avrebbero fatto il possibile per non disturbarmi troppo.
  • Perché mai il mio corpo avrà finito col diventare così? Io avrò forse fatto qualcosa di male? Che questa sia forse una qualche punizione? Dato che la questione dell'arma finale è un segreto per tutti quanti, non potendone parlare con nessuno, è stata dura. Per questo quella volta, anche se questo mio corpo così vergognoso, non avrei mai voluto che proprio Shu-chan lo vedesse... [...] Perciò ora basta, perché io diventerò forte: diventerò ancora e ancora più forte! Perciò è tutto a posto. è stato per un breve periodo però grazie per essere stato insieme a me. Scusami tanto. (Chise, sul diario che ha passato a Shuji).
  • In un istante io capii [...] Da quel giorno, il volermi convincere di aver sognato non avendo più visto una simile immagine di Chise, capii che era proprio questo mio comportamento che la feriva più di tutto. (Shuji, dopo aver visto Chise trasformata nell'arma finale)
  • Shuji: Chise, "arma finale" dici: ma alla fine di che cosa si tratta? L'hai chiesto alle persone dell'esercito?
    Chise: Hanno detto che i dettagli sono segreti.
    Shuji [pensando]: Persino per lo stupido che sono avevo infine capito: scappando dalla realtà io ferivo Chise lasciandola tutta sola.
    Chise: Che io abbia finito col diventare l'arma finale a parte Shu-chan non lo sa nessuno: nemmeno il mio papà, nemmeno la mia mamma né il mio fratellino. "Sarebbe meglio se non si sapesse": le persone importanti hanno detto tipo così e anch'io la penso a questo modo.
  • Akemi: Si può sapere come mai ti atteggi tanto davanti alle kōhai?[1] Ma cosa sei, stupido?
    Shuji: Tu piuttosto, cretina, chiedi alla tua sorellina di passarti un po' di carineria: di questo passo non troverai mai un ragazzo.
    Akemi: Pensa agli affari tuoi [...] Che nostalgia, eh? Fino a un paio di mesi fa noi due facevamo sempre cose del genere: finiti gli allenamenti restarcene con lo sguardo perso. [...] Non so, sai, ma da quando abbuiamo finito col club mi sento strana. [...] Io la so quella storia a proposito del corpo di Chise; tu vero hai detto a Chise che è ingrassata, è così? [...] Quella piccina, sai, ultimamente non sta mangiando più un bel niente, barcolla e ha un brutto colorito in viso. E tu pur essendo il suo ragazzo non te ne eri accorto? Certo lei dice di essere a dieta, però sembra avere una motivazione ben precisa.
  • Shuji: Come fai a startene calma anche se vieni sorvegliata?
    Chise: Ma perché c'è la guerra, ecco. Se io sola saprò tenere duro tutto quanto andrà a posto, sai?
    Shuji: Scema! se anche fosse a posto tutto intorno, se i tuoi sentimenti ti portano al pianto non c'è alcun senso. [...] Fuggiamo via, scappiamo via Chise!
  • Chise: Anch'io non vorrei però... però dato che il mio corpo è diventato un'arma non mi lascia la possibilità di scappare e basta e da solo lui...
    Shuji: Chise, ma tu anche prima... [mentre scappavano dalla schiena di Chise sono partiti dei razzi che hanno distrutto aerei nemici]
    Chise: Scusami. Un'arma che non uccida le persone non può esistere, Shu-chan. [...] Io ormai forse, forse sarebbe meglio che morissi.
  • La situazione era ben più grave di quanto avessi immaginato e oltre a questo ben più crudele. (Shuji, osservando la grande cicatrice sul petto di Chise)

Episodio 3, In coppia

  • [Akemi prende la foto che Shuji stava guardando, dove ci sono lui, Akemi e Fuyumi]
    Akemi: È una fotografia parecchio nostalgica. [...] Ma che sporcaccione, guardare roba con una mia foto in calzoncini ginnici.
    Shuji: Ma vedi di non dire idiozie, roba come la tua immagine, cretina, non rientra nel mio campo visivo.
    Akemi: E allora stavi guardando l'immagine di chi? Ah, ma perché gli uomini devono essere tutti così: perché mai hai conservato una foto simile anche se appartiene al passato?
    Shuji: Ma sta' zitta maledetta, una come te che non si è mai innamorata non può capire l'animo di un uomo. [...] Ma che ti prende tutt'a un tratto?
    Akemi: Io è solo, è solo che non voglio che tu ferisca Chise.
  • Akemi: [Chise] mi è venuta a chiedere "Sai chi dovrebbe essere la senpai di Shuji?", ma tu che cos'è che le hai detto? Non le avrai parlato della senpai Fuyumi?
    Shuji: Non le ho detto niente. Io, sai, un po' di tempo fa sulla salita infernale[2] ho intravisto una persona che le somigliava. Era in bicicletta e certo l'ho soltanto incrociata sai, ma d'un tratto i nostri sguardi si sono incrociati e allora mi sono chiesto: "Ma lei che faccia aveva?", ecco cosa.
    Akemi: Sta' a sentire, così come fai adesso parla anche con Chise di tutti i fatti, parlale per bene delle cose importanti!
  • Stare a questo mondo si fa sempre più rischioso: un'esplosione di gas in una zona residenziale tanto tranquilla, e dire che abbiamo traslocato qui perché mio marito diceva che questa è una città sicura... Però, proprio degno di una città militare, il pronto intervento è proprio svelto svelto. Come moglie di un militare questo è un motivo di orgoglio, è? (Fuyumi, dopo il caos a seguito del decollo di Chise)
  • Fuyumi [mentre Shuji imbarazzato le disinfetta le ferite alle ginocchia]: Ma cosa c'è, ormai che frequenti la scuola superiore non hai certo ragione di arrossire per le gambe di una donna!
    Shuji: Mi scusi!
    Fuyumi: Altrimenti anch'io finirò per arrossire.
  • [Fuyumi, caduta, sta abbracciando Shuji]
    Fuyumi: Non so ma, a stare così viene il batticuore eh?
    Shuji: No, non mi viene! Perché io ho una raga... ho una ragazza!
    Fuyumi: Ma lo so, però non c'è proprio niente di male.
    Shuji: Dice che non c'è niente di male? Però è sbagliato nei confronti della mia ragazza e anche per suo marito: non è forse sbagliato?
    Fuyumi: È Tetsu che ha sbagliato. Tetsu non ritorna a casa, ormai sono quasi due mesi... Shuji, mi sento sola.
  • Shu-chan, scusami tanto. Il mio corpo ormai non tornerà più com'era prima. Per essere più precisi non può più tornare com'era. Quel giorno in cui Shu-chan mi ha detto "scappiamo", quel giorno in cui ho infranto la promessa io ho finito per venire danneggiata. "Lei ormai non potrà più tornare del tutto come prima", mi ha detto il signore delle riparazioni. (Chise)
  • A ripensarci ora quel giorno in cui avevo incontrato la senpai Fuyumi, solo per un piccolo intervallo ma mi ero scordato di Chise. Sinceramente, parlando sinceramente, scordandomela mi era parso di sentirmi un po' più leggero: che io sia così crudele? (Shuji)

