religione monoteista fondata da Maometto nel VII secolo, basata sugli insegnamenti del libro del Corano Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
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Citazioni sull'Islam e i musulmani.
Abbiamo importato un mostro e questo mostro si chiama Islam. (Geert Wilders)
Anche l'islam esalta l'inattingibile gloria divina, un sole accecante che al massimo lascia un riflesso nella pozzanghera d'acqua che è l'uomo, per usare un'immagine di quella religione. Eppure, l'autentico approdo dell'orazione è l'intimità tra il fedele e il suo Dio, tant'è vero che la stessa spiritualità musulmana tende a questo abbraccio. (Gianfranco Ravasi)
Chiunque, conoscendo l'Antico e il Nuovo Testamento, legga il Corano, vede con chiarezza il processo di riduzione della Divina Rivelazione che in esso s'è compiuto. È impossibile non notare l'allontanamento da ciò che Dio ha detto di Se stesso, prima nell'Antico Testamento per mezzo dei profeti, e poi in modo definitivo nel Nuovo per mezzo del Suo Figlio. Tutta questa ricchezza dell'autorivelazione di Dio, che costituisce il patrimonio dell'Antico e del Nuovo Testamento, nell'islamismo è stata di fatto accantonata. Al Dio del Corano vengono dati nomi tra i più belli conosciuti dal linguaggio umano, ma in definitiva è un Dio al di fuori del mondo, un Dio che è soltanto Maestà, mai Emmanuele, Dio-con noi. L'islamismo non è una religione di redenzione. Non vi è spazio in esso per la Croce e la Risurrezione. Viene menzionato Gesù, ma solo come profeta in preparazione dell'ultimo profeta, Maometto. È ricordata anche Maria, Sua Madre verginale, ma è completamente assente il dramma della redenzione. Perciò non soltanto la teologia, ma anche l'antropologia dell'Islam è molto distante da quella cristiana. Tuttavia, la religiosità dei mussulmani merita rispetto. Non si può non ammirare, per esempio, la loro fedeltà alla preghiera. L'immagine del credente in Allah che, senza badare al tempo e al luogo, cade in ginocchio e si immerge nella preghiera, rimane un modello per i confessori del vero Dio, in particolare per quei cristiani che, disertando le loro meravigliose cattedrali, pregano poco o non pregano per niente. (Papa Giovanni Paolo II)
Ci sono musulmani di ogni tipo. L'idea di chiuderli in una sola identità è sbagliata. (Amartya Sen)
Da quando l'URSS non controlla più le spinte dal basso contro la ricchezza planetaria e alla loro testa si è posto l'Islam, la sopravvivenza del mondo ricco è in pericolo. (Emanuele Severino)
Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto. A quanto vedo, l'Islam è la causa principale della decadenza oggi così evidente nel mondo musulmano, e, benché sia meno assurdo del politeismo degli antichi, le sue tendenze sociali e politiche sono secondo me più pericolose. Per questo, rispetto al paganesimo, considero l'Islam una forma di decadenza anziché una forma di progresso. (Alexis de Tocqueville)
È superfluo dire che il vero significato dell'Islam è incompatibile con l'abuso maligno, demagogico o reazionario che viene fatto dei suoi principii. Tutte le manovre che si fondano su di un tale abuso (sfortunatamente la nostra stessa società è stata più volte vittima di tali manovre nel passato e nel presente) costituiscono l'opposto del vero spirito e del vero significato dell'Islam. (Mohammad Reza Pahlavi)
[Sui fondamentalisti islamici] Essi non ci danno pace e neppure noi dobbiamo dargliene. Non possiamo vivere sullo stesso pianeta, e sono contento, perché io non voglio viverci. Non voglio respirare la stessa aria di quegli psicopatici assassini, torturatori, stupratori e abusatori minorili. È questione di "o io o loro". Sono contento di ciò, perché so che saranno loro. È un obbligo e una responsabilità sconfiggerli, ma è anche un piacere. Non lo vedo affatto come un lavoro sporco. (Christopher Hitchens)
I Mussulmani ricordano con nostalgia la «democrazia dell'Islam», sotto i primi Califfi, e la loro sorprendente carriera di vittorie. (Jawaharlal Nehru)
