Fano
città dell'Italia, nella provincia di Pesaro-Urbino, nelle Marche Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Fano (Fan in dialetto gallo-piceno) è un comune italiano di 59 946 abitanti[1] della provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche. La città è famosa per il suo carnevale, uno dei più antichi d'Italia[4]. È la terza città più popolosa delle Marche, dopo Ancona e Pesaro[5].
Fano comune | |
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L'Arco d'Augusto, nel centro storico | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Marche |
Provincia | Pesaro e Urbino |
Amministrazione | |
Sindaco | Luca Serfilippi (Lega) dal 10-6-2024 |
Territorio | |
Coordinate | 43°50′33″N 13°00′49″E |
Altitudine | 12 m s.l.m. |
Superficie | 121,84 km² |
Abitanti | 59 946[1] (31-7-2024) |
Densità | 492,01 ab./km² |
Frazioni | Belgatto, Bellocchi, Caminate, Carignano, Carrara di Fano, Centinarola, Cuccurano, Falcineto, Fenile, Fosso Sejore, Madonna del Ponte Metauro, Magliano, Metaurilia, Monte Giove, Ponte Sasso, Prelato, Roncosambaccio, Rosciano, San Biagio, San Cesareo, Sant'Angelo, Sant'Andrea in Villis, Sant'Orso, Tombaccia, Torrette di Fano, Tre Ponti[senza fonte] |
Comuni confinanti | Cartoceto, Mombaroccio, Mondolfo, Pesaro, San Costanzo, Terre Roveresche |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 61032 |
Prefisso | 0721 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 041013 |
Cod. catastale | D488 |
Targa | PU |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 130 GG[3] |
Nome abitanti | fanesi |
Patrono | san Paterniano |
Giorno festivo | 10 luglio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Fano nella provincia di Pesaro e Urbino | |
Sito istituzionale | |
Fano è circondata a nord-ovest dalle colline che degradano dolcemente in prossimità del torrente Arzilla. La città si trova, seppur lievemente, sopraelevata rispetto al livello del mare (Arco di Augusto altitudine 17 m[6]). Il litorale si suddivide in Lido e Sassonia, entrambi con coste basse, la prima sabbiosa, la seconda ghiaiosa. A sud è presente la cosiddetta "Piana del Metauro", una delle poche aree pianeggianti delle Marche, che si espande anche all'interno per alcuni chilometri. La costa meridionale si suddivide in Torrette, Ponte Sasso e Metaurilia.
Confina a nord-ovest con il comune di Pesaro; a ovest, confina tramite la valle del torrente Arzilla e le colline che la dividono con quella del Foglia con i comuni di Mombaroccio e Cartoceto (salendo sopra i 300 m s.l.m. nel territorio di Cartoceto); a sud, salendo ripidamente a circa 200 m s.l.m. confina con il municipio di Piagge (co-capoluogo del nuovo comune di Terre Roveresche), ad est con il comune di San Costanzo salendo alcune dolci colline e con il comune di Mondolfo. Il territorio di Fano è attraversato dal Vallato del Porto o Canale Albani[7], un canale artificiale alimentato dal fiume Metauro. Il Vallato passa per la centrale idroelettrica della Liscia e si immette nel porto-canale di Fano.
I dati climatici locali vengono registrati dalla stazione meteorologica di Fano.
Fano, secondo la Classificazione di Köppen, è compresa nella zona climatica Csa (clima temperato umido a estate asciutta e molto calda), mentre secondo la classificazione climatica dei comuni italiani appartiene alla zona E. Per quanto concerne la classificazione sismica appartiene alla zona 2: sismicità media.
«E fa saper a' due miglior di Fano
a messer Guido e anco ad Angiolello,
che, se l'antiveder qui non è vano,
gittati saran fuor di lor vasello
e mazzerati presso a la Cattolica
per tradimento d'un tiranno fello.»
Fano fu un centro piceno, come testimoniano ritrovamenti sporadici avvenuti in città e gli scavi di Montegiove e Roncosambaccio[8].