Episodio 4, La senpai Fuyumi

  • Shuji: Chise, facciamoci una foto: noi due, sai, non ci siamo mai scattati una fotografia insieme.
    Chise: Fotografie? Non ne voglio. [...] Perché vedi, [...] se si hanno le foto [...] si finisce ad accontentarsi. Fino a quando riuscirò a rimanere la me stessa autentica voglio che tu mi guardi come sono. Voglio che Shu-chan mi faccia sentire che io ci sono, che esisto veramente, voglio che tu mi faccia credere di non essere tutta sola.
  • Shuji: Meno male che oggi niente decollo immediato.
    Chise: In verità, sai, ho lasciato a casa il cercapersone perché era il nostro primo appuntamento; perciò non volevo che ci disturbassero. Shu-chan, io sono una ragazza cattiva?
    Shuji: Ma... ma non è affatto così! È tutto a posto, soltanto per la giornata di oggi non staranno facendo la guerra da nessuna parte: non preoccuparti.
    Chise: Sì, hai ragione: anche giornate così possono esistere.
  • Shuji: Oggi erano tutti quanti in pace, proprio come in questa città.
    Chise: Già, perché questa città è la città in cui vivo. La pace oramai non c'è più da nessuna parte, adesso città anche molto più grandi di questa, con facilità, finiscono con lo scomparire senza che ci se ne accorga neppure.
  • Il corpo di Chise in verità, in verità era tanto freddo da rattristarmi. Chise ormai fino a che punto era una persona? (Shuji)
  • Anche Shuji ha raggiunto l'età di poter fare col suo braccio da cuscino a una donna: sono un po' commossa. (Fuyumi)
  • Fossi stata Chise mi avresti sorriso e perdonata, non è vero? (Akemi, dopo aver dato a Shuji una lattina di caffé caldo presa per errore)
  • Akemi: Shuji, sbrigati a farlo con Chise. Scaricati, non restate così tesi tutti e due.
    Shuji: Ma tu, si può sapere perché sei così impicciona?
    Akemi: In verità sembro una stupida. Anche oggi Chise non è venuta a scuola, giusto? Quella ragazza fin da piccola è sempre stata di costituzione debole, tipo ai tempi delle elementari non so per quanti mesi lei rimase ricoverata in un ospedale di Tokyo, sai. In più era imbranata e dato che non riusciva mai ad avere troppi amici, io allora [... le feci una promessa: le dissi "Chise, io, io ti proteggerò sempre". Le dissi: "Io ti proteggerò in qualsiasi istante e perciò tirati su di morale!". [consegna a Shuji una foto con lei e Chise] Te la regalo, non ce la faccio più a vederti anche durante le lezioni sempre distratto, non fai altro che fissare il posto vuoto di Chise. [...] Perciò prendila pure: invece di portarti dietro quella foto stravecchia che ne diresti di tenere con cura questa? [...] Per quanto riguarda me, puoi cancellarmi con un pennarello nero.
  • Scusatemi tanto, in verità nel combattimento di prima un po' di nemici li ho fatti fuggire di proposito. Quest'oggi i nemici erano proprio tanti, se avessi utilizzato troppa forza ho pensato che sbagliandomi anche questa città sarei arrivata persino a distruggerla. (Chise, ai soldati al fronte)
  • Quando Shu-chan si arrabbia con me io almeno per un brevissimo istante posso pensarlo che io, che anch'io sono ancora una persona, che anch'io posso ancora permettermi di vivere. (Chise)
  • Un significato nel fatto che io combatta, se è così allora io voglio proteggerli: il papà, la mamma e il mio fratellino e tutte le persone della mia città. Tante persone, quante più possibile su questo pianeta, le voglio proteggere con la mia forza. (Chise)
  • [Chise si rende conto di aver distrutto un'altra città per tentare di salvare i suoi commilitoni]
    Chise: Io ho di nuovo...
    Tetsu: Ti sei ben impegnata.
    Chise: La ringrazio. Potrebbe uccidermi, per favore? Io ormai non sopporto più una simile me stessa, siccome sono stupida pur essendo un'arma mi ero ingannata di poter proteggere qualcosa. [Testu punta il fucile alle spalle di Chise]

Episodio 5, Bugiardo

  • Shu-chan, oggi ho cancellato di nuovo un'altra città. (Chise)
  • [Chise, dopo aver chiesto a Tetsu di ucciderla, scoppia a piangere]
    Chise: Non voglio! Non voglio morire, non mi uccida! Io, anche se ho ucciso tante persone, io però voglio vivere [...] perché io finalmente, finalmente ho potuto dire "ti amo" alla persona che amo! Ci sono ancora tante cose, molte più cose che voglio fare insieme alla persona che amo!
    Tetsu: Chise, tu ormai non morirai. Probabilmente qualsiasi arma al mondo si volesse utilizzare ormai, Chise, non sarebbe in grado di ucciderti. Ormai nessuno più potrà fermarti, tu non morirai. Meno male, eh Chise?
  • Anch'io sai ho una moglie. Soffre la solitudine, mi causa sempre problemi... ad essere sinceri è una donna che mi dà preoccupazioni e seccature, ma anche così ho una donna che amo. Però in questa guerra io ci morirò, probabilmente quel momento non è lontano; sinceramente non vorrei morire, [abbraccia Chise] vorrei rincontrare la donna che amo e abbracciarla. Meno male, eh, essere viva. Meno male, eh, avere un uomo che ami. (Tetsu)
  • Scusami, Shu-chan. Io, sai, di questo passo finirei per morire: essendo un'arma ho bisogno di manutenzione, essendo un essere umano ho bisogno di medicine. Di tutte queste cose ormai non posso farne a meno. (Chise, salendo sull'elicottero dell'esercito)
  • Atsushi: Shuji, io sai... lascio la scuola per entrare nell'esercito. Io, per me esiste una donna che voglio proteggere: qualsiasi cosa possa accadere nel mondo d'ora in avanti io voglio proteggere questa donna. [...]
    Shuji: Davvero? È una donna che conosco anch'io?
    Atsushi: Akemi. Io voglio, io voglio proteggere Akemi: va bene, vero, Shuji?
    Shuji: Scemo! Ma che significa dichiararlo a me?
    Atsushi: In effetti...
  • Nakamura: Se proprio dovevo morire avrei voluto farmi uccidere da Chise-chan.
    Testu: Stupido, vorresti caricare ogni cosa sulle spalle di quella piccina?! [...] È ancora una ragazzina delle superiori...
    Nakamura: Però non voglio soffrire... ma perché noi dobbiamo finire in questo modo mentre i nemici Chise-chan li uccide senza dargli dolore...
  • [Chise sale verso il promontorio per incontrare Shuji, dei soldati le puntano i fucili perché si rifiuta di combattere]
    Chise: Ma che stupidi: questa città scomparirebbe, sapete: volete provare a spararmi un colpo? In un batter d'occhi io smetterei di essere me stessa e una volta rinvenuta come sempre io sarei tutta sola.
    Soldato: No, così, i nostri compagni... Comandante di Compagnia!
    Chise: Non è la stessa cosa? Se io andassi morirebbero molte più persone, solo che al posto di quelle che io conosco, le persone che io amo, al loro posto morirebbero le persone di questo pianeta che io ho il dovere di uccidere: non è soltanto questo? E allora, per me, dov'è che sarebbe diverso? Non è la stessa cosa? Oltre all'essere più triste, all'essere più penoso... fatemi andare, per favore! [...] Io non voglio uccidere questa città!
  • [Chise è rimasta sul promontorio da sola tutta la notte, Shuji era con Fuyumi]
    Shuji [voce narrante mentre abbraccia Chise insonnolita]: Fino all'alba noi restammo così, dopo di che Chise, con calma, aprì bocca.
    Chise: Bugiardo.