I musulmani possono diventare dei veri francesi? Eccezionalmente sì, ma in generale no. Molti dogmi fondamentali dell'islam si oppongono ai nostri principi. Con alcuni, e penso ai musulmani liberali che hanno ormai perso la fede, ci sono accomodazioni possibili. Ma con altri, e mi riferisco a coloro che aspettano il Madhì, non v'è nessuna possibilità di accordo. (Charles de Foucauld)
Il mondo islamico dispone di un fattore di mobilitazione ridivenuto irresistibile: il fanatismo religioso; o meglio il collante religioso come alimento della contrapposizione e resistenza contro l'Occidente. Se oggi esso è, al di là degli eccessi retorici con cui se ne parla, il principale «pericolo» per la pax americana, ciò dipende, in ultima analisi, dalla scelta – perseguita per mezzo secolo – di far fallire comunque la diffusione del «modello sovietico» nel mondo arabo-islamico, di impedire la sua espansione oltre i confini dell'ormai laicizzata «Asia sovietica». (Luciano Canfora)
Il terrorismo è figlio della marcescenza di una religione come quella musulmana che negli ultimi decenni si è andata radicalizzando come vera e propria ideologia. E questo è l'Islam contro il quale dobbiamo capire di essere in guerra. (Toni Capuozzo)
Il vero vizio dell'Islam, la sua vera causa d'inferiorità politica non è nel suo domma, né nella sua morale, ma nella confusione dello spirituale col temporale, della legge religiosa colla civile. Il Corano essendo insieme Bibbia e codice, le parole del Profeta tenendo il posto del diritto, le leggi ed i costumi sono per sempre resi sacri dalla religione e da questo solo fatto deriva che la civiltà maomettana è necessariamente stazionaria. (Anatole Leroy-Beaulieu)
L'autentico Mussulmano è il vero rivoluzionario. L'Islam è la più grande rivoluzione nella storia della nostra nazione araba e dell'umanità. (Hafiz al-Asad)
L'Islam considera l'uomo quale egli è nella sua natura essenziale, e Dio quale Egli è nella sua assoluta realtà. Il punto di vista islamico è fondato sulla considerazione dell'Essere divino quale è di per se stesso, e non in quanto incarnato nella storia. (Hossein Nasr)
L'Islam è costruito su cinque [pilastri]: l'attestazione che non c'è divinità degna di essere adorata se non Allah e che Maometto è il Messaggero di Allah; l'esecuzione della preghiera; il versamento della zakā; il pellegrinaggio e il digiuno [durante il mese di] Ramadan. (Maometto)
L'Islam è un cancro terminale dell'Occidente, bisogna estirparlo prima che le metastasi si diffondano in Italia. (Daniela Santanchè)
L'islam è un'ideologia travestita da religione, l'hanno riconosciuto perfino persone illuminate di quel mondo. (Antonio Socci)
L'islam è una religione, come tutte le altre, con una serie di idee e di pratiche relative alla morale, all'etica, a Dio, al cosmo e alla morte. Ma allo stesso tempo potrebbe essere inserito in una classe completamente diversa, che include il comunismo, la democrazia parlamentare, il fascismo e così via, poiché l'islam è anche un progetto sociale, un'idea di come dovrebbe essere gestita la politica e l'economia, con un sistema legale, civile e penale tutto suo. Ma l'islam può anche essere inserito all'interno di un'altra classe ancora, che include la civiltà cinese, indiana, occidentale e così via, perché esiste un intero universo di manufatti culturali [...] che può essere definito propriamente islamico. O l'islam può essere visto come una storia mondiale parallela a tutte le altre, le quali si contaminano reciprocamente. Visto in questa luce, l'islam è una vasta narrazione che si dipana lungo i secoli, ancorata alla nascita di quella prima comunità alla Mecca e a Medina quattordici secoli fa. (Tamim Ansary)
L'Islam è una religione di pace, umanità e fratellanza. Che dice: è un preciso dovere quello di dare un'educazione a ogni bambino. (Malala Yousafzai)
L'Islam è uno dei fondamenti della cultura europea. Non potremmo nemmeno pensare a una vera Europa senza il contributo islamico. (Moni Ovadia)
L'Islam in linea di principio è sempre una religione illuminata: sono gli individui che la interpretano in maniera letterale e irrazionale a farla apparire oggigiorno come foriera di violenza, guerra, terrore. Ma ai musulmani va comunque la responsabilità di non aver difeso la propria religione. Avrebbero dovuto reagire immediatamente quando si sono palesate persone che pretendevano di commettere attentati in nome dell'Islam. (Tahar Ben Jelloun)
