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poeta statunitense Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Robert Lee Frost (San Francisco, 26 marzo 1874 – Boston, 29 gennaio 1963) è stato un poeta e drammaturgo statunitense; considerato tra i maggiori intellettuali del Novecento.
«Two roads diverged in a wood, and I —
I took the one less traveled by,
And that has made all the difference»
«Due strade divergevano in un bosco, ed io —
Io presi quella meno battuta,
E questo ha fatto tutta la differenza»
Frost è considerato uno dei più influenti e popolari poeti della storia statunitense[1]; vincitore di quattro Premi Pulitzer e premiato con numerosi altri riconoscimenti, le sue raffigurazioni realistiche della vita rurale e la sua padronanza del discorso colloquiale americano lo resero il poeta più di successo del suo tempo.[2]
Nelle sue poesie Frost trattava principalmente episodi di vita quotidiana e, partendo da questi, affrontava poi complessi temi sociali e filosofici.[3]
Robert Frost fu il poeta preferito di John Fitzgerald Kennedy (a cui dedicò una lirica per la sua inaugurazione presidenziale del 1961, e che lo inviò anche in missione diplomatico-culturale in URSS presso Nikita Kruscev).[4][5]
Robert Frost nacque a San Francisco, figlio di Isabelle Moodie, scozzese, e William Prescott Frost, Jr., un discendente dei coloni che giunsero nel New Hampshire nel 1634. Frost visse in California fino all'età di 11 anni. Dopo la morte del padre si trasferì, con la madre e la sorella, nel Massachusetts, presso la casa dei nonni paterni.
Si iscrisse al Dartmouth College nel 1892 e più tardi ad Harvard, ma non prese mai una laurea.[6] Frost si dedicò a numerose occupazioni dopo aver lasciato la scuola, lavorando come insegnante, calzolaio ed editore dell'opera Sentinel di D. H. Lawrence. La sua prima poesia, My Butterfly, fu pubblicata l'8 novembre del 1894, nel quotidiano The Independent.[6]
Nel 1895, Frost sposò Elinor Miriam White, che diventò la più grande fonte d'ispirazione per le sue poesie fino alla sua morte, avvenuta nel 1938. La coppia si trasferì in Inghilterra nel 1912, dopo il fallimento della loro fattoria. Fu all'estero che Frost incontrò e fu influenzato da numerosi poeti contemporanei britannici come Edward Thomas, Rupert Brooke e Robert Graves.[6] Mentre si trovava in Inghilterra, Frost strinse amicizia con il poeta modernista Ezra Pound, che lo aiutò a promuovere e pubblicare i suoi lavori. Nel 1915, al momento del suo ritorno negli U.S.A., Frost aveva già pubblicato 2 raccolte complete: A Boy's Will e North of Boston, con le quali la sua reputazione si affermò completamente. Negli anni venti fu il più celebre poeta negli U.S.A. e con ogni nuovo libro la sua fama e i suoi onori (inclusi i suoi 4 premi Pulitzer per la poesia) crebbero.
Ricevette anche la medaglia d'oro del Congresso ma mai il Premio Nobel per la Letteratura.[6]
Venne citato ne Le vite di Dubin di Bernard Malamud. Frost visse molti anni in Massachusetts e in Vermont.[6]
Robert Frost morì a Boston, in una clinica, il 29 gennaio del 1963, di complicanze seguite ad un intervento chirurgico alla prostata per l'asportazione di un tumore maligno, all'età di 88 anni.[6]
L'anno prima, nel 1962, Frost aveva pubblicato una raccolta dal titolo "In the Clearing"; si tratta dell'ultima opera dell'autore. Sulla sua tomba, l'epitaffio recita: "I had a lover's quarrel with the world." ovvero: "Ebbi una lite d'innamorato col mondo."
L'epitaffio è uno stralcio dell'ultimo verso della poesia "The Lesson for Today", datata 1942.
«I have been one acquainted with the night. / I have walked out in rain—and back in rain. / I have outwalked the furthest city light. // I have looked down the saddest city lane. (...) One luminary clock against the sky // Proclaimed the time was neither wrong nor right. / I have been one acquainted with the night.»
