Maycomb era una piccola vecchia città, anche nel 1932, quando io cominciavo appena a conoscerla. Ci faceva un gran caldo. I colletti inamidati degli uomini erano già flosci alle nove del mattino, i signori facevano il bagno prima di pranzo e lo rifacevano dopo il sonnellino delle tre. E la sera erano ridotti come pasticcini umidi di sudore e infarinati di talco. Le giornate erano lunghe 24 ore ma sembravano molto più lunghe. Nessuno aveva fretta perché non c'era dove andare e niente da comprare, e soprattutto non c'era danaro per comprarlo, malgrado qualcuno avesse detto che la contea di Maycomb non avesse nulla da temere, tranne il timore stesso. Quell'estate io avevo sei anni. (Scout) [voce narrante, da adulta]
Citazioni in ordine temporale.
Me lo ricordo quando mio padre mi regalò quel fucile; mi disse di non puntarlo mai contro nessuno e di sparare solo alle scatole di latte in giardino. Poi mi disse che prima o poi la tentazione di sparare agli uccellini mi avrebbe vinto, e che potevo sparare a tutti gli uccelli che volevo, se li coglievo, ma di ricordarmi che era peccato sparare a un usignolo[1] [...] perché sono uccellini che non fanno niente di male, cantano e fa piacere sentirli, non mangiano le sementi, non fanno il nido nelle madie, non fanno altro che rallegrarci col loro cinguettio. (Atticus)
Be', io... io stavo sulla veranda e lui passò lì davanti. C'era un vecchio armadio che non serviva in giardino e... e i-io gli dissi [a Tom Robinson]: "Senti, se fai a pezzi questo vecchio armadio io ti regalo 20 cents". Allora lui entrò nel giardino e... io stavo rientrando per prendere i soldi. Mi voltai e lui mi venne addosso. Io mi misi a urlare, ma lui mi teneva per il collo e.. e mi picchiava con tutta la forza che aveva. A un tratto mi accorsi che papà era anche lui nella stanza accanto a me che gridava: "Chi è stato? Chi è stato?" (Mayella Ewell)
Miss Jean Louise... il signor Arthur Radley; io penso che già ti conosca. (Atticus)
[arringa] Per prima cosa questo processo non doveva nemmeno essere fatto. L'accusa non ha prodotto nessuna, dico, nessuna prova medica che il delitto a Tom Robinson ascritto sia stato commesso. Si è basata invece sulla deposizione di due testimoni, deposizioni che non solo sono state messe in serio dubbio dal mio controinterrogatorio, ma che sono state completamente smentite dall'accusato. Esistono inoltre degli indizi abbastanza precisi che Mayella Ewell sia sta picchiata selvaggiamente da qualcuno che ha usato quasi esclusivamente la sinistra, e Tom Robinson, che voi vedete avanti a voi, ha prestato giuramento con l'unica mano valida che possiede, la destra. Io sento solo della pietà, nel mio cuore, per la testimone dell'accusa. Essa è una vittima della povertà e dell'ignoranza. Ma la mia pietà non arriva certo a permetterle di mettere a repentaglio la vita di un uomo, cosa che ha fatto per tentare di scagionarsi della sua colpa. E ho detto "colpa", signori, perché è stato il senso di colpa a motivare il suo contegno. Ella non ha commesso delitti, ha semplicemente violato un rigido, severo e antico codice della nostra società, una regola così severa che chiunque la violi viene cacciato dalla nostra comunità come un cane rabbioso. E lei doveva distruggere la prova del suo errore. Ma qual era la prova di questo errore? Tom Robinson, un essere umano. Lei doveva fare in modo che Tom Robinson scomparisse. Tom Robinson era per lei un ricordo scottante di ciò che aveva fatto. E cosa aveva fatto? Aveva adescato un negro. Lei, bianca, si era offerta a un negro. Aveva fatto qualcosa che nella nostra società è imperdonabile: aveva baciato un negro. Non un vecchio servo, ma un uomo negro giovane e forte. Aveva dimenticato quel codice nel farlo, ma immediatamente dopo ne sentì tutta la durezza. I testimoni dell'accusa, eccetto lo sceriffo della contea di Maycomb, sono venuti davanti a voi, signori, davanti a questa corte con la cinica sicurezza che nessuno avrebbe messo