L'Islam, senza sopravvalutare in alcun modo il lato debole e limitato della natura umana, non considera l'uomo come il portatore di una volontà pervertita ma come un essere essenzialmente teomorfico il quale, in quanto rappresentante di Dio sulla terra, è la teofania centrale dei nomi di Dio e delle sue qualità. (Hossein Nasr)
L'Islam, spesso lo si dimentica, è un'eresia del cristianesimo. (Paolo Prodi)
L'Islam vede la religione come un modo di vivere, un insieme di comportamenti, una legge, un ideale politico; mancano invece quasi del tutto quelle connotazioni strettamente sacerdotali e liturgiche, che appaiono essenziali alla nostra idea di religione. (Ambrogio Donini)
L'utopia retrospettiva nel pensiero islamico significa che frequentemente l'idea del futuro si è appiattita sul passato; si è preteso cioè di costruire il futuro ripetendo e riproducendo in modo identico ciò che è accaduto nel passato. (Massimo Campanini)
La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno. (Nostra aetate
La distinzione fra potere e forza è anche evidente in una sfera del tutto diversa: quella della devozione religiosa, nelle sue molteplici sfumature. Ogni fedele sta costantemente in balìa della forza del dio e ne è a suo modo soddisfatto. […] Le religioni di questo tipo accentuano il concetto di predestinazione divina [...] l'Islam e il Calvinismo sono specialmente noti per questa tendenza. I loro fedeli anelano alla forza divina. (Elias Canetti)
Lei naturalmente saprà che è stato l'Islam a parlare per primo delle libertà delle donne, a dare loro prestigio, rispetto. Dice la Scrittura: se vuoi entrare in Paradiso, rispetta tua madre, poiché il Paradiso sta sotto i piedi di tua madre. Non dice mica rispetta tuo padre! L'Islam per primo ha dato alle donne parità di diritti. (Muhammad Zia-ul-Haq)
– Ma... Abitate in Islam? – L'Islam non è un paese, è una Fede! (Che bella giornata)
Ma dai tempi di Maometto l'Islam fu una religione missionaria e conquistatrice, che mescolava l'ambito religioso con quello politico, che disprezzava i confini nazionali ed etnici, una religione la cui semplicità e assenza di misteri anticipava già quell'«unità dell'umanità» che l'Islam voleva instaurare con un'ostinata lotta. (Ernst Nolte)
Ma perché i musulmani non dovrebbero avere, per esempio, un posto dove andare a pregare? Ma che razza di cristiani siete, voi ciellini? Voi forse credevate di leggere il Vangelo e invece era il Corrierino dei Piccoli. (Adriano Celentano)
Maometto ha fatto calare dal cielo e messo nel Corano non soltanto dottrine religiose, bensì massime politiche, leggi civili e penali, teorie scientifiche. Il Vangelo, invece, non parla che dei rapporti generali degli uomini con Dio e fra di loro. All'infuori di questo non insegna nulla e non obbliga a credere nulla. Già basta questa, tra infinite ragioni, per indicare che la prima di queste due religioni non potrebbe reggere a lungo in tempi culturalmente illuminati e democratici, mentre la seconda è destinata a regnare in quelli come negli altri. (Alexis de Tocqueville)
Nell'Islam, forse più che in altre branche religiose di misticismo, la ricerca dell'unione assume la forma di un viaggio verso Dio; il Sufi parla dei diversi stadi come di 'stazioni' alle quali si perviene solo in virtù di un incessante sforzo. (Jean Campbell Cooper)
Nell'Islam religione e scienza si affrontano, ma inizialmente è la scienza che domina. La parola d'ordine è competizione: competizione tra le religioni, competizione tra gli Stati. (Claude Allègre)
Non c'è dubbio che l'Islam vuole governare il mondo. Quando i musulmani diventano una maggioranza in qualsiasi paese poi hanno l'obbligo religioso di governarlo. (Raymond Leo Burke)
Non c'è nessun popolo del mondo che anche nella propria religione sia più democratico dei musulmani. (Mohammad Ali Jinnah)
Non dimentichiamoci che quella musulmana, per esempio, non prevede il confronto pacifico con le altre religioni. [...] Far finta che sia una religione come ogni altra, con differenze solamente rituali o simboliche è profondamente sbagliato. (Toni Capuozzo)
