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filosofo tedesco (1844-1900) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Friedrich Wilhelm Nietzsche (AFI: [ˈfʁiːtʁɪç ˈniːtʃə] oppure [ˈniʧe][1], italianizzato precedentemente come Federico Nietzsche; Röcken, 15 ottobre 1844 – Weimar, 25 agosto 1900) è stato un filosofo, filologo, scrittore e poeta tedesco.
Pensatore originale e innovativo, la sua produzione filosofica ha influenzato il mondo culturale occidentale dal Novecento in poi. La sua filosofia rappresenta una rottura nei confronti del passato ed una conseguente apertura a nuovi modi di fare filosofia, caratterizzati dall'uso della prosa letteraria e aforistica[2][3].
La sua opera poliedrica si concentra sulla morale, sull'esistenzialismo e in particolare sulla fede cristiana e sulla sua critica, ai quali valori contrappone ed inneggia al superamento della morale e della metafisica, tanto che la concettuale "morte di Dio" da lui teorizzata sarebbe proprio volta a metaforizzare l'abbandono della religione all'interno della società occidentale.
L'intera filosofia di Nietzsche costituisce uno spartiacque tra la filosofia dell'Ottocento e quella del Novecento: le sue opere iniziali, di stampo schopenhaueriano da un punto di vista filosofico e wagneriano da un punto di vista culturale, sarebbero state superate dalla Gaia scienza, opera simbolo della sua fase illuminista; le opere più famose, invece (quali lo Zarathustra, Al di là del bene e del male e la Genealogia), appartengono alla sua riflessione sul nichilismo e sulla figura dell'oltreuomo.
Dopo una vita trascorsa all'insegna della malattia, il 1889 Nietzsche rimase paralizzato da un ictus, che l'avrebbe portato al deterioramento delle capacità cerebrali[4].
Friedrich Wilhelm Nietzsche nacque a Röcken, nei pressi di Lipsia, il 15 ottobre 1844, primogenito di Carl Ludwig Nietzsche, pastore luterano presso il piccolo villaggio, e Franziska Oehler, anch'ella figlia di un pastore luterano. Ma Nietzsche nacque soprattutto in seno ad una famiglia profondamente pia ed insita nell'ambiente clericale della Sassonia[5][6][7][8].
Venne battezzato Friedrich Wilhelm in onore del re di Prussia Federico Guglielmo IV, il quale compiva quarantanove anni in quel giorno[9]: il padre era un sostenitore della monarchia prussiana, e fu persino precettore presso la corte dei duchi di Altenburg[8], data la cultura che lo distingueva dai parroci locali; la stessa che, assieme a ciò che Nietzsche avrebbe ritenuto una spiccata sensibilità[10], avrebbe trasmesso al figlio[N 1].
Il 10 luglio 1846 nacque Elisabeth e nella primavera del 1848, nacque Joseph[11], mentre il 27 luglio 1849, dopo mesi di apatia cerebrale[11][12], morì il padre[13]. Una seguente autopsia avrebbe rivelato che un quarto del suo cervello non riceveva impulsi e non reagiva di conseguenza[14][15]. Si pensa che l'apatia cerebrale fu causata da una caduta in agosto 1848 quando, a causa della sua miopia, cadde su delle pietre arrecandosi gravi danni cerebrali[16].
Nel 1850, la famiglia Nietzsche venne colpita da un'altra tragedia: Joseph morì. In seguito a tali disgrazie, la famiglia, guidata da Franziska, si trasferì nella vicina Naumburg nell'aprile 1850[17][18], stabilendosi a casa della sua suocera e delle sue cognate[16]. Lì Nietzsche si sentì perso e indifeso, oltre alle dure condizioni economiche e famigliari a cui si doveva sottostare in casa[19]. Quando, nel 1855, sarebbero morte le cognate di Franziska, ossia le zie di Nietzsche, la condizione della famiglia sarebbe migliorata al punto tale da permettere a Franziska di acquistare una casa di proprietà a Naumburg, dando inizio ad un lieve benestare economico[20][21].
Nel 1858 iniziò a frequentare il ginnasio di Naumburg ma, già distintosi per le sue non comuni doti intellettuali[22], venne ammesso come allievo a Schulpforta, collegio di fama europea[22][23][24]. Ciò accade durante il settembre del 1858, quando la madre Franziska ricevette una lettera dal rettore di Pforta nella quale veniva offerta a Nietzsche una borsa di studio per il complesso collegiale[24][25][26]. Poiché tale borsa di studio avrebbe permesso a Nietzsche un benestare finanziario per i seguenti sei anni, Franziska iscrisse Nietzsche a Pforta, dove egli sarebbe rimasto fino al 1864 per i previsti sei anni di studio[24].
Secondo le fonti circa la sua giovinezza, Nietzsche risultava come un individuo ambiguo[27][28]: ligissimo al dovere, soffriva le indiscipline e si dimostrava contenuto, pudico e riservato[28][29]. Per un paio di anni rimase solo e isolato[30], fino a quando non fece la conoscenza di Wilhelm Pinder, suo coetaneo dotato di ampia cultura con il quale discuteva sovente sul mito greco[27]. Con egli e con un secondo amico, Gustav Krug, si sarebbe impegnato a dirigere un modesto club letterario-artistico, Germania[30][31].
Quando Nietzsche, durante le vacanze, tornava a casa a Naumburg, soffriva il clima profondamente religioso che vigeva entro le mura domestiche e che egli non poteva soffrire[32]. Ciò diede frutto alle sue prime avversità circa la religione cristiana[33][34], date anche le sue letture assolutamente opposte ai precetti religiosi che gli si tentava di impartire. Nei suoi anni liceali, infatti, Nietzsche avrebbe cominciò a leggere opere razionaliste e scientifiche, le quali ponevano un approccio critico alla religione, contrario al tradizionalismo della madre Franziska[35][N 2].
