concetto metafisico dell’induismo Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Questa è una voce tematica: trovi la fonte di ogni citazione nella voce dell'autore.
Citazioni sul Brahman (ब्रह्मन् in devanagari), principio religioso e filosofico presso l'Induismo.[1]
'Aum Tat Sat' sono state tramandate come le tre parole che designano Brahman (Dio). (Bhagavadgītā)
Brahman nel primo periodo vedico significa preghiera e persino sacrificio; nel periodo delle Upaniṣad significa Essere e Fondamento assoluto, proprio perché il sacrificio era considerato essere tale Fondamento. Il significato formale di Brahman non è cambiato; solo il contenuto materiale del concetto è stato "riempito" diversamente; in un caso Brahman era "sacrificio"; nell'altro "essere". Inutile dire che il processo è stato lungo e continuo, e le parole "essere" e "sacrificio" non rendono con precisione la nozione di Brahman in nessuno dei due casi. (Raimon Panikkar)
È dal Brahman che si emana il cosmo intero, e nella manifestazione 'Quello' viene chiamato Ishvara, o con un qualsiasi altro nome divino. (Jean Campbell Cooper)
Il mondo è una successione ininterrotta di percezioni del Brahman, sicché il mondo sotto ogni profilo altro non è se non il Brahman. (Vivekacūḍāmaṇi)
La realtà imperitura, il Brahman, senza principio e senza fine, che è essenzialmente Parola, appare nella forma dell'insieme degli oggetti: da esso deriva la creazione dell'universo. Esso che è uno, come insegna la rivelazione, appare tuttavia differenziato, per via dei vari poteri che gli ineriscono; appare distinto dai suoi poteri anche se in realtà non lo è. (Bhartṛhari)
Le Upaniṣad lo identificano con l'ātman, Sé e Io assoluto, sintesi di totale essere e di totale conoscere, quindi atto eterno, che veglia nel cuore di ogni creatura umana, in quello stato incondizionato (turīya=«il Quarto») che giace al di là della condizione di sonno profondo (suṣupti). (Pio Filippani Ronconi)
Lo Spirito Supremo e Imperituro è Brahman. La Sua manifestazione indifferenziata (come Kutastha Chaitanya e come anima individuale) è chiamata adhyatma. (Bhagavadgītā)
Questa realtà, chiamata Brahman, è il concetto unificante che dà all'Induismo il suo carattere essenzialmente monistico nonostante l'adorazione di un gran numero di dèi e di dee. (Fritjof Capra)
Questo Brahman, sorgente e fine di ogni cosa, non è un "essere" separato, non è solo all'inizio e alla fine del pellegrinaggio ontico: Brahman è coscienza. Tutti gli esseri non sono altro che riflessi, ombre, pensieri, oggetti, creature di questa coscienza pura. Noi siamo solo in quanto siamo in Brahman e veniamo da Brahman. Egli è l'Unità ultima della realtà. (Raimon Panikkar)
Upaniṣad
Brahman è coscienza e gioia, | la suprema ricompensa di colui che offre doni | e di colui che sta zitto e conosce. (Bṛhadāraṇyaka Upaniṣad)
Conoscenza e beatitudine è il brahman, | premio per chi dona, sublime meta | per chi persevera, ciò conoscendo.
Colui che conosce il Brahman supremo diviene egli stesso Brahman. (Muṇḍaka Upaniṣad)
Colui che non si può esprimere con la parola, ma grazie al quale la parola è espressa ecco: è il Brahman; e non ciò che qui si venera come tale. Colui che non si pensa col pensiero, ma grazie al quale il pensiero è stato pensato, ecco: è il Brahman; e non ciò che si venera come tale. Colui che non si vede con lo sguardo, ma grazie al quale gli sguardi vedono, ecco: è il Brahman; non ciò che si venera come tale. (Kena Upaniṣad)
Due sono, non-nati, il conoscitore e l'ignorante; | il Signore e il non-Signore. L'uno, il fruitore, | è incatenato alle fruizioni; l'altro. l'ātman, | è infinito, di forma universale, inattivo. | Conoscendo il triplice, si conosce anche Brahman. (Śvetāśvatara Upaniṣad)
Esistono, noi sosteniamo, due forme di Brahman: il tempo e il senza-tempo. Ciò che è precedente al sole è il senza-tempo; esso non ha parti. Ciò che comincia col sole, tuttavia, è il tempo e questo ha parti. (Maitrī Upaniṣad)
In principio questo era Brahman, Uno e infinito, infinito a est, infinito a sud, infinito a ovest, infinito a nord, infinito sopra e sotto, infinito in ogni direzione. Per lui non ci sono, naturalmente, direzioni come est e così via, né attraverso, né sopra o sotto. (Maitrī Upaniṣad)
In principio questo [universo], invero, era solo il Brahman. Quello conobbe soltanto sé stesso come: "Io sono Brahman", perciò Esso divenne la totalità. (Bṛhadāraṇyaka Upaniṣad)
"In verità vi sono due forme del brahman: quella materiale e quella immateriale. La forma materiale è l'irreale, la forma immateriale è il reale". (Maitrī Upaniṣad)
Sappi che il Brahman è beatitudine (ānanda), perché dalla beatitudine nascono invero gli esseri viventi, mediante la beatitudine, una volta che sono nati, vivono, nella beatitudine ritornano allorché muoiono. (Taittirīya Upaniṣad)
Sì, Egli non si muove, ma oltrepassa gli altri che corrono; in Lui il soffio cosmico ha l'Azione. Sì, Egli si attiva e non si attiva, è lontano, è vicino. Egli è compenetrato nel tutto, ed è di fuori dal tutto. (Īṣa Upaniṣad)
Sia onore a Brahman! | Sia onore a Vayu! | Tu sei in verità il Brahman visibile. | Io ti proclamerò il Brahman visibile. (Taittirīya Upaniṣad)
↑ Nel periodo vedico è anche denominato con Quello (Tat).