Non esiste, a mio parere, nell'islam contemporaneo una filosofia pura à la Cartesio o à la Kant. La filosofia contemporanea in terra d'islam ha dovuto sempre fare i conti con l'islam, innanzitutto, cioè con una concezione della vita, del mondo... che, evidentemente, ha lasciato un'orma incancellabile. (Massimo Campanini)
Non si può dire che l'Islam è una religione di pace, perché l'Islam non significa pace. L'Islam significa sottomissione. Pertanto, il musulmano è colui che si sottomette. C'è posto per la violenza nell'Islam. C'è posto per il jihad nell'Islam. (Anjem Choudary)
Non sono stata picchiata per un principio religioso, ma per gelosia, da un uomo umiliato. Solo per questo. Coloro che si trincerano dietro l'Islam per giustificare un'azione del genere mentono; coloro che pensano sinceramente – e ce ne sono – che il Corano incoraggi tali pratiche, sbagliano. È una faccenda di mentalità maschile, niente di più. Il Profeta ha insegnato l'amore, non certo l'odio che oggi viene propagato da alcuni dei suoi zelatori. (Rania al Baz)
Non si incontra mai l'islam o una religione, bensì uomini e donne che appartengono a determinate tradizioni religiose e per i quali questa appartenenza è un aspetto di un'identità molteplice e non monolitica. (Enzo Bianchi)
[Sulla sua esultanza con la maglia con scritto "I love Allah"] Per replicare a chi insulta l'Islam con film ignobili. Prego cinque volte al giorno, faccio il Ramadan, non bevo, non fumo e rispetto tutti. L'Islam è tolleranza, però la Francia vieta il velo alle donne. Ma pure a Firenze, il mio amico El Hamdaoui è a disagio perché se sua moglie esce di casa velata la guardano male, e lui ha bisogno di sentirsi bene per dare il massimo. (Adel Taarabt)
Quelli i quali negano all'Islam ogni avvenire nella evoluzione politica dei tempi futuri, potrebbero ricevere un giorno qualche spiacevole smentita. [...] L'Islam è in movimento, e quantunque si muova con la sua caratteristica, direi quasi geologica, lentezza, tuttavia avanza nel suo cammino, e la sua stessa lentezza è manifestazione di forza, è sintomo di durevole tenacia. (Leone Caetani)
Se esiste una libertà di stampa che arriva a offendere i valori sacri dell'Islam, io sono contro questa libertà. (Ali Akbar Hashemi Rafsanjani)
Seguo l'islam con attenzione e ho dovuto rassegnarmi al fatto che ogni musulmano è obbligato a seguire la sharia: la legge del taglio della mano e della lapidazione. E ho scoperto che no, la sharia è immutabile, oggi come mille anni fa. Questo è in contrasto con i diritti delle donne, dei bambini, dei gay e di tutte le persone libere. Qualcuno mi smentisca e io cambierò idea. (Benjamin Carson)
Se la rapidità con cui una religione si estende fosse una prova della sua veracità, niuna sarebbe più vera di quella proclamata da Maometto, la quale in men di cento anni fece sventolare i vittoriosi suoi vessilli dalle rive del Gange a quelle del Garigliano. (Aurelio Bianchi-Giovini)
Straniera in casa tua | ma a casa mia | sovrana del lamento. | Oriente, che cosa mi hai fatto? | Ti ho amato, ma mi hai portato solo vergogna. | Mi hai sfigurata come un esercito di cieche Shahrazad, | mi hai nutrita del desiderio delle stelle | nei rapidi istanti del fulmine... | ma tutto ciò da dietro un velo. (Amal al-Juburi)
Tutti amano la democrazia, specialmente se li riguarda personalmente, ma l'islam non è l'opposto della democrazia; rappresenta semplicemente un universo di riferimento completamente diverso. All'interno di quell'universo può esistere la democrazia, la tirannia, e tutto quello che c'è nel mezzo. (Tamim Ansary)
Una religione che non ha attraversato la modernità. E il cui richiamo al trascendente è un lamento contro il potere del consumo che ormai domina nel mondo occidentale. (Paolo Prodi)
Analizzando la sequenza e la durata delle dinastie politiche nel mondo musulmano, si nota come esse siano state tutte relativamente brevi, estinguendosi nell'arco di poche generazioni: perché la legittimità del loro potere era tanto fragile da venire sostituito da un altro.
