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15º rione di Roma Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Esquilino è il quindicesimo rione di Roma, indicato con R. XV.
R. XV Esquilino | |
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L'Esquilino dalla loggia di S. Maria Maggiore | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Città | Roma Capitale |
Circoscrizione | Municipio Roma I |
Data istituzione | 1874 |
Codice | 115 |
Superficie | 1,58 km² |
Abitanti | 21 199 ab. |
Densità | 13 411,15 ab./km² |
Esquilino | |
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Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Città | Roma Capitale |
Circoscrizione | Municipio Roma I |
Data istituzione | 30 luglio 1977 |
Codice | 01E |
Superficie | 3,09 km² |
Abitanti | 33 017 ab. |
Densità | 10 685,11 ab./km² |
Il toponimo indica anche la zona urbanistica 1E del Municipio Roma I di Roma Capitale.
Si trova nell'area est del centro storico.
Il rione confina con:
Il nome "esquilino" deriva da quello del castrum degli Equites Singulares Augusti (guardia imperiale a cavallo) poiché sul Celio nei pressi dell'attuale via Tasso era la loro caserma (castra priora equitum singularium). L'imperatore Settimio Severo edificò un nuovo grande complesso denominato Castra Nova equitum singularium (Nuova Caserma dei cavalieri scelti) là dove oggi sorge la Basilica di San Giovanni in Laterano.
L'Esquilino è uno dei rioni del centro storico. Di antica urbanizzazione (con Palatina, Collina e Suburrana era una delle quattro regiones della Roma serviana), con i suoi tre colli (Cispius, Oppius e Fagutalis) comprendeva fino alla regionalizzazione di Augusto tutta l'area oggi attribuita al rione Monti.
Il territorio del rione attuale è tuttavia da sempre una sorta di territorio di confine della città, intesa come centro storico: inizialmente al margine delle Mura serviane, di cui conteneva l'agger, in età imperiale fu incluso nelle Mura aureliane, ma rimase sempre marginale alla città propriamente intesa, tanto che una delle etimologie del nome lo fa derivare dal termine latino esquiliae, che indicava i sobborghi.
Fino ad Augusto la zona oltre l'agger delle mura repubblicane era una sorta di vastissima discarica dei rifiuti della città, e sede anche di un cimitero, diviso in un'area per gli schiavi e una per i cittadini di modeste condizioni, che potevano però permettersi il posto in un colombarium. Rodolfo Lanciani descrive la scoperta e l'esplorazione di una settantina di questi puticoli, nelle vicinanze di quella che è oggi la stazione Termini.
La riforma urbana voluta da Augusto, in tempi in cui la città si era enormemente estesa e nessuno pensava che avrebbe mai più avuto bisogno di mura, seppellì fra l'altro sotto una decina di metri di terra di riporto questi terreni inquinati e pestilenziali; il terrapieno delle antiche mura divenne una sorta di passeggiata pubblica e su quei terreni sorsero gli Orti di Mecenate, splendidi giardini che contenevano fra l'altro un'alta torre dalla quale Svetonio dice che Nerone assistette all'incendio di Roma. Qui è stato riportato alla luce, nel 1874, l'Auditorium di Mecenate. L'aula faceva parte di un complesso molto più ampio, che fu interamente demolito per rendere edificabile il terreno: la nuova capitale aveva bisogno di alloggi, e i suoi costruttori non andavano per il sottile[4].
Fino al tardo impero l'Esquilino fu sede di ville residenziali (Horti), piuttosto che di case popolari: nell'antichità il popolo continuava infatti ad ammassarsi nei rioni più in basso, come la Suburra.
Durante il medioevo la zona passò in possesso di vari ordini e conventi localizzati nei dintorni di Santa Maria Maggiore, e successivamente (dal Seicento) tornò ad essere sede di varie ville. In villa Palombara fu edificata nella seconda metà del Seicento la famosa Porta Alchemica, che si può ammirare oggi nei giardini di piazza Vittorio Emanuele II.
Le pur rilevanti persistenze antiche sono state completamente soffocate dalla parte residenziale del rione attuale, edificata ex novo dopo il 1870 come quartiere d'abitazione per la nuova borghesia impiegatizia (Nuovo Quartiere Esquilino). Ciò ne ha definito le caratteristiche edilizie ed urbanistiche.
Spaccato; nel primo d'argento all'albero al naturale; nel secondo d'argento al monte di tre cime di verde.[5]
Per la sua regolarità topografica, la zona si presenta come un quadrilatero molto allungato in corrispondenza dei terreni dedicati al traffico ferroviario. I punti salienti del rione sono:
È raggiungibile dalle stazioni: Roma Laziali e Santa Bibiana. |
È raggiungibile dalle fermate Termini, Napoleone III, P.za Vittorio Emanuele II, Principe Eugenio/Manzoni e Farini | del tram 5 |
È raggiungibile dalle fermate Termini, Napoleone III, P.za Vittorio Emanuele II, Principe Eugenio/Manzoni e Farini | del tram 14 |
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