Remove ads
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La mentuccia[1] o nepitella[2] (nome scientifico Clinopodium nepeta (L.) Kuntze, 1891) è una pianta aromatica, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae[3] e del genere Clinopodium.
Mentuccia comune | |
---|---|
Clinopodium nepeta | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi I |
Ordine | Lamiales |
Famiglia | Lamiaceae |
Sottofamiglia | Nepetoideae |
Tribù | Mentheae |
Sottotribù | Menthinae |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Lamiales |
Famiglia | Lamiaceae |
Tribù | Mentheae |
Genere | Clinopodium |
Specie | C. nepeta |
Nomenclatura binomiale | |
Clinopodium nepeta (L.) Kuntze, 1891 | |
Nomi comuni | |
Mentuccia nepeta |
Il nome generico (Clinopodium) deriva da una parola greca "klinopodion" (formata da due parole: "klino" = pendenza, adagiarsi o letto e "podos" o "podios" = un piede), già usata da Dioscoride (Anazarbe, 40 circa – 90 circa), medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone, e fa riferimento alla forma di manopola dell'infiorescenza.[4] Secondo altre etimologie, facendo riferimento ad uno dei sinonimi di questa pianta (Satureja nepeta (L.) Scheele, il significato potrebbe essere "salato".[5] L'epiteto specifico (nepeta) è stato usato per primo da Gaio Plinio Secondo (Como, 23 – Stabiae, 25 agosto 79]), scrittore, ammiraglio e naturalista romano, per una pianta aromatica ("erba gatta") e fa riferimento alla cittadina di Nepi in Etruria.[6][7]
Il nome scientifico della pianta è stato definito per la prima volta da Linneo (1707 – 1778) con il nome di Melissa nepeta, perfezionato successivamente nel nome attuale dal botanico tedesco Carl Ernst Otto Kuntze (Lipsia, 23 giugno 1843 – Sanremo, 27 gennaio 1907) nella pubblicazione "Revisio Generum Plantarum: vascularium omnium atque cellularium multarum secundum leges nomeclaturae internationales cum enumeratione plantarum exoticarum in itinere mundi collectarum... Leipzig" (2: 515. 1891)[8] del 1891.[9]
La nepitella è perenne ed erbacea, è latifoglia, la fioritura comincia a inizio estate e si protrae fino a inizio autunno. Queste piante raggiungono un'altezza di 20–40 cm (massimo 80 cm). La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Per queste piante sono previste anche forme biologiche diverse come camefita suffruticosa (Ch suffr), piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm (le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose). Tutte le parti di queste piante hanno un leggero odore di menta.[10][11][12][13][14]
La parte aerea del fusto è ascendente (legnosa in basso). La superficie è ricoperta di peli inclinati.
Le foglie sono disposte con simmetria opposta. La lamina ha delle forme ovate con apici acuti. I margini sono revoluti e debolmente seghettati.
Le infiorescenze sono delle cime fogliose con 5 - 20 fiori peduncolati per verticillo (ogni verticillo è sotteso da due foglie). Il peduncolo è lungo fino a 2 cm.
I fiori sono ermafroditi (sono presenti anche fiori solamente femminili lunghi 1/2 - 2/3), zigomorfi, tetrameri (4-ciclici), ossia con quattro verticilli (calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (5-meri: la corolla e il calice sono a 5 parti).
Il frutto è uno schizocarpo composto da 4 nucule glabre e lisce. Le nucule sono provviste di areole ed hanno delle varie forme, dimensioni e colori (normalmente marrone). La deiscenza è basale o laterale.
La famiglia di appartenenza del genere (Lamiaceae), molto numerosa con circa 250 generi e quasi 7000 specie[13], ha il principale centro di differenziazione nel bacino del Mediterraneo e sono piante per lo più xerofile (in Brasile sono presenti anche specie arboree). Per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di questa famiglia sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia. La famiglia è suddivisa in 7 sottofamiglie: il genere Clinopodium è descritto nella tribù Mentheae (sottotribù Menthinae) che appartiene alla sottofamiglia Nepetoideae.[18] Per questa specie il basionimo è: Melissa nepeta L., 1753.[19] Nella pubblicazione "Flora d'Italia" di Sandro Pignatti questa pianta è indicata con il nome di Calamintha nepeta (L.) Savi.
Per questa specie sono riconosciute valide la seguenti sottospecie:[3][12]
È la stirpe principale (il tipo più diffuso).
(Non è presente in Italia)
La specie di questa voce si ibrida facilmente. In questo elenco sono indicati alcuni ibridi intragenerici:[9]
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[3]
In alcune zone d'Italia al di fuori di Roma e Lazio, la Mentha pulegium (menta romana) viene talvolta confusa con la nepetella: le due specie si possono facilmente distinguere dall'infiorescenza: a sviluppo verticale con fiori singoli quella della nepetella, tondeggiante con fiori ravvicinati quella della M. pulegium, e dal sapore: quello della menta romana è molto più forte. Anche alcune specie dello stesso genere possono essere confuse con quella di questa voce. Il disegno qui sotto mostra le differenze più significative del fiore tra queste specie (da Pignatti).
La nepetella era usata comunemente come erba medicinale ed erba officinale in tempi medioevali, ma ora è poco usata dagli erboristi moderni. Tutte le parti della pianta hanno proprietà aromatiche, diaforetiche, espettoranti, febbrifughe e stomachiche. Gli infusi ottenuti con le foglie sono benefici in caso di flatulenza e debolezza di stomaco. È usata anche contro la depressione, l'insonnia e i dolori mestruali. Non deve essere assunta durante la gravidanza in quanto in dosi eccessive può causare l'aborto.[24]
La mentuccia è una buona pianta mellifera, soprattutto perché fiorisce dall'estate fino all'arrivo dell'autunno. Si può produrre del miele ma è rarissimo, perché la pianta anche se è abbastanza comune, non è mai abbondante, comunque è molto bottinata dalle api ed è una buona fonte di nettare e polline.
Nella cucina toscana accompagna molti piatti a base di funghi, soprattutto porcini. Nel Lazio si usa per la preparazione dei carciofi alla romana. In Irpinia (Campania), sotto il nome di "zenzifero", è unita alla ricotta per costituire il ripieno di ravioli magri e frittate, o per preparare un particolare liquore aromatico. In Sicilia viene aggiunta alla salamoia delle olive da tavola; si utilizza anche come ingrediente nella preparazione di una tipica frittata pasquale detta "frocia". In generale, in cucina è usata come condimento.[12]
Nell'uso culinario non deve essere confusa con la menta romana (Mentha pulegium), che ha un sapore molto più forte.
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.