Episodio 6, Compagni di classe

  • Si sente, il battito del cuore di Shu-chan. "Tun-tun, tun-tun" dice. Anche se sono lontana il tuo battito, Shu-chan, lo percepisco io. Senti, perché ora hai così il batticuore? Shu-chan, con la persona che chiami senpai Fuyumi che starai facendo? [...] Senti, Shu-chan: questo non è forse il battito di chi ama? (Chise)
  • Non prendermi per stupida, non si tratta del mio essere un'arma: si tratta del mio essere la tua ragazza! Anche per me le cose che non riesco a dire, che mi trattengo dal fare sono un sacco. Io faccio la faccia preoccupata? Questa è la faccia che ho dalla nascita, le lacrime mi vengono fuori da sole! La ferita che ho sul petto è la prova che una parte di me è ancora umana... (Chise a Shuji che le ha confessato di essere stato con Fuyumi)
  • Shu-chan, torniamo compagni di classe?
    Shuji [voce narrante]: Quel giorno noi due arrivammo a scuola con due ore di ritardo e fummo sgridati dai professori. Quel giorno noi due ci lasciammo.
  • Atsushi: Io sono stato rifiutato da Akemi. Ma tanto lo sapevo che in realtà quella ha già una persona di cui è innamorata.
    Shuji: Ma per davvero? [...] E poi si tratta di Akemi, che razza di impertinente! E tu invece Atsushi vuoi accontentarti cosi? Non farti battere!
    Atsushi: Il nemico è fortissimo. [...] Shuji, io comunque lascio la scuola.
    Suhji: Come dicevi, per l'esercito?
    Atsushi: Già, voglio poter proteggere Akemi.
  • Da quando mi sono lasciata con Shu-chan è la prima volta che piango. Non riesco a respirare, che vergogna: non riesco a smettere... sono ancora innamorata. (Chise)
  • Atsushi: Poco fa, sai, Akemi mi ha chiamato sai. E infatti ha detto che si mette con me, sai?
    Shuji: Non ci credo. [...] Ma allora ce l'hai fatta, e infatti alla fine Akemi ha avuto pena di te, Atsushi!
    Atsuhi: Stupido, non si tratta affatto di questo! E con questo posso andare a combattere senza rimpianti.
  • La guerra non è un luogo in cui si va per morire, è un posto in cui si va per uccidere delle persone! Ucciderai? Per proteggere Akemi ucciderai delle persone? Riuscirai a uccidere? (Shuji, ad Atsushi).
  • Noi due c'eravamo lasciati. Baciai Chise con cui mi ero lasciato; dicendo "anche se siamo solo compagni di classe" Chise piangeva. (Shuji)

Episodio 7, Ciò che voglio proteggere

  • Il chiasso in città si era fatto estremamente forte. Alla fine le fiamme si placarono e la mattina seguente anche agli abitanti di questa città si mostrò chiaramente visibile la realtà: in quella notte la pace di questa città era di certo finita. (Shuji)
  • Da quel giorno non ho più neanche parlato con Chise, noi due siamo meno che compagni di classe. Atsushi adesso che starà facendo? Sarà già in marcia verso i campi di battaglia? (Shuji)
  • Chise: Io ormai non ne posso veramente più, non ne posso più dell'amore. [...] Ormai non ho più bisogno di amare.
    Akemi: Sei davvero soddisfatta così, Chise? Anche se ci dovesse essere un'altra ragazza innamorata di Shuji, e se poi questa ragazza te lo dovesse portare via ti andrebbe bene anche così?
    Chise: È che è terribilmente penoso... non voglio far soffrire Shu-chan ancora più di così perciò rinuncio all'amore.
  • Sentiamo un po': dove mai, chi mai avrebbe capito i sentimenti delle donne? Un uomo che capisse con tanta facilità i sentimenti delle donne non lo sopporterei di certo. "Se si trattasse di me, dico dell'uomo che amo, se lui dovesse capire i miei sentimenti me ne vergognerei tanto che di certo vorrei morire. Se si trattasse di me non vorrei mica sentirmi capita da un uomo." Ecco, suppongo che Chise direbbe così. (Akemi sa Shuji che diceva di non capire i sentimenti delle donne)
Altalena doppia con le sedute in legno, simile a quella usata da Chise e Shuji
  • Chise: Quella, sai, sarebbe l'altalena di Akemi. Ai tempi delle elementari quell'altalena soltanto Akemi non me la faceva assolutamente utilizzare.
    Shuji: Non ti preoccupare, non è che sia stata Akemi a tirare fuori i soldi per costruirla.
    Chise: Mi disse che non potevo: "Se ti siedi lì non ti parlerò mai più" mi disse, e per questo io ancora adesso non mi ci siedo mai.
  • [Akemi] mi disse che ci avrebbe sempre pensato lei a proteggermi [...] ma io non posso fare niente per lei: né per Shu-chan né per Akemi poiché io sono un'arma, poiché non posso fare altro che distruggere non posso proteggere niente. (Chise)
  • Non si può proprio mostrare la minima distrazione per quelle persone. Ultimamente sia di missili che di veicoli senza pilota gliene sono rimasti pochi, l'ultima volta saranno state venti-trenta persone... erano tutti quanti così giovani, li ho fatti morire tutti all'istante. Puoi amare lo stesso una donna così? (Chise, a Shuji)
  • Shu-chan, scusami tanto: non ho di nuovo mantenuto una promessa, vado via per un pochino. Dicendomi "ti amo" mi hai reso felice. Ti amo anch'io, però come pensavo restiamo compagni di classe. P.S.: Non avere ancora più paura di me, non mi odiare. (Chise, lettera a Shu-chan)
  • Shuji: In merito a Take?
    Yukari: Che cosa? Ma che tormento! Take ormai è già da un po' che non è più a questo mondo, non posso certo trascinarmi quella storia per sempre su di un mondo come questo. Tanto anche se ti innamori di qualcuno non puoi mai sapere quando quella persona finirà per non esserci più.
  • Atsushi: Scusate, ma questa Chise che sarebbe?
    Soldato A: Prima o poi lo scoprirai, non fare domande inopportune.
    Atsushi: Per caso si tratti di un'arma straordinaria o qualcosa di simile?
    Soldato B: Non dire idiozie, quella non può essere certo un'arma!
    Soldato A: Già, qualunque arma sarebbe ancora molto meno pericolosa. Quella lì è la dea della morte.[3]
  • Atsushi: Lei è il tenente Tetsu? Io, io sono...
    Tetsu: Non voglio sentirlo. Mi spiace, ma quale che sia il tuo nome non lo voglio sentire. [...] Tanto anche tu finirai col morire, giusto? [...] Ormai sul conto di esseri umani che moriranno non voglio più sapere nulla, mi dispiace. Quaggiù, di cose che sarei stato molto più felice non sapendole affatto sai, ce n'è una montagna.

