Parco Natura Viva
parco zoologico in Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il Parco Natura Viva è un parco faunistico situato tra Bussolengo e Pastrengo, in provincia di Verona, non lontano dal lago di Garda. Vi si trovano molte specie a rischio che il parco alleva per poi reinserire in libertà. Da anni il parco partecipa a numerosi progetti di conservazione per la tutela e la salvaguardia di flora e fauna in via d'estinzione.
Parco Natura Viva | |
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Tipo di area | Parco safari, parco zoologico |
Stati | Italia |
Regioni | Veneto |
Province | Verona |
Comuni | Bussolengo |
Superficie a terra | 0,42 km² |
Mappa di localizzazione | |
Sito istituzionale | |
Entro il 2024, verrà pianificata l'acquisizione del parco da parte di Zoom Torino[1].
Il Parco Natura Viva è un moderno parco zoologico, importante centro di tutela della biodiversità. Il parco, inizialmente chiamato "Parco Zoo del Garda", aprì al pubblico il 25 giugno 1969 grazie all'iniziativa dell'architetto veronese Alberto Avesani,[2] il fondatore, e della moglie Giorgia Zaborra, che trasformarono negli anni sessanta parte della loro azienda agricola, esistente dal 1933, in un'area faunistica, raccogliendo animali della fauna locale per allevarli ed eventualmente mostrarli al pubblico. Progettato dal 1965, il parco venne inaugurato il 25 giugno 1969 con un primo settore di circa 10 ettari, l'attuale percorso Faunistico. Il primo ospite del parco fu Pippo, un ippopotamo, che diede proprio il via al parco faunistico. Pippo proveniva da un circo di passaggio che non poteva più tenere l'animale, così l'allora sindaco di Bussolengo contattò Avesani chiedendogli di costruire un ricovero permanente per il pachiderma, e questi accettò, avendo molto spazio a disposizione. L'exhibit permetteva all'animale di entrare a contatto con i visitatori, essendo di indole quasi domestica. Nel 1973, si aggiunge un settore dedicato a diverse specie di mammiferi e uccelli denominato auto safari, un percorso da effettuare a bordo del proprio automezzo. Nel 1978, la struttura venne ulteriormente ampliata con nuove aree: l'acquaterrarium, la serra tropicale, due stabili adiacenti dove ci si immerge in una foresta pluviale tropicale, in cui si trovano uccelli variopinti, farfalle e rettili, e l'area parco delle estinzioni, dove i visitatori, per la prima volta in Italia, possono ammirare modelli a grandezza naturale di alcune creature preistoriche. Dal 1985, è stato avviato un importante progetto di riqualificazione generale che ha coinvolto, e coinvolge tuttora, diversi aspetti zoologici, architettonici e manageriali.
Il 18 gennaio 2009 venne a mancare Pippo, e lo stesso anno il parco fu il primo in Italia ad ospitare il fossa, unico predatore dei lemuri del Madagascar. Nel 2010 il parco ha vinto (ex aequo con il "Jungle Splash" di Etnaland) il Parksmania Award 2010 per la migliore nuova attrazione[3]: i Sentieri d'Africa, un percorso dove le barriere naturali permettono l'osservazione della natura e degli animali in tutta sicurezza: rinoceronti, ippopotami, scimpanzé, lemuri, antilopi, scimmie, suricati e testuggini. Nel 2012 il parco ha aperto il percorso Australian Outback, in cui si possono osservare canguri, emù, casuari e altri uccelli australiani.
Nel settembre 2018, la Serra Tropicale è stata demolita per permettere i lavori di ristrutturazione e trasformarla nella nuova serra dei giganti.[4] La nuova struttura, inaugurata il 13 settembre 2019, è un padiglione di 1.600 metri quadrati dedicato al tema del gigantismo e del nanismo in natura, e ospita tra gli altri draghi di Komodo, lontre giganti, serpenti e farfalle giganti.