Fu poi un importante centro romano, conosciuto come Fanum Fortunae, nome che rimanda al "Tempio della Fortuna", probabilmente eretto a testimonianza della battaglia del Metauro: era l'anno 207 a.C. e le legioni romane sbaragliarono l'esercito del generale cartaginese Asdrubale, uccidendone il condottiero che, dopo aver varcato le Alpi con gli elefanti da guerra, intendeva ricongiungersi al fratello Annibale.
La città ebbe un notevole sviluppo durante il dominio romano grazie alla sua posizione strategica sulla via che congiungeva la valle del Tevere alla Gallia Cisalpina. Nel 49 a.C. Gaio Giulio Cesare la conquistò assieme a Pesaro, dando così inizio alla Guerra Civile contro l'antagonista Pompeo.
Solo successivamente Cesare Ottaviano Augusto dota l'insediamento di mura di cinta (ancora parzialmente visibili), elevando l'insediamento allo stato di colonia romana col nome di Colonia Julia Fanestris[9].
Alcuni secoli dopo, nel 271 d.C., si svolse nei suoi pressi la battaglia di Fano che segnò la fine del tentativo degli Alemanni di raggiungere Roma, sconfitti dall'imperatore Aureliano.
Durante l'invasione d'Italia (452-453) da parte di Attila, Fano mandò, insieme alle altre città vicine di Rimini ed Ancona, aiuti militari alla città di Aquileia che nel 452 era sotto assedio. Il comandante fanese Bartolagi da Fano morì durante l'assedio e le sue spoglie furono poi traslate nella chiesa di S. Pietro in Episcopio in Fano. La città di Fano fu saccheggiata da Attila nel 453 d.C. prima di dirigersi verso Roma dove, secondo la tradizione, la sua avanzata fu fermata dal Pontefice Papa Leone I[10].
Durante la Guerra gotica del VI secolo, a causa alla sua posizione nei collegamenti tra nord e sud Italia, venne assediata e devastata dagli Ostrogoti di Vitige (538) e poco tempo dopo ricostruita dall'esercito bizantino di Belisario e Narsete.
Successivamente entrò a far parte della Pentapoli marittima (Rimini, Pesaro, Fano, Senigallia, Ancona) di cui era a capo. Subì successivamente l'occupazione dei Longobardi e dei Franchi, fino a quando Ottone III non la donò a papa Silvestro II.
Nel 1141 la città divenne protettorato della Repubblica di Venezia in seguito alla firma di un trattato[11].
Nel XIII secolo Fano si costituì comune; nel secolo successivo fu per un breve periodo sotto il dominio estense, dopo di che fu dilaniata dalla lotta intestina tra due famiglie: i del Cassero e i da Carignano.
Alla fine del XIII secolo la città passò sotto il dominio Malatesta di Rimini, grazie ad un complotto ordito da questi ultimi contro le due famiglie rivali. La famiglia Malatesta rimase al potere nella città fino al 1463, quando Sigismondo Malatesta dovette lasciare Fano al duca di Urbino Federico da Montefeltro dopo un lungo assedio, nel corso del quale fu danneggiato l'Arco d'Augusto, simbolo della città. La popolazione si rifiutò di entrare a far parte del Ducato di Urbino e perciò divenne vicariato ecclesiastico.
Durante l'occupazione napoleonica dello Stato Pontificio fu saccheggiata e gravemente bombardata dall'esercito del Bonaparte. Diverse opere d'arte presero la via della Francia[12] a causa delle spoliazioni napoleoniche. Secondo il catalogo pubblicato nel Bulletin de la Société de l'art français del 1936[13], delle tre opere d'arte catalogate a Fano e inviate in Francia nessuna fece ritorno. Tra di esse l'opera di Guido Reni inviata al Musee Napoleon Cristo consegna le chiavi a San Pietro, anticamente presso la Chiesa di San Pietro in Valle, ma non restituita dal Museo dopo il congresso di Vienna.
Fano partecipò attivamente ai moti risorgimentali con la creazione di governi provvisori.