Episodio 8, Stanno tutti cambiando

  • Per varie ragioni diversi compagni avevano lasciato la classe. Per esempio Atsuhi arruolatosi nell'esercito, Take morto nell'attacco aereo di Sapporo, Yukari - la ragazza dello stesso Take che dopo la sua morte non era più venuta a scuola. Io invece non riuscendo a vedere un motivo, una circostanza che mi spingesse a fare altrettanto, ero ancora lì. (Shuji)
  • Atsushi: Anna-chan è ancora in giro di perlustrazione?
    Soildato A: Lei è morta. Poco fa nella zona ovest c'è stato uno scontro con degli esploratori nemici. [...] Quella piccola diceva di essersi arruolata perché il suo ragazzo era morto per delle gravi ferite riportate nell'attacco aereo di Sapporo.
    Soldato B: Già, sarebbe stato bello se fosse riuscita a vendicarsi facendo fuori almeno un nemico.
  • Tetsu: Non dormire, morirai. [...] Poco fa l’ombra di un uomo si è diretta da questa parte.
    Atsushi: Domando scusa, non l'ho notata.
    Testsu: Che tu non l'abbia notata dipende dal fatto che dentro quella tua testa tu hai la pace. Meno male, morire con la pace nella testa ti porta alla felicità.
    Atsushi: Se... se è per me...
    Tetsu: Non parlare, tanto non tornerai a casa vivo. Sta' a sentire, io adesso vado: se è un nemico non ti azzardare a supportarmi alle spalle neanche per sbaglio. [...] Morire per un colpo di fucile sparato da un compagno stupido... non troverei certo pace. Un civile ancora non evacuato oppure un esploratore nemico? Certo un civile sarebbe una seccatura, [...] un nemico lo si ammazza e basta, no?
  • Akemi: Anche Atsuahi, sai, è uno stupido eh? Chi mai potrebbe desiderare di andare in guerra per una donna come questa? È proprio da stupido, a pensarci bene si tratta di una storia terribilmente seccante: io che sono stata lasciata sola che cosa dovrei fare? Certo mi dispiace per lui però, sai, per dirla com'è mi spaventa Atsushi.
    Shuji [dopo aver dato uno schiaffo ad Akemi]: Scema! Vedi di non parlarne a questo modo di Ataushi!
    Akemi: Anche a me fa arrabbiare la me stessa che finisce di pensare cose di questo genere! Però io, però me ne rendo conto, sono spaventata io! Senti, ma questa è veramente una cosa buona? Può andare bene fare questo? È una cosa giusta? Io d'ora in avanti con quale faccia dovrò vivere! Shuji, il mio ragazzo probabilmente per me sta uccidendo...
    Shuji: No che non può essere una cosa buona, scema! Pero vedi, Atsushi me l'ha detto, mi ha detto: "Voglio proteggere Akemi anche se non so se questo sia giusto o meno". [...] Atsushi potrebbe venire ucciso oppure forse ucciderà, però [...] chi mai potrebbe dire ad Atsushi che è nel torto?
  • Fuyumi mi dispiace, al momento sono in pieno appuntamento con una ragazzetta. Nel sentirsi sola e demoralizzarsi ti somiglia, sai. (Testu, voce narrante, mentre è al centro commerciale con Chise)
  • La pace in questa città durerà al massimo ancora tre giorni, per essere precisi tre giorni e una decina di ore. Anche se al comando centrale sembrano pensare a delle trattative di pace ormai è impossibile, perché dall'altra parte pensano che non ci sia soluzione che andare avanti: ormai più della metà di quei ragazzi non ha un posto a cui tornare e poi sia la rotta dei rifornimenti che quella della ritirata le ho cancellate io stessa. [...] Capitano, questo è un ordine! [...] Non voglio ancora tornare a casa. (Chise a Tetsu alla fine della giornata al centro commerciale)