Nel corso della sua storia, il parco vanta diversi primati sia italiani che europei: Nell'ottobre del 2021 venne a mancare Toby, il rinoceronte bianco meridionale più anziano d'Europa. Inoltre, fino alla sua morte, il parco era l'unico al mondo ad alloggiare rinoceronti e ippopotami insieme, proprio grazie all'indole mansueta di Toby. Il parco è l'unica struttura zoologica al mondo che riproduce con successo l'avvoltoio reale indiano, specie fortemente minacciata d'estinzione. Fino alla primavera del 2022, il parco era l'unico zoo italiano ad ospitare e riprodurre una coppia di orsi andini, specie piuttosto rara in Europa. Purtroppo, nel dicembre del 2022 venne a mancare il maschio Luis, considerato l'orso andino più vecchio d'Europa a 29 anni, e 4 mesi dopo morì la sua compagna Bahia a 29 anni. A seguito della loro scomparsa, nell'estate del 2023, il parco diventa il primo giardino zoologico a possedere un formichiere gigante, un giovane maschio di nome Kanuku, proveniente dallo zoo di Francoforte.[5]
Sezione del giardino zoologico nata nel 1973 sotto il nome di Auto safari, rende l'allora Parco Zoo del Garda il primo zoosafari del nord Italia visitabile con il proprio automezzo. Inizialmente occupava il 50% del parco, e al suo interno si potevano vedere specie di varia provenienza, come antilopi nilgai, antilopi cervicapra, tigri, mufloni e guanachi. Con i lavori di ristrutturazione del 2010 iniziano ad essere ospitate solo specie africane, e per questo il safari prende il nome di Safari d'Africa. Il percorso iniziava nella savana, dove si potevano osservare struzzi, gnu, buoi dei Watussi, antilopi, zebre e giraffe, per poi proseguire e salire sulla collina, dove si incontravano guanachi, antilopi alcine, pecore del Camerun e antilopi lichi. Dopodiché si attraversavano i reparti dei carnivori, prima quello dei leoni e poi quello delle tigri. Usciti da questo tratto si passava nell'exhibit, ancora oggi presente, di ippopotami e rinoceronti bianchi, per poi passare accanto all'isola degli scimpanzé. L'ultimo tratto del safari era il Parco uccelli, un'area di boschi e laghetti dove vivevano in libertà oche, cigni, fenicotteri, gru e anatre. Nel 2010, con le ristrutturazioni e i lavori di pedonalizzazione, vengono rimosse dal percorso safari diverse aree, lasciando la savana, la collina e l'area dei carnivori. Quest'ultima viene modificata per dedicare parte dell'habitat dei leoni alle iene maculate, e il reparto delle tigri viene riadattato per i ghepardi. Il resto del tratto safari è stato incluso nella sezione faunistica del parco con la creazione delle sezioni sentieri d'Africa, Madagascar e Oceania, visitabili a piedi.
Nel 2012 il Parco ha ricevuto, per l'esperienza maturata nella gestione dei rinoceronti, un ulteriore rinoceronte bianco, chiamato Benno, nato nel 1981 e proveniente dallo zoo di Salisburgo. Benno è stato collocato nell'exhibit del safari che in passato ospitava le zebre di Grèvy, considerando che non tollera la presenza di altri animali. Nel 2017 il Parco accoglie un gruppo di gelada, composti dal maschio dominante Dominick e i suoi cinque figli, arrivati dallo zoo di Rheine. I gelada sono posti su di un'isola che riproduce il loro habitat naturale, posta al centro del safari. Nel 2020 rimase un solo maschio di giraffa, Neymar, così l'anno successivo venne ospitato, dallo Touroparc Zoo, in Francia, un maschio di cinque anni di nome Malawi. Nell'estate 2022 il safari rimane senza vari bianconeri, fino all'arrivo di tre femmine, dallo Zoo di Praga, appartenenti alla sottospecie V. v. subcinta.
I Sentieri d'Africa è una delle sezioni del percorso faunistico più recenti, aperta infatti nel 2010, questa area fece vincere al parco (ex aequo con il Jungle Splash di Etnaland) il Parksmania Award 2010, come la migliore nuova attrazione. Quest'area è composta da percorsi pedonali dove le barriere naturali permettono l'osservazione della natura e degli animali in tutta sicurezza, concentrandosi sulle specie africane più esotiche e famose. Seguendo il percorso sulla mappa, questa è la prima area visitabile, ed è collegata alla sotto-sezione Madagascar e alla sezione Oceania. Questa area del parco inizia con un exhibit misto che è stato, fino al 2021, l'unico in Europa dove ippopotami, rinoceronti e nyala vivevano insieme nello stesso habitat: la coppia di ippopotami formata da Gonzalo e Camilla e la loro prole hanno vissuto per anni con Sugar e Toby, rispettivamente femmina e maschio di rinoceronte bianco. Sugar è deceduta a fine novembre del 2012, mentre Toby è deceduto nell'ottobre 2021, entrambi alla veneranda età di 54 anni. Sullo sfondo di questo reparto si trova l'exhibit dei ghepardi, che possono essere occasionalmente avvistati. Di fronte all'isola che ospita gli scimpanzé si trova l'area ristoro "Gombe Bar"[6], dove si possono gustare panini freschi e taglieri di salumi. Un'altra area ristoro si trova poco prima dell'inizio dei sentieri d'Africa, il "Simba Self"[7], il vero e proprio ristorante del Parco, con modalità self-service.
