Quello è perfetto, questo è perfetto
Dal perfetto viene il perfetto
Anche se il perfetto emana il perfetto,
esso rimane perfetto.
1. Il Signore dimora in tutto questo
Ogni cosa al mondo è tutto il mondo
Se rinunci a tutto, godi tutto
Non creare la ricchezza fuori di te!
Unico, senza moto, va più veloce del pensiero: gli dei non Lo raggiunsero, quando correva davanti a loro! Sì, Egli non si muove, ma oltrepassa gli altri che corrono; in Lui il soffio cosmico ha l'Azione. Sì, Egli si attiva e non si attiva, è lontano, è vicino. Egli è compenetrato nel tutto, ed è di fuori dal tutto. (4-5; 1999)
Colui che vede tutti gli esseri nel Sé e vede il Sé in tutti gli esseri, questi non odia nessuno. (6)[1]
Chi si affida al Non-sapere entra nelle tenebre cieche, e in tenebre più dense colui che si affida al Sapere. In effetti Egli è differente dal Non-sapere e dal Sapere, come hanno detto i profeti il cui insegnamento noi seguiamo. Egli è nello stesso momento il Non-sapere e il Sapere. Colui che l'avrà capito supererà la morte grazie al Sapere, e con il Non-sapere raggiungerà l'immortalità. (10-11; 1999)
O sole, tu che concedi alla forza creativa il suo potere, unico Saggio, trattieni, ti prego, i tuoi raggi! Attenua il tuo splendore, perché io possa vedere la tua benedetta forma! Questo Sé simile al sole, sono io! (16)[1]
Citazioni sul testo
Se tutte le Upanishad con tutte le altre scritture fossero improvvisamente ridotte in cenere, tranne il solo primo verso della Īṣa Upaniṣad lasciato alla memoria degli hindu, l'Induismo vivrebbe per sempre. (Mahatma Gandhi)