In seguito, Nietzsche sviluppò un atteggiamento sconsiderato, ribelle ed insofferente al clima austero della scuola, venendo più volte ammonito per le sue lacune scolastiche e disciplinari, tra le quali figurano l'episodio in cui Nietzsche si procurò una cicatrice alla mano per imitare Muzio Scevola[36][37][38], scritture satiriche contro l'ambiente scolastico[39] e persino un caso di ubriachezza[40][41]. Dopo tale periodo, tuttavia, Nietzsche maturò due importanti amicizie: una con Paul Deussen, giovane promettente e futuro indologo di fama, e una seconda con Carl von Gersdorff, futuro studente di giurisprudenza e giurista[42][43]. Terminò la sua permanenza a Pforta nel 1864 quando presentò il suo lavoro di congedo; andò bene anche nell'orale, e lasciò dunque il collegio: avrebbe in seguito ricordato Pforta come una «maestra severa ma giovevole»[44].
Conclusi gli studi nel 1864, Nietzsche era pronto per imbarcarsi in una brillante carriera da filologo, anche se lo stesso Nietzsche mostrava poco interesse per la filologia e una grande passività circa il suo futuro accademico[42]. Con Paul Deussen spese le cinque settimane di vacanze prima dell'università[45]. Le prime due settimane vennero trascorse dai due presso Naumburg; in seguito, il giorno del 23 settembre, i due partirono per Bonn[45]. Ivi giunto, Nietzsche si ritrovò immerso in una delle più grandi città della Germania: era una città costosa, soprattutto per gli studenti universitari, e di fatto la madre poteva mantenere il figlio con soli venti talleri sui trenta talleri effettivamente necessari[46]. Affittò un modesto appartamento nel centro della città[47] e, nonostante il suo carattere schivo, decise di unirsi ad una corporazione studentesca, la Burschenschaft-Franconia[47][48]. Nei suoi raduni, Nietzsche tentò di costruirsi una vita sociale più simile a quella dei suoi coetanei, anche se continuava a preferire una vita appartata e dissimile da quella chiassosa che caratterizzava la Franconia[49]. Non a caso, dopo poco tempo la pudicizia di Nietzsche l'avrebbe portato ad abbandonare quell'ambiente tanto opposto alla sua personalità[50].
Secondo Deussen, Nietzsche non era affatto una persona libidica come tutti i membri della Franconia. Addirittura affermò che per Nietzsche si applicavano bene le parole «mulierem nunquam attigit»[51][52][53]. Ma nel febbraio del 1865, Deussen riferisce nelle sue memorie un aneddoto molto particolare dettogli da Nietzsche: gli raccontò che, durante una breve sosta a Colonia, chiese ad un uomo le indicazioni per una locanda. In seguito venne surrettiziamente condotto in una casa di tolleranza, da dove uscì subito con imbarazzo dopo essersi messo a suonare il pianoforte per provare a darsi un contegno[53][54][55].
Quando si seppe che a Nietzsche era stata diagnosticata forse erroneamente la neurosifilide come causa del suo declino cognitivo e fisico dopo il 1888, diversi studiosi pensarono che avesse contratto la malattia da un rapporto sessuale con una prostituta proprio in quel bordello. Riguardo a ciò s'inserirono anche altre teorie ed ipotesi quale l'interpretazione di Joachim Köhler secondo la quale tale malattia venne trasmessa a Nietzsche non al bordello di Colonia, bensì a un bordello omosessuale di Genova, come spiegato nel suo libro Nietzsche. Il segreto di Zarathustra[56]. Su tale aneddoto si sarebbe inoltre introdotta la prospettiva dello scrittore Thomas Mann, il quale avrebbe basato su questo episodio l'intera novella del Dottor Faustus[55][57].
Come li definì Young, biografo di Nietzsche, quelli di Lipsia furono anni felici nel senso più genuino e semplice della parola: la salute cagionevole di Nietzsche si ristabilizzò, entro in contatto con nuovi spunti culturali e relazionali e, pur finendo il servizio militare con qualche crucio, arrivò infine a incontrare Wagner e stabilirvi una longeva frequentazione. Tutte ragioni per le quali Young sottolineò questi anni come anni assolutamente leggeri e tranquilli, forse gli unici nella vita di Nietzsche[58].
Nel dipartimento di filologia a Bonn accadde un evento che avrebbe agevolato un probabile trasferimento di Nietzsche: data una disputa accademica tra i due docenti di filologia, Otto Jahn e Friedrich Ritschl, a Ritschl fu proposta la cattedra di filologia all'università di Lipsia[59], e Nietzsche, a maggio, decise di seguire il suo professore[60]. Per di più, von Gersdorff, suo amico di Pforta con il quale intratteneva una fitta corrispondenza, scelse di abbandonare gli studi giuridici e di imbarcarsi per quelli letterari, anziché a Gottinga, proprio a Lipsia[60][61][62]. In seguito, il 17 ottobre, Nietzsche e l'amico ed ora compagno di studi Hermann Muschake raggiunsero Lipsia[63][64][N 3].
Nietzsche iniziò dunque a seguire le lezioni di Ritschl a seguito della sua prolusione inaugurale[65], e sempre in questo periodo si imbatté nell'opus magnum di Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, comprandolo dalla libreria di antiquariato sopra la quale aveva stabilito il suo appartamento[64][65][66]. Già immerso in questo clima di otium litteratum che alternava al suo vigoroso impegno universitario, Nietzsche lesse anche la Storia del materialismo di Friedrich Albert Lange, un filosofo neokantiano i cui temi trattati avvicinarono Nietzsche alla scienza e, appunto, al materialismo filosofico[67].