in dubbio le loro parole, fiduciosi che tutti voi li avreste... li avreste seguiti nel preconcetto, nel falso preconcetto, che tutti i negri mentono, che tutti i negri sono fondamentalmente degli immorali, che non bisogna mai fidarsi di lasciare un negro vicino a una donna bianca. Un preconcetto inevitabile nelle menti di quel calibro, e che è fondamentalmente falso, e sul quale non mi sembra necessario che io insista. E così un povero, umile, rispettabile negro che ha avuto l'imperdonabile temerarietà di provare compassione per una donna bianca deve cimentare la sua parola contro quella di due bianchi. L'accusato non è colpevole, ma qualcun altro in quest'aula lo è. Ora, signori, nel nostro Paese i tribunali sono giusti e democratici, e nei tribunali tutti gli uomini sono considerati eguali. Io non credo di essere un idealista se credo fermamente nell'integrità dei nostri tribunali e dei nostri giurati. Non si tratta di un ideale, è una realtà di mente operante, e ho fiducia che voi signori esaminerete senza preconcetti le testimonianze che avete udito e darete un verdetto che restituisca quest'uomo alla famiglia, In nome di Dio, fate il vostro dovere. In nome di Dio, credete a Tom Robinson. (Atticus)
Noi sappiamo che non tutti gli uomini furono creati eguali, nel senso che molta gente vorrebbe farci credere: sappiamo che vi sono persone più intelligenti di altre, più capaci di altre per natura, uomini che riescono a guadagnare più denaro, donne che fanno dolci migliori, individui dotati di qualità negate invece alla maggioranza degli uomini. Ma c'è una cosa, nel nostro paese, di fronte alla quale tutti gli uomini furono davvero creati uguali: un'istituzione umana che fa di un povero l'eguale di Rockefeller, di uno stupido l'eguale di Einstein, e di un ignorante l'eguale di un rettore di università. Questa istituzione, signori, è il tribunale. (Atticus)
Atticus: Se riesci a imparare una cosa sola, vedrai che ti troverai molto meglio anche a scuola. Non riuscirai mai a capire una persona se non cerchi di vedere le cose anche dal suo punto di vista. Scout: E cioè? Atticus: Devi cercare di metterti nei suoi panni e andarci a spasso. Scout: Ma se io seguito ad andare a scuola non potremo più leggere insieme. Atticus: Scout, lo sai che cos'è un compromesso? Scout: Fregare la legge? Atticus: Ehm... no. È un accordo, è un venirsi incontro a mezza strada. Senti, sai che facciamo? Tu accetti il principio che si deve andare a scuola, e io continuerò a farti leggere lo stesso tutte le sere, come abbiamo fatto finora. Affare fatto?
I vicini portano da mangiare quando muore qualcuno, portano dei fiori quando qualcuno è ammalato, e altre piccole cose in altre occasioni. Boo era anche lui un nostro vicino, e ci aveva dato due pupazzi fatti col sapone, un orologio rotto con la catena, un coltello... e le nostre vite.
Una volta Atticus mi aveva detto: "Non riuscirai mai a capire una persona se non cerchi di metterti nei suoi panni, se non cerchi di vedere le cose dal suo punto di vista". Ebbene, io quella notte capii quello che voleva dire. Adesso che il buio non ci faceva più paura, avremmo potuto oltrepassare la siepe che ci divideva dalla casa dei Radley, e guardare la città e le cose dalla loro veranda. Accadde tutto in una notte, la notte più lunga, più terribile... e insieme la più bella di tutta la mia vita. (Scout) [voce narrante, da adulta]
↑ In lingua originale: «[...] but to remember it was a sin to kill a mockingbird.» Questa battuta, da cui è ricavato il titolo originale del film, fa riferimento al mimo (mockingbird), un uccello americano capace di imitare il cinguettio di altri uccelli. Il curatore dei dialoghi italiani, data la difficoltà di far capire al pubblico italiano il riferimento a quel particolare tipo di uccello, decise di sostituire nella battuta doppiata il "mockingbird" con l'usignolo. Cfr. Il buio oltre la siepe, VicoloStretto.net e "Il buio oltre la siepe", AntonioGenna.net.