La storia politica del mondo musulmano è intrisa di sangue, a iniziare dai primi califfi dell'islam: di essi uno soltanto, Abu Bakr, morì di morte naturale, gli altri tre furono ammazzati perché considerati dei tiranni. In realtà nelle sue strutture politiche il mondo musulmano ha sempre enfatizzato il pericolo di cadere nel disordine e dunque ha visto nella tirannia una minaccia permanente.
La violenza intrinseca nell'islam la cogliamo nei loghi dei gruppi islamici, dove compare ovunque il Corano abbinato a delle armi e a violente prescrizioni di Allah.
Perché loro [i fondamentalisti islamici] hanno qualche cosa che noi non abbiamo ed è la passione. Hanno la fede e la passione. Nel male, in negativo, ma l'hanno. Noi non l'abbiamo più, l'abbiamo persa, la nostra forma di società ha inaridito l'animo, ha inaridito il cuore della gente. Perfino nei rapporti amorosi c'è meno passione. In quanto alla fede, nel nostro mondo è una parola quasi sconosciuta. Loro sono più stupidi di noi ma sono profondamente appassionati, dunque più vitali. Perfino la guerra, che è un atto di passione – passione in negativo, la ferocia, il sangue –, è diventata sterile, pulita. Questa mancanza di passione si riflette nella nostra vita quotidiana perché, al posto della passione, abbiamo il benessere, la comodità, il raziocinio. Tutto quello che siamo è frutto di raziocinio, non di passione.
Soprattutto non credo alla frode dell'Islam Moderato. Come protesto nel libro Oriana Fallaci intervista sé stessa e ne L'Apocalisse, quale Islam Moderato?!? Quello dei mendaci imam che ogni tanto condannano per eccidio ma subito dopo aggiungono una litania di «ma», «però», «nondimeno»? È sufficiente cianciare sulla pace e sulla misericordia per essere considerati Mussulmani Moderati? È sufficiente portare giacche e pantaloni invece del djabalah, blue jeans invece del burka o del chador, per venir definiti Mussulmani Moderati? È un Mussulmano Moderato uno che bastona la propria moglie o le proprie mogli e uccide la figlia se questa si innamora di un cristiano? Cari miei, l'Islam moderato è un'altra invenzione. Un'altra illusione fabbricata dall'ipocrisia, dalla furberia, dalla quislingheria o dalla Realpolitik di chi mente sapendo di mentire. L'Islam Moderato non esiste. E non esiste perché non esiste qualcosa che si chiama Islam Buono e Islam Cattivo. Esiste l'Islam e basta. E l'Islam è il Corano. Nient'altro che il Corano. E il Corano è il Mein Kampf di una religione che ha sempre mirato ad eliminare gli altri. Una religione che ha sempre mirato a eliminare gli altri. Una religione che si identifica con la politica, col governare. Che non concede una scheggia d'unghia al libero pensiero, alla libera scelta. Che vuole sostituire la democrazia con la madre di tutti i totalitarismi: la teocrazia.