A Lipsia Nietzsche visse gli anni più felici della sua giovinezza: la salute cagionevole si ristabilizzò, permettendo a Nietzsche di vivere un periodo assolutamente privo di malanni che avevano attanagliato la sua salute a Bonn[65][68]. Sul piano relazionale Nietzsche eccelse con la conoscenza di Erwin Rohde, un brillante studente del professor Ritschl[58][68][69]. Da un punto di vista professionale, infine, Ritschl notò il talento di Nietzsche leggendo un suo breve trattato su Teognide, lodando il suo studente e pubblicando tale trattato sulla sua rivista filologica, la Rheinisches Museum[70][71]. Da lì in poi, Nietzsche avrebbe sviluppato una profonda amicizia sia con il professore sia con sua moglie Sophie, la quale avrebbe in un certo senso facilitato l'incontro tra Nietzsche e Wagner data la sua amicizia con la sorella del compositore[72]. Giunse dunque ad avviarsi per un'attiva partecipazione culturale: da una parte per il club filologico inaugurato da Ritschl e dall'altra per il circolo filosofico di Lipsia su Schopenhauer[71][72].
Intanto, i venti bellici inaugurati da Bismarck stavano soffiando sempre di più: nella breve guerra tra Prussia e Austria, i prussiani occuparono la città di Lipsia, la quale divenne una roccaforte del consenso per i prussiani a discapito degli austriaci e Nietzsche, sostenitore del cancelliere, scrisse entusiasticamente alla madre di questo nuovo assetto e della sua vigorosa fedeltà alla Prussia bismarckiana[73][74][75].
Nel settembre del 1867, Nietzsche venne dichiarato abile per il servizio[76][77], ed arruolato nella seconda batteria di artiglieria a cavallo, appartenente al quarto reggimento di artiglieria da campo, di stanza a Naumburg[78]. La permanenza a Naumburg, per nulla distante da Lipsia, permise a Ritschl di incaricare il suo allievo con diverse mansioni e commissionarlo di redigere nuovi essai: dunque Nietzsche, oltre a studiare latino e greco durante le sere, scrisse due nuovi trattati, incoraggiato dal fatto che il precedente trattato su Teognide aveva vinto anche un premio universitario[79]: il primo scritto fu su Democrito ed il secondo su Diogene Laerte[76]. Scrisse anche a Rohde con grande umore riguardo al suo servizio militare, affermando anche che, dopo aver completato i suoi doveri, rincasava nella caserma a studiare assiduamente[78][80].
Tuttavia, nel marzo 1868, cadde da cavallo durante un'esercitazione, subendo una frattura allo sterno che lo costrinse a letto dieci giorni in convalescenza dal trauma fisico[76]. Prendendo morfina tutti i giorni, si iniziò a contemplare un'operazione medica; così Nietzsche andò a Halle, curò la ferita con lo iodio, e venne definitvamente dichiarato non adatto al servizio di leva[76][81].
In questo periodo, Nietzsche si fece sempre più vicino alla figura di Richard Wagner: al ritorno a Lipsia da Naumburg egli tentò dunque di conoscerlo, ed ebbe subito in mente un collegamento molto utile: la moglie del fidatissimo professor Ritschl, Sophie, era una stretta amica di Ottilie, sorella di Wagner[72].
Non si può dire che la conoscenza di Wagner fu "facile": di fatto, il compositore era una figura profondamente controversa, soprattutto per i tedeschi[82]. Ad ogni modo, Nietzsche ambiva ad incontrare Wagner, e alla fine, l'8 novembre, lo incontrò a casa dell'orientalista Hermann Brockhaus, marito della sorella del compositore[83][84][85]. Anche se inizialmente il rapporto tra i due si limitava alla conoscenza reciproca, Nietzsche cominciò ad essere invitato, a partire dal 1869, presso la villa di Wagner nei pressi di Lucerna, dove instaurarono una profonda amicizia, fatta di stima reciproca e collaborazione intellettuale[86].
A partire dal 1869, la cattedra di filologia a Basilea divenne vacante[87], e Ritschl si fece avanti per proporre Nietzsche come professore. Egli riferì che Nietzsche era il suo migliore allievo e, per rasserenare i professori svizzeri che Nietzsche non sarebbe partito per una probabile guerra tra Prussia e Francia, disse falsamente che lui avesse poco interesse nella questione dell'unità tedesca[88]. In seguito, il 23 marzo 1869, l'Università di Lipsia gli concesse il dottorato basandosi sul suo lavoro per il Museum di Ritschl[89]: Nietzsche divenne dunque professore secondario a Basilea. I suoi guadagni ammontavano a tremila franchi svizzeri, poiché oltre alle lezioni universitarie lavorava anche in biblioteca universitaria[88]. L'anno seguente, divenne professore ordinario di filologia[90].
Quando arrivò in Svizzera, gli venne richiesto di abbandonare la sua cittadinanza prussiana a favore di quella svizzera, cosicché non fosse richiamato nuovamente per il servizio militare, visti i venti di guerra in Europa[91]. In verità non acquisì, in quel periodo, la cittadinanza svizzera, rimanendo, secondo il dire degli svizzeri, un uomo senza-patria (heimatslos): e lo sarebbe rimasto per il resto della sua vita[91][92].
