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ciclista su strada australiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Robert McEwen, detto Robbie (Brisbane, 24 giugno 1972), è un ex ciclista su strada australiano, professionista dal 1996 al 2012.
Robbie McEwen | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Robbie McEwen (2008) | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nazionalità | Australia | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Altezza | 171[1] cm | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Peso | 68[1] kg | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ciclismo | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Specialità | Strada | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Termine carriera | 2012 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Carriera | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Squadre di club | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Nazionale | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Palmarès | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Statistiche aggiornate al dicembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Velocista puro, uno dei migliori negli anni 2000, in carriera ha vinto, criterium inclusi, quasi 230 corse, e tra esse 12 tappe al Tour de France e altrettante al Giro d'Italia[1][2]; ha partecipato a nove Giri d'Italia, dodici Tour de France e a quattro Vuelta a España, facendo sua per tre volte (2002, 2004 e 2006) la classifica a punti nella corsa francese[2]. È infine stato tre volte campione australiano su strada, ha trionfato per cinque volte, di cui quattro consecutive, alla Parigi-Bruxelles (record) e ha vinto una volta la Vattenfall Cyclassics e la Dwars door Vlaanderen.
Già campione nazionale nella BMX, Robbie McEwen passò al ciclismo su strada nel 1990, all'età di 18 anni, e nel 1992 fu integrato nell'Australian Institute of Sport (AIS)[2] di Canberra dove migliorò sotto la guida dell'allenatore Heiko Salzwedel. Nel 1994 iniziò a partecipare con successo alle corse europee: vinse tre tappe della Corsa della Pace, una tappa al Tour de l'Avenir e terminò il Rheinland-Pfalz Rundfahrt aggiudicandosi la classifica degli sprint. Nel 1995 vinse tre tappe al Rapport Toer in Sudafrica, una al Regio-Tour e una al Tour de l'Avenir, diventando anche campione australiano su strada.
Nel 1996 firmò il primo contratto da professionista con la Rabobank, formazione olandese. Nello stesso anno partecipò alla prova in linea dei Giochi olimpici di Atlanta, classificandosi ventitreesimo. Durante i primi anni da pro vinse regolarmente diverse frazioni in brevi corse a tappe. Il suo primo successo importante arrivò nel 1999, quando vinse la volata dell'ultima tappa del Tour de France sugli Champs-Élysées.
Dopo due stagioni meno ricche di successi, una alla Farm Frites – nel 2000 fu diciannovesimo nella prova in linea dei Giochi olimpici di Sydney, nonché espulso dal Giro d'Italia per traino dall'ammiraglia[2] – e una alla Domo-Farm Frites, passò alla formazione belga Lotto nel 2002.
Con la Lotto, diretta da Joseph Braeckevelt, debuttò già nel gennaio 2002 aggiudicandosi due frazioni al Giro d'Italia e il secondo titolo nazionale in linea. Fu tuttavia in luglio che conquistò i suoi principali successi, sulle strade del Tour de France: forte di due vittorie di tappa, tra cui ancora la volata finale sugli Champs-Élysées, si aggiudicò la maglia verde della classifica a punti, mettendo fine al dominio del velocista tedesco Erik Zabel. Nella stessa stagione vinse anche due semi-classiche belghe, la Parigi-Bruxelles e il Grote Scheldeprijs, oltre alla classifica finale dell'Étoile de Bessèges e del Circuit Franco-Belge. Concluse la stagione con la medaglia d'argento ai Campionati del mondo di Zolder, battuto da Mario Cipollini, e con il quarto posto nel ranking mondiale della UCI.
Iniziò il 2003 aggiungendo la Dwars door Vlaanderen, una corsa nelle Fiandre, al suo palmarès. Come nella stagione precedente, vinse due tappe al Giro d'Italia, precedendo in entrambe l'italiano Alessandro Petacchi, vincitore di sei frazioni in quella edizione. Al Tour de France battagliò a lungo per la maglia verde con il connazionale Baden Cooke, riuscendo a sfilargli il simbolo al termine della diciottesima tappa salvo poi perderlo sul traguardo degli Champs-Élysées, superato dallo stesso Cooke per due soli punti[3].