Durante la prima guerra mondiale (1915-1918) subì numerosi bombardamenti navali austriaci e anche nella seconda guerra mondiale (1940-1945), trovandosi sulla Linea Gotica, subì numerose incursioni aeree alleate miranti alla distruzione dei suoi ponti ferroviari e stradali e, da parte dell'esercito tedesco in ritirata, la distruzione di quasi tutti i suoi campanili (tranne quelli di S. Francesco di Paola e di San Marco), della torre civica, del maschio della rocca malatestiana e del suo porto peschereccio, ritenuti dal nemico infrastrutture sensibili[14] da non lasciare nelle mani degli alleati.
Già da fine XIX secolo a Fano era presente la coltivazione del cavolfiore, nella varietà tardiva (invernale) destinata perlopiù all'esportazione verso paesi del nord. Nel 1934 venne fondata la frazione di Metaurilia, unico caso di borgata rurale fascista nelle Marche, con l'intento di dedicarla interamente a tale coltivazione, che infatti ebbe un notevole sviluppo. Negli anni sessanta la produzione di cavolfiore era ancora una delle più importanti attività fanesi, con rilevanti esportazioni verso il centro e nord Europa. La varietà di cavolfiore era nota come Tardivo Fanese, rendeva fino a 22.000-24.000 piante per ettaro, ed era un successo grazie alle sue qualità. Nel 1966 il 20% dell'esportazione italiana di cavolfiore era fanese; circa 350.000 quintali ne vennero spediti all'estero, 3200 vagoni ferroviari di cui 2000 in Germania, e 25.000 quintali sui mercati nazionali. Questo successo, che terminò negli anni settanta, all'epoca rese Fano famosa come città del cavolfiore[20][21].
La blasonatura ufficiale dello stemma di Fano è la seguente:[22]
«Partito merlato innestato d'argento e di rosso, con tre merli d'argento e tre di rosso, il primo merlo di rosso. Sotto lo scudo su lista bifida e svolazzante, di rosso, il motto, in lettere maiuscole d'oro: Ex concordia felicitas.»
La descrizione del gonfalone è la seguente:[22]
«Drappo partito di rosso e di bianco…»
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi ufficialmente con decreto del presidente della Repubblica del 25 giugno 1992[23].
Il Comune fa anche uso di una bandiera partita: nel primo fasciato di rosso e di bianco; nel secondo di bianco[22].
Fanum Fortunae era sicuramente, in epoca romana, un importante centro sacro, infatti la città mostra nel suo nome un chiaro riferimento a un'area sacra o tempio (Fanum) dedicato al culto della dea Fortuna. Sin dall'80-70 a.C. è da considerarsi certa la presenza romana in Fano. Il culmine della presenza romana si ha nel periodo imperiale augusteo ed infatti risalgono a quell'epoca un gran numero di monumenti.
«questa scultura rappresenta il santo protettore Paterniano rivestito degli abiti pontificali che, giunte le mani, serra col braccio sinistro sul cuore, invece del pastorale, segno della sua dignità episcopale, il gonfalone di Fano, il quale nell'alto rilievo riproduce esattamente il campo e le tre pezze sovrapposte…»
L'intervento di restauro è stato eseguito dal restauratore Daniele Nardini. Il bassorilievo è esposto nello scalone di accesso al Palazzo malatestiano. La figura più nota di san Paterniano è senz'altro quella che campeggia in posizione centrale nel trittico dei Protettori che decora la facciata del palazzo del Podestà in piazza XX Settembre. La sua posizione simboleggia la preminenza che al vescovo fanese fu attribuito dal Consiglio maggiore della città rispetto agli altri due santi patroni: sant'Eusebio e san Fortunato. Nell'edicola manca un altro santo, sant'Orso, di cui una statua un tempo si trovava nei pressi della chiesa di Sant'Antonio, nel trebbio cittadino. Tutti e quattro i santi protettori di Fano comunque compaiono nelle vetrate policrome dell'abside del Duomo.