Nel febbraio 2016, il Parco accolse due maschi di springbok, arrivati da uno zoo della Repubblica Ceca, che aveva dichiarato di doverli sopprimere a causa dell'incompatibilità genetica alla riproduzione. Nel maggio 2017, il gruppo storico di cercopitechi grigio-verdi venne scelto per essere trasferiti allo zoo di Magdeburgo. Al loro posto, il Parco ha accolto una coppia di cercopitechi barbuti, Harry e Kamili, nel settembre 2017. Nell'aprile 2018, questi due primati hanno avuto il loro primo cucciolo, Kumi.
Costruito insieme ai sentieri d'Africa, di cui risulta essere una sotto-sezione, Madagascar è l'area più piccola del percorso faunistico, e si concentra sulla fauna endemica dell'omonima isola. Il percorso è una continuazione dei sentieri d'Africa, venendo interrotto a metà dalla presenza della sezione Oceania, per poi riprendere per un breve tratto e riagganciarsi al sentiero principale. La prima area è dedicata ai lemuri, alloggiati in due grandi spazi, uno dedicato interamente ai lemuri catta e un altro formato da tre isolette, abitate dai lemuri dal ventre rosso e da Macchia Nera, un lemure macaco al quale per via di una malattia è stata amputata una zampa posteriore. La seconda parte (raggiungibile dopo il percorso ad anello di Oceania), ospita una colonia di vasa maggiori e due esemplari di fossa, Beloka e Mantadia, visibili in due voliere separate. Il Parco Natura Viva è stato il primo parco in Italia ad ospitare questo predatore di lemuri, seguito dallo zoo di Napoli. L'ultima parte è dedicata al progetto di conservazione dell'indri, tuttavia non presente nel Parco, poiché gli indri non sopravvivono in cattività; i visitatori possono comunque udire il suo richiamo, riprodotto da un altoparlante, lungo tutto il percorso e apprendere nozioni sulla sua conservazione e adottare esemplari a distanza. Nella stessa struttura della salvaguardia dell'indri, si possono osservare, con un po' di fortuna, sei minuscoli microcebi murini. Nel 2023 il parco perde Mantadia, la femmina di fossa, il cui reparto diventa poi la dimora di Frodo, un giovane maschio proveniente dal Dvůr Králové Zoo.
La sezione Oceania è una delle aree più piccole del Parco, e ospita principalmente mammiferi e uccelli dell'Australia e della Nuova Zelanda. Quest'area è stata aperta nel 2012, sotto il nome di Australian Outback. Si trova a metà della sotto-sezione Madagascar, ed ha una forma ad anello che permette ai visitatori di ritornare sul sentiero principale e continuare la visita nell'area dedicata al Madagascar. Originariamente questa sezione ospitava solamente uccelli e wallaby dal collo rosso, ma nel luglio 2018 il Parco accolse una coppia di canguri grigi orientali: un maschio nato nel luglio 2016 allo zoo di Parigi, ed una femmina, nata nel giugno 2016 allo zoo di Krefeld, Germania, soprannominati Mr. e Mrs. Grey, che nel dicembre 2019 hanno dato alla luce il loro primo cucciolo, Baby Grey, seguito nel dicembre 2020 da Kody e nel settembre 2021 da Boing, seguiti poi da nascite sempre più frequenti; ora la famiglia conta circa 8 esemplari.
Tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022 l'anziana coppia di emù viene a mancare e quindi il Parco accoglie due esemplari, fratello e sorella, provenienti dallo zoo di Duisburg, per i quali viene creato un nuovo reparto ad hoc, e al loro posto sono accoglie tre wallaby parma, provenienti dal Dierenrijk Zoo, nei Paesi Bassi.
Alla fine del 2022 il parco accoglie una giovane femmina di casuario australiano, di nome Kikori, alloggiata nel reparto successivo a quello del maschio, in passato utilizzato per gli emù.