Episodio 9, Akemi

  • Testu: Perché ti trovi qui? Perché tu combatti? Perché tu uccidi?
    Chise: Perché voglio vivere, perché io sono un'arma, ecco. Finché combatterò potrò continuare a vivere e vivendo posso amare, giusto? E se amo io sono un'essere umano, giusto?
  • Ascoltami bene: per un uomo e una donna stare insieme significa mostrarsi completamente l'uno all'altra sia nell'animo che nel corpo, fino alle nostre parti più deboli e a quelle che non si vorrebbe mai far vedere, strofinandosi e adattandosi a vicenda: farlo senza ferirsi è impossibile. Tra un uomo e una donna non c'è niente da fare, uomini e donne sono esseri viventi che vivono in questo modo. (Tetsu)
  • Su questo pianeta soltanto io ti penserò come una ragazza. (Testu, a Chise)
  • Io non mi ero accorto di niente, che senza che me ne rendessi conto mammina fosse diventata così piccina, che fosse diventata così facile alle lacrime. In realtà non mi ero accorto di diverse cose (Shuji)
  • Satomi: Senpai.
    Shuji: Ehi, sei sana e salva, sorellina?
    Satomi: Senpai, la mia sorellona ti sta chiamando.
    Shuji: Mi cerca? Ma che gli piglia in un momento simile?
    Satomi: Non so ma... fai in fretta. Ecco... [si inchina e inizia a piangere] te ne prego, fai in fretta! La mia sorellona ti sta chiamando!
  • [Akemi, ferita gravemente, riesce a dare un bacio a Shuji ingannandolo]
    Akemi: Che stupido sei, una volta l'avevo letto all'interno di un manga questa cosa qui: ci sono davvero tipi che ci cascano!
    Shuji: Akemi! Cr...
    Akemi: Ti amo. Ti amo. Che me l'avesse detto Chise di dirtelo era una bugia. Io in ultimo ho finito per tradirla; Chise si arrabbierà, non è vero? Però, visto che ormai io morirò, visto che non ho fatto che trattenermi sempre, ora mi potrà perdonare.
  • È stupido quello lì. [Atsushi] [...] "Ti amo per mia scelta", mi ha detto. "Dammi il coraggio!, ha detto. [...] Sempre, sempre, sempre guardandomi dritta negli occhi mi ha detto tutto questo: è davvero da stupidi. Il mio petto ha cominciato a fare tanto male, ho finito per piangere. [...] Ma perché dovrà volere bene a una come me? Io gli ho detto che non avrei potuto dargli nulla in cambio [...] perciò io ho finito per dargli il mio corpo. (Akemi)
  • Scusatemi Atsushi, Chise... Io sai ti ho sempre amato, in verità da molto prima, da molto prima di Chise ti ho sempre amato. Ecco, vedi, Shuji pensavo che avrei potuto stare così insieme a te ancora per tanti, tanti anni. (Akemi)
  • Shuji, non voglio morire. Non voglio, Shuji! (Akemi, ultime parole)
  • [Shuji porta sulle spalle la madre ferita; i due passano davanti al parco con le altalene]
    Shuji: Mammina, io... adesso che posso pensavo di scusarmi. Fino ad ora e di certo d'ora in avanti io non sarò in grado di fare nulla e non sto facendo nulla. Scusa. [Viene mostrata la seduta dell'altalena usata da Akemi, sulla parte nascosta alla vista c'è la scritta "Shuji + Akemi"]
    Madre di Shuji: Che scemo. Non staresti facendo nulla? Tu stai vivendo, sei venuto al mondo.
  • Che sia arrivata l'ora di morire? Aver ucciso così tanto dovrebbe essere abbastanza per andare all'inferno [...] Senti Fuyumi, anch'io ormai posso morire? Mi spiace Fuyumi, lasciami morire qui. Ormai, ormai lasciami il tuo perdono. Fuyumi, se tanto dovevo morire avrei preferito morire dopo averti stretta tra le mie braccia. [Entra nel suo alloggio] Guarda Fuyumi, questa casa... non so ma assomiglia alla nostra casa, vero? Per questo mi era piaciuta. [un gruppo di soldati nemici, già in casa, spara ripetutamente su di lui] (Tetsu, dopo essere stato ferito gravemente in battaglia

Episodio 10, E poi...

  • Grazie per il lavoro: sei stato bravo sai, ti sei ben impegnato, sai. Adesso dormi tranquillo signor Tetsu... Ma perché il mio nome non l'hai dovuto chiamare nemmeno una volta? Stupido di un Tetsu! (Chise, abbracciando Tetsu ormai morto dopo che lo aveva consolato mentre nel delirio l'aveva scambiata per Fuyumi)
  • Sola soletta su questo pianeta commettendo molti peccati, anche se vivo così io ero stata considerata come una persona, come una ragazza da quest'uomo. Lui era morto chiamando tante volte il nome della persona amata, il nome di sua moglie. (Chise)
Bambine impegnate in una gara di corsa
  • Anche se la corsa era la sua specialità, come si è permessa di passare avanti ai suoi genitori? Ti ringrazio, sai? Anche se avevo capito che ormai era troppo tardi non ho potuto fare a meno di andare a cercare un medico, e al posto di un genitore incapace come questo accanto ad Akemi ci sei stato tu. [si inchina in segno di rispetto] Shuji, ti ringrazio. (Padre di Akemi)
  • Non c'era alcuna alternativa. Tutte le tecnologie create dalle persone o fanno vivere le persone oppure le uccidono, è solo per l'uno o l'altro di questi scopi che vengono generate. Non c'era alcuna alternativa [...] Lei è solo una persona [...] costituita dalla sostanza stessa della razza umana: nessuno potrà fare nulla per evitare la fine. (Kawakara, consegnando a Shuji le ultime medicine disponibili per Chise)

Episodio 11, Il tempo solo di noi due

  • Quel giorno noi due, per la prima volta da quando eravamo arrivati in quella città, disertammo in coppia il lavoro. Noi due facemmo un po' di cose sporcaccione: il contatto della nostra pelle abbracciati, il continuo desiderio reciproco dei nostri corpi... Con il calore del mio corpo, con i miei baci il corpo freddo di Chise si infiammò ricoprendosi di un velo di sudore: non può esistere cosa più felice di questa, pensai. (Shuji, voce narrante)
  • Io fino a oggi sono stata insieme a Shu-chan, certo è stato breve eppure è stato un sacco divertente: aveva sempre il batticuore, se anch'io avessi avuto ancora il cuore visto che sono piccina di certo battendomi un sacco forte si sarebbe rotto. Sono felice di aver amato tanto. (Chise, messaggio telepatico a Kawakara)
  • Kawakara: Vi siete divertiti a sufficienza? Ormai alla ragazza non resta più tempo, ormai ciò che la può salvare è solo la guerra. Io non sto, non lo sto dicendo per ragioni di lavoro: io vorrei salvare la ragazza, è soltanto questo. Così come lei è necessaria per noi, noi siamo necessari per lei.
    Shuji [mostrando le medicine per Chise]: Queste sono la vita di Chise? [...] Mi risponda: queste sono la vita di Chise? Una volta finite queste che ne sarà di Chise?
    Kawakara: A poter salvare la ragazza ormai non rimane che il combattere. Non che sia colpa della ragazza e certo nemmeno tua, nemmeno nostra: non c'è alcuna alternativa, [...] lasciandola così non si può sapere cosa accadrà: è pericoloso! [...]
    Shuji: Chise è mia moglie, ormai non le farò più uccidere nessuno. Giunto quel momento sarò io a uccidere Chise.

