Il ritrovamento, su alcuni massi in località Pian delle Noci, di alcune coppelle lascia supporre la presenza umana già durante la preistoria.[7] Di epoca pre-romana è una necropoli riportata alla luce nei pressi del campo sportivo di Pellio Superiore.[7] Al periodo ottoniano risalgono invece i resti di una fortificazione trovati non lontano dalla chiesa di San Giorgio[8].
Schierato dalla parte di Como durante la guerra decennale, il paese di Pellio fu un feudo dapprima dei Camozzi, poi dei Rusca (XV secolo), quindi dei Marliani e infine dei Riva Andreotti.[7]
Il paese era storicamente diviso in due parti: Pellio Inferiore, intorno alla chiesa di San Michele, e Pellio Superiore (o Pelsopra[7]), intorno a quella di San Giorgio. Le due chiese, originariamente alle dipendenze della matrice di Castiglione d'Intelvi, furono entrambe elevate al rango di parrocchiale nella prima metà del XVII secolo.[7] Con Maria Teresa d'Austria, le comunità Pellio Superiore e Pellio Inferiore vennero riunite in un unico comune.[7]
A partire dal 1º gennaio 2017, insieme ai comuni di Lanzo d'Intelvi e Ramponio Verna, si è fuso, in seguito a un referendum popolare tenutosi il 20 novembre 2016, nel nuovo comune di Alta Valle Intelvi.
Simboli
Lo stemma comunale e il gonfalone erano stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 14 aprile 1956.[9]
Il gonfalone era un drappo troncato di verde e di rosso.[11]
Architetture religiose
Chiesa di San Giorgio[12], attestata già nel 1186[13] e contenente un dipinto di Giovanni Andrea de Magistris[12]. Nata come chiesa in stile romanico, la chiesa fu oggetto di rimaneggiamenti nel 1772 e nel 1830.[7] Della struttura originaria rimangono solo i volumi della facciata e alcuni archetti pensili sulle pareti esterne laterali[7] sul lato destro.[14] Internamente, un tabernacolo della scuola degli scultori Rodari e dipinti Cinquecenteschi, alcuni dei quali attribuiti a Carlo Innocenzo Carloni.[7][14] Al Cinquecento risale un affresco raffigurante una Natività.[14] La sacrestia, decorata in stile rococò, fu affrescata da Pietro Molciani (1769[14]);[7] questi affreschi rappresentano alcune scene della vita del santo titolare della chiesa.[14] La chiesa rappresenta inoltre un santuario dedicato alla Madonna di Caravaggio,[14] annoverato nell'elenco dei santuari e templi votivi della diocesi di Como[15].
Chiesa di Santa Maria, a Pellio Superiore, risultato di una settecentesca rielaborazione di un precedente edificio religioso cattolico. Internamente, la chiesa ospita resti di affreschi dei secoli XV e XVI.[14]
Chiesa di San Michele[16], consacrata nel 1610 ma oggetto di numerosi interventi nel corso dei secoli.[7] Al suo interno, oltre a un Trionfo di san Michele di Carlo Scotti e una Presentazione al tempio attribuita a Carlo Innocenzo Carloni, la chiesa ospita un paliotto in scagliola di Ercole Ferrata.[7] Lo stesso scultore si occupò della realizzazione della copertura del battistero.[7] Paolo Caprani fu l'autore del pulpito, mentre Giosuè Scotti il pittore che realizzò gli affreschi della volta.[14] Nella chiesa trova inoltre posto un tabernacolo cinquecentesco.[14]
Oratorio del Garello[17] (XVII secolo), noto anche come Santa Maria al fiume per via della vicinanza al torrente Telo,[14] edificio religioso nel quale Gian Battista Barberini realizzò le decorazioni a stucco dell'area presbiteriale[14] e della cappella dedicata a san Carlo.[8] A Ercole Ferrata è invece attribuibile la piccola statua che, sulla facciata dell'oratorio, raffigura Gesù in compagnia della Madre.[14]
Architetture civili e militari
Villa Calvi, detta anche casa Corti[18], residenza databile al XVII secolo[13]
Per il dialetto comasco, si utilizza l'ortografia ticinese, introdotta a partire dal 1969 dall'associazione culturale Famiglia Comasca nei vocabolari, nei documenti e nella produzione letteraria.
Andrea Spiriti (a cura di), Artisti del laghi in Sardegna, atti del congresso internazionale, Cagliari 2009; Idem, Artisti e architetti svizzeri a Torino. Le ragioni della continuità, in Giorgio Mollisi (a cura di), Svizzeri a Torino nella storia, nell'arte, nella cultura, nell'economia dal Cinquecento ad oggi, «Arte&Storia», anno 11, numero 52, ottobre 2011, Edizioni Ticino Management, Lugano 2011, 56-65; Idem, Artisti dei Lagni, 2011.