Una religione che si identifica con la politica, col governare. Che non concede una scheggia d'unghia al libero pensiero, alla libera scelta. Che vuole sostituire la democrazia con la madre di tutti i totalitarismo: la teocrazia. Come ho scritto nel saggio "Il nemico che trattiamo da amico", è il Corano non mia zia Carolina che ci chiama «cani infedeli» cioè esseri inferiori poi dice che i cani infedeli puzzano come le scimmie e i cammelli e i maiali. È il Corano non mia zia Carolina che umilia le donne e predica la Guerra Santa, la Jihad. Leggetelo bene, quel "Mein Kampf", E qualunque sia la versione ne ricaverete le stesse conclusioni: tutto il male che i figli di Allah compiono contro di noi e contro sé stessi viene da quel libro. È scritto in quel libro. E se dire questo significa vilipendere l'Islam, Signor Giudice del mio Prossimo Processo, si accomodi pure. Mi condanni pure ad anni di prigione. In prigione continuerò a dire ciò che dico ora. E continuerò a ripetere: «Sveglia, Occidente, sveglia! Ci hanno dichiarato la guerra, siamo in guerra! E alla guerra bisogna combattere».
L'Islam dice: ogni bene esiste grazie alla spada e all'ombra della spada! Le persone non possono essere obbedienti se non con la spada! La spada è la chiave del Paradiso, che può essere aperto solo per i Santi guerrieri!
L'Islam ha precetti per ogni cosa che riguardi l'uomo e la società. Questi precetti vengono dall'Onnipotente e sono trasmessi all'uomo tramite il Suo Profeta e Messaggero. C'è da sorprendersi di fronte alla maestosità di questi comandamenti, i quali ricoprono ogni aspetto della vita, dal concepimento alla tomba! Non vi è argomento sul quale l'Islam non abbia espresso un giudizio.
L'Islam o è politica o non è nulla.
L'Islam rende obbligatorio per tutti i maschi adulti, a condizione che non siano disabili o incapaci, di prepararsi per la conquista di altri paesi in modo che le scritture dell'Islam siano obbedite in ogni paese del mondo.
L'Islam: tramite la conversione all'Islam, il corpo, la saliva, le secrezioni nasali e il sudore di un uomo o una donna non musulmani diventano automaticamente puri.
La fede e la giustizia islamica esigono che all'interno del mondo musulmano non si consenta la sopravvivenza di governi anti-islamici. L'instaurazione di un potere laico pubblico equivale all'opposizione attiva al progresso dell'ordine islamico.
La giustizia islamica si basa sulla semplicità e sulla facilità. Appiana tutti le rimostranze penali e civili nella maniera più conveniente,elementare e spedita possibile. Tutto ciò che richiede è che un giudice islamico, munito di calamo, inchiostro e due o tre esecutori, si rechi al villaggio, giunga al suo verdetto su qualsiasi tipo di caso, e che lo renda immediatamente esecutivo. Guardate all'attuale costo, in termini di tempo e denaro, nella società occidentale, con tutte quelle procedure giuridiche che permeano ogni processo in nome di principi alieni all'Islam!
Se le leggi punitive dell'Islam fossero applicate anche solo per un anno, tutte le devastanti ingiustizie e immoralità verrebbero estirpate.
Se vogliamo l'Islam, che bisogno c'è di aggiungere che vogliamo la democrazia? Sarebbe come dire che vogliamo l'Islam e che bisogna credere in Dio.
Un governo islamico non può essere totalitario o dispotico, bensì costituzionale e democratico.
La maggioranza di noi non è musulmana perché ci pensa, ma perché ci nasce. Siamo musulmani, punto e basta.
Noi musulmani schiacciavamo la dignità di chi aveva la pelle più scura della nostra e sfruttavamo senza pietà i neri africani. Adesso non ditemi, per favore, che era una durezza appresa dai coloni inglesi, perché allora sorge spontanea una domanda: per quale motivo non avevamo imparato anche a lasciare spazio all'iniziativa imprenditoriale dei neri, così come gli inglesi ne avevano lasciato alla nostra?