Episodio 12, Canzone d'amore

  • Non posso più sentire la voce di Chise, io ascolto attentamente le parole di Chise che non dovrei poter sentire e le comprendo. [...] Riesco a sentire il pianto di Chise, riesco a sentire il suono della vita di Chise. Chise li trasmette a me: ma certo, questa è di certo una canzone, una canzone che ascoltava. (Shuji, voce narrante)
  • Shuji: Ma Chise... Chise potrà vivere?
    Kawakara: Probabilmente, solo che in quale forma lo farà? Una persona di livello basso come il mio non può saperlo. Ciò che verrà dopo sarà un fallimento oppure l'eternità?
    Shuji: Ma Chise... Ma Chise, lei vivrà?
    Kawakara: Vivrà. Ormai, senza poter più venire fermata da nessuno, senza poter essere più uccisa, è probabile che giungerà sino alla fine della fine.
  • Tu mi avevi detto una cosa, non è vero? Mi avevi detto di tornare dalla mia famiglia. Sia mia moglie che mia figlia quel giorno sono morte a Sapporo. Mia figlia aveva la stessa età della signorina Chise. Non c'era alcuna alternativa, nessuno ne porta colpa. (Kawakara, a Shuji, prima di suicidarsi)
  • Quando leggerai questo diario Shu-chan chissà se ormai io non sarò più vicino a te. Anche senza di me mangi regolarmente? Ti fai il bagno regolarmente? [...] Shu-chan, per averti fatto venire insieme a me con il mio egoismo, scusami. Per avermi fatto scappare come in una fuga d'amore, scusami. L'aver vissuto come moglie e marito con Shu-chan queste tre settimane non le dimenticherò assolutamente. Shu-chan, ora ritorna a casa dalla tua famiglia per favore, visto che per dare realtà al mio egoismo te ne sei andato di casa lasciando solo una lettera: di certo si saranno preoccupati. (Chise, voce narrante)
  • La città protetta da Chise... ma nella sua vera natura Chise cosa sarà mai: un eroe o un mostro? Oppure una divinità protettrice? o un distruttore? [...] Chise in lingua Ainu[4] ha il significato di "casa". (Uomo che dà un passaggio a Shuji)
  • Senti Shu-chan, nel caso che tu dovessi farcela a raggiungere la nostra città ci sarebbe una cosa soltanto, una richiesta che vorrei farti: vorrei che tu andassi in quel luogo in cui ci siamo baciati per la prima volta. (Chise, dal diario lasciato a Shuji)
  • Chise: Tu hai così tanta paura di questo pulcino? Ma che cosa sarebbe?
    Shuji: Sarebbe un bambino! Quella frase significa "voglio fare un bambino", scema!
    Chise: Ma che... il viso mi scotta, il petto mi batte forte forte: che sia questo che vuol dire "mi vergogno"? Senti, ma cos'è che avviene nell'atto di riproduzione: un qualcosa di così spaventoso?
    Shuji: Scema, non c'è niente di spaventoso. Senti, vogliamo provare a farlo?
  • Ma lo facciamo veramente? senti, un momento: ormai Chise non ha più lo stesso corpo di prima. Be', l'apparato riproduttivo è quello meno necessario e certo per la cronaca ce l'ho, però [...] per di più non potrei certo provare il piacere conseguente all'atto riproduttivo e inoltre come potrei fare? Cominciando ad agitarmi probabilmente finirei per ucciderti. (Chise a Shuji)
  • Chise: Non ti va più di farlo? Be', in effetti è meglio così: anche Chise sai, anche lei lo sapeva e infatti come pensavo non sento niente, non posso neanche fare il pulcino: non c'è niente di collegato. Eh già, visto che quello riproduttivo è l'apparato maggiormente inutile, sai.
    Shuji: Scema, magari per un'arma potrà anche essere inutile però vedi...
    Chise: Stupido, non mi stavo riferendo all'essere un'arma ma a quel che a breve sarà della Terra.
  • E da lì noi due, per tante e tante volte ci desiderammo a vicenda ed entrambi provammo piacere scaturito da delle persone, fatto solo di desiderio e piacevolezza. Un'amore senza risultati e per questo Chise piangeva dicendo "scusami tanto" come se il provare la gioia dell'essere vivi per Chise fosse peccato, e Chise pianse per tante volte. (Shuji, voce narrante)

Episodio 13, E poi, noi due ci ameremo

  • Shuji: Scusami mammina, ma io non posso restare insieme a te. Io, io ho una donna che amo, le avevo detto che sarei andato da lei: le ho fatto questa promessa. [...]
    Padre di Shuji: Sbrigati ad andare, Shuji. Non devi preoccuparti, con la mammina ci sono io. Metticela tutta.
  • E poi, noi due quel giorno, per tante e tante volte ci confortammo a vicenda e poi una volta stanchi, come fossimo stati un unico corpo, come a dire "non ci separeremo mai" ci addormentammo tenendo gli occhi il più vicino possibile. Questo era parte dell'amore, era tutto quanto: fu anche la fine. (Shuji, voce narrante)
  • Shu-chan, te lo ricordi? In passato [...] spesso si disse che la Terra sarebbe stata distrutta, persone del passato ne diedero come delle predizioni, non è così? Be', quando ero piccola io ci credevo sul serio e allora "io morirò prima ancora di compiere i vent'anni",[5] mi dissi. Per tante e tante volte ho pianto da sola; io... io vorrei dirlo alla me stessa di quel tempo, "per la Terra è tutto a posto" dirle. Mentirle. [...] E così avrei evitato di piangere tanto, avrei evitato di avere paura. (Chise)
  • "Vivi e combatti fino alla fine", mi hai detto, mi hai persino donato la piacevolezza delle cose sconce. "Amami fino alla fine", mi hai detto. [...] Senti Shu-chan, sei stato tu a dirmi che io avrei dovuto vivere e per questo Shu-chan, nel momento in cui questo pianeta finirà stiamo insieme. (Chise)
  • Tutti quanti abbiamo sofferto, ormai più nessuno può salvarsi. Perciò, sai, io sai, in verità tutti gli abitanti di questa città, le persone a cui voglio tanto bene pensavo di uccidervi tutti in un solo colpo per il vostro meglio. Prima della fine, in un istante, senza darvi alcun dolore, senza farvi soffrire. (Chise, a Shuji)
  • Shu-chan scusami. Io ormai non esisto che all'interno di Shu-chan. Questo è il mio massimo sforzo. E dire che ero appena riuscita a proteggerti, Shu-chan: scusami, ormai non posso più neanche darti un bacio, non possiamo più toccarci né fare le cose sconce; scusami tanto, Shu-chan. (Chise)
  • Noi due abbiamo memorizzato tutte le nostre azioni, ci siamo sobbarcati di tutti i relativi peccati e fino all’esaurirci delle nostre vite continueremo a scontarli. Perché io sono il ragazzo e Chise e la ragazza, e se anche fosse solo per un tempo breve come di un singolo istante stando uno accanto all'altra vivremo.

Explicit

Il suono della Terra che tremava alla sua fine l'avevo sentito come il suono del battito del cuore di Chise; quel suono per noi due e per questo pianeta fu l'ultimo e massimo canto, una canone d'amore. Noi due ci ameremo, vivremo. (Shuji)

Citazioni tratte dal manga

Lei, l'arma finale

Manga

Immagine Saishu Heiki Kanojo.png.
Titolo originale

最終兵器彼女
Saishū heiki kanojo

Lingua originale giapponese
Paese Giappone
Genere fantascienza, sentimentale
Autore Shin Takahashi
Testi italiani Claudia Baglini
Pubblicazione 2004
Editore italiano Panini Comics - Planet Manga

Incipit

La scuola che frequentiamo io e la mia ragazza si trova in cima a questa lunga salita. Man mano che si sale, in basso si comincia a vedere il Mar del Giappone. Siccome è una salita faticosa, i turisti non si spingono mai fin quassù. Dentro di me ho sempre amato molto questo paesaggio. A parte questo, però, tutto il resto lo odio cordialmente. Qualcuno ha avuto la bella idea di appioppare a questa salita un nome assai particolare... ["Salita dell'inferno"] E poi detesto questa città circondata dalla campagna, in cui non succede mai niente. (Shuji, voce narrante)