Tra il 19 e il 20 aprile raggiunse la città elvetica dopo il viaggio in treno[93][94], rimanendo meravigliato dalle costruzioni e dall'ambiente medievale della città[95], e si appartò presso una pensione da lui prenotata[95] e sopportando inizialmente con fatica il nuovo clima instauratosi nella sua vita[96]. Il 28 maggio tenne la prolusione d'insediamento sul tema Omero e la filologia classica[96][97], nella quale si evidenzia l'atteggiamento sregolato e non convenzionale di interpretare la filologia che avrebbe anche caratterizzato la Nascita della tragedia[96]. Dunque iniziò la sua carriera universitaria: teneva lezioni ogni giorno della settimana in ateneo e in biblioteca sulla letteratura greca e le opere maggiori: in particolare, si riferiscono lezioni su Platone, Eschilo, Sofocle ed Esiodo[96].
A Basilea ebbe modo di conoscere, nonostante le sue grandi difficoltà relazionali[98]: lo storico Burckhardt[99] e il teologo Overbeck[99]. Burckhardt gli avrebbe trasmesso la passione per l'Italia e per il Rinascimento: infatti fu Burckhardt a scrivere La civiltà del Rinascimento in Italia, un'opera storica fondamentale per la storiografia dell'Ottocento circa l'epoca rinascimentale[100][101].
Ma durante il periodo tra il 1870 al 1871, Nietzsche iniziò a dubitare il suo ruolo come professore di filologia, preferendo in tutto e per tutto la filosofia: scrisse infatti a Rohde, in viaggio per l'Italia, del suo scetticismo circa un suo futuro come filologo, ed anzi aggiunse addirittura che vorrebbe sentirsi libero come lui[102]. Dello stesso parare non era proprio Rohde, invidioso del successo accademico di Nietzsche e del suo benestare finanziario[103].
In questi anni nei quali Nietzsche si sentiva oppresso dal suo ruolo accademico[103], trovò conforto nelle frequentazioni con Wagner presso Tribschen, una località presso il lago dei Quattro Cantoni distante appena venti minuti dal centro di Lucerna[103]. Lì il compositore riuscì ad acquistare, grazie al generoso prestito del re di Baviera Ludovico, una villa in stile rococò, dove si era stabilito già dal 1866[103][104].
Nietzsche stava iniziando a lavorare alla sua prima opera, la Nascita della tragedia, quando il 19 luglio 1870 scoppiò la guerra franco-prussiana: come nel 1866, si inebriò del pensiero di combattere al fronte[105]. Mentre trascorreva le vacanze estive fuori da Basilea gli giunse la notizia di una sconfitta prussiana a Wörth, che lo spinse ad arruolarsi[N 4]: si arruolò come medico per il pronto soccorso dell'esercito prussiano, poiché non gli venne concesso di venire inquadrato nell'esercito vero e proprio da parte delle autorità svizzere, in quanto la Svizzera era uno Stato neutrale[105][106][107]. Venne addestrato a Erlangen per soli dieci giorni e, successivamente, il 23 agosto, fu inviato al fronte bellico proprio a Wörth[108].
Stando in varie località delle retrovie prussiane (Wörth, Haguenau, Luneville, Nancy) fino al fronte vero e proprio (ad Ars sur Moselle, vicino a Metz), Nietzsche lavorò incessantemente tre giorni e tre notti a curare i feriti, fino a contrarre un principio di difterite e dissenteria; venne dunque rimpatriato e, dopo una settimana di cure a Erlangen, passò la sua convalescenza a Naumburg fino al 22 ottobre[109].
Dopo essere tornato a Basilea dal breve servizio militare, tuttavia, osservò con scetticismo la creazione del Reich tedesco per opera del cancelliere Bismarck, di cui fu un grande sostenitore precedentemente[110][111][112][N 5]. Sul piano personale invece, incontrò nuovamente i suoi contraddistinti problemi di salute e gli fu concesso un periodo di malattia[113]. Sua sorella giunse da Naumburg con lui, e a Lugano conobbero Giuseppe Mazzini[113][114].
Mentre era a Lugano (e quando sarebbe ritornato a Basilea nell'aprile 1871), Nietzsche riprese assiduamente a lavorare sulla sua opera: la Nascita della tragedia dallo spirito della musica. Ciò che doveva porsi come un'opera filologica era in verità uno scritto di attualità, riflettendo le mode culturali tedesche ed europee e paragonandole con la cultura presocratica; peccava, tecnicamente, della metodologia richiesta per uno scritto di filologia[115].
Nietzsche maturò un grande interesse circa i temi della tragedia greca, manifestandolo già a partire dall'anno scorso quando, il 18 gennaio e il 1º febbraio tenne due conferenze universitarie a riguardo: la prima sul Dramma musicale greco e la seconda su Socrate e la tragedia[116]. Già da allora Nietzsche destò scalpore tra studenti e colleghi professori per il metodo assolutamente singolare di esprimere i concetti contenuti nelle due conferenze, contraddistinte proprio da un tono polemico e da una lontananza marcata dai metodi della filologia storicista, metodo verso cui Nietzsche si espresse definendolo «mille miglia lontano dalla grecità»[116].
A fine dicembre 1871 la Nascita della tragedia venne pubblicata in Germania e Svizzera, e sin da subito l'opera suscitò da una parte l'ammirazione di Wagner e dei wagneriani, e dall'altra lo scandalo del mondo accademico tedesco, il quale non tollerò la di metodologia che caratterizzò lo scritto[117][118]. Ne scaturì un acceso scontro accademico tra il giovane ma già affermato filologo Wilamowitz e Nietzsche (il quale era comunque sostenuto da Rohde e Wagner)[119]. Wagner, di fatto, si sentì anche in dovere di scrivere un pamphlet contro Wilamowitz, nel quale criticò aspramente ciò che dal suo punto di vista si presentava come la sovrabbondante cultura filologica[119].
