Figlio di Giuseppe D'Anna e di Rosalia Coppolino, da bambino fu affascinato dai dipinti realizzati da modesti pittori sulle carrozze commerciate dal padre.[3]
Gli inizi siciliani e Roma
Il 13 gennaio 1736, a diciassette anni, iniziò la propria carriera come apprendista nella bottega acese di Paolo Vasta, dove restò fino al 1744, assimilando e facendo proprio l'uso di colori vivaci, tipico di alcune scuole barocche romane e napoletane.[1][3]
Tornato a Palermo entrò in rapporti con Olivio Sozzi, in quel momento il più importante pittore della città.
Il 29 febbraio 1745 ne sposò la figlia Aloisia da cui, nel 1746, nacque Alessandro D'Anna. Aloisia e Vito ebbero poi altri tre figli: Olivio, Pietro e Rosalia.[4]
Dopo la nascita di Alessandro, su consiglio del suocero, si trasferì a Roma per un periodo di apprendistato presso Corrado Giaquinto, amico di Olivio Sozzi.
Il ritorno a Palermo (1751)
Nel 1751, di ritorno a Palermo, dipinse gli affreschi della chiesa di Santa Caterina d'Alessandria, del Palazzo Benenati Ventimiglia e della chiesa dei Tre Re.
L'artista acquistò allora un ruolo di primo piano nella città, assumendo negli anni successivi un ruolo culturale dominante: le sue opere erano ormai uno status symbol del patriziato e del clero siciliano.[1][5]
Nel 1756 nacque la figlia Rosalia, anche lei pittrice, allieva prima del padre e poi di Francesco Sozzi. Rosalia fu uno dei suoi modelli favoriti: l'artista la ritrasse in diverse opere.[4]
Tra il 1763 e il 1765 realizzò il grande ciclo di affreschi nella chiesa del Santissimo Salvatore.
Vito D'Anna era affetto da tubercolosi e le fatiche del lavoro alla cupola peggioravano il suo male. Dopo aver dipinto la Gloria degli Angeli nel lanternino, affida la prosecuzione del lavoro ai suoi allievi Vito Coppolino, Giuseppe Testa e Antonio Manno, limitandosi a dirigerli.
Negli anni successivi si limiterà a produrre esclusivamente pale d'altare, angosciato dalla malattia e infelice per l'impossibilità di dipingere a fresco.
Si spense a Palermo il 13 ottobre del 1769, un giorno prima del suo cinquantunesimo compleanno. Fu sepolto nella chiesa di San Matteo al Cassaro a Palermo.[4]
Nel XIX secolo la collezione passò allo studioso Agostino Gallo, poi in casa Alfano e dopo ancora appartenne al barone palermitano Sgadari Lo Monaco.[1]
Attualmente queste opere sono custodite presso Palazzo Abatellis a Palermo.[6]
Il Comune di Palermo ha intitolato via Vito D'Anna in suo onore.[7]
Lo stesso ha fatto il Comune di Acireale.
Le sue opere maggiori si trovano in alcune chiese e palazzi palermitani: la Apoteosi di San Domenico nella chiesa di Santa Caterina d'Alessandria; L'Apoteosi di Palermo a Palazzo Isnello, che contiene una delle sette raffigurazioni monumentali del Genio di Palermo, nume tutelare della città; La Gloria dei principi di Resuttana a Villa Resuttana; la Gloria di San Basilio nella chiesa del Santissimo Salvatore.
1740 - 1744, Madonna dei Raccomandati, affresco, opera realizzata nella chiesa di Maria Santissima dei Raccomandati.
XVIII secolo, Ciclo comprendente le raffigurazioni di Giuditta e Oloferne, Ester e Assuero, realizzazione degli affreschi con la collaborazione di Pietro Paolo Vasta e del figlio Alessandro, opere presenti nella chiesa di Santa Maria delle Grazie o San Camillo dei Crociferi.
Linguaglossa
XVIII secolo, Madonna col Bambino, olio su tela, attribuzione, opera custodita nella chiesa dell'Immacolata Concezione.
XVIII secolo, Apparizione della Vergine a San Leonardo e al Beato Bernardo, dipinto realizzato con la collaborazione di Antonio Manno, opera custodita nella chiesa di San Leonardo di Chiusa Sclafani.
XVIII secolo, Immacolata Concezione, olio su tela, opera custodita nel duomo di San Giovanni Battista di Misilmeri.