Capitolo 1, Io e Chise ci stiamo innamorando

  • Chise è molto carina. Però è così lenta... è piuttosto bassa e un po' timida. Inoltre è anche un po' ottusa, e i suoi risultati scolastici sono alquanto scarsi. La stessa Chise è consapevole di non possedere nessun talento particolare, a parte quello per la storia, materia in cui va stranamente bene. Non fa che ripetere "Mi dispiace tanto!"... e il suo motto preferito è: "Voglio diventare più forte". In breve, Chise è un'incapace. (Shuji, voce narrante)

Capitolo 3, Gli ultimi giorni – Parte 1

  • Durante quest'ultima settimana, non c'è stato giorno in cui la TV non abbia parlato del raid aereo. Eppure, a forza di rivedere le stesse immagini alla televisione, anche noi che siamo stati testimoni oculari della vicenda abbiamo sviluppato una strana sensazione di irrealtà... La TV fa sembrare tutto finto. Per questo motivo io e i miei amici abbiamo deciso di smettere di guardare il telegiornale. (Shuji, voce narrante)
  • Perché mi ritrovo con questo corpo? Che cosa ho fatto di male? Si tratta forse di una punizione? Una punizione per la mia debolezza, perché mi faccio sempre proteggere dagli altri senza mai poter offrire niente in cambio? Nessuno deve sapere che sono l'Arma Finale, e quindi non posso chiedere consiglio a nessuno. Questo mi pesa molto. (Chise, dal diario di coppia con Shuji)

Capitolo 3, Gli ultimi giorni – Parte 5

  • Perdonami, dopotutto non esiste al mondo un'arma che non uccida le persone... Shu... forse sarebbe meglio se io morissi... (Chise)

Capitolo 3, Gli ultimi giorni – Parte 6

Panoramica di Sapporo dall'Asahiyama Memorial Park
  • Chise: Che te ne fai di una come me? Perdonami, Shu... io voglio continuare a vivere...
    Shuji: In futuro... [...] verremo di nuovo a vedere la città dall'alto come stasera, non è vero? [...] Io... vorrei trovarmi un lavoro [...]. Tu rimarresti a casa a preparare la cena... ma siccome sei lenta di certo al mio ritorno saresti ancora ai fornelli. Avresti dimenticato di scaldare l'acqua del bagno... e di accendere il bollitore per preparare il riso. Io direi, sospirando: "Sei sempre la solita lumaca...", e poi ti inviterei a mangiare fuori con lo stipendio appena ricevuto. E così andremmo al ristorante portandoci dietro i bambini... [...] Una volta finita la cena potremmo salire fin quassù e... [...] ridendo, diremmo: "Ti ricordi come ci sembravano gravi, allora, i nostri problemi? E invece, alla fine, si sono risolti tutti quanti"...

Capitolo 4, La senpai Fuyumi – Parte 1

  • A volte penso che sia meglio se le parole non esistessero affatto. Allora, forse, io e Chise riusciremmo a capirci più facilmente... (Shuji, voce narrante)

Capitolo 4, La senpai Fuyumi – Parte 2

  • E così Shuji sorride troppo spesso... Tsk! Di cosa si lamenta, Chise? E io, cosa dovrei fare? Per me non sorride mai nessuno... (Akemi, voce narrante)

Capitolo 4, La senpai Fuyumi – Parte 4

  • Shuji: Coraggio, facciamoci una foto. Non ne abbiamo neanche una che ci ritragga insieme... visto che si trattava di un'occasione speciale, ho preso in prestito la macchina fotografica di mio padre.
    Chise: Una foto? No, non mi va. [...] Vedi, Shu... se mi facessi una fotografia, in un certo senso... perderei ogni stimolo. Finché sono ancora viva, qui, in carne e ossa... voglio che guardi me, e non una mia foto. Voglio che... che mi dimostri [...] che esisto davvero.... Ti prego... voglio che tu mi faccia sentire di non essere completamente sola.

Diario – Parte 2

  • Sei fortunata, Chise. Sai, anch'io ho una moglie... si sente sempre sola e per questo incolpa il sottoscritto. È una rompiscatole, e mi crea un sacco di problemi. Per dirla tutta, a guardarla dall'esterno, è una donna davvero insopportabile. Tuttavia io l'amo. Purtroppo sono destinato a morire. Ormai la mia fine è vicina... la guerra che stiamo combattendo, è una guerra vera. Ho già scritto il mio testamento, che comprende mia moglie e i miei genitori. [...] Naturalmente, io non voglio morire. Vorrei vedere la donna che amo, e stringerla tra le braccia. Sei fortunata a vivere, Chise... sei fortunata ad aver trovato un ragazzo che ti piace. (Testu)
  • Sai, Shu, l'unica materia in cui riesco veramente bene è la storia... che racconta di uomini che tanto hanno costruito e tanto hanno distrutto. Purtroppo, le città che ho raso al suolo passeranno alla storia per colpa mia... e i loro abitanti non mi perdoneranno mai. Ma un giorno... [...] un giorno... spero di riuscire finalmente a perdonare me stessa. Anche perché non c'è persona al mondo... che possa davvero perdonarmi. Né mio padre... né mia madre... ne Shu... nessuno mi perdonerà mai. (Chise, voce narrante)

Capitolo 4, La senpai Fuyumi – Parte 5

  • Shuji... [...] coraggio, toccami il seno. Mio marito dice che il seno femminile ha un effetto terapeutico sugli uomini! A quanto pare, serve a scacciare l'ansia e l'irritazione... anche se onestamente, in quanto donna, non so bene cosa pensare. Sei fortunato a essere nato uomo, Shuji... (Fuyumi, mentre tenta di sedurre Shuji)
  • Maledizione! Io sono il ragazzo di Chise... eppure [...] nonostante tutto, non voglio credere... che la mia fidanzata sia una specie di mostro! [...] Senza neanche capire cosa stesse succedendo, Chise si lasciò contagiare dal mio dolore, e cominciò a scusarsi a ripetizione con le lacrime agli occhi. In realtà, penso che questa sua mania di scusarsi sempre... nasca dal fatto che Chise è profondamente convinta di essere la persona peggiore della Terra. In quel momento, quando percepii questo suo stato d'animo, provai un dolore immenso. Allora levai gli occhi al cielo, nel tentativo di frenare le lacrime. Ma non riuscii a trattenere uno starnuto... e Chise si mie a ridere per la sorpresa. (Shuji, voce narrante, dopo il terremoto causato da Chise che ha distrutto un piano della scuola)