Dall'aprile 1872, i Wagner si trasferirono a Bayreuth per allestire direttamente il festival che Richard Wagner avrebbe tenuto, e con essi anche Nietzsche[120]. Per il cinquantanovesimo compleanno di Wagner nella città tedesca si invitò un folto numero di aristocratici e wagneriani, mentre Nietzsche invitò von Gersdorff, Rohde e anche il vecchio amico Krug e in quell'occasione conobbe la scrittrice Malwida von Meysenbug[121]. Infine, dal punto di vista professionale, diede il suo ultimo vero e proprio contributo alla filologia: un trattato sull'esegesi rinascimentale di Omero ed Esiodo, dal titolo Il trattato fiorentino su Omero e Esiodo[122].
Per il resto, in settembre partì per Zurigo e Coira, ma dovette interrompere il viaggio a causa di violentissimi attacchi di mal di testa, che gli impedirono pure un viaggio in Italia, giacché giunto a Bergamo dovette ritornare a Bayreuth[122].
Nel mentre, Nietzsche cominciò a sviluppare un pensiero profondamente agli antipodi rispetto a quello di Wagner: le prime note critiche circa l'amico compositore si attestano già da metà aprile del 1872[123]: a Natale di quell'anno, Nietzsche venne invitato dai Wagner a casa loro per trascorrere le feste ma, percependo sempre più un distacco da Wagner, non andò; si limitò a inviare a Cosima i suoi ultimi cinque saggi[123]. La cosa indispettì Wagner, e Nietzsche scrisse una lettera all'amico von Gersdorff confessandogli un bisogno di libertà dall'opprimente compositore[123].
Nel 1873, Nietzsche scrisse la sua prima Considerazione inattuale: David Strauss, l'uomo di fede e lo scrittore[124], seguita da quella Sull'utilità e il danno della storia per la vita e, infine, da Schopenhauer come educatore e Richard Wagner a Bayreuth[125]. Si aggiungono anche gli scritti La filosofia nell'epoca tragica dei Greci e Su verità e menzogna in senso extramorale, i quali precisavano per Nietzsche le sue future ambizioni filosofiche[125], le quali proprio nel periodo che va dal 1873 al 1876 si espansero con il suo avvicinamento alle scienze[126].
Frattanto iniziò a conoscere personalmente uno dei suoi studenti di Basilea, il quale gli si era rivelato interessante: Paul Rée, uno studioso di filosofia tedesco di origini ebraiche[126][127]. Ciononostante, non riuscì a proseguire regolarmente la conoscenza di Rée a causa di un improvviso crollo della vista, causato forse da una sua acutissima miopia[126]. Tale evento scatenò la preoccupazione di Wagner, il quale temeva di poter perdere il suo più "fedele seguace"[128]. L'agitazione di Wagner era causata anche dal dubbioso andamento circa la preparazione per il festival, tanto che chiese a Nietzsche di scrivere una lettera aperta per convincere quante più persone possibili a finanziare l'impresa[129]. Nonostante il fallimento sul nascere del testo commissionato a Nietzsche, l'intervento del re Luigi II si rivelò indispensabile: versò importanti contributi finanziari per l'impresa, che riuscì a salvarsi in questo modo[129].
Dopo il Natale del 1874, venne colpito da un ennesimo malanno: un attacco di mal di testa, per la precisione, con vomito di bile e dolori allo stomaco[130]. Ciò gli impedì di presentarsi a Basilea in facoltà, dove comunque si recava sempre più di rado, ma soprattutto non poté essere presente ai preparativi per il festival in estate[130]. Non a caso, a giugno visse ancora un periodo di pessima salute[131]. Perciò lo scrittore e critico letterario Massimo Fini, interessatosi recentemente di Nietzsche e avendone curato una biografia, scrive che[130]:
«Da questo momento quella di Nietzsche diventa la biografia di una malattia. [...] Non c'era viaggio, emozione, stress per quanto blando, che non gli procurasse questi attacchi feroci. Ciò aumentò la sua tendenza a isolarsi. Era cominciata la sua "via crucis".»
A marzo 1876, cominciò a lavorare alla sua quarta Inattuale: Richard Wagner a Bayreuth[132]. Tale opera doveva essere intesa come l'incipit culturale del festival di Bayreuth, il quale si avviava ormai sempre più al suo debutto, ma lo sgomento di Nietzsche non passava certo inosservato: lo si leggeva soprattutto da tale scritto, condensato di ambiguità e sottigliezze, che fecero dubitare e preoccupare addirittura il ricevente: Wagner[133][134].
L'opera venne pubblicata a luglio dall'editore Schmeitzner in un clima di euforia per il festival, ma il clima così trepidante non coinvolgeva affatto Nietzsche, che anzi visse l'attesa con nervosismo e pena[135]. Giunse da Basilea a Bayreuth fermandosi per Heidelberg, colmo di malanni[136]; a fine agosto prese a cominciare il festival: Nietzsche dovette allontanarsi, tuttavia, a causa degli acutissimi attacchi di cecità che lo colpivano[136].
Dovette soggiornare a casa della Meysenbug, di cui era intanto diventato un profondo amico, mentre al festival convenivano le alte classi culturali, e doveva essere il grande evento culturale della Germania unita e dell'Europa avviata verso una pace duratura; Nietzsche ne rimase distaccato, inorridito[137].
Fu la fine della sua amicizia con Wagner, nonché della fase wagneriana del suo pensiero, ora pendente per l'illuminismo: dopo la rottura con Wagner, Nietzsche si imbatté nelle opere di moralisti francesi quali Montaigne, Pascal e La Rochefoucauld e di Voltaire[138][N 6].
Nel 1876 a Nietzsche fu concesso un anno in malattia date le tremende condizioni in cui versarono nuovamente i suoi occhi[139]. Ciononostante, la Meysenbug (intuendo probabilmente il bisogno di riposo da lui avvertito) invitò egli a Sorrento presso la villa che aveva affittato per l'occasione, e Nietzsche impose come suo accompagnatore Paul Rée, oramai diventato suo amico «incomparabile»[140] nonché colui che gli leggeva le lettere a voce alta a causa sempre della sua pessima vista[139].