La sezione Asia, accessibile dall'entrata del Parco, è una delle aree più estese del Parco, che si occupa della conservazione delle specie euroasiatiche in pericolo d'estinzione. In questa sezione è possibile vedere gli animali attraverso vari pannelli o reti metalliche, che permettono al visitatore di osservare gli animali pur mantenendo la privacy di quest'ultimi. All'interno del percorso è presente anche il fast food tematico asiatico Manas fast Food[8]. All'inizio della sezione Asia si trova ancora il recinto dell'ippopotamo Pippo, oggi riadattato per ospitare le gru della Manciuria.
Originariamente, la tigre siberiana del Parco era un maschio di nome Amka, arrivato nel 2008, a cui venne accostata una femmina di nome Sophie, proveniente dallo zoo di Dvůr Králové. Tuttavia, i due animali ebbero difficoltà a relazionarsi per cui, nel 2013, Sophie venne trasferita in uno zoo austriaco. A seguito di ciò, al Parco venne affidata una giovane femmina di nome Luva, nata allo zoo di Zurigo, nell'ambito del programma europeo EEP (european endangered species programme) per questa specie. Le due tigri, tuttavia, non ebbero alcuna cucciolata e nell'agosto 2019, all'età di 13 anni, Amka morì a causa di un sarcoma, lasciando sola Luva.[9] A seguito della morte di Amka, nel dicembre 2019, il Parco ha accolto un nuovo maschio di nome Botsman, dallo zoo di Tallinn, per creare una nuova coppia riproduttiva con Luva. A seguito di questa unione, il 3 giugno 2020, sono nati tre cuccioli, i primi del parco, di nome Krai, Zov e Alina.[10] Nell'aprile 2021 Botsman viene trasferito allo Zoo di Ljubljana, per poter mandare avanti i programmi di riproduzione della specie.
Questa sezione ospita anche un gruppo di quattordici dei ventitre esemplari di avvoltoi reali indiani in cattività che il parco alleva, studia e spera di poter reintrodurre in natura; è inoltre uno dei pochi giardini zoologici dove questa specie si sia riprodotta con successo: la prima nascita avvenne nel 1997, quando una femmina depose un uovo di cui, tuttavia, non se ne occupò. L'uovo venne poi fatto schiudere con successo in incubatrice. Le nascite sono poi proseguite nel maggio 2013, con due pulcini[11], nell'aprile 2014 con un solo individuo[12], nel maggio 2016 un altro singolo individuo[13], nel maggio 2020[14] e l'ultima risalente al 1º aprile 2021, con la nascita di Kanha[15]. La coppia del parco è stata anche fotografata da Joel Sartore, i cui scatti sono stati inseriti nel progetto del National Geographic The Photo Ark.[14]
Il Parco ospita anche una coppia di gipeti, Fabian e Julia, che nel febbraio 2019 hanno dato alla luce il primo pulcino nato in cattività in Italia chiamato Stelvio.[16] Nel giugno 2019, Stelvio è stato rilasciato in Andalusia, per il Programma di conservazione degli uccelli necrofagi in Andalusia.[16] Nel marzo 2020, la coppia ha dato alla luce un altro pulcino, stavolta una femmina chiamata Eglazine, anch'essa rilasciata nell'agosto 2020, presso il Parc naturel régional des Grands Causses, Francia.[17] Entrambi i trasferimenti sono stati possibili tramite il Bearded Vulture Project.
Nell'ottobre 2018, il Parco riceve una coppia di storni di Bali dallo zoo di Colonia, i primi in Italia, nominati Romeo e Giulietta, alloggiati nella voliera del fast food Manas Fast Food, insieme agli speronieri Chinquis[18], dove sono esposte varie gabbie e cartelli per sensibilizzare il pubblico sulle cause di estinzione di questi uccelli canori, catturati e detenuti illegalmente proprio per i loro canti. Nel giugno 2020, il Parco ha assistito alla nascita di un pulcino di gru della Manciuria, e alla nascita di tre pulcini di cicogna nera.[19]
Nell'agosto 2020, il Parco ha ricevuto due nuove femmine di panda minore, una di nome Tia, dallo zoo di Monaco Tierpark Hellabrunn, per formare una coppia con il maschio Nyi'Ma, mentre per l'altro maschio già presente, Maituk, è arrivata Tango. Entrambe le coppie si sono riprodotte l'anno seguente, dando alla luce nell'estate 2021 tre piccoli[20]: Nyi'Ma e Tia hanno avuto una femmina chiamata Bimala, mentre Maituk e Tango hanno avuto un maschio ed una femmina chiamati rispettivamente Shifu e Shanti. Nell'estate 2023 Tia, per cause sconosciute, muore, lasciando solo il compagno Nyi'Ma.
