Loading AI tools
principi e tecniche dell'uso dei colori nelle arti visive Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La teoria del colore (o anche teoria dei colori) è l'insieme delle conoscenze, delle regole fisiche, degli schemi di colore e delle consuetudini che sono state scoperte o elaborate nel corso della storia dell'umanità.[1][2][3][4]
Tale insieme di conoscenze è stato applicato in passato principalmente alle arti visive, ma con le nuove scoperte e rielaborazioni dell'epoca contemporanea si è arrivati a definire una moderna scienza del colore formalizzata e attualmente trova applicazione anche in altri ambiti, dall'ambito psicologico e medico (come la pseudoscientifica cromoterapia) a quello industriale e tecnologico.
Sin dall'antichità ci è cercato di studiare a fondo e scoprire tutti i fenomeni legati alla luce e agli effetti da essa prodotta: già un pseudo-Aristotele pubblicò un trattato, De coloribus, che esamina molti fatti osservati riguardanti allo sviluppo del colore in vari ambiti. Claudio Tolomeo pubblicò nel II secolo un libro, Ottica, in cui si studiano diversi fenomeni dell'ottica, specie della rifrazione tra aria e acqua.[5]
Dopo varie elaborazioni nelle terre arabe e durante il Rinascimento italiano, fu Isaac Newton nel Seicento a iniziare una prima formalizzazione della teoria del colore, elaborando la prima ruota dei colori e scrivendo un trattato fondamentale sull'ottica fisica, l'Opticks.[1] Newton sperimentò la rifrazione della luce con un prisma tetraedrico, osservando la scomposizione della luce bianca in uno spettro di colori completo, oltre a definire la natura stessa della luce come particellare e dare inizio a una polemica plurisecolare su quella che sarebbe divenuta nota ai posteri come la natura duale della luce.
Dopo ulteriori sviluppi, Goethe pubblicò nel 1810 La teoria dei colori, in cui si studiò la natura stessa del colore, la sua percezione da parte della vista umana, la rifrazione, l'aberrazione cromatica e altro ancora. Riprendendo una polemica contro Newton elaborata nel 1740 da Castel, si soffermò sul fatto che la natura della scomposizione della luce dipendesse anche dalla distanza del prisma stesso, oltre ad affermare che esisterebbero solo due colori puri, il giallo e blu[6] (a differenza dei 7 di Newton), che l'oscurità sarebbe un qualcosa di tangibile e che interagirebbe con la luce stessa, oltre ad altre differenze importanti con lo scienziato inglese.
Da quel momento in poi anche l'arte pittorica cominciò ad essere influenza dalle varie teorie dei colori che stavano iniziando a circolare, come nel dipinto dal nome eloquente Luce e colore (la teoria di Goethe) di William Turner, per poi passare alle varie avanguardie europee di fine Ottocento (come l'impressionismo) e inizio Novecento (come le prime forme di dipinti astratti).
La teoria del colore raccoglie nel suo seno tutta una serie di scoperte, definizioni, schematizzazioni e prassi.
Le varie teorie dei colori si sono sviluppate tradizionalmente attorno al concetto centrale di "colore puro" da cui ne deriverebbero altri attraverso vari effetti e percezioni differenziate, piuttosto che sulla descrizione scientifica di un colore stesso (attraverso la tonalità, la saturazione e il tono).
La teoria classica del colore affermava che esistessero:
Vi è poi la questione del contrasto dei colori, per cui già a metà Ottocento Michel Eugène Chevreul era giunto alla conclusione che due colori appaiati vengono ciascuno alterati dal colore complementare dell'altro.
Molti autori si sono posti il problema della razionalizzazione cromatica ideando vari modelli cromatici, tra i quali:
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.