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Via dell'Agnolo

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Via dell'Agnolo è una lunga strada della zona est del centro di Firenze, che scorre più o meno in direzione parallela all'Arno tra via Verdi e il viale Giovine Italia.

Fatti in breve Nomi precedenti, Localizzazione ...
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Storia

Riepilogo
Prospettiva
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Resti di un rilievo di angelo in angolo con via delle Conce, negli anni '70 e oggi

Il nome della via deriva da san Michele Arcangelo, pacificatore celebrato nel piccolo oratorio della Compagnia di San Michele della Pace, in piazza Sant'Ambrogio, e da una lapide all'angolo con via delle Conce, che ricordava la proprietà di tale compagnia di un edificio proprio, con un rilievo di un angelo e con le iniziali S.[an] M.[ichele] P.[ace]. Tale memoria, distinguibile ancora negli anni settanta, è oggi ridotta a un mozzicone pressoché illeggibile, tanto più che nei lavori di ripristino della facciata metà della lapide è stata nascosta dall'intonaco.

Via dell'Agnolo era stata divisa nel Settecento in cinque tratti, con altrettanti nomi. Dalle mura a via de' Macci si chiamava via delle Fornaci, elementi frequenti in questa zona per la produzione di tegole e mattoni (come testimonia anche la vicina via della Mattonaia); poi fino a Borgo Allegri si chiamava via del Canto alla Briga, nome derivato forse dai litigi che avvenivano in questa zona di residenza popolare (il Canto alla Briga era l'incrocio con via dei Pepi); da borgo Allegri a via de' Pepi via dell'Agnolo; il quarto tratto, tra via de' Pepi e via della Rosa, era chiamato via Laura, dalla pianta dell'alloro (lauro); infine l'ultima porzione si chiamava via delle Santucce, dal nome popolare delle monache agostiniane di San Giovanni in Laterano, che qui avevano il loro monastero, assorbito poi a San Pier Maggiore.

Fin dagli ultimi decenni del Settecento le denominazioni appaiono comunque ridotte a tre, nell'ordine via delle Fornaci, via delle Mete, via dell'Agnolo (la pianta di Ferdinando Ruggieri del 1731 documenta esclusivamente via delle Fornaci e via dell'Agnolo).

La zona era anticamente piuttosto periferica e i numerosi laboratori la rendevano piuttosto sgradevole e malsana, per cui era abitata dalla povera gente. Esisteva un'Arte dell'Agnolo che raccoglieva tutti i lavoratori più umili e quelli scartati dalle altre Arti.

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Descrizione

Riepilogo
Prospettiva

La strada si sviluppa per un lungo tratto interno al quartiere di Santa Croce, collegando il viale della Giovine Italia con via Verdi (canto dei Chierici). Si innestano sul suo tracciato: via Santa Verdiana, via delle Conce, via de' Macci, borgo Allegri, via Michelangelo Buonarroti, via de' Pepi e via Rosa.

La carreggiata, asfaltata, si allarga decisamente nell'ultimo tratto, dopo borgo Allegri, in ragione dell'intervento di risanamento della zona avviato nel 1936, che portò alla distruzione delle vecchie case poste sul lato destro della strada, con l'edificazione di nuovi fabbricati con il fronte comunque arretrato rispetto al precedente filo stradale. Ad eccezione di questi nuovi edifici (eretti tra gli anni trenta e cinquanta del Novecento), la via è per lo più segnata da semplici e comunque antiche case a schiera. Fa eccezione il primo tratto, segnato dalle muraglie di quelli che furono gli antichi monasteri delle Murate e di Santa Verdiana, fino a pochi decenni fa adattati a istituti carcerari e oggi restituiti al quartiere sotto forma di complessi residenziali e sedi universitarie.

La strada è aperta al traffico veicolare con direzione dai viali al centro della città, comunque limitato oltre via Santa Verdiana, dove è una porta a controllo telematico di accesso alla Z.T.L.

Edifici

Ulteriori informazioni Img, N° ...

Lapidi

Accanto al numero 2, la già citata lapide dedicata ad Antonio Pacinotti riporta per intero:

IN ONORE
DI
ANTONIO PACINOTTI DA PISA
INVENTORE DELL'ANELLO MAGNETICO
PEL QUALE ALL'ENERGIA ELETTRICA
GIÀ TRAMUTATA IN MOTO CALORE LUCE
FU APERTA LA VIA
A NUOVE INFINITE APPLICAZIONI

QUESTO RICORDO POSERO
LA SOCIETÀ CONTINENTALE PER IMPRESE ELETTRICHE
E
LA SOCIETÀ ANONIMA DI ELETTRICITÀ
GIÀ SCHUCKERT & C° DI NORIMBERGA
FONDATRICE DELLA
SOCIETÀ TOSCANA PER IMPRESE ELETTRICHE

1898

SOC. ELETTRICA________________ RESTAURÒ
SELT - VALDARNO________________ L'ANNO 1940

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Al 61 la lapide dedicata dal Comune di Firenze all'architetto Antonio Corazzi, con medaglione con il ritratto un bronzo (firmato dalla scultrice e medaglista polacca Czechowska Antoniewska)[11][12]:

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IN QUESTA CASA ABITÒ E MORÌ L'ARCHITETTO
ANTONIO CORAZZI
1792 - 1877
ALLIEVO E MAESTRO DELL'ACCADEMIA DI BELLE ARTI A FIRENZE
AUTORE IN POLONIA DI NUMEROSE OPERE NEOCLASSICHE
TRA LE QUALI IL TEATRO DELL'OPERA DI VARSAVIA
COMUNE DI FIRENZE E ASSOCIAZIONE ITALO-POLACCA IN TOSCANA
IN MEMORIA FIRENZE
ANNO 2004
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Al 123r, sulle case dell'ex-monastero delle Santucce, si legge una vecchia memoria del servizio fognario[13]:


DAL CANTO
CHERICI COMINCIA
LA FOGNA E SEGVITA
A MEZZO VIA DELL'
AGNOLO AL N° 164

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Tabernacoli

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Il tabernacolo della Crocifissione

La via, per la sua stessa natura popolaresca, è punteggiata di numerose testimonianze di devozione popolare. Un Crocifisso tra i santi Verdiana e Antonio abate si trova davanti a via delle Conce (molto ridipinto, di un pittore fiorentino del XVI secolo, che il Carocci disse influenzato da Andrea del Sarto) e fu commissionato probabilmente dalle monache del vicino monastero di Santa Verdiana che dovettero possedere l'edificio.

Un'illeggibile Madonna col Bambino e san Giovannino è all'angolo con via Buonarroti: le foto prima dell'alluvione mostrano un'opulenta Madonna su una scala, col Bambino sulle ginocchia che si propende verso un energico san Giovannino, con una monumentalità dal sapore michelangiolesco; restaurato nel 1953 dai fratelli Benini, fu ridotto a una larva dall'alluvione di Firenze.

Alla cantonata con via de' Pepi si trova un'altra edicola, già decorata da un affresco perduto, che nel 1953 fu sostituito da Annunciazione, opera di Ermanno Toschi che pure sofferse molto per l'alluvione, ma venne poi restaurata e ricollocata una trentina d'anni dopo.

Perduto è invece un tabernacolo dell'Assunta vicino all'angolo di Borgo Allegri. Ne resta traccia nella fototesca storica del Comune di Firenze[14]

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Note

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

Collegamenti esterni

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