Durante il corso del 2023 il Parco accoglie due nuove specie appartenenti al continente asiatico: l'Urial transcàspico, ospitato nell'ex reparto dei daini, nella zona europea, e il fagiano di Edwards, alloggiato in una nuova voliera costruita dopo le carpe koi che ospita anche alcuni speronieri di Chinquis.
La serra House of giants è stata il primo intervento di rinnovamento del parco a seguito del loro Masterplan 2017-2027. Le costruzioni della nuova serra sono iniziati nel settembre 2018, demolendo i precedenti serra tropicale e l'acquaterrarium, per permettere i lavori di ristrutturazione della nuova serra dedicata ai nani e ai giganti del mondo animale.[4]
La precedente serra tropicale e l'acquaterrarium erano due strutture adiacenti l'uno all'altra, costruiti nel 1978; la prima era una grande serra in cui era ricreata una foresta tropicale in cui erano tenuti in semi libertà diversi animali tropicali tra cui caimani dagli occhiali, tucani becconero, piranha, storni metallici, storni ametista, storni caruncolati, rossetti egiziani, mata-mata, turachi violetti, tortore aliverdi, tortore tamburino e tortore cuculo delle Filippine oltre che una miriade di farfalle. L'acquaterrarium conteneva una gran quantità di rettili e pesci tropicali ospitati in terrari. A seguito dei lavori di rinnovamento, molti degli animali presenti sono stati rilocati in altri zoo, mentre altri sono stati spostati in altri habitat del Parco come gli uistitì dai pennacchi, gli armadilli villosi, i bradipi didattili, i microcebi, le tartarughe dalle zampe rosse, mentre altri hanno trovato casa nella nuova struttura costruita, come la tartaruga azzannatrice e la testuggine radiata.
La nuova struttura, inaugurata il 13 settembre 2019, è un padiglione di 1.600 metri quadrati dedicato al tema del gigantismo e del nanismo in natura, e ospita diverse specie di rettili, aracnidi ed insetti. La serra ha anche diverse temperature in base all'area e alle specie che ospita: un'area più secca ad alta temperatura destinata ai draghi di Komodo, con la minima a 28 °C, una più umida ed insulare destinata alle tartarughe giganti di Aldabra, con la minima a 22-23 °C, e quella amazzonica per le lontre giganti, che può scendere anche a 18 °C. La nuova serra fornisce anche un nuovo spazio al coperto per le tartarughe di Aldabra, già presenti nel Parco. I primi nuovi residenti della nuova struttura furono alcune farfalle morfo blu, seguite dalle lumache giganti, falene cobra, paguri di foresta e pesci arciere. Il 9 agosto 2019, arrivò il primo ospite gigante della nuova struttura: l'anaconda verde, una femmina di nome Nagini, proveniente dallo zoo di Londra. A seguito arrivarono tre coccodrilli nani africani, un maschio e due femmine, nati nel 2016, arrivati dallo zoo di Mulhouse. Il 4 settembre 2019 arrivò la prima femmina di drago di Komodo, di nome Padar, dallo zoo di Wroclaw, Polonia. La seconda femmina, Indah, arrivò l'8 settembre 2019. Tra gli ultimi arrivi ci furono due lontre giganti, i fratelli Apalai e Felipe, dallo zoo di Madrid, nell'ambito del progetto EEP dell'EAZA, che hanno anche accesso a un'area esterna. Arriva nella serra nell'ottobre 2020 anche un boa costrittore di nome Sir Biss. Ultimi arrivi tra i serpenti della serra sono una coppia di pitoni reali. All'interno della nuova serra ci sono inoltre diversi terrari indipendenti, che contengono vari insetti giganti, ed una cabina in cui sono tenute le crisalidi di farfalla e altri insetti giganti, oltre ad essere un luogo di lavoro per i keeper e di istruzione per le scolaresche.[4] Nella primavera 2023, la serra accoglie una colonia di una decina di bulbul dai mustacchi rossi, che condividono la stessa area dei draghi di Komodo. Sempre nello stesso anno, Indah una delle femmine di drago di Komodo, viene mandata al Bioparco di Roma come scambio per il loro maschio Ivan, che arriva nella serra per iniziare un programma riproduttivo con Padar.
All'esterno ed all'interno dell'edificio vi sono anche delle ricostruzioni a grandezza naturale di creature preistoriche per mostrare il fenomeno del gigantismo e nanismo nel tempo, tra cui l'Anzu, l'orso delle caverne, l'Homo floresiensis e l'elefante nano.