Nel 2004 ottenne ventisei vittorie, tra cui altre due tappe al Tour de France, in cui si aggiudicò anche, per la seconda volta, la maglia verde. Alla fine della corsa confessò di essersi fratturato due vertebre nelle prime tappe, ma che aveva continuato a correre nonostante i forti dolori alla schiena per arrivare a Parigi. Nel mese seguente prese il via alla prova su strada dei Giochi olimpici di Atene, chiudendo undicesimo. Arrivò ancora primo nella classifica a punti della Grande Boucle nel 2006, quando si aggiudicò tre tappe e concluse la stagione con tredici vittorie. In mezzo, ottenne altri sei successi di tappa al Giro d'Italia (tre nel 2005 e altrettanti nel 2006) e tre al Tour de France 2005.
Iniziò il 2007 con la dodicesima vittoria personale al Tour Down Under (nessuno ha mai vinto tanto nella corsa a tappe australiana)[2]. In primavera seguirono una vittoria di tappa alla Tirreno-Adriatico, il quarto posto alla Milano-Sanremo (miglior risultato personale) e i piazzamenti all'Omloop Het Volk, alla Gand-Wevelgem ed allo Scheldeprijs Vlaanderen. A maggio conseguì invece una vittoria di tappa al Tour de Romandie e al Giro d'Italia, oltre ad altri quattro piazzamenti nei primi dieci. Dopo un successo al Tour de Suisse, partì per il Tour de France; qui cadde nella prima tappa, in Inghilterra, riuscì comunque a vincere quella frazione con arrivo a Canterbury, ma dovette infine ritirarsi, dopo una settimana di corsa, a causa delle contusioni riportate (giunse fuori tempo nella tappa di Tignes)[2]. Nel prosieguo di stagione si aggiudicò una tappa all'Eneco Tour ed il quarto successo alla Parigi-Bruxelles; chiuse con otto successi stagionali all'attivo.
Nel 2008, a digiuno di vittorie fino al Tour de Romandie di inizio maggio, per la prima volta dopo sei anni non riuscì ad ottenere nessun successo di tappa al Giro d'Italia. Si riscattò al Tour de Suisse con una doppia vittoria che lo proiettò al Tour de France. Qui, però, non riuscì a centrare alcun successo; si riscattò a settembre, vincendo nel giro di pochi giorni la Vattenfall Cyclassics e la quinta Parigi-Bruxelles. Alla fine della stagione lasciò la Lotto per accasarsi alla Katusha, nuova squadra del circuito UCI ProTour.
Il 2009 iniziò nel migliore dei modi, con la vittoria della Cancer Council Classic in Australia. Al Challenge de Mallorca di febbraio terminò secondo la prima prova, riportando il giorno successivo il secondo successo stagionale. In maggio una caduta allo Scheldeprijs Vlaanderen gli impedì di partecipare al Giro d'Italia. Tornò a vincere al Tour de Picardie, conquistando una tappa. Il 28 maggio cadde nuovamente al Giro del Belgio, rompendosi la tibia. Tornò alle corse a fine luglio, al criterium di Aalst, ottenendo il secondo posto alle spalle del britannico Mark Cavendish. Interruppe anticipatamente la stagione 2009, per prepararsi per la successiva.
Nel 2010 debuttò al Tour Down Under, concludendo quarto nella classifica generale e tra i primi dieci in quasi tutte le tappe; vinse poi una delle gare del Challenge de Mallorca e una frazione dell'Eneco Tour. Al termine della stagione annunciò la sua volontà di unirsi ad un'ambiziosa squadra australiana, la Pegasus Sports, che puntava ad una licenza ProTour. La squadra si vede però negata sia la licenza ProTour sia quella Professional Continental, e McEwen preferì di conseguenza trasferirsi alla RadioShack di Lance Armstrong assieme al compagno Robert Hunter[4]. In quella stagione ottenne quattro successi, una tappa al Tour de Wallonie e due frazioni e la classifica finale del Circuit Franco-Belge.
Smentendo le dichiarazioni su un probabile ritiro al termine del 2011[5], per il 2012 McEwen firmò un nuovo contratto, questa volta per la neonata formazione ProTour australiana Orica-GreenEDGE. La sua stagione durò però solo cinque mesi: in maggio, dopo la conclusione del Tour of California, annunciò infatti l'addio al ciclismo professionistico all'età di trentanove anni[6].
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