XVIII secolo, Addolorata, dipinto, opera proveniente dalla chiesa di Maria santissima Addolorata di Monreale, custodita nel Museo diocesano di Monreale.
1750c., Santa Rosalia incoronata di rose dalla Trinità, olio su tela, cm 250 x 175, opera custodita nel Museo Diocesano.[10]
1751, Apoteosi di San Domenico o Gloria dei Santi domenicani o Trionfo dell'Ordine domenicano, affreschi, opere presenti nella cupola della chiesa di Santa Caterina d'Alessandria.
1751, Trionfo di Minerva, affresco, opera presente nel Palazzo Benenati Ventimiglia.
1751, Allegoria di Virtù, affreschi, opera presente nel Palazzo Benenati Ventimiglia.
1751 - 1752, Trionfo dei Re Magi, affresco, opera presente nella volta della navata della chiesa dei Tre Re.
1751 - 1752, Battesimo di Amilcare e Martirio di Baldassarre, affreschi, opere presenti sulle pareti dell'abside della chiesa dei Tre Re.
1754, Trionfo del nome di Maria, affresco cupola, Trionfo delle Anime purganti, Apoteosi di San Matteo e San Mattia, San Gregorio in gloria, la Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre, Cristo riparatore, affreschi, opere presenti nella volta della chiesa di San Matteo al Cassaro.
1760c., Ultima Cena, Lavanda dei piedi, Ultima Pasqua, Tributo di Cesare, Gesù e Zaccheo, Potete bere il calice che io sto per bere, affreschi realizzati in collaborazione con Antonio Manno, opere documentate nei portici di «Villa Filippina» adiacente alla chiesa di San Francesco di Paola.[11]
XVIII secolo, Santa Margherita, attribuzione, dipinto proveniente dalla distrutta chiesa di Santa Margherita e custodito nella Sala Beccadelli del Museo diocesano.
XVIII secolo, Quadroni a fresco raffiguranti Mosè fra gli Ebrei che compie il miracolo e Sansone che abbatte il tempio, opere realizzate nel presbiterio della chiesa di San Sebastiano.[13]
1760, Assunzione di Santa Rosalia, affresco, opera presente nella volta di un saloncino di Palazzo Isnello di Palermo. (Attribuzione incerta).
XVIII secolo, Cielo della sala del Vestibolo, con lo stemma nobilare della famiglia Oneto retto da angeli, affresco eseguito da Vito D'Anna e Gaspare Fumagalli nella seconda metà del Settecento, opera presente nella Villa Palagonia (Sede del Centro Giustizia Minorile per la Sicilia) di Palermo. (Attribuzione incerta).
"ACCADEMIA DI SCIENZE LETTERE E BELLE ARTI DEGLI ZELANTI E DEI DAFNICI DI ACIREALE" - "Brevi note sulla pittura in Acireale", Elenco e dislocazione opere.
bellissimo, oltre che per la morbidezza del colore, a partire dal rosa, e per la potenza compositiva, per l’ardimento prospettico, con la base della croce che fuoriesce dalla cornice costituendo un riuscitissimo punto di fuga verso il cuore dell’affresco.
Pagina 101, Gaspare Palermo, "Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo" , Volume quinto, Palermo, Reale Stamperia, 1816.
Pagina 341, Gaspare Palermo, "Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo" , Volume primo, Palermo, Reale Stamperia, 1816.
Pagina 241. Giuseppe Maria di Ferro, "Guida per gli stranieri in Trapani: con un saggio storico di Giuseppe Maria di Ferro". Archiviato il 28 settembre 2015 in Internet Archive.
Riproduzione fotografica in G. De Equila, pag 34, fig. 15. 1940.
Agostino Gallo, manoscritto, Secolo XIX.
Ulrich Thieme, Felix Becker, Allgemeines Lexikon der Bildenden Künstler von der Antike bis zur Gegenwart, volume XXXI (ristampa a cura di Frederick Charles Willis e Hans Vollmer, 1950). Lipsia, E.A. Seemann, 1937, pp 316.
A. Giuliana Alaimo, Vito D'Anna il più grande affreschista siciliano del '700 e le sconosciute sue opere in S. Antonio Abate in Palermo, Palermo, 1954.
Renato Roli, Giancarlo Sestieri. I disegni italiani del Settecento. Treviso, Canova Edizioni, 1982. ISBN 88-85066-03-8
Giovanni Bonanno, Il Barocco e Palermo, Giada, 1985.