L'area America è la terza area più estesa e ricca del Parco, e si occupa primariamente della conservazione di specie sudamericane in pericolo d'estinzione. Quest'area è una continuazione dell'area Asia, dopo le voliere degli avvoltoi reali indiani. L'area si snoda lungo la scarpata di una collina fino a raggiungere la House of giants. All'interno del percorso è presente anche lo street food tematico Otonga Street Food. La sezione America si concentra perlopiù sulla conservazione dei piccoli animali dei tropici, come bradipi, tamarini, uistitì e uccelli tropicali. Quest'area ospitava ed ospita tuttora specie uniche in Italia. Fino alla primavera 2023, il Parco Natura Viva era l'unico giardino zoologico ad ospitare e riprodurre una coppia di orsi andini, Luis e Bahia, nati nel 1993, rispettivamente allo zoo di Jersey e allo zoo di Dortmund. I due plantigradi hanno avuto, nel corso degli anni, due piccoli: il primo, un maschio di nome Balù, nato nel 1998; la seconda, una femmina di nome Tunk, nata nel 2007. Entrambi gli esemplari sono morti di vecchiaia nella primavera del 2023. A seguito della loro morte, il parco ha ottenuto tre esemplari di coati dal naso bianco dallo zoo di Lipsia, ed in seguito, nella primavera 2023, il parco ha ricevuto un giovane esemplare maschio di formichiere gigante direttamente dallo zoo di Francoforte, divenendo l'unico esemplare di formichiere gigante in Italia, seguito dall'arrivo di una femmina nella primavera dell'anno successivo.[5]
Nel 2010 arriva al parco Wendy, una femmina di bradipo didattilo, dopo essere stata sottratta da uno scantinato di Milano, dove era detenuta illegalmente da uno scrittore che la teneva come fonte di ispirazione. Wendy al parco è stata unita al maschio El Griso, col quale ha avuto sei piccoli, l'ultimo nato nel 2023.
Nel 2010 l'anziano puma Indio viene spostato in un reparto non visibile al pubblico, in quanto il suo stato di salute stava peggiorando per via degli innumerevoli visitatori che sbattevano sui vetri del suo reparto, arrecandogli fastidio e nervosismo. Dopo il suo spostamento il parco accoglie, nel suo habitat, una coppia di ocelot, Andy e Philip, i quali hanno avuto la loro prima cucciola, Keyra, nonché la prima cucciola della specie in Italia, nell'aprile 2019[21].
Di particolare interesse è la piccola sotto-sezione Amazonas, l'ultimo tratto della sezione dove si trovano alcune voliere destinate ai pappagalli. La collezione del parco comprende sei specie di ara, alcune delle quali molto rare, e le amazzoni capirossa. Tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2022 il parco accoglie due nuove specie di pappagalli in pericolo critico d'estinzione: una coppia di ara golablu, formata dal maschio Amazon e la femmina Madidi, e tre femmine di ara fronterossa, queste ultime alloggiate nella voliera delle amazzoni fronte rossa, a loro volta spostate nella grande voliere degli ara.
Una delle ultime aree del parco, in origine formata da un unico grande recinto, chiamato "bosco dei cervi", e da una terrazza panoramica, ancora oggi presente. Nel 2004 viene resa a tutti gli effetti l'area del parco dedicata alle specie europee, viene ampliata con l'attuale recinto dei bisonti e il bosco dei cervi viene suddiviso in più reparti per ospitare altre specie. Nel maggio 2023, il parco riceve due esemplari maschi di Urial transcàspico, direttamente dal Jardin des Plantes di Parigi, venendo ospitati nell’ex reparto daini, dopo la morte dell'ultima femmina. Pochi mesi dopo i due esemplari sono stati raggiunti da due femmine ed i loro rispettivi cuccioli.
Il parco ha ospitato per anni un branco di lupi grigi, guidati da un maschio proveniente dallo zoo di Lubiana, che ha portato alla nascita di 12 cuccioli. Con la morte del capobranco e l'invecchiamento degli altri esemplari, l'intero branco è stato spostato in un'area riservata più tranquilla e non visibile ai visitatori. Al loro posto, nella primavera 2024, il parco accoglie un branco di lupi artici (Canis lupus arctos), composto due maschi e due femmine provenienti dal Parc Argonne Découverte, Francia.