Abitanti censiti[37]
Al 31 dicembre 2022 vi erano 4060 stranieri, pari al 7,28% della popolazione.[38]
Le principali biblioteche in città sono:
Agli inizi del XX secolo la città di Fano era tutta circoscritta all'interno delle mura; la suddivisione in quartieri corrispondeva alle chiese più importanti (Duomo, San Paterniano, San Marco, Piattelletti) e fuori dalle mura vi erano insediamenti solo nelle vie principali di accesso.
A partire dalla seconda metà del Novecento questi insediamenti si sono notevolmente sviluppati andando a formare anche quartieri all'esterno delle mura che ben presto sono stati inglobati nella città. Tra questi, degni di nota, da nord a sud sono: Gimarra, Lido, Paleotta, Trave, Poderino, Fanfani, Fano2, San Cristoforo, Don Gentili, Sant'Orso, Vallato, La Colonna,[52] San Lazzaro, Sassonia e Ponte Metauro.
Sant'Orso è uno dei quartieri più popolosi di Fano: a partire dagli anni '60 ha subito un primo notevole incremento con la nascita di casette singole per poi espandersi ancora di più negli anni '80 grazie alla creazione di numerosi condomini e villette a schiera.
Il nome del quartiere S. Orso deriva dalla denominazione di una fossa detta "Fossa Sant'Orso", la quale, nonostante sia stata parzialmente coperta, è ancora ben visibile.
Secondo una famosa leggenda l'avvallamento si formò in seguito ad un fatto avvenuto mentre si stava celebrando la solennità di Sant'Orso, vescovo della città. Un contadino, infatti, pur essendo stato ammonito di rispettare la festa, continuava ad arare il campo imprecando contro il santo e dicendo: "Se egli è un Orso, io sono un cane". Fu così che improvvisamente la terra si aprì e l'uomo venne inghiottito insieme ai suoi buoi e all'aratro.
Un'edicola con una Madonnina, edificata nel 1848 dal vescovo di Fano Luigi Carsidonio e Filippo Rinalducci, amministratore della città, attraverso un'epigrafe latina ricorda l'origine del luogo e del fatto.[53]
Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e attive vi sono quelle artigianali, come la rinomata arte della tessitura finalizzata alla realizzazione di tappeti e di tanti altri prodotti caratterizzati da motivi artistici pregiati, e la lavorazione del rame, impiegata sia per la decorazione di edifici e luoghi di culto di tutto il mondo sia per la realizzazione di statue e di monili.[54] Importanti ed apprezzate sono anche le lavorazioni orafe, del ferro battuto, del legno, del vetro e della ceramica.
Altra attività economica diffusa è la pesca: Fano è difatti famosa sia per il suo porto turistico, sia per quello a cui i pescatori affidano le loro barche. Tra i vari tipi di pesca è praticata anche quella ai molluschi.
Fano è al centro di un importante nodo stradale per lo svincolo di vie di grande comunicazione nazionali ed internazionali.
È attraversata in senso longitudinale dalla strada statale 16 Adriatica che collega Padova ad Otranto e dalla Autostrada A14 "Adriatica" che collega Bologna a Taranto. Sempre longitudinalmente è stazione ferroviaria lungo il collegamento Bologna-Ancona.
Nell'estate del 2017 le città di Pesaro e Fano hanno lanciato il progetto di un arretramento della ferrovia adriatica, spostandone il percorso lungo il tracciato dell'autostrada A14 anziché lungo la costa. Il progetto, collegato a una rete più ampia di interventi infrastrutturali nella zona e sostenuto anche dalla regione Marche, è stato presentato al Ministero dei Trasporti e all'Anas.[55]
In senso trasversale, fin dall'antichità, la città di Fano è stata collegata a Roma attraverso una delle più celebri strade consolari: la via Flaminia, oggi affiancata dalla superstrada Fano – Grosseto, detta "dei Due Mari", che metterà in comunicazione la costa adriatica con quella del Mar Tirreno. Fino al 1987, inoltre, è stata in funzione la linea ferroviaria Fano-Urbino che, risalendo la valle del Metauro, consentiva di raggiungere Fermignano ed Urbino e, fino al 1944, anche Fabriano e quindi Roma.
