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Partizione delle Alpi
Antica classificazione alpina tra il 1924 e il 2005 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La Partizione delle Alpi è una classificazione della catena alpina adottata nel 1924 in occasione del IX Congresso Geografico Italiano ed ufficializzata nel 1926 ed è stata una delle prime tra le suddivisioni europee a prendere in considerazione l'intero territorio alpino e non solo quello compreso all'interno dei confini di un singolo stato[1].


È tuttora utilizzata in molti testi didattici[2] e studi[3], a volte con alcuni aggiornamenti. La suddivisione didattica tradizionale delle Alpi italiane è basata in larga parte sulla Partizione delle Alpi, e in particolare sul documento "Nomi e limiti delle grandi parti del Sistema Alpino".
La ripartizione principale individua in tutto il sistema alpino tre grandi parti: Alpi Occidentali, Alpi Centrali e Alpi Orientali, suddivise a loro volta in 26 sezioni e 112 gruppi.
Per facilitare la memorizzazione della sequenza delle sezioni che formano lo spartiacque principale, si utilizza nelle scuole la frase MA COn GRAn PENa LE RE-CA GIÙ (Alpi Marittime, Cozie, Graie, Pennine, Lepontine, Retiche, Carniche, Giulie)[4].
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Alpi Occidentali
Riepilogo
Prospettiva
Secondo la Partizione delle Alpi, le Alpi Occidentali vanno dal colle di Cadibona al col Ferret e la loro cima più elevata è il Monte Bianco (4810 m). Seguendo il criterio della Partizione, le Alpi Occidentali sono suddivise nelle sezioni e nei gruppi elencati nella tabella sottostante[5][6]
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Alpi Centrali
Riepilogo
Prospettiva
Secondo la Partizione delle Alpi, le Alpi Centrali vanno dal Col Ferret al Passo del Brennero e la loro cima più elevata è il Monte Rosa (4634 m). Seguendo il criterio della Partizione, le Alpi Centrali sono suddivise nelle sezioni e nei gruppi elencati nella tabella sottostante[5][6].
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Alpi Orientali
Riepilogo
Prospettiva
Secondo la Partizione delle Alpi, le Alpi Orientali vanno dal Passo del Brennero al Passo di Vrata e la loro cima più elevata è il Großglockner (3798 m). Seguendo il criterio della Partizione, le Alpi Orientali sono suddivise nelle sezioni e nei gruppi elencati nella tabella sottostante[5][6].
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Confronto con la Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino
Riepilogo
Prospettiva
La Partizione delle Alpi fu una delle prime a considerare tutta la catena alpina e per questo si diffuse a livello internazionale[1] ed è alla base anche di recenti testi italiani e francesi dedicati al sistema alpino[3].
Secondo l'autore della Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino[17], tuttavia, tale classificazione è italo-centrica, perché non condivide la bipartizione (individuando tre "grandi parti" e non due) ed in generale le classificazioni del sistema alpino in uso in altri Stati, come l'Austria; secondo lo studioso[17], inoltre, è basata su presupposti errati, perché include nella catena alpina territori che, secondo alcuni studiosi, non ne farebbero parte.
Anche la SOIUSA, d'altra parte, ha ricevuto delle critiche; ad esempio Werner Bätzing la considera "una miscela di punti di vista molto diversi, definiti in modo pragmatico e non sistematico", cosa che, secondo lo studioso, porta ad una mancanza di chiarezza sui criteri adottati per la suddivisione[18].
Nella tabella sottostante sono indicate le principali differenze che distinguono la Partizione delle Alpi dalla Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino[19].
L'inclusione o l'esclusione del Carso nel sistema alpino è da tempo oggetto di dibattito. L'inclusione è stata sostenuta in tempi recenti anche dallo studioso italiano di fenomeni carsici Fabio Forti[20]; egli ha affermato che, secondo la letteratura alpina la regione è sì una cerniera tra sistema alpino e sistema dinarico, ma è da attribuirsi al primo per questioni storiche[21], geografiche, geomorfologiche[22] e geologiche[23]. La SOIUSA esclude invece il Carso dal sistema alpino, in quanto secondo la letteratura geografica slovena, la zona del Carso appartiene alle Alpi Dinariche, suddiviso nel seguente modo: Montagne dell'Istria e del Carso (sigla A1); Gruppo della Selva di Tarnova (sigla B1); Gruppo del Monte Nevoso-Risnjak (sigla B2); Largo altopiano della Carniola-interna e della Bassa Carniola (sigla B3).
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Note
Bibliografia
Voci correlate
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