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specie di pesce Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il lucioperca o sandra[2] (Sander lucioperca Linnaeus 1758) è un pesce osseo d'acqua dolce appartenente alla famiglia Percidae[3].
Lucioperca | |
---|---|
Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Osteichthyes |
Ordine | Perciformes |
Famiglia | Percidae |
Genere | Sander |
Specie | S. lucioperca |
Nomenclatura binomiale | |
Sander lucioperca Linnaeus, 1758 | |
Sinonimi | |
|
La sandra è autoctona dell'Europa centro-settentrionale e orientale nei fiumi tributari del mar Nero, mar Caspio, mar Baltico e lago d'Aral nonché nell'Elba (tributario del mare del Nord) e nel Maritza, che sfocia nel mar Egeo. In Europa l'areale naturale arriva a ovest fino alla Danimarca, all'Austria e alla Germania (bacini dell'Elba e del Danubio), a nord fino alla Svezia e alla Finlandia centrali e a est fino all'Asia centrale. È naturalmente assente a sud delle catene montuose mediterranee (penisola Iberica, Italia, Balcani occidentali), nelle isole Britanniche, in Francia, Paesi Bassi, Belgio, e nella Germania occidentale[3][4].
È stato introdotto estesamente al di fuori del suo areale, la presenza è riportata in Spagna e Portogallo (bacino dei fiumi Ebro, Tago e Jucar), in Gran Bretagna, Francia, Germania a ovest dell'Elba, parti della Grecia, varie zone della Russia nelle quali non è naturalmente presente fino alla Siberia, isole Azzorre, Africa settentrionale e Asia orientale. In America settentrionale risulta acclimatato in Dakota del Nord[3][4][5][6].
In Italia il lucioperca risulta presente e in espansione nel nord e nel centro del paese[7], seppur in maniera disomogenea[6]. Sembra che sia stato introdotto per la prima volta nel lago di Varano, parte dl lago di Varese nel 1900, quindi nel 1910 nei laghi di Comabbio e Pusiano e da lì a poco nel Po e nei suoi affluenti. Nel 1964 è stato immesso nel lago di Corbara dal quale si è diffuso nell'intero corso del Tevere e nel 1974 ha raggiunto il corso del fiume Arno[6].
La sandra vive nei tratti inferiori dei fiumi di medie e grandi dimensioni con acque ben ossigenate e nei laghi, nei quali tollera anche bassi contenuti di ossigeno[8]. Preferisce ambienti con fondali di ghiaia o ciottoli e ricchi di nascondigli come tronchi d'albero o simili dove si ripara durante le ore di luce[6]. Ha un'elevata tolleranza per le acque torbide[6][4][8]. Nel nord Europa può colonizzare le acque salmastre di estuari e lagune[3][4].
Ha corpo snello ed affusolato che raggiunge la massima altezza in corrispondenza della prima pinna dorsale. La testa è allungata, appuntita e appiattita, con un'ampia bocca che raggiunge l'occhio[8]; i denti sono appuntiti, caniniformi, alcuni dei quali molto sviluppati e posizionati nella parte anteriore di ambedue le mascelle[4]. Gli occhi sono grandi e hanno una caratteristica lucentezza argentea dovuta a uno strato di guanina detto tapetum lucidum che riflette la luce come adattamento alla caccia in condizioni di scarsa luminosità e visibilità[6]. La pinna dorsale anteriore ha 13-17 raggi spinosi, la seconda, vicinissima ma separata dalla prima, ha 3 raggi spiniformi e 19-24 molli. La pinna anale ha due raggi spinosi e 11-12 molli. La pinna caudale è biloba[8].
La livrea ha una colorazione variabile secondo l'ambiente in cui vive: è bruno verdastra o bruno grigiastra su testa, dorso e fianchi, più chiara sul ventre. Alcune strisce verticali scure scendono dal dorso fino ai fianchi, sono meno visibili nei grandi individui. Le pinne sono verdastre o brune, le dorsali e la caudale sono chiazzate di nero[8]. Durante l'epoca degli amori il maschio assume una colorazione molto più scura della femmina[6].
La taglia massima è di 1 metro, il peso massimo noto è di 20 kg; la taglia media non supera i 50 cm[3].
La longevità può raggiungere 17 anni[3].
Il lucioperca ha abitudini prevalentemente crepuscolari e notturne[4]. La notevole acutezza visiva e la peculiare conformazione dell'occhio gli consente di cacciare al buio e in acque molto torbide[6]. Gli esemplari giovani tendono a riunirsi in piccoli branchi, mentre da adulti diventano solitari[8].
Le larve e le prime fasi giovanili si nutrono prevalentemente di invertebrati planctonici[4], gli individui più lunghi di circa 10 cm[8] sono quasi esclusivamente piscivori[4]. Le prede preferite sono i piccoli pesci pelagici che vivono in banchi[4] ma può sfruttare un grandissimo numero di specie ittiche anche bentoniche[9] nonché, occasionalmente, anfibi e invertebrati[8]. La sandra non si alimenta durante il periodo della riproduzione mentre nella stagione fredda riduce molto l'assunzione di cibo[8].
La deposizione delle uova avviene tra la fine di febbraio e luglio, ma più comunemente in aprile-maggio, quando la temperatura raggiunge i 10-14°C. Il maschio crea una piccola buca su fondali sassosi o nei pressi di radici di piante a profondità tra 1 e 3 metri, in acqua possibilmente torbida. Possono avvenire brevi migrazioni riproduttive per raggiungere i letti di frega; le popolazioni settentrionali di acque salmastre risalgono i fiumi anche per 250 km fino a raggiungere l'acqua completamente dolce. Ha una forte fedeltà ai luoghi di frega e ogni individuo ogni anno ritorna negli stessi. La deposizione avviene di notte; dopo il rilascio dei gameti la femmina abbandona il nido mentre il maschio difende e ossigena le uova fino alla schiusa[4]. Ogni femmina può deporre fino a 200.000 uova per kg di peso[8]. Si può molto raramente ibridare con il persico reale come segnalato nel 2011 in Finlandia[10].
È riportata in letteratura la predazione (soprattutto a carico delle fasi giovanili) da parte di anguille, Channa argus, siluro d'Europa, Pelecus cultratus, luccio, persico reale, lucioperca e uccelli acquatici[11].
Le carni di questa specie sono molto apprezzate e considerate fra le migliori di tutti i pesci d'acqua dolce. Nell'Europa centrale e orientale è una delle specie più importanti per la pesca commerciale d'acqua dolce, vengono anche effettuati ripopolamenti con giovanili allevati in piscicoltura per ricostituire gli stock più soggetti a sovrapesca. Si tratta di una specie apprezzatissima dai pescatori sportivi: il lucioperca viene pescato principalmente con esche artificiali (tecnica dello spinning) o con la tecnica del morto manovrato[6].
Si tratta di una specie da comune ad abbondante in un vasto areale naturale e diffusa in un vasto areale di introduzione. Le popolazioni non sembrano in declino in nessuna parte dell'areale e non sono note cause di minaccia. Per questi motivi la Lista rossa IUCN classifica il lucioperca come "a rischio minimo"[1].
L'introduzione di questo forte predatore alloctono nelle zone in cui non è autoctono, comprese le acque italiane, sembra abbia causato non pochi problemi alle specie autoctone di pesci comprese estinzioni locali di specie endemiche[12][13].
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