Perché siamo ostaggio di quanto accade tra israeliani e palestinesi? Come spiegare la persistente vena di antisemitismo che percorre l'Islam? Chi ci vuole veramente colonizzare: l'America o l'Arabia? Per quale ragione continuiamo a sprecare il talento e la ricchezza delle donne, che rappresentano il cinquanta per cento abbondante della creazione divina? Cosa ci rende tanto sicuri che gli omosessuali meritino il nostro ostracismo – se non addirittura la morte – quando, secondo il Corano, tutto ciò che Dio crea è «eccellente»? Certo, il Corano dice molte altre cose, ma che scusa abbiamo per prenderlo alla lettera, quando è tanto ambiguo e contraddittorio?
Quanti di noi sanno fino a che punto l'Islam è un «dono degli ebrei»? L'unità della creazione, l'intrinseca e spesso misteriosa giustizia divina, la nostra capacità innata di creature di Dio di scegliere il bene, il senso della nostra vita terrena, l'infinitezza di quella ultraterrena: queste e altre idee portanti del monoteismo sono pervenute ai musulmani tramite l'ebraismo. Per me fu una scoperto sconvolgente perché ne derivava che l'Islam non aveva alcuna necessità di alimentare l'antisemitismo. Anzi, semmai avevamo molti più motivi di esser grati agli ebrei che non di odiarli.
Se l'Islam è flessibile dovrebbe esserlo anche in senso migliorativo, non solo peggiorativo, giusto?
Se un maggior numero di noi sapesse che l'Islam è il prodotto di mescolanze e contaminazioni, e non uno stile di vita assolutamente originale, se comprendessimo cioè la natura ibrida della nostra cultura spirituale, saremmo più disposti ad accettare «l'altro»?
I musulmani convertirono a milioni i cristiani e cancellarono la fede in Gesù da interi paesi ma non riuscirono a convertire gli ebrei.
L'ebraismo – come è stato detto, seppure in modo un po' semplificato – è la religione della speranza; il cristianesimo della carità; l'islamismo della fede.
Tutto intero l'Islàm, al di là di ogni scuola, non ha dimenticato un hadit di Maometto, un detto, cioè, tramandato dalla tradizione orale dei primi discepoli e considerato fonte di rivelazione accanto al Corano. Quell'hadit ha conservato una parola del profeta dell'Islàm rivolta a Fatima [sua figlia]: «Tu sarai la padrona delle donne nel Paradiso, dopoMàryam». Una superiorità, dunque, nello stesso Cielo musulmano, di quella che i cristiani chiamano Regina Coeli. [...] così che i pellegrini islamici, seppur non organizzati, non sono mai mancati a Fatima e ora vanno sempre crescendo. [...] È singolare che, in tanto parlare di ecumenismo, Maria è il «luogo» dove musulmani e cristiani (quelli, almeno, cattolici e quelli ortodossi) sono vicini più che ovunque altrove.
Come il cristianesimo, l'islam ha un progetto planetario. I cristiani volevano cristianizzare tutti, compresi i cosiddetti "selvaggi", quelli che non erano nemmeno considerati esseri umani, che abitavano nelle foreste... Popolazioni che i missionari consideravano come "scimmie" eppure volevano evangelizzarli lo stesso. Per farli diventare umani. L'islam ha la stessa ambizione planetaria di fare regnare Allah sulla terra.
È una religione straordinaria o forse non è una religione, chissà se riuscirà dove la ragione per ora ha fallito. Ma è presto per dirlo, sono soltanto due secoli che Dio è morto, dobbiamo aspettare che sia stramorto per dire davvero che abbiamo imparato a vivere senza di lui, perché l'umanità nei millenni ha sempre vissuto all'ombra di qualche divinità. Il punto però è che oggi l'offerta dell'Islam ha un successo strepitoso e francamente poco comprensibile.
Il sistema islamico, come tutti i sistemi totalitari, afferra l'individuo come si fa in un computer, ne cancella la memoria per fargli il lavaggio del cervello e poi ci iscrive un nuovo software che controlla tutte le funzioni come se ne fosse il direttore spirituale.