Dunque presero il treno da Ginevra e, dopo una sosta a Genova e una a Napoli, raggiunsero la Meysenbug a Sorrento. Stettero ivi mentre vi soggiornava anche Wagner con Cosima, creando per Nietzsche e per la Meysenbug, che comunque conosceva bene Wagner, un certo imbarazzo[141]. Ciononostante, fu Wagner ad invitare Nietzsche presso la sua villa: nonostante il calvario finanziario che era stato il festival di Bayreuth, tanto che il compositore dubitava si potesse celebrare la seconda edizione, era di buon umore, e parlava con Nietzsche come se tra loro due nulla fosse accaduto[142]. Nietzsche era infastidito da Wagner, il quale forse stava proprio provando a riallacciare i loro rapporti. Tuttavia fu l'ultima volta che si videro[142]; il compositore sarebbe improvvisamente morto a Venezia cinque anni più tardi[143], e Nietzsche scrisse, forse con una nota di rammarico e nostalgia, che la loro amicizia fu «stellare»[144].
Quando tornò a Basilea, iniziò a riconsiderare il suo incarico universitario; in effetti, Nietzsche era ridotto ad uno stato di salute precario, specialmente agli occhi: non poteva scrivere o leggere per più di un'ora e mezza che veniva preso di soprassalto da violente emicranie. Dunque elaborò il metodo di scrittura che sarebbe divenuto caratteristico: quello degli aforismi. Passeggiava in solitudine per diverse ore, riordinando i pensieri e annotandoli fugacemente nel suo taccuino per poi rielaborarli di getto. Era l'unico modo con cui poteva scrivere senza essere preda di malanni[145]. In ogni caso, Nietzsche viveva i dubbi sul suo incarico con ripensamenti continui, indecisioni, ma alla fine decise di rimanere in ateneo[146]. Intanto, con tutte le difficoltà relative alla scrittura patite da Nietzsche, pubblicò il manoscritto Umano, troppo umano a maggio del 1878[147]. Quel libro, di matrice filosofica e psicologica, siglava la fine della fase tragica di Nietzsche, e l'apertura al metodo critico, razionale, genealogico che contraddistinse il suo pensiero maturo[147]. Nietzsche ne spedì una copia ai Wagner, suscitando in essi grande scandalo[148]. E Wagner ruppe il silenzio: scrisse sulla rivista da lui redatta (Bayreuth Blätter) un articolo, Pubblico e popolarità, nel quale attaccava i contenuti dello scritto di Nietzsche[149].
In questo periodo Nietzsche inizia letture onnivore: figurano in particolare Pascal[150], Stendhal[150][151] e, in seguito, Baudelaire[152] e Dostoevskij.[151] filosofo tedesco cominciò dunque le sue peregrinazioni: ebbe sempre uno stretto legame con l'Italia, di cui apprezzò le maggiori città: Genova, Venezia[153], Firenze, Roma, Napoli e, alla fine dei suoi viaggi, anche Torino.[154] Nietzsche, per altro, seguì le "indicazioni" contenute nel Viaggio in Italia di Johann Goethe, un autore che Nietzsche non mancava mai di stimare[154][155], cosicché nella filosofia nietzschiana stessa compaiono riferimenti ai luoghi e alla cultura dell'Italia, in particolare quelli rinascimentali.[156]
Durante la Pasqua del 1882, incontrò a Roma Lou von Salomé, una giovane scrittrice russa in viaggio attraverso l'Europa.[157] Si diedero appuntamento in Piazza San Pietro, e Nietzsche accolse la Salomé dicendole apparentemente: «Da quali stelle dell'universo siamo caduti entrambi per incontrarci qui?».[157][158] A maggio, durante una gita sul lago d'Orta, trascorse alcune ore di intimità con lei, facendole una brusca proposta di matrimonio che la Salomé rifiutò.[154]
Nel 1888 Nietzsche si trasferì a Torino, città che apprezzò particolarmente[152], e dove avrebbe scritto L'Anticristo, Il crepuscolo degli idoli ed Ecce Homo. Nietzsche sembrava estasiato dalla città e dalle condizioni generali che parevano migliorare, ma nel 1889 avvenne il famoso crollo mentale di Nietzsche, probabile effetto di una patologia neurologica: è datata 3 gennaio 1889 la prima crisi di follia in pubblico[152]; mentre si trovava in piazza Carignano, nei pressi della sua casa torinese, vide un cavallo adibito al traino di una carrozza fustigato a sangue dal cocchiere. Di fronte a ciò Nietzsche accorse verso l'animale per baciarlo e per poi collassare.[159] Dopo di che venne accompagnato a casa e «giacque due giorni sul divano, sempre parlando concitatamente da solo o scrivendo».[160]
Pochi giorni dopo, venne ricoverato dall'amico Franz Camille Overbeck a causa del suo stato alterato, che passava da momenti di esaltazione a tristezza profonda, in una clinica psichiatrica in Basilea. Uscito dalla clinica di Basilea, venne trasferito poi dalla madre a Naumburg, quindi a Jena, in clinica dal dottor Otto Binswanger, esperto di paralisi e demenza. Binswanger obiettò che l'unica stranezza fosse l'insolita lunga sopravvivenza all'infezione e alla paralisi luetica, per cui non si poteva attribuire l'intero decorso come derivato dalla lue.[161] Nel 1890 venne trasferito nella casa della madre, per esser assistito da lei stessa e da due infermieri. La famiglia Nietzsche, specie la sorella, non avrebbe mai accettato le diagnosi di neurosifilide, considerandole entrambe lesive dell'onore.[161]
Nietzsche, pur abbandonando la visione filosofica dell'artista, avrebbe sempre menzionato l'arte ed il suo valore psicologico-catartico nei suoi scritti, anche più tardivi.[163][164][165] Si sarebbe anche occupato in maniera speculativa di estetica, asserendo come conseguenza che l'arte degenera quando degenera l'uomo, quando esso si fa malato.[166]