Per quanto riguarda i collegamenti aerei, la città dispone di un aeroporto turistico che si trova a 51 chilometri dall'aeroporto internazionale "Raffaello Sanzio" di Ancona-Falconara e a 49 chilometri da quello internazionale di Rimini, mentre per i collegamenti marittimi con le altre nazioni del Mar Mediterraneo fa riferimento al porto di Ancona distante circa 50 km. Anche a Fano è presente un importante porto turistico ed è il diciassettesimo porto peschereccio dell'Adriatico.
Da Pesaro a Fano esiste un tratto di circa 10 km di pista ciclabile costiera facente parte della Ciclabile Adriatica.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
settembre 1944 | gennaio 1945 | Enzo Capalozza | Partito Comunista Italiano | Sindaco | [56] |
febbraio 1945 | ottobre 1945 | Egidio Del Vecchio | Democrazia Cristiana | Sindaco | [56] |
ottobre 1945 | aprile 1946 | Giovanni Anelli | Partito Socialista Italiano | Sindaco | [56] |
aprile 1946 | giugno 1951 | Silvio Battistelli | Partito Comunista Italiano | Sindaco | [56] |
giugno 1951 | giugno 1952 | Guido Adanti | Partito Socialista Italiano | Sindaco | [56] |
giugno 1952 | settembre 1956 | Renato Grottoli | Democrazia Cristiana | Sindaco | [56] |
settembre 1956 | luglio 1957 | Domenico Pace | Commissario prefettizio | [56] | |
luglio 1957 | ottobre 1958 | Elia Augusto Gambini | Sindaco | [56] | |
ottobre 1958 | dicembre 1958 | Roberto Puglisi | Sindaco | [56] | |
dicembre 1958 | gennaio 1961 | Onofrio Galletti | Commissario prefettizio | [56] | |
gennaio 1961 | febbraio 1965 | Guido Fabbri | Sindaco | [56] | |
febbraio 1965 | agosto 1970 | Rino Giovanetti | Sindaco | [56] | |
agosto 1970 | luglio 1975 | Marzio Filippetti | Partito Socialista Italiano | Sindaco | [56] |
luglio 1975 | agosto 1980 | Enzo Cicetti | Partito Socialista Italiano | Sindaco | [57] |
agosto 1980 | maggio 1983 | Franco Trappoli | Partito Socialista Italiano | Sindaco | [57] |
maggio 1983 | marzo 1986 | Gustavo Mazzoni | Partito Socialista Italiano | Sindaco | [57] |
marzo 1986 | giugno 1988 | Paolo Carboni | Partito Socialista Italiano | Sindaco | [57] |
6 giugno 1988 | 1º luglio 1990 | Aldo Enzo Darvini | Partito Socialista Italiano | Sindaco | [57] |
2 luglio 1990 | 17 luglio 1992[58] | Francesco Baldarelli | Partito Comunista Italiano Partito Democratico della Sinistra |
Sindaco | [57] |
18 luglio 1992 | 23 aprile 1995 | Giuliano Giuliani | Democrazia Cristiana | Sindaco | [57] |
24 aprile 1995 | 13 giugno 1999 | Cesare Carnaroli | Centro-sinistra | Sindaco | [59] |
14 giugno 1999 | 26 giugno 2004 | Cesare Carnaroli | Centro-sinistra | Sindaco | [60] |
27 giugno 2004 | 7 giugno 2009 | Stefano Aguzzi | Centro-destra | Sindaco | [61] |
8 giugno 2009 | 8 giugno 2014 | Stefano Aguzzi | Centro-destra | Sindaco | [62] |
9 giugno 2014 | 9 giugno 2019 | Massimo Seri | Centro-sinistra | Sindaco | [63] |
10 giugno 2019 | 9 giugno 2024 | Massimo Seri | Centro-sinistra | Sindaco | [64] |
10 giugno 2024 | in carica | Luca Serfilippi | Centro-destra | Sindaco | [65] |
Fano è gemellata con[66]:
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