- Diversi decreti governativi hanno suscitato il dolore e la vergogna del popolo ungherese, hanno eccitato le passioni ed hanno fatto scorrere il sangue di migliaia di persone. Uno di questi decreti è stato quello che proclamava la legge marziale nei confronti dei combattenti della libertà, l'altro quello che chiedeva l'intervento delle truppe sovietiche. Consci di tutte le nostre responsabilità, noi dichiariamo dinanzi alla storia che il presidente del Consiglio Nagy non era al correnti di questi due decreti e non li ha firmati. (dichiarazione radiofonica, ottobre 1956)[1]
Da Il resoconto di Rákosi
Aprile 1956, riportato in Appunti di Nagy sul 20º Congresso, L'Unità, 15 giugno 1989
- La cricca di Rákosi era staliniana e tale è rimasta: l'abito non fa il monaco.
- I fatti dimostrano che la direzione tipo Rákosi in passato ha commesso una serie di gravi errori, sbagliando senza remissione anche su questioni teorico-politiche ed economiche fondamentali. Adesso cercano di far credere, dimenticando i gravi errori e gli sbagli precedenti, che hanno sempre ragione.
- [Su Mátyás Rákosi] Preferisce sacrificare gli interessi del partito e del paese, piuttosto che riconoscere i propri errori.
- Rákosi si è sempre definito, fino in tempi recentissimi, intelligente, previdente e saggio e non ingannabile, uno che non sbaglia e non commette errori. Quando invece dovrebbe rispondere di gravi errori e colpe, da un momento all'altro fa finta di essere il più sempliciotto, il più ingenuo degli uomini, che chiunque può menare per il naso. Bisogna farla finita con queste scuse così balorde e infantili di un dirigente. Se è vero quello che afferma, e cioè che è stato ingannato e fuorviato, allora è una stupida testa di rapa, che non può stare nella direzione del paese e del partito. Se invece, con menzogne come queste, vuole soltanto salvare la pelle, come effettivamente è, allora è lui che considera stupide teste di rapa il popolo ungherese e il proprio partito, illudendosi che chiunque creda ai suoi insulsi tentativi di giustificazione. In un modo o nell'altro, Rákosi deve scomparire totalmente dalla vita pubblica ungherese. Questo è il presupposto per eliminare il dominio del terrore di Rákosi, in tutte le sue forme e con la sua atmosfera putrida.
Discorso radiofonico, 28 ottobre 1956; L'Unità, 29 ottobre 1956
- Popolo ungherese! Nella scorsa settimana, si sono diffusi, con una tragica velocità, sanguinosi avvenimenti, in conseguenza dei tragici errori e dei delitti dell'ultimo decennio. Essi hanno trovato il loro epilogo negli avvenimenti di cui siamo stati testimoni coi nostri propri occhi. Nell'ultimo millennio circa, il destino non ha risparmiato il nostro popolo da duri colpi, ma scosse simili a quelle che abbiamo vissuto questi giorni, la nostra patria forse non le aveva mai viste.
- È chiaro che che gli elementi controrivoluzionari si sono sforzati di profittare anche di questa insurrezione, contro il popolo e contro la democrazia popolare. È inconfutabile anche il fatto che questo movimento è stato generato da un possente sforzo per la democrazia e la giustizia, che ha unito tutto il popolo. Questo movimento si è posto come fine la conquista dell'indipendenza e della sovranità del nostro popolo.
- Popolo ungherese! In questi difficili giorni la gente aveva la tendenza a vedere solo le pagine oscure di dodici anni trascorsi. Ma guardiamo alle cose con realismo: anche questi dodici anni hanno i loro successi, permanentemente validi che voi, popolo ungherese, contadini, lavoratori e intellettuali, vi siete conquistati al fianco del partito. La nostra patria risorta conta su voi, sul vostro lavoro creativo, su voi che siete la migliore garanzia della nostra patria.