sovrano persiano, fondatore dell'Impero achemenide (r. 559-530 a.C.) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Ciro II di Persia detto Ciro il Grande o Ciro il Maggiore (590 a.C. – 529 a.C.), imperatore persiano.
[Ultime parole rivolte ai figli] Non vogliate pensare, o figli miei dilettissimi, che nel lasciare questo mondo, io cessi di essere in mezzo a voi e rientri nel nulla. Anche nel corso della mia vita non fu mai da voi veduta l'anima mia, tuttoché quanto fu da me operato fosse per voi argomento di credere che essa abitasse questo corpo. Persuadetevi della di lei esistenza anche se vi è invisibile. Per verità sarebbero inutili gli onori resi alle mute ceneri dei trapassati, se alla nostra pietà non venissero chiesti dal voto delle anime di essi, cui torna dolce di vedere conservata la propria memoria. Non crederò mai che l'esistenza dell'anima sia vincolata al corpo, e che spengasi nell'uscirne, e molto meno che inerte rimanga nel disgiungersi dall'inerte materia. Bensì che sciolta una volta dalla sostanza corporea, l'anima ritorni alla limpidezza e semplicità primitiva. In allora soltanto scintillerà il lampo della suprema intelligenza. E siccome in morte la natura dell'uomo cade in dissoluzione, ed ogni di lei elemento vediamo ritornare alla sua origine, ed ogni cosa ridursi ai principi da cui derivò: l'anima sola sì nell'atto di vestire che d'abbandonare la fragile spoglia terrena, sfugge ai nostri sensi. Osservate la morte; nulla più del sonno le rassomiglia. E tuttavia dormendo l'anima palesa la propria divina essenza, a tale punto che nella libertà dei sogni talora udiamo predire l'avvenire. Da ciò è permesso di immaginare cosa sia per divenire una essenza così sottile disciolta da ogni terreno legame. Se dunque l'anima è aspettata da tanto destino, venerate la mia quale partecipe della divinità. Se poi perisse con il corpo, voi però devoti agli Dei, che presiedono a così mirabile prodigio, non cessate di serbarmi pia ed onorata memoria.[1]
A te Ciro, gran re, re dei re, re Achemenide, da parte mia, lo Sciainscià dell'Iran e da parte del mio popolo, salve. [...] Eccoci davanti alla tua dimora eterna, per dirti solennemente, dormi in pace. (Mohammad Reza Pahlavi)
Ho pensato talvolta quanti regimi democratici sono stati abbattuti da chi preferiva qualunque altro regime piuttosto che la democrazia; e ancora quante monarchie e oligarchie sono state distrutte dalle fazioni popolari, e che, di quanti hanno tentato di farsi tiranni, alcuni furono fatti fuori immediatamente, altri invece – indipendentemente dalla durata del loro governo – sono stati ammirati come saggi e felici [...] Considerando tutto questo mi ero convinto che un nato uomo su qualunque animale può governare fuorché su altri uomini. Ma quando riflettuto che c'era stato Ciro [...] fui costretto a ravvedermi. (Senofonte)
L'unità dell'impero di Ciro il Grande era frutto non soltanto di conquiste territoriali ma anche di tolleranza fra le nazioni e di comprensione. I diritti d'ogni popolo soggetto erano salvaguardati, e le sue leggi e i suoi costumi godevano del massimo rispetto. In quel nostro primo impero io sono portato a trovare qualcosa dello spirito delle Nazioni Unite, la cui istituzione doveva avvenire circa venticinque secoli più tardi. (Mohammad Reza Pahlavi)
Ma l'astuzia dei tiranni nell'abbrutire i propri sudditi si dà a vedere nel modo più chiaro in quel che Ciro fece ai Lidi [...] escogitò un grande espediente per assicurarsela: fece aprire bordelli, taverne e sale da gioco, emanando un'ordinanza che obbligava gli abitanti a frequentarli. (Étienne de La Boétie)
Nell'anno primo del regno di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola che il Signore aveva detto per bocca di Geremia, il Signore destò lo spirito di Ciro re di Persia, il quale fece passare quest'ordine in tutto il suo regno, anche con lettera: "Così dice Ciro re di Persia: Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra; egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio in Gerusalemme [...]". (Libro di Esdra)
Questo glorioso eroe, la cui infanzia è favolosa, e la vita molto incerta, scacciò dal trono, secondo alcuni scrittori, il suo avolo, e secondo altri, gli successe pacificamente nell'impero: tutti però sono d'accordo nel conoscerlo qual fondatore della monarchia Persiana. (Giulio Ferrario)
Dice il Signore del suo eletto, di Ciro: | "Io l'ho preso per la destra, | per abbattere davanti a lui le nazioni, | per sciogliere le cinture ai fianchi dei re, | per aprire davanti a lui i battenti delle porte | e nessun portone rimarrà chiuso".
Io dico a Ciro: Mio pastore; | ed egli soddisferà tutti i miei desideri, | dicendo a Gerusalemme: Sarai riedificata; | e al tempio: Sarai riedificato dalle fondamenta.
"Io l'ho stimolato per la giustizia; | spianerò tutte le sue vie. | Egli ricostruirà la mia città | e rimanderà i miei deportati, | senza denaro e senza regali", | dice il Signore degli eserciti.
↑ Parole riportate da Cicerone in Cato Maior de Senectute, XXII.