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Publilio Ceionio Cecina Albino (latino: Publilius Ceionius Caecina Albinus; fl. 364-367 circa) è stato un politico romano di età imperiale.
Probabilmente uno dei quattro figli di Gaio Ceionio Rufio Volusiano Lampadio, fu il padre di Cecina Decio Albino[1] e quindi nonno di Cecina Decio Aginazio Albino; probabilmente identico con l'Albino padre di quel (Chieionio Contucio?) Gregorio che ricevette una lettera da Quinto Aurelio Simmaco;[2] è possibile che vada identificato col pontifex padre di Leta e il nonno di Paula, menzionato in una lettera di Sofronio Eusebio Girolamo.[3]
Albino era un vir clarissimus[4] e fu governatore della Numidia («consularis sexpascalis provinciae Numidiae Constantinae») in un periodo indefinito tra il 364 e il 367;[4] diverse iscrizioni registrano il suo programma di edilizia pubblica.
Va probabilmente riconosciuto col Cecina Albino che compare nell'opera Saturnalia di Macrobio come pagano contemporaneo di Simmaco,[5] distinto da Furio Albino (da identificare con Ceionio Rufio Albino) nella stessa opera.[6]
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