Il Parco ospita da anni il bisonte europeo, animale che in passato ha visto l'estinzione della specie in natura. Dal 2004 il Parco prende parte all'European Bison Reintroduction Project, iniziando a reintrodurre i giovani bisonti nei loro luoghi di origine: i primi esemplari a prendere parte al ripopolamento furono Ittina e Pasqualina, due femmine nate al Parco e rilasciate nel Parco nazionale Poloniny, in Slovacchia. Il Parco ha rilasciato, dal 2004 al 2018, nove bisonti, una delle quali, Pasqualina, dà alla luce, nel 2006, una vitella, la prima a nascere nelle foreste di origine da 400 anni. La coppia storica del parco era formata da Arik e Lavinia: Arik arrivò al parco nel 2004 all'età di un anno, dove incontrò Lavinia, nata al parco nel 1992. Arik scompare nell'ottobre del 2020, mentre Lavinia viene a mancare alla fine dell'estate 2021, entrambi per l'età avanzata. Dopo la morte di Arik rimangono al Parco Lavinia insieme a due sue figlie, Penelope ed Hera. Poco prima della morte di Lavinia il Parco accoglie un giovane maschio, nominato poi Zeus in seguito ad una votazione fatta sulla pagina Facebook. Dall'unione di Zeus e Penelope nasce, nel novembre 2021, un piccolo maschio, di nome Eracle.
Un altro vanto del Parco è la sua colonia di ibis eremita con la quale partecipa a diversi programmi di conservazione: Il progetto Reason for Hope è il primo tentativo su base scientifica, di reintroduzione di una specie migratrice nel suo habitat naturale, il cui obbiettivo è quello di ristabilire una rotta migratoria, dai siti di nidificazione in Germania e Austria all'area di svernamento in Toscana. Il Parco Natura Viva rappresenta l'unico partner italiano di questo progetto, che prevede di insegnare ai giovani uccelli, nati e cresciuti in cattività, una possibile rotta migratoria verso l'Oasi WWF della Laguna di Orbetello, in Toscana.[22] Il Parco contribuisce anche all’iniziativa Proyecto Eremita, avviata nel 2003, che si dedica alla reintroduzione dell’ibis eremita. Il progetto ha l'obiettivo di creare una colonia stanziale, stabile e autosufficiente di ibis eremita nell'area di La Janda, nei pressi di Cadice, sulla costa atlantica della Spagna. Inoltre, il Parco ha annunciato la creazione di quello che è stato ribattezzato "l'albergo degli ibis eremita", luogo unico in Italia per l'accoglienza e il riparo per ibis eremita selvatici, dotato pareti rocciose, nidi, cibo e assistenza veterinaria per gli esemplari in migrazione.[23]
Una sotto-sezione della sezione Europa, dove si trovano alcuni animali del circolo polare artico e un'area pic-nic posta in un giardino che simula un uliveto, pianta che cresce in maniera ottimale nel parco e nelle zone limitrofe.
La fattoria didattica è una delle zone più amate da adulti e bambini, dove si possono vedere animali domestici più comuni, come le caprette tibetane, che in alcuni momenti della giornata vengono lasciate scorrazzare libere nel piazzale della fattoria, ma anche razze particolari, come gli zebù nani.
In sostituzione alle vacche scozzesi è arrivata, ad inizio 2019, una coppia di questi bovini indiani formata dal maschio Hugo e dalla femmina Simba. I due zebù si sono riprodotti con successo, dando alla luce diversi vitelli: Stracciatella, femmina nata nell'aprile 2019, Mou, femmina nata nel marzo 2020 e i maschietti gemelli Woody e Buzz, nati nell'estate dello stesso anno, seguiti da altre nascite sia da parte di Simba che di Stracciatella; attualmente il Parco ospita Hugo con Simba e Stracciatella.
Nel 2021 il parco accoglie sei conigli di razza "gigante delle Fiandre", e sei pecore di razza "brogna", tre delle quali già gravide, che hanno infatti dato alla luce quattro agnellini nel febbraio 2022.
Fanno parte della sezione fattoria anche una voliera che ospita kookaburra, oche gazza e ibis dal collo paglierino e un piccolo exhibit circolare nel quale viene alloggiato, nei mesi estivi, Blue, un maschio di iguana rinoceronte.
Chelonia è un piccolo tratto di sentiero in stile mediterraneo che fa parte dell'Extintion Park dove si possono trovare alcune specie mediterranee di tartarughe, già presenti sulla terra insieme ai dinosauri. L'area è stata realizzata e gestita in collaborazione con la Green Teen Team Foundation ed è la sede di varie attività volte a dare visibilità e attenzione al progetto. In questa area sono ospitate due specie e due sottospecie di testuggini europee e in aggiunta vi è un laghetto destinato alla tartaruga palustre europea.
