Publio Sulpicio Scribonio Proculo
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Publio Sulpicio Scribonio Proculo (in latino: Publius Sulpicius Scribonius Proculus; 15 circa – Grecia, 67) è stato un magistrato, senatore e militare romano, console dell'Impero romano.
Publio Sulpicio Scribonio Proculo | |
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Console dell'Impero romano | |
Nome originale | Publius Sulpicius Scribonius Proculus |
Nascita | 15 circa |
Morte | 67 Grecia |
Gens | Scribonia |
Gens d'adozione | Sulpicia |
Padre | Scribonio Proculo (biologico); Publio Sulpicio (adottivo) |
Consolato | settembre-ottobre 56 (suffetto) |
Legatus Augusti pro praetore | Germania superiore, almeno dal 63 (60?)-67 |
Curatore | curator aedium sacrarum operumque publicorum (tra 56 e 60 o 63) |
Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Di famiglia con ogni probabilità italica[1], i due fratelli quasi coetanei e strettamente legati Proculo e Publio Sulpicio Scribonio Rufo[2] erano verisimilmente figli di Scribonio Proculo[3][4][5], senatore che odiava Caligola e che, nel 40, fu fatto a pezzi dai suoi colleghi senatori su istigazione del liberto imperiale Protogene[6][7], ma furono adottati da un Publio Sulpicio[5][8]; questa rete familiare presumibilmente li connetteva a Publio Sulpicio Quirinio (console ordinario del 12 a.C.), ai patrizi Sulpicii Camerini (due dei quali, il console suffetto del 46 Quinto Sulpicio Camerino e il figlio, furono uccisi da Nerone in Grecia poco dopo Rufo e Proculo) e alla illustrissima famiglia di ascendenza pompeana degli Scribonii Libones (imparentati con i Licinii Crassi e la stessa famiglia imperiale[9])[4][5][10][11].
Degli inizi di carriera di Proculo non molto è noto: il primo incarico conosciuto è direttamente il suo consolato suffetto, ricoperto insieme al fratello Rufo nei mesi di settembre e ottobre del 56[12][13][14].
In seguito, nel 58, i due fratelli si vedono traslato l'incarico di sedare una sedizione dei cittadini di Puteoli su preghiera dell'anziano consolare Gaio Cassio Longino (console ordinario del 30): l'aggiunta di una coorte pretoria al contingente permise il rapido ristabilimento della concordia[15][16].
In data ignota dopo il consolato, Proculo fu curator aedium sacrarum operumque publicorum[5][11][17][18], con il fratello Rufo forse analogamente curator[5][18].
Successivamente, almeno dal 63 e forse sin dal 60 fino al 67[19][20], Proculo fu legatus Augusti pro praetore del distretto militare di Germania superiore, mentre al fratello Rufo venne affidato il vicino distretto di Germania inferiore[2][21][22]: del suo mandato è attestato il congedo di tre coorti ausiliare nel giugno 65[21] e l'erezione di una colonna gioviana pro salute di Nerone a Mogontiacum[22], probabilmente al momento della scoperta della congiura dei Pisoni del 65[20][23][24][25]. È stato anche ipotizzato che vi fosse lui dietro alla nomina a tribuno militare della legio XXII Primigenia di stanza a Mogontiacum del notabile di Luna Lucio Titinio Glauco Lucreziano[11][26].
Nel 67 (forse nell'inverno tra 66 e 67[27]), i due fratelli Rufo e Proculo furono chiamati da Nerone dalla Germania in Grecia[2]: i due obbedirono tranquillamente probabilmente perché era noto che Nerone, preso dai preparativi per spedizioni militari in Etiopia e nel Caucaso, stava cercando comandanti militari esperti[28]. Tuttavia, ricoperti di contumelie e senza avere la possibilità di difendersi o anche solo di presentarsi al cospetto di Nerone, i fratelli si suicidarono tagliandosi le vene[2]: le accuse, nel contesto delle condanne neroniane di possibili capaces imperii di quegli anni, furono portate dal console suffetto del 66 Gaio Paccio Africano e forse da Lucio Giunio Quinto Vibio Crispo (console suffetto del 61)[29][30][31].
Note
Bibliografia
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