Capitolo 4, La senpai Fuyumi – Parte 6

  • Perdonami Shu... Finora non te ne ho mai parlato, ma... se non mi sottopongo a una regolare revisione delle parti meccaniche del mio corpo rischio di morire. Perdonami, ti prego. Ormai sono un'arma... quindi devo sottopormi a una regolare manutenzione. Ma sono anche un essere umano... e come tale, ho bisogno di determinate medicine. Ormai non si può tornare indietro, purtroppo. (Chise)

Capitolo 5, Su questo pianeta – Parte 2

  • Se partecipassi allo scontro, morirebbero ancora più persone. L'unica differenza... è che, se partecipassi al conflitto... invece delle persone che amo... e che conosco... le persone che sono nate nel mio stesso paese... [...] che amo profondamente... al loro posto... morirebbero coloro che è mio dovere uccidere... ma che comunque sono abitanti della Terra. Quindi che differenza farebbe la mia presenza? E soprattutto, cosa cambierebbe per me? Proprio niente. A parte il fatto che il dolore... e l'angoscia... si farebbero ancora più intensi! (Chise, ai soldati che chiedono il suo aiuto perché al fronte sono in difficoltà)

Capitolo 5, Su questo pianeta – Parte 4

  • Non avrei mai voluto scoprire cosa significa sospettare di chi si ama. Non avrei mai voluto scoprire quanto possano diventare crudeli le persone, quando sono innamorate. Non avrei mai voluto scoprire quest'angoscia che mi attanaglia il cuore. (Chise)

Capitolo 6, Amore – Parte 1

  • È più divertente stare insieme ad altri uomini. È più piacevole passare il tempo insieme agli amici. E poi... attraverso l'amore... si finisce per scoprire dei lati di stessi che avremmo preferito non vedere. (Shuji)
  • Partecipare a una guerra, Atsuhi... questo non significa morire. Significa uccidere! Sei davvero disposto a uccidere? Ammazzerai delle persone in nome di Akemi? Non ne saresti mai capace, razza di cretino! (Shuji)

Capitolo 6, Amore – Parte 2

  • Che strano... è come se la mia mente fosse indipendente dal corpo. A volte ho l'impressione che dentro di me convivano due individui distinti! Razionalmente mi rendo conto che è sbagliato, ma in fin dei conti... lo Shuji che ama Chise... e quello che la teme... finiscono entrambi per ferirla. (Shuji)

Capitolo 7, L'addio – Parte 7

  • Tetsu: Dimmi una cosa, Chise... Per quale motivo ti trovi qui, sul campo di battaglia? Perché combatti? Perché uccidi le persone?
    Chise: Perché io... voglio sopravvivere. Perché me lo chiedi, Testu? Non capisco il senso della tua domanda. Puoi forse vivere senza mangiare, senpai? E quando hai voglia di fare sesso, come in questo momento... riesci forse a mettere da parte i tuoi bisogni fisiologici e a fare finta di nulla? Quindi, ti prego, non trattarmi come una stupida. Sarò anche un'arma... ma sono pur sempre una donna innamorata. [...] Se riesco a sopravvivere, allora potrò amare! [...] E amare fa di me un essere umano. In fondo è una cosa naturale, no?
  • Quando facciamo l'amore, usiamo la parte del corpo più vulnerabile, quella che non mostriamo mai a nessuno. D'altra parte, è l'unico modo per provare piacere. È questo che succede, quando un uomo e una donna sono insieme. Le parti più esposte dei corpi e delle anime si incontrano... si sfregano l'una con l'altra! È ovvio che in questo processo si provi un po' di dolore. D'altra parte, se gli organi genitali non vengono in contatto tra loro... diventa impossibile darsi reciprocamente piacere. È così che funziona, tra uomo e donna! (Tetsu)

Capitolo finale, Parte 1

  • Ormai nessuno era più in grado di sentire la voce di Chise. Io riuscivo a capire le sue parole perché mi sforzavo di prestare attenzione ai suoni che cercava di emettere, e tendevo bene le orecchie. Avevo l'impressione di riuscire a comprenderne i sentimenti molto meglio, rispetto a quando potevo sentirne la voce. [...] Per questo ascoltavo ciò che diceva con calma, con attenzione, in modo che lei non si accorgesse dei miei sforzi. La ascoltavo in modo da assaporare ogni sua parola... Quando rideva di gioia, quando piangeva di dolore, quando fremeva di rabbia. Chise comunicava con me. Come una canzone che ho già sentito da qualche parte. (Shuji)
  • Quella notte il tempo si guastò e si scatenò un uragano. [...] La pioggià durò fino al mattino. Come la vita di Chise. (Shuji)

Capitolo finale, Parte 5

  • Nel linguaggio degli Ainu,[4] la parola "Chise"... significa "casa". (Uomo che offre un passaggio a Shuji)

Capitolo finale, Parte 8

  • Chise: Cosa significa "perdonami"? Questa frase mi dà un senso di nostalgia... "perdonami"... Dimmi, Shu... cosa vuol dire? "Perdonami"... perché quando lo dico mi si stringe il cuore? Che significa "perdonami"?!
    Shuji: Di sicuro significa... "essere umano".

Capitolo finale, Parte 10

  • Ricordi, Shu? Una volta mi hai detto che dovevo vivere. Perciò... quando questo pianeta morirà, Shu, spero che tu sarai insieme a me. (Chise)
  • Quando per questo pianeta sarà arrivata la fine, vieni sulla terrazza. Se mi consideri ancora la tua fidanzata... allora voglio che tu venga. Fra due o tre giorni, all'alba il cielo si tingerà di rosso. Quello sarà il segno che è arrivata la fine. Stai molto attento, perché ci saranno dei terremoti fortissimi. Quando saranno passati, dopo un breve intervallo, arriverà la fine. Scusami. Sarà una fine avvilente, dolorosa e triste. (Chise, dalla lettera di addio a Shuji)

Note

  1. Termine usato per indicare, nei gruppi, gli individui più giovani e con meno esperienza che hanno bisogno del supporto dei senpai cioè dei membri con maggiore anzianità. Per approfondire vedi la voce corrispondente su Wikipedia.
  2. La strada in salita che conduce alla scuola.
  3. Nella cultura giapponese esistono gli shinigami, molteplici dei che esistono solo per procurare la morte. Per approfondire vedi la voce corrispondente su Wikipedia.
  4. 1 2 Popolazione originaria dell'isola di Hokkaidō, della quale rimangono alcuni gruppi che non si sono integrati nella cultura giapponese che vivono in villaggi lungo le coste o i fiumi. per approfondire vedi la voce corrispondente su Wikipedia.
  5. All'epoca in cui è ambientato l'anime i giapponesi raggiungevano la maggiore età al compimento dei venti anni; dal 2022 il limite è stato portato a diciotto anni. Per approfondire vedi la voce Seijin no hi su Wikipedia.

Bibliografia

  • Shion Takahashi, Lei, l'arma finale, traduzione di Claudia Baglini sotto la supervisione della Shogagukan, Panini Comics – Planet Manga, Modena, gennaio – luglio 2004

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