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San Martino in Rio

comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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San Martino in Rio (Sân Martèin Grand in dialetto reggiano[4]) è un comune italiano di 8 218 abitanti[1] della provincia di Reggio Emilia in Emilia-Romagna.

Fatti in breve San Martino in Rio comune, Localizzazione ...
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Geografia fisica

San Martino in Rio si trova nella pianura Padana, a 15 km ad est di Reggio Emilia. Il territorio comunale, oltre che dal capoluogo, è formato dalle frazioni di Gazzata, Marzano, Osteriola, Stiolo, Trignano per un totale di 22,65 chilometri quadrati. Confina a nord e ad ovest con Correggio, ad est con il comune modenese di Campogalliano e a sud con Rubiera e Reggio Emilia.

Storia

Riepilogo
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Carlo Magno donò queste terre alla Chiesa di Reggio Emilia, che a sua volta, tramite il vescovo Niccolò Maltraversi, nel 1050, le cedette a Bonifacio di Canossa. Nel 1115 la contessa Matilde di Canossa, figlia di Bonifacio, infeudò il territorio alla famiglia reggiana franca dei Roberti. Il castello fu distrutto nel 1157 dall'imperatore Federico Barbarossa e i Roberti lo ricostruirono circondandolo con un fossato sempre pieno di acqua, ponte levatoio e fortificandolo con mura e due poderose torri. Nel 1353 i Gonzaga assediarono e distrussero il castello, che, con l'aiuto dei Visconti, venne nuovamente ricostruito.

Nel 1368 i Roberti, con l'investitura imperiale di Carlo IV, si assicurarono il possesso del feudo fino al 1400, anno in cui iniziarono gli scontri con gli Estensi, che portarono la famiglia dei Roberti ad abbandonare nel 1420 San Martino in Rio, denominato San Martino de' Roberti ed al ritorno in Franconia.

Divenuto centro di una Signoria indipendente per un ramo cadetto degli Este con Sigismondo I d'Este (1501-1507), San Martino in Rio, chiamato allora San Martino d'Este, esercitava la sovranità anche sui territori di Campogalliano, Castellarano, Prato di Correggio, Lemizzone, Gazzata, Stiolo e Trignano; con Filippo I d'Este, la Signoria fu elevata a Marchesato ed infine nel 1747, con Carlo Filiberto II d'Este, il territorio divenne Principato dell'Impero.

La linea sigismondina degli Este di San Martino, iniziata nel 1501, si estinse nel 1752 con la morte senza eredi maschi di Carlo Filiberto II d'Este.

Il 12 aprile 1753, con rogito Ferrari, i territori di San Martino in Rio e Campogalliano vennero ceduti dalla Camera Ducale d'Este alla vedova di Carlo Filiberto, Teresa Sfondrati, per la durata di tre anni. Nel 1756 il contratto si rinnovò in favore della figlia Anna Ricciarda, che l'anno precedente aveva sposato il principe Alberico Barbiano di Belgiojoso. Il contratto stipulato verrà rinnovato, sempre con rogito Ferrari, nel 1758 e prolungato fino alla fine del 1767, dopo il quale anno il territorio sarebbe tornato definitivamente alla Camera Ducale[5].

Il territorio di San Martino in Rio venne successivamente concesso in feudo al marchese Paolo Rango d'Aragona. La Rocca Estense perde l'aspetto di fortezza militare per divenire residenza signorile.

Sul finire del XIX secolo a San Martino in Rio, grazie all'impegno e all'attività di alcuni pionieri, su tutti Arturo Bellelli, iniziarono diffondersi e a radicarsi nelle fasce più povere della popolazione locale gli ideali socialisti. Ben presto iniziarono a sorgere e ad organizzarsi una rete di cooperative e istituzioni sociali, come la Camera del Lavoro, di matrice socialista. San Martino in Rio fu il primo comune reggiano a dotarsi di un ufficio di collocamento comunale[6].

Nel corso dell'ascesa del fascismo San Martino in Rio, dove il Partito Socialista era riuscito anche a vincere le elezioni comunali, iniziò ad essere teatro di violente azioni squadriste contro dirigenti e istituzioni social-comuniste. Il 13 novembre 1921 venne infatti ucciso da un fascista di Carpi il comunista Agide Barbieri, mentre il 25 settembre 1922 venne assassinato da una squadraccia locale l'ex-consigliere socialista Adolfo Vezzani.

Nel corso della guerra di Liberazione a San Martino in Rio, come negli altri paesi della pianura reggiana, si costituì un forte movimento resistenziale antifascista. Il paese venne liberato dai partigiani il 23 marzo 1945, oltre un mese prima rispetto ai comuni limitrofi.

Molti edifici cittadini furono gravemente danneggiati dal violento terremoto del 20 maggio 2012.

Nell'aprile del 2019 il Comune è stato insignito della Medaglia di Bronzo al Valor Militare a commemorazione dei combattenti, dei caduti che durante la Guerra di Liberazione sono stati protagonisti di straordinarie pagine di eroismo, e dei tragici eventi del marzo-aprile 1944 che portarono alla Liberazione[7].

Simboli

Lo stemma del Comune di San Martino in Rio è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 12 ottobre 1960.[8]

«D'argento, al San Martino vestito al naturale, aureolato d'oro, calcante un elmo aperto d'acciaio, montato su di un cavallo passante dal mantello bruno al naturale in atto di dividere il manto rosso con un mendicante attraversante, inginocchiato, su un terreno erboso ed implorante, con le braccia levate, soccorso e carità.[9]»

Il gonfalone è stato concesso con D.P.R.del 1º novembre 1960.[8]

«Drappo partito di bianco e di azzurro…[10]»

Onorificenze

Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
««Teatro di importante attività militare partigiana e di encomiabili atti di valore, si distinse per il forte impegno patriottico, civile e sociale della sua popolazione, dei contadini, delle donne, dei giovani. Grazie all'azione dei Gruppi e delle Squadre di azione patriottica e al sacrificio di tanti suoi figli, fu il primo Comune della provincia reggiana a liberarsi con le proprie forze il 23 marzo 1945 e ad essere amministrato dal locale Comitato di liberazione nazionale fino alla liberazione della Patria». San Martino in Rio (Reggio Emilia), 6 novembre 1943 - 23 aprile 1945.»
 25 settembre 2018[11]
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Monumenti e luoghi d'interesse

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Collegiata dei Santi Martino e Venerio

Architetture religiose

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Rocca Estense

Architetture militari

Architetture civili

  • Torre civica

Cultura

Istruzione

Musei

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Museo dell'Agricoltura e del Mondo Rurale

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[13]

Etnie e minoranze straniere

Al 31 dicembre 2017 gli stranieri residenti nel comune sono 685, pari all'8,4% della popolazione. Le nazionalità più numerose sono[14]:

Amministrazione

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Ulteriori informazioni Periodo, Primo cittadino ...
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Note

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Bibliografia

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Altri progetti

Collegamenti esterni

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