Valbrenta
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Valbrenta (Valbrenta in veneto) è un comune italiano di 4 835 abitanti[1] della provincia di Vicenza in Veneto. Istituito nel 2019, è nato della fusione degli ex comuni di Campolongo sul Brenta, Cismon del Grappa, San Nazario e Valstagna. È un comune sparso, con sede nella frazione di Carpanè.
Valbrenta comune | |
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Un tratto di Valbrenta: sulla destra del fiume Brenta si notano Oliero e, più a valle, la zona industriale di Campolongo; sulla sinistra Merlo e, in secondo piano, San Nazario. | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Provincia | Vicenza |
Amministrazione | |
Capoluogo | Carpanè |
Sindaco | Luca Ferazzoli (lista civica Valbrenta civica) dal 27-5-2019 |
Data di istituzione | 30-1-2019 |
Territorio | |
Coordinate del capoluogo | 45°51′37.3″N 11°39′38.4″E |
Altitudine | 160 m s.l.m. |
Superficie | 93,37 km² |
Abitanti | 4 835[1] (31-8-2023) |
Densità | 51,78 ab./km² |
Frazioni | Campolongo sul Brenta, Carpanè, Cismon del Grappa, Collicello, Corlo, Costa, Fastro Bassanese, Merlo, Oliero, Primolano, Rivalta, San Gaetano, San Marino, San Nazario, Sasso Stefani, Valstagna |
Comuni confinanti | Arsiè (BL), Asiago, Bassano del Grappa, Borso del Grappa (TV), Enego, Foza, Grigno (TN), Lusiana Conco, Pieve del Grappa (TV), Pove del Grappa, Seren del Grappa (BL), Solagna |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 36029 |
Prefisso | 0424 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 024125 |
Cod. catastale | M423 |
Targa | VI |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cartografia | |
Posizione del comune di Valbrenta all'interno della provincia di Vicenza | |
Sito istituzionale | |
Valbrenta comprende la quasi totalità dell'omonima valle, confinando a nord con la Valsugana trentina.
È chiuso ai lati dall'acrocoro dei Sette Comuni a ovest e dal massiccio del Grappa ad est.
L'intera valle nella quale si colloca è attraversata dal corso del fiume Brenta.
Il comune di Valbrenta è nato il 30 gennaio 2019, istituito con la Legge n. 3/2019[3] del Consiglio regionale del Veneto che ha sancito la fusione degli ex comuni di Campolongo sul Brenta, Cismon del Grappa, San Nazario e Valstagna a seguito del referendum consultivo indetto dalla Giunta Regionale sul provvedimento 132/2018[4] della medesima assemblea legislativa. Il referendum, tenutosi il 16 dicembre 2018 in cinque comuni, ha avuto esito negativo nel solo comune di Solagna, che quindi non ha partecipato alla fusione. Il capoluogo del comune di Valbrenta è stato stabilito dalla Legge regionale in località Carpanè nell'ex comune di San Nazario, fino all'entrata in vigore del nuovo statuto comunale.
Lo stemma e il gonfalone del comune sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 19 novembre 2020.[5]
«Stemma inquartato: nel primo, d'azzurro, al leone di San Marco, rivolto, d’oro, tenente il libro aperto, d'argento, caricato dalla scritta Pax tibi Marce evangelista meus, a lettere maiuscole, di nero; nel secondo, d'argento, al monte di tre cime, di verde, fondato in punta, la prima e la terza più alte, discendenti dai fianchi, la mediana sostenente una bandiera, ondeggiante in fascia, interzata in palo, di rosso, di bianco al naturale, del primo, caricata al centro da una croce scorciata, di rosso, fissata su un'asta terminante a lancia; nel terzo, d'argento, al delfino al naturale, nuotante sul mare verso sinistra e portante sul dorso il caduceo di Mercurio, con serpi verdi e ali cucite d'argento, posto in palo; nel quarto, d'azzurro, alla pianta di tabacco di verde, fogliata di cinque dello stesso, fiorita di tre, d'argento, nodrita nella pianura di verde. Ornamenti esteriori da Comune.»
L'inquartato riunisce i simboli dei comuni che hanno formato la nuova entità di Valbrenta: il leone di San Marco di Cismon del Grappa, le montagne e la bandiera di San Nazario, il delfino e il caduceo di Valstagna, la pianta di tabacco di Campolongo sul Brenta.