Di fatto egli «si fa promotore di una giustificazione estetica dell'esistenza: l'esistenza e il mondo sono eternamente giustificabili solo come fenomeni estetici; è l'arte che ci consola e ci salva dall'assurdità dell'esistenza. L'arte ha salvato l'uomo greco, e grazie all'arte egli ha salvato la propria vita».[167]
Non a caso, gli intenti provocatori della Nascita della tragedia sono giustificati dal suo scopo: analizzare le cause del deterioramento artistico, e di conseguenza spirituale, della società occidentale. Ciò spiega infatti perché Wilamowitz[168], Ritschl[169] e in generale l'ambiente accademico specializzato bollò l'opera di Nietzsche come peccante del necessario rigore disciplinario.[170]
Inoltre si fa anche critico dell'art pour l'art, un movimento artistico tipicamente francese sorto come risposta all'impressionismo. Esso viveva l'arte come insensatezza, assenza di fine ultimo e soprattutto assenza di fine estetico, artistico. Tale atteggiamento è aspramente criticato da parte di Nietzsche.[171]
Lo stesso atteggiamento è perseverato da Nietzsche circa lo storicismo, una branca filosofica tipicamente ottocentesca. Infatti, la critica di Nietzsche verso tale disciplina si articola come critica all'atteggiamento per cui si agisce nei confronti della storia.[172]
La seconda Inattuale, di fatto, esprime la criticità del filosofo nei confronti della storia resa monumento, resa osanna e baluardo ma, al tempo stesso, resa la testimonianza vuota di un'epoca. L'Ottocento è per Nietzsche epoca inutile, trattata come un museo per gli incuriositi.[173][174]
In generale, le Inattuali di Nietzsche erano intese come un attacco alla cultura tedesca: da David Strauss[175] allo storicismo, dal plauso a Schopenhauer fino ai primi scetticismi su Wagner. Ma la seconda Inattuale «criticava un'erudizione storica inutile che finiva per trasformarsi in un macigno per la vita e lo sviluppo dei popoli.»[176]
Secondo il Nietzsche della fase tragica, la musica è da interpretarsi come un residuo di tale cultura: nella tragedia, la musica rivestiva una componente dionisiaca, in seguito ammorbidita dall'opera apollinea. Di fatto, Nietzsche avrebbe accostato come usurpatore della musica tragica Socrate.[177][178][179]
Ma la preferenza di Nietzsche per la tragedia, e in un certo senso dunque per Wagner, sarebbe mutata alla rottura personale con il compositore, che avrebbe portato il filosofo a criticare anche il suo pensiero operistico. Durante il suo soggiorno a Genova, Nietzsche assisté alla Carmen di Bizet, rimanendone estasiato e coronando egli come il suo compositore prediletto.[180]
La relazione tra la filosofia nietzschiana e la musica è stretta: l'autrice accademica Luisa Moradei avrebbe commentato dicendo proprio che Nietzsche è «tra i pochi [filosofi] ad avere uno stretto rapporto con la composizione musicale».[181] Ma l'obiettivo prefisso da Nietzsche, almeno in questa frazione di pensiero wagneriana e coronata dalla Nascita della tragedia e dalle Inattuali, era di superare la filosofia schopenhaueriana mediante l'estetica e l'affermazione artistica della vita, e di come, conseguentemente, l'arte rivesta la vita in sé[182] e, di conseguenza, la musica riveste la condizione di piacere monumentale per l'uomo.[183]
Nel Nietzsche illuminista si assiste in primo luogo ad un importante cambiamento: l'accostamento della prosa in favore della poesia, o comunque degli aforismi e delle massime.[184] Nietzsche fece ciò in un chiaro segnale di distacco da Schopenhauer[166] a favore invece di Montaigne, autore per cui Nietzsche avrebbe sempre conservato grande stima[185], e Voltaire, a cui è dedicato Umano troppo umano.[186] In questo modo, Nietzsche invita il lettore a "ruminare", vale a dire a rintracciare più volte significati diversi a seconda dell'opera poiché «è appunto attraverso questo sguardo sempre interrogante che si comprende quell'idea di "grande salute" - "tale da non essere solo posseduta, ma conquistata e tale da dover essere conquistata incessantemente, perché la si sacrifica e la si deve sacrificare sempre di nuovo" - verso cui il pensiero di Nietzsche costantemente si dirige. Quell'idea in relazione alla quale la stessa filosofia nietzscheana si presenta come una filosofia-ponte, come un pensiero annunciativo».[187]
Ma non c'è solo il mutamento stilistico: Nietzsche abbandona con ripudio l'influenza dei vecchi maestri (Schopenhauer e Wagner) e i temi affrontati nella sua precedente produzione. Il filosofo, piuttosto, opta per l'osservazione critica della realtà circostante, e dunque un conseguente approccio scientifico e metodologico nei confronti dello smascheramento dei valori occidentali, quali la religione, l'etica e la metafisica.[188]
Anche se, a dirla tutta, Nietzsche aveva poco da spartire con l'illuminismo: di fatto, il pensiero illuminista ed il suo sono in definitiva antitetici: Nietzsche critica Rousseau, la sua concezione individuale e sociale e critica anche la Rivoluzione francese, che giudica come il prodotto degli ideali sovversivi dell'illuminismo.[189]
