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movimento letterario caratterizzato dalla rottura della tradizione Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Per modernismo si intende in letteratura quel movimento letterario che sorse tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento in Europa e in Centro e Sud America. Fu caratterizzato da una rottura assai consapevole con i tradizionali metodi di scrittura, nel campo sia della poesia che della prosa.
I modernisti agirono da sperimentatori relativamente alla forma e all'espressività letteraria, come esemplificato dalla massima di Ezra Pound "renderla nuova" (Make it new).[1] Il modernismo fu guidato infatti dall'esplicito intento di sovvertire le consuete maniere di rappresentazione, esprimendo una nuova sensibilità più in linea con lo spirito del tempo[2] ed è coetaneo delle varie avanguardie artistiche europee del primo '900.
Le prime espressioni moderniste si riscontrano nella letteratura ispanoamericana, nel 1888, nelle rime e nelle prose di "Azul" del poeta nicaraguense Rubén Darío[3].
In Italia è di "difficile inquadramento e definizione", tanto che i critici faticano ancora ad utilizzare questa etichetta per catalogare gli autori e le loro opere. Si tratta di una categoria che comprende sia poeti, sia narratori, caratterizzati da un comune sentire letterario ed una certa affinità di pensiero e di stile, benché non vi sia un manifesto ufficiale di questa tendenza né un esplicito accordo tra i vari esponenti. Ha affinità con l'opera di scrittori quali Italo Svevo e, in parte, Luigi Pirandello e Carlo Emilio Gadda, mentre in Francia Louis-Ferdinand Céline e Albert Camus, e, in Cecoslovacchia, Franz Kafka.
Le caratteristiche peculiari del movimento angloamericano sono:
Rappresentanti del modernismo anglosassone sono innanzitutto T. S. Eliot, poeta e critico statunitense che ha vissuto per la maggior parte della sua vita in Gran Bretagna, che è il teorico del movimento; e in prosa, James Joyce. Altre figure di spicco sono Vladimir Nabokov, William Faulkner, Francis Scott Fitzgerald, Virginia Woolf, Ernest Hemingway, Joseph Conrad, Ezra Pound, Ford Madox Ford, Henry Roth, Wyndham Lewis, Hilda Doolittle e Gertrude Stein.
Nasce nei paesi Ispano-americani in opposizione alla retorica e all’ampollosità del romanticismo e del classicismo, con il ripudio delle forme letterarie tradizionali e nell’adesione alla tecnica dei parnassiani e decadenti. Queste alcune caratteristiche:
Tra gli autori principali, oltre a Darío, Manuel Gutiérrez Nájera, Julián del Casal, Leopoldo Lugones, Julio Herrera y Reissig.
Darío in Spagna influenzò anche diversi autori della Generazione del '98, tra i quali Manuel Machado e in parte anche il fratello Antonio[5].
Il Modernismo ebbe durevoli influssi sulla letteratura portoghese e si manifestò in una profonda incrinatura nei rapporti tradizionali tra autore e opera. Le principali espressioni del modernismo portoghese, tra gli Anni 1910 e gli Anni 1940 furono la rivista e la Generazione di Orpheu (Fernando Pessoa, Mário de Sá-Carneiro, Almada Negreiros ecc.) e il gruppo di scrittori della rivista Presença.
Nel modernismo brasiliano (Joaquim de Sousa Andrade, M.R. de Morais Andrade ecc.), la presenza di una peculiare situazione multietnica si tradusse anche in una rivendicazione di autonomia dalla letteratura portoghese. Furono infatti i modernisti, nella loro opposizione verso la terra madre e il sarcastico e polemico rifiuto verso l'Europa in generale, a dar vita ad una lingua letteraria brasiliana.
Il movimento prevede, nella poesia:
Il movimento prevede, nella prosa:
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