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scrittore e romanziere italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Valerio Aiolli (Firenze, 4 luglio 1961) è uno scrittore e romanziere italiano.
Valerio Aiolli ha esordito nella narrativa nel 1995 con una raccolta di racconti, Male ai piedi edita da Cesati. Nel 1999 viene pubblicato dalle Edizioni e/o il suo primo romanzo, Io e mio fratello, nel quale attraverso gli occhi dell'io narrante, un bambino di cinque anni, viene rievocata l'Italia degli anni sessanta;[1] il libro vinse il Premio Fiesole, fu selezionato per il Premio Strega ed è stato finalista al Premio Chianti e al Premio Volterra/Carlo Cassola.[2]
Nel 2001 appare Luce profuga, storia del difficile incontro fra un piccolo imprenditore in crisi e un rifugiato dalla guerra di Bosnia. Nel suo successivo romanzo A rotta di collo (2002, Premio Giusti), Aiolli racconta in forma di "commedia gialla" una vicenda di speculazione edilizia e corruzione nella quale si viene a trovare coinvolto suo malgrado un grafico trentenne aspirante fumettista. Fuori tempo, edito da Rizzoli nel 2004, narra invece quanto possa essere complicato innamorarsi quando si è ben oltre le soglie della terza età.[3] Ali di sabbia (Alet 2007), incentrato sulla colonizzazione italiana della Libia fra il 1911 e il 1940, è stato paragonato da alcuni critici a Tempo di uccidere di Ennio Flaiano.[4]
Alcune delle sue opere sono state tradotte e pubblicate in Germania, Ungheria e Paesi Bassi[5]. È anche autore di racconti pubblicati in raccolte[6][7] e riviste (Nuovi Argomenti).
Nel 2008 ha curato la revisione della traduzione del best seller Necropoli di Boris Pahor,[8] edito da Fazi.
Nel 2014 è uscito Il sonnambulo (Gaffi), romanzo ambientato nel 1992, che racconta la deriva etica del potere italiano. Sono seguiti Lo stesso vento (Voland 2016), Il carteggio Bellosguardo - Henry James e Constance F. Woolson: frammenti di una storia (ItaloSvevo Edizioni 2017), Nero ananas (Voland 2019 - dozzina Premio Strega).
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