Nel 1979, dieci anni dopo l'apertura dell'allora Parco Zoo del Garda, venne inaugurato il "Parco dei dinosauri", dove per la prima volta in Italia i visitatori potevano ammirare delle riproduzioni a grandezza naturale di organismi estinti, tra dinosauri ed altre creature preistoriche, immersi nella natura circostante. Nel 2009 la sezione venne rinominata Extinction Park, una struttura dedicata alle estinzioni del passato e a quelle più recenti, per aumentare la consapevolezza di tutti verso l'importanza di salvaguardare la biodiversità.
Questa sezione del Parco si snoda attraverso una zona boschiva attraversabile a piedi, dove sono presenti ricostruzioni a grandezza naturale di vari organismi preistorici che ricalcano la storia della vita sulla Terra.
Nei primi mesi del 2023 si sono aggiunti all'elenco delle specie preistoriche visibili il Saltriovenator zanellai, Tito il tianosauro italiano, Sarcosuchus e un modello di Styracosaurus, visibile all'ingresso del percorso.
Il Parco Natura Viva è uno dei più importanti centri italiani per la salvaguardia delle specie in pericolo d'estinzione, collaborando con istituzioni in tutto il mondo per promuovere la salvaguardia e la conservazione dell'ambiente, tramite la promozione e la monitorizzazione di progetti di ricerca ex situ (lontani dal luogo di origine) e in situ (a favore delle specie nel loro ambiente naturale, a beneficio anche degli ecosistemi e della biodiversità), oltre a diversi progetti di ricerca, eventi scientifici e campagne EAZA, come da protocollo per tutti i giardini zoologici che aderiscono all'EAZA (Unione Europea Zoo e Acquari) e alla WAZA (Unione Mondiale Zoo e Acquari).
Il parco si fa carico di diversi progetti di conservazione ex situ, come l'allevamento in cattività ed il rilascio in natura di specie come il gipeto[16], il bisonte europeo[24], l'ibis eremita e il grifone europeo. Tra i progetti in situ perpetrati dal parco si annoverano progetti a salvaguardia di interi ecosistemi, come il Progetto Madagascar, che promuove la ricerca e la conservazione delle specie endemiche dell'isola, il Progetto Seyschelles, che mira alla ricerca e alla conservazione di specie endemiche tra cui la tartaruga delle Seyschelles e il pipistrello delle Seyschelles, e il Progetto Vietnam in collaborazione alla Fondazione ARCA, Zoom Torino e il Giardino zoologico di Pistoia, con la stretta collaborazione dell'organizzazione vietnamita GreenViet per la salvaguardia della riserva naturale di Son Tra e dell'endemico langur duca.[25] I progetti in situ perpetrati dal parco includono anche la tutela di specie presenti nel parco, come bertucce, panda rossi, giraffe, leopardi delle nevi, tamarini edipo, cammelli della Battriana, scimpanzé, ghepardi, rinoceronti, tigri, lemuri del bambù e orsi andini.
Dal 1994, il Parco Natura Viva è studbook keeper europeo del lemure dalla coda ad anelli, di cui ospita un numeroso gruppo nell'area Madagascar.
Il Parco Natura Viva ha inoltre sostenuto diverse campagne lanciate dall'EAZA, ai fini di sensibilizzare ed istruire il pubblico con campagne di conservazione che hanno come tema specie carismatiche, ambienti e problematiche naturali. Il parco sostiene, inoltre, progetti di ricerca scientifica, come la ricerca sulla gestione animale, ricerche comportamentali, cognitive, biologia di popolazione e reintroduzione in natura, oltre ad ospitare eventi scientifici per comunità scientifica italiana e internazionale.
La Fondazione A.R.C.A. (animal research conservation in action) è un progetto nato nel 2012 come un'espansione del lavoro di tutela della biodiversità del Parco Natura Viva. Fondata da Cesare Avesani Zaborra, da oltre 30 anni direttore del Parco Natura Viva, la Fondazione A.R.C.A. supporta attività nell'ambito di tutela delle specie minacciate di estinzione e valorizzazione della natura, da singole specie ad interi ecosistemi, con l'aiuto delle popolazioni locali. La fondazione sostiene diversi progetti in situ ed ex situ, supportata dall'operato del Parco Natura Viva, come la salvaguardia del bisonte europeo, il leopardo delle nevi, il gipeto, e di specie endemiche delle foreste del Madagascar, come l'indri[26] e la mantella arlecchino.[27]
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