Il gonfalone è un drappo di bianco, bordato d'azzurro.
Nel comune di Valbrenta si trovano otto chiese parrocchiali.
È uno degli edifici storici più importanti della valle: fu infatti costruita, assieme a un cenobio benedettino, da Ezzelino II da Romano, il quale nel 1221 vi si ritirò. Fu affiliata al monastero di Campese sino alla sua soppressione nel 1783 ed ebbe giurisdizione sulle cappelle di Valstagna e Campolongo. L'edificio attuale si presenta come una ricostruzione settecentesca, ma persistono ancora parti della fabbrica originale. Conserva una pala d'altare di Francesco Bassano il Vecchio (1523), un tabernacolo a muro trecentesco (se non coevo alla costruzione della chiesa) e un crocifisso ligneo quattrocentesco[6][7].
Fu costruita dalle famiglie del luogo nella prima metà del Seicento e fu dichiarata parrocchiale nel 1664. L'attuale edificio risale alla fine del Settecento, ma fu restaurato dopo i danneggiamenti della grande guerra. Di un certo pregio il copri-fonte battesimale ligneo, intagliato nella seconda metà del Seicento con il Peccato originale e il Battesimo di Gesù. Si citano anche due pale d'altare attribuite a Giulio Carpioni[8].
Anticamente dipendenza della pieve di Solagna, l'attuale edificio fu ricostruito nella seconda metà del Seicento e ampliato a metà Ottocento. Gli ultimi interventi, tra cui la ricostruzione della facciata, risalgono alla prima metà del XX secolo. L'opera più preziosa degli interni è la pala d'altare raffigurante la Trinità e i santi patroni; attribuita a Jacopo Bassano o a un imitatore di Leandro Bassano, gli studi più recenti la credono opera di Giacomo Apollonio. Di notevole pregio anche l'altare della Madonna in legno dipinto, con l'alzata collocabile nella prima metà del Seicento[9].
Originatasi da un oratorio privato della famiglia Cappello, divenne sede di parrocchia nel 1951, staccandosi da San Nazario. Vi è collocato un Sant'Antonio abate in legno dipinto, opera di maestranze locale di inizio Seicento[10][11].
Fondata nella prima metà del Duecento, dipese dalla pieve di Oliero sino alla sua emancipazione nel 1552. Il precedente edificio sette-ottocentesco è andato distrutto durante la grande guerra e l'attuale risale al 1919[12]. Conserva una Natività di Francesco Bassano il Vecchio, alla quale contribuì anche il figlio Jacopo (1525-1528)[13].
Fu costruita nel 1835-36 ed era inizialmente dedicata a san Giuseppe. Già sede di una curazia dipendente dalla parrocchia di Valstagna, nel 1975 Costa fu dichiarata parrocchia unendole le curazie di Collicello e San Marino. Custodisce una statua lignea policroma raffigurante San Giuseppe col Bambino di Ferdinando Perathoner (1940-1960)[14].
È citata già nel 1189 e risulta sin dalle origini dipendente dal monastero di Campese. Decaduta tra il Quattro e il Cinquecento e distrutta da un'alluvione nel 1748, tornò in piena attività dopo la sua ricostruzione. L'altare maggiore, opera settecentesca in marmi policromi, è ornato da una pala di fine Cinquecento firmata da Gerolamo Bassano. Degna di nota anche la Madonna del Pedancino, una Vergine col Bambino lignea di fine Quattrocento, perduta durante la succitata alluvione e miracolosamente ritrovata trenta chilometri più a valle[15].
Citata dal 1506, è probabilmente più antica, essendo associata a un ospedale per viandanti di origini medievali. Più volte rimaneggiata, l'attuale costruzione fu innalzata tra il 1899 e il 1913. All'interno conserva due altari tardo cinquecenteschi in legno dipinto e dorato e una pala coeva attribuita ai fratelli Bartolomeo e Francesco Nasocchio. La parrocchia di Primolano, come quelle della limitrofa Valsugana, era un tempo parte della diocesi di Feltre e fu assegnata a Padova solo nel 1818[16].
Il territorio comunale comprende 16 frazioni.
Abitanti censiti[18]
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