«Io sono uno che ha conosciuto la notte. / Ho fatto nella pioggia la strada avanti e indietro. / Ho oltrepassato l’ultima luce della città. // Io sono andato in fondo al vicolo più tetro. (...) nel cielo un orologio illuminato // proclamava che il tempo non era giusto, né errato. / Io sono uno che ha conosciuto la notte.»
La vita di Frost fu costellata da innumerevoli lutti e tragedie.[6] Quando aveva undici anni, il padre morì di tubercolosi, lasciando nel testamento alla famiglia solamente otto dollari. La madre di Frost morì di cancro nel 1900 e nel 1920 Frost dovette prendere la decisione di mandare la sorella minore all'ospedale psichiatrico dove morì nove anni più tardi. Queste malattie psichiatriche erano chiaramente ereditarie e anche Frost soffrì di depressione come sua madre, sia come reazione agli eventi sia di tipo endogeno.[6] Frost dovette rinunciare a laurearsi a causa di problemi di salute nel 1899. Sua figlia Irma fu mandata in un ospedale psichiatrico nel 1947 e anche la moglie di Frost, Elinor, soffrì a tratti di depressione, così come il figlio Carol, che si suicidò.[6]
Elinor e Robert Frost ebbero sei figli, due figli e quattro figlie, di cui sopravvissero a lungo solo due[6].
Alla morte di Frost nel 1963 erano vive soltanto le figlie Lesley e Irma. Sua moglie, che aveva sofferto di problemi cardiaci per tutta la sua vita, era morta nel 1938 a seguito di un arresto cardiaco soltanto un anno dopo che le era stato diagnosticato il cancro al seno.[6]
La sua biografia ha influenzato solo parzialmente le sue poesie, che, a dispetto delle tragiche esperienze personali, non cedono al pessimismo, e contengono spesso immagini dolci e tranquille, volendo dare una speranza a chi le legge[6], tenendo presente che occorre accettare il dolore come una parte della vita: "in Natura il primo verde è dorato, / e subito svanisce. (...) a foglia segue foglia. / Come l'Eden affondò nel dolore / Così oggi affonda l’Aurora. / Niente che sia d’oro resta".[7]
«A liberal is a man too broadminded to take his own side in a quarrel.»
«Un liberale è un uomo di mentalità troppo ampia per schierarsi dalla propria parte in una disputa»
Frost è sempre stato un poeta dalle visioni politiche conservatrici ma, nonostante ciò, non era solito parlare molto di politica nelle sue opere o nelle apparizioni pubbliche. Egli fu uno dei numerosi americani che criticarono la politica del New Deal attuata da Franklin D. Roosevelt alla fine degli anni '20. Nei suoi ultimi anni di vita fu invece un simpatizzante di John Kennedy, a sua volta grande ammiratore del lavoro di Frost.[4]
Nonostante non appartenesse ad una confessione cristiana particolare, egli era comunque un uomo religioso che era solito autodefinirsi: "Un cristiano del Vecchio Testamento".
Le sue opere sono principalmente associate al mistero, al pavore e alla "sacralità" insiti nella natura selvaggia e nell'ambientazione della vita e dei paesaggi naturali della New England; sebbene fosse un poeta che utilizzava forme e metrica tradizionali, rimase distaccato dai movimenti letterari e dalle mode del suo tempo, configurandosi come un neoromantico.[8]
Frost è un prosecutore del poeta romantico britannico William Wordsworth, immerso nella linea metafisica americana del trascendalista Ralph Waldo Emerson[9], e di Emily Dickinson. Su di lui esercitarono una forte influenza anche i contemporanei Robert Graves e Rupert Brooke, come pure Thomas Hardy, William Butler Yeats e John Keats.[9]
Egli tende a superare nella rappresentazione ciò che la natura mostra: tende alla musica interna delle cose, allo svelamento di esse. Il suo metro abituale è il giambico libero e il ritmo è di per sé rappresentazione, è immagine.[10]
Frost è stato nominato per il premio Nobel per la letteratura 31 volte, senza mai vincere.
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