Piazzale Loreto
piazza di Milano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Piazzale Loreto (Piazal Luret in dialetto milanese, AFI: [pja'ʦa:l lurɛt]) è un piazzale di Milano situato al termine di corso Buenos Aires (Municipio 2 ai confini con il Municipio 3) e all'inizio di viale Monza e di via Padova.
Piazzale Loreto | |
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Piazzale Loreto | |
Nomi precedenti | Rondò Loreto, piazza dei Quindici martiri |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Città | Milano |
Circoscrizione | Municipio 2 di Milano |
Codice postale | I-20127 |
Informazioni generali | |
Tipo | piazza |
Intitolazione | Madonna di Loreto |
Collegamenti | |
Intersezioni | via Padova, viale Monza, viale Brianza, corso Buenos Aires, via Andrea Costa, via Antonio Porpora, viale Abruzzi |
Luoghi d'interesse | Palazzo di Fuoco, Monumento ai Martiri della strage di Piazzale Loreto |
Trasporti | Loreto (metropolitana di Milano) |
Mappa | |
Posto sulla circonvallazione esterna, è un importante snodo per la viabilità cittadina ed è sede di una stazione della metropolitana.
È ricordata particolarmente per i corpi di Benito Mussolini, Clara Petacci e altri gerarchi fascisti, che vennero appesi a testa in giù dai partigiani al centro della piazza.
Durante il ducato di Milano, vicino al piazzale sorgeva la Chiesa di Santa Maria di Loreto - dedicata alla Madonna di Loreto - molto frequentata dagli abitanti di Greco e delle zone vicine. Dopo la demolizione del santuario e la sistemazione del piazzale a rondò, il luogo venne denominato rondò di Loreto, sullo storico tracciato prospettico che partendo da Porta Venezia collegava Milano alla Villa Reale di Monza. Il luogo passò infine a essere denominato piazzale Loreto.
Qui, nel 1856, progettato dall'ornatista Claudio Bernacchi dell'Accademia di belle arti di Brera, venne allestito un padiglione provvisorio ligneo in stile neoromanico longobardo per accogliere l'entrata in città dell'imperatore Francesco Giuseppe e della consorte Elisabetta giovedì 15 gennaio 1857, durante il loro viaggio diplomatico nel Lombardo-Veneto.[1]
Durante la Seconda guerra mondiale, nella strage di Piazzale Loreto avvenuta il 10 agosto del 1944, alcuni soldati della Legione Autonoma Mobile Ettore Muti fucilarono quindici partigiani antifascisti sul marciapiede compreso tra viale Andrea Doria e corso Buenos Aires (l'attuale stele commemorativa si trova leggermente spostata al centro di viale Andrea Doria).
I corpi di Benito Mussolini, che era stato ucciso a Giulino di Mezzegra il 28 aprile 1945, di Claretta Petacci e di altri 18 gerarchi della Repubblica Sociale Italiana, arrivati a Milano la sera stessa, vennero esposti in piazzale Loreto verso le 3 della notte[2], dove vennero scaricati nello stesso luogo in cui il 10 agosto 1944 erano stati fucilati e lasciati esposti al pubblico i quindici partigiani.
Sappisti della 110ª Brigata Garibaldi montarono la guardia fino alle 7 del mattino.[2] Col passare delle ore sempre più gente si radunò in piazzale Loreto, tanto che il servizio d'ordine, composto di pochi partigiani e vigili del fuoco, decise di appendere i corpi a testa in giù alla pensilina del distributore di benzina Esso all'angolo con corso Buenos Aires[3] per poter essere visti da tutti senza il rischio che la folla si schiacciasse su se stessa.
I corpi, ai quali si aggiunse quello di Achille Starace (già segretario del PNF ma caduto in disgrazia e privo di cariche nella RSI) fermato per le strade di Milano mentre faceva jogging e fucilato alla schiena dopo un processo sommario[4][5], rimasero esposti per diverse ore, in una rassegna di insulti, sputi e oltraggi, finché su pressione delle autorità militari alleate, preoccupate per la tutela dell'ordine pubblico, i corpi vennero trasportati all'obitorio.
Nell'immediato secondo dopoguerra italiano, dopo la liberazione di Milano, la piazza venne per un breve tempo chiamata piazza dei Quindici martiri a ricordo dei partigiani fucilati, per poi riprendere la sua precedente denominazione. Nel maggio del 2005 il filosofo e scrittore Stefano Zecchi, assessore alla cultura della giunta del sindaco Gabriele Albertini che all'epoca governava il comune di Milano, propose di ribattezzare il piazzale in piazza della Concordia.
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