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azienda italiana di acqua minerale e bevande analcoliche Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Sanpellegrino S.p.A. è un'azienda italiana che produce acqua minerale e bibite, fondata nel 1932 a San Pellegrino Terme (BG), dove si trovano gli stabilimenti di produzione.
Sanpellegrino | |
---|---|
Stato | Italia |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 1932 a San Pellegrino Terme |
Sede principale | San Pellegrino Terme |
Gruppo | Nestlé |
Settore | Alimentare |
Prodotti | |
Fatturato | 937 milioni €[1] (2022) |
Dipendenti | circa 1500[2] (2019) |
Sito web | www.sanpellegrino.com/ |
L'azienda detiene il marchio S. Pellegrino e controlla altri due marchi nel settore delle acque minerali (Levissima, Panna) nonché alcuni marchi di bibite e aperitivi. Conta in Italia dieci siti produttivi, compresa la sede centrale e fa capo alla svizzera Nestlé. La società occupa complessivamente oltre 1.400 dipendenti[1], per un fatturato che si aggira intorno ai 900 milioni di euro[2].
Benché le proprietà delle fonti del territorio brembano fossero note già da molti secoli, la storia della società Sanpellegrino S.p.A. ha inizio solamente negli ultimi anni del XIX secolo[3].
La fama della fonte attirava già tra Settecento e Ottocento membri dell'aristocrazia da tutta Europa[4][5] tanto che, vista l'affluenza di visitatori, il proprietario del terreno adiacente alla fonte, Pellegrino Foppoli, nel 1760 decise di costruire una struttura a pagamento attrezzata con sedute e vasche di legno per fruire dell'acqua, dando origine a quello che nell'Ottocento si sarebbe evoluto nel sistema termale[6].
Nel 1842 il comune di San Pellegrino Terme decide di cedere il 75% della fonte a Ester Palazzolo[7], a condizione che la quota rimanente venisse lasciata libera per gli abitanti della zona, che avevano la possibilità di attingere all'acqua da un condotto esterno, senza dover pagare nulla[8]. Nasce così il primo vero stabilimento termale della zona[9].
Il potenziale economico della zona viene intuito però alla fine del XIX secolo dall'avvocato milanese Cesare Mazzoni [10], che il 21 maggio 1899 fonda la Società Anonima delle Terme di San Pellegrino[11], appellativo che identifica l'azienda fino al 1970 quando diventa semplicemente Sanpellegrino[12].
Nel 1900, la società viene quotata alla Borsa di Milano (vi rimarrà fino al 1918)[13] e nel primo anno di attività dell'azienda, vengono imbottigliate 35.543 bottiglie al prezzo di 7 lire al litro[7][14], 5.000 delle quali destinate al mercato straniero. Su iniziativa dell'imprenditore, tra il 1901 e il 1906 l'azienda punta a sostenere l'immagine dell'acqua realizzando il nuovo impianto termale, il Grand Hotel e il Casinò[15], novità che contribuiscono ad aumentare il numero di visitatori e a diffondere l'immagine del prodotto, che ormai viene distribuito ben oltre le città europee.
Alla morte di Cesare Mazzoni, in concomitanza con lo scoppio della prima guerra mondiale[16], l'azienda va incontro a un periodo di declino fino al 1924 con l'arrivo di Ezio Granelli [17]. Da semplice rappresentante farmaceutico, Granelli fece fortuna investendo nel brevetto Magnesia Sanpellegrino[18], tanto da avere la possibilità di acquisire la società e portarla a un nuovo sviluppo tecnologico e innovativo[5]; dopo aver rinnovato l'impianto termale e lo stabilimento di imbottigliamento[19] (si conta che con le nuove apparecchiature fosse possibile imbottigliare fino a 120.000 bottiglie al giorno), è uno degli sviluppatori della gamma agrumaria delle bibite Sanpellegrino, elemento che porta l'azienda ad aumentare costantemente le proprie vendite all'estero e a imporsi come leader del settore nel mercato italiano[20][21].
La nuova fortuna dell'azienda si deve infatti all'introduzione delle bibite gassate, prime tra tutti l'Aranciata[4], nata dalla fusione tra acqua minerale S. Pellegrino, succo di arancia siciliana e zucchero[22]; grazie a questo nuovo prodotto, presentato nel 1932 alla Fiera Campionaria di Milano, la compagnia vede il proprio capitale raddoppiare nel giro di soli tre anni[23].
Dal 1949 in poi accanto ad Aranciata vengono lanciati nuovi prodotti, come Aranciata Amara, in onore dei cinquant'anni dell'attività, e poco dopo Chinotto, altro prodotto di punta dell'azienda[24][25].
Il 9 dicembre 1957 Ezio Granelli muore[16], e la direzione passa nelle mani di Giuseppe Mentasti, suo genero[26], che contribuisce alla nascita pochi anni dopo del primo aperitivo analcolico, il Bitter Sanpellegrino, e all'acquisizione di un altro importante prodotto, Acqua Panna[27].
Nel 1968 la compagnia diventa, con una media di 150 milioni di bottiglie vendute, uno dei colossi della ristorazione, e questa crescita continua negli anni successivi con la costruzione del nuovo stabilimento e con l'introduzione di sempre nuovi prodotti come Pompelmo, Cedrata, Cocktail, Doré, Sanbittèr Dry, Old Tonic.
Nel 1984 si fa strada in azienda la figura di Paolo Luni, prima come direttore generale e successivamente come amministratore delegato. Sotto la sua guida la società cresce tanto da essere in grado di assorbire, nel 1990, Crippa&Berger (Fonti Levissima)[28][29].
Negli anni successivi Sanpellegrino S.p.A. si è trovata a entrare in relazione con numerose altre aziende del settore, tra cui Perrier, fino al suo completo assorbimento da parte del gruppo Nestlé nel 1999[26][30].
Sanpellegrino conta in Italia 10 siti produttivi compresa la sede centrale e occupa circa 1.850 lavoratori; gestisce marchi come Vera, Levissima e Panna, per un fatturato che si aggira intorno ai 900 milioni di euro[28]; circa il 90% della produzione dell'azienda, che è presente su circa 153 paesi del mondo[31], è assorbita dall'esportazione[32]; Stati Uniti, Francia, Italia, Germania, Regno Unito rappresentano i mercati tradizionali, mentre negli ultimi anni l'azienda ha puntato a sviluppare anche Cina, Giappone, Corea[Sud? O nord?], Brasile e Russia[31][33][34].
I marchi di acqua minerale commercializzati da Sanpellegrino sono cinque:
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