Mediante il suo periodo illuministico, Nietzsche ha modo di prefiggere una nuova era, un'alba per l'avvenire dell'umanità. In verità è sin da qui che Nietzsche inaugura il suo progetto di trasvalutazione di tutto ciò che riveste l'umanità presente: moralità, valori, religione, progresso, senso di società. Nietzsche ambisce dunque alla distruzione di ciò che è vecchio in favore della creazione del nuovo.[190]
Riprendendo le sue precedenti idee, in questa fase illuminista-nichilista, Nietzsche attacca il cristianesimo. Secondo Nietzsche la moralità cristiana esprime il rifiuto dell'amore per la vita e della creatività, della spontaneità del vivere naturale. Colui che per primo ha condizionato negativamente la civiltà occidentale verso questo annullamento della vita è stato, secondo Nietzsche, Socrate. Nietzsche sostiene che l'accettazione della condanna a morte per Socrate rappresenti l'estrema affermazione degli errori del filosofo e del suo rifiuto dei valori vitali.[191] Nietzsche accusa Socrate di essere una specie di populista[192], il quale si serve del consenso di un popolo ignorante facendone le veci.[192]
Non differente in termini di critica è la posizione di Nietzsche contro Platone e, per estensione, la metafisica, la quale altro non è che l'astrazione dal mondo nobile e virtuoso del corpo in favore di un altro mondo, quello dell'anima; così facendo, l'umanità è stata ingannata all'idealismo, al disprezzo della Terra, del corpo e delle virtù materiali.[193][194]
Più che con la figura di Gesù Nietzsche è polemico contro il cristianesimo, sulla dottrina di Paolo di Tarso: quando Nietzsche lesse la Mia fede di Tolstoj, nella quale lo scrittore russo narrava della sua conversione al cristianesimo dopo una parentesi nichilista, Nietzsche rinvenne una critica di Tolstoj verso i dogmi ecclesiastici, nel suo caso della fede ortodossa, e verso San Paolo.[195][196]
Il Cristo, invece, è l'individuo che non partecipa alla collettività, al modus intellegendi condiviso, e sposta la sua attenzione verso la propria interiorità: probabilmente un riferimento a L'idiota di Dostoevskij, scrittore a cui Nietzsche si sente legato per i temi del nichilismo.[151]
Ribaltando le gerarchie di valori[197] Nietzsche afferma che la vittoria della morale degli schiavi mascherata da compassione universale, democrazia e diritti umani, ha rovesciato i valori tradizionali di bellezza sostituendoli con la venerazione della miseria.[198]
In questa prospettiva, soprattutto negli scritti più tardivi, Nietzsche si sarebbe opposto al socialismo, alla politica di massa, al partitismo ed alla democrazia liberale.[199][200][201][202][203][204]
Infine, Nietzsche dichiara che la morale deve essere superata in nome dell'esistenza evolutiva, in quanto «quel che si fa per amore, è sempre al di là del bene e del male».[205]
L'affermazione "Dio è morto", la massima nietzscheana per eccellenza, ha lasciato e generato in seno interpretazioni variegate, sovente discordanti tra di loro. Ad esempio, sulla base di tale frase Nietzsche viene visto da alcuni come un ateo[206], ma altri critici come Kaufmann intendono la suddetta constatazione come un'interpretazione unica del concetto di divinità: lo spirito europeo come uccisore della coscienza religiosa, del Dio giudaico-abramita, allineando dunque Nietzsche come interprete del pensiero equivoco, dello smarrimento filosofico d'Europa.[207]
Altri ancora individuano in ciò del nichilismo russo anarchico, ateo e anche anticristiano.[208]
Nietzsche arriva dunque ad urgere una nuova moralità, da intendere come un nuovo modo di vivere per l'uomo contemporaneo che, a detta di Nietzsche, è stato ingannato dall'ascesi della morale cristiana.[209] Questo farebbe pensare quindi alla formula Dio è morto come a un lutto che deve essere superato, ed il suo superamento consiste nella creazione di una nuova percezione esistenziale, libera dai codici morali e teologici.[210][211]
Celebre è la figura dell'uomo folle che gira in pieno giorno con una lanterna accesa, dichiarando di star cercando Dio e attirandosi così lo scherno dei presenti. Alla richiesta di spiegazioni l'uomo afferma che Dio è morto, ovvero che nessuno crede più veramente.[212]
L'oltreuomo procede metodicamente al di là delle convenzioni e dei pregiudizi che attanagliano l'uomo comune, avendo dei valori differenti da quelli della massa.[213] Egli solo è in grado di non sostituire ai vecchi idoli quelli nuovi, ma fondare il nuovo mondo, e quindi l'uomo attuale non è altro che «una corda tesa tra la scimmia e l'oltreuomo», secondo le stesse parole di Nietzsche.[214] L'oltreuomo è colui che ha compreso che è lui stesso a dare significato alla vita dicendovi «sì».[215] Egli non conosce bene e male, è al di là di essi; anche ciò che è negativo per gli uomini normali per lui diventa un male minore a volte pur necessario; anche i mali sono necessari: Zarathustra fa l'esempio del fare la guerra delle passioni e di calunnia, invidia, diffidenza, che solo l'oltreuomo può sopportare e trasformare in virtù.[216]
L'oltreuomo conosce e supera il senso tragico della vita trasformandolo in gioia e piacere[217][218], e secondo Nietzsche, il prototipo di oltreuomo era stato incarnato da Napoleone[219] e Goethe.[155]
Fu Fabrizio Desideri a interpretare la filosofia nietzscheana come una filosofia "medica", in cui il filosofo si fa "dottore". Perciò suddivise la sua filosofia in un momento sintomatico, uno diagnostico e uno terapeutico.[220]
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