L'islam è un'idea, la parola di Dio per i musulmani, che il sistema religioso ha socializzato attraverso la moschea, la scuola coranica e un codice giuridico (la sharia) fortemente vincolante. Spinta all'estremo, una tale organizzazione può diventare abominevole, ed è così che dinanzi all'islam moderato che non vuole forzare le coscienze si è sviluppato l'islamismo che impone senza alcuna discussione, col pretesto che Dio non tratta con le sue creature...
Nella sua guerra totale contro il mondo moderno, l'islam radicale ha dovuto adattare i suoi metodi all'ambiente, ha approfondito tutti i sistemi totalitari che sono esistiti nel XX secolo: lo stalinismo, il fascismo, il nazismo. L'islam radicale riduce a zero la capacità degli uomini di pensare, di decidere, di inventare. E li uccide nella loro responsabilità, nella loro famiglia, nella loro cultura, ne fa dei meri esecutori.
Gli schiavi formano un'ulteriore sottospecie nel sistema sociologico islamico. Ovviamente gli schiavi di religione musulmana sono superiori a quelli di diversa ubbidienza, e in entrambi i casi le donne sono considerate «un po' meno uguali», almeno secondo la giurisprudenza coranica. La schiavitù è stata ufficialmente bandita dagli stati musulmani. L'ultima ad intraprendere questo passo coraggioso è stata la Mauritania (1980), ma a tutt'oggi si calcola che vi sia una popolazione di schiavi ammontante a 250.000 individui, vale a dire il 10% del totale. Per tutto il XIX secolo, l'abolizione della schiavitù venne fieramente contrastata dai teologi islamici che la vedevano come una diretta violazione delle leggi divine.
L'intero sistema islamico consiste di cosiddetti Hodud, o limiti che semplicemente non si devono oltrepassare. L'Islam non riconosce la libertà illimitata d'espressione. Chiamateli tabù, se volete, ma l'Islam considera una vasta gamma di soggetti come permanentemente chiusi. La maggior parte dei musulmani è pronta ad essere di mentalità aperta su molte cose, ma mai su qualsiasi cosa tocchi anche remotamente la loro fede.
Nella visione musulmana del mondo non c'è traccia di diritti fondamentali, almeno nell'accezione occidentale del termine, e soltanto una ristretta gerarchia di valori individuali e collettivi viene osservata. L'Islam respinge qualsiasi gerarchia di valori umani che sia basata su nozioni come razza, nazionalità o classe. Il nazionalsocialismo hitleriano, che si basava sull'asserita superiorità della razza ariana, sarebbe stato inconcepibile in Iran, e ugualmente inconcepibile sarebbe il sistema dell'apartheid come viene praticato in Sudafrica con l'appoggio della chiesa riformata olandese. Però ciò non toglie che l'Islam, respingendo così fermamente il concetto d'uguaglianza, non sia capace di sviluppare un suo proprio sistema segregazionista: infatti, sotto la legge coranica gli esseri umani vengono anzitutto divisi sulla base del sesso, e le donne non hanno gli stessi diritti dell'uomo. Gli studiosi islamici hanno scritto una quantità di volumi per dimostrare che la disparità tra uomini e donne non danneggia sostanzialmente gli interessi materiali e spirituali di queste ultime. Se ciò corrisponda o meno a verità, non è nostro compito discuterlo in questa sede; quello che ci preme invece sottolineare è il fatto che una Costituzione in cui venga stabilito che gli uomini e le donne sono uguali e che, di conseguenza, godono di uguali diritti ed opportunità, non può essere accettata dal mondo islamico.
Per i musulmani, la religione non è semplicemente parte della vita. È la vita, in realtà, che fa parte della religione. I musulmani non possono capire un concetto che non ha regole, che non ha limiti. La credenza occidentale nei diritti umani, che sembra non avere limiti, è estraneo alle tradizioni islamiche.
Poche culture tengono la parola scritta o stampata in così tanta riverenza come i musulmani, anche se la grande maggioranza è analfabeta. Quando un musulmano vuole vincere una discussione dice, «È scritto».
Oggi, per la prima volta, la mia fede - che è stata costruttrice di civiltà - s'impone come mera forza di terrore, di repressione e di distruzione. Il punto è che voi occidentali date voce solo alle tendenze peggiori.