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Rudolf Beckmann (Osnabrück, 20 febbraio 1910[1][2] – Campo di sterminio di Sobibór, 14 ottobre 1943) è stato un militare tedesco, noto per la sua partecipazione all'Aktion T4 (programma nazista di eutanasia) e all'Aktion Reinhardt, nome in codice dato al progetto di sterminio degli ebrei in Polonia.
Rudolf Beckmann | |
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Rudolf Beckmann immortalato al campo II di Sobibór | |
Nascita | Osnabrück, 20 febbraio 1910 |
Morte | Campo di sterminio di Sobibór, 14 ottobre 1943 |
Cause della morte | ucciso |
Etnia | tedesco |
Dati militari | |
Paese servito | Germania nazista |
Forza armata | Schutzstaffel |
Unità | SS-Totenkopfverbände |
Anni di servizio | 1940 - 1943 |
Grado | SS-Oberscharführer |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
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Beckmann fu membro del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (tessera n° 305.721) e delle Schutzstaffel (SS). Cominciò ad operare presso i centri di sterminio di Grafeneck e di Hadamar nell'ambito dell'Aktion T4.[1] In seguito fu trasferito al campo di sterminio di Sobibór, dove lavorò principalmente nel campo II come responsabile della baracca di smistamento e della gestione dei cavalli.
Al loro arrivo al campo, gli ebrei venivano costretti a spogliarsi nudi e a mettere da parte tutti i loro averi; coloro che non potevano camminare venivano portati via su dei carretti.[3] Se tale processo avveniva troppo lentamente, i nazisti strappavano loro i vestiti con la forza. Venivano poi portati di fronte ad uno sportello, presso il quale stava l'SS-Oberscharführer Alfred Ittner, che aveva il compito di sequestrare alle vittime tutti i loro oggetti di valore. Infine gli ebrei finivano nelle camere a gas. I nazisti Walter Nowak e i fratelli Josef e Franz Wolf portavano i vestiti degli ebrei uccisi nelle vicine baracche di smistamento, coadiuvate da Beckmann e da Paul Groth. Tutto questo processo doveva avvenire ad un ritmo sostenuto, in modo che il gruppo successivo di ebrei potesse essere gasato nello stesso modo il più velocemente possibile.[4]
Beckmann venne assassinato il 14 ottobre 1943 nella prima fase della rivolta di Sobibór, durante la quale i rivoltosi attirarono gli uomini delle SS in luoghi appartati e li uccisero di nascosto. L'uccisione di Beckmann doveva avvenire inizialmente nelle baracche adibite allo stoccaggio del campo II, ma mentre si stava recando sul posto, si voltò improvvisamente e fece ritorno al suo ufficio.[5] Il prigioniero Chaim Engel si offrì volontario per uccidere Beckmann nel suo ufficio, dopo aver sentito discutere i pianificatori della rivolta riguardo al problema sorto.[6] Engel, accompagnato da un kapo di nome Pozyczki, si diresse verso l'ufficio di Beckmann e lo pugnalò ripetutamente, esclamando "Per mio padre! Per mio fratello! Per tutti gli ebrei!". Nella colluttazione Beckmann riuscì a ferire Engel alla mano, ma alla fine soccombette.[7] Il suo corpo fu nascosto sbrigativamente sotto la scrivania.[8]
Nel film per la televisione del 1987 Fuga da Sobibor, Beckmann fu interpretato dall'attore Hugo Bower, mentre in quello russo del 2018, Sobibor - La grande fuga, fu impersonato dall'attore tedesco Dirk Martens.
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