Il musicarello è il nome, nato originariamente negli ambienti romani, di un sottogenere cinematografico italiano che ha due caratteristiche fondamentali: la prima consiste nel mettere in scena un cantante di fama e il suo nuovo album discografico; la seconda è il riferimento costante alla moda e alla gioventù, anche in versione vagamente polemica nei confronti del noioso e ingessato mondo degli adulti. Sono spesso presenti la vita da spiaggia e tenere caste storie d'amore, accompagnate dalla voglia di divertirsi e ballare senza pensieri. Nelle trame vengono affrontati in modo abbastanza convenzionale contrasti generazionali. Il musicarello può essere definito l'antesignano del videoclip musicale, un modo per portare al cinema gli adolescenti attirati non tanto dalla trama quanto dalle esibizioni dei cantanti. I film nascono infatti da accordi tra case discografiche e cinematografiche.[1]

Caratteristiche

Il filone iniziò negli anni cinquanta ed ebbe il suo apice di produzione negli anni sessanta; la connotazione popolare è chiara fin dagli inizi, quando è dedicato al pubblico di musica melodica che abbraccia, quindi, uno spettro indiscriminato di gusti ed età; le differenze emergono invece alla metà degli anni sessanta, quando il musicarello svolta verso cliché di spensieratezza, presenta cantanti che si rifanno al rock and roll e al beat e si rivolge, dunque, ad un pubblico di giovanissimi, anche se non manca di riflettere la voglia ed il bisogno di emancipazione dei giovani italiani evidenziando qualche screzio generazionale.

In questo senso il confronto è tra i cantanti tradizionali, i cosiddetti melodici (ad esempio Claudio Villa), e gli urlatori, nome che tra gli anni cinquanta e sessanta, periodo del boom economico, viene affibbiato, con connotazioni negative, alla schiera di giovani cantanti emergenti, Adriano Celentano e Mina in testa; infatti il nome verrà presto lasciato in favore di aggettivazioni anglofile (ad esempio rocker). I film che iniziano il sottogenere schiettamente giovanilistico sono I ragazzi del juke-box del 1959 e Urlatori alla sbarra (1960) entrambi diretti da Lucio Fulci.

Secondo il critico cinematografico Steve Della Casa, il nome "musicarello", già in uso all'epoca, farebbe il verso al più celebre Carosello, sottolineandone così l'aspetto pubblicitario senza dimenticare la presenza costante degli stessi protagonisti nelle pubblicità.

Alla base del musicarello c'è una canzone di successo (o destinata, nelle speranze dei produttori, ad averlo) che talvolta dà il titolo al film stesso. Lisa dagli occhi blu, ad esempio, racconta nel film la stessa vicenda presente nel testo della canzone di Mario Tessuto, noto cantante di allora; il genere non si avvale quindi dell'effetto sorpresa. Il principale riferimento nobile è il musical; il modello estero contemporaneo è dato dai film con Elvis Presley con pellicole dal titolo: Il delinquente del rock and roll (Jailhouse Rock) del 1957 di Richard Thorpe o il precedente Fratelli rivali (Love Me Tender, 1956) di Robert D. Webb. Uno dei film pionieri del musicarello fu la versione per il mercato italiano del film musicale statunitense Go, Johnny Go! (1959) di Paul Landres con Jimmy Clanton, Chuck Berry, Ritchie Valens ed Eddie Cochran: uscito in Italia come Dai, Johnny dai! nel film venne inserite ex novo alcune sequenze con Adriano Celentano che introduce e conclude la storia suonando alcune sue canzoni.

Il declino del musicarello melodico fu evidente già a metà del decennio, per poi riprendere consistentemente la produzione tra il 1967 e il 1970, eccezion fatta per Gianni Morandi, complice la sua partenza per la leva che fu vissuta come un evento dal suo pubblico, il quale nel 1965 recita e canta in ben quattro film (un quinto lo girò nel 1966) e per i film (tecnicamente definibili lungometraggi) del regista-produttore Tullio Piacentini (Viale della canzone, 008 operazione ritmo e Questi pazzi, pazzi italiani) che rappresentano ognuno una raccolta di circa trenta cantanti tra i più popolari in Italia e che riempiono le sale cinematografiche. Anche nei decenni successivi si ripresentano, qua e là, film (in qualche caso recentissimi) basati su canzoni italiane (Laura non c'è, cantata dall'italiano Nek, o Jolly Blu vecchio successo degli esordi degli 883) ispirati ugualmente da fini di marketing, cioè di sostegno cinematografico alla canzone ed all'artista. Nel 1966 spopola anche Caterina Caselli con Nessuno mi può giudicare, come nel 1967 con Io non protesto, io amo.

Protagonisti

Sotto la definizione di musicarello melodico si raccolgono film che vedono protagonisti i cantanti dell'immediato secondo dopoguerra, tra i quali spiccano Claudio Villa e Luciano Tajoli, bandiere delle rispettive tradizioni in fatto di canzonetta popolare: la canzone melodica partenopea e lo stornello romano; le esili storie narrate sono costruite attorno alle varie esibizioni che ne fanno inevitabilmente da contrappunto. Questa prima forma di film con musiche a basso costo viene soppiantata, come già visto, dal filone giovanilistico.

Del musicarello degli anni sessanta sono da segnalare alcuni nomi notevoli di cantanti che vi appaiono, spesso in qualità di attori protagonisti: Gianni Morandi, Little Tony, Al Bano, Rita Pavone, Mal, Tony Renis, Mina, Caterina Caselli, Adriano Celentano, Bobby Solo, Mario Tessuto, Orietta Berti. È del 1970 l'ultima produzione numericamente rilevante, il cui titolo più noto è oggi Lady Barbara.

Negli anni ottanta il fenomeno di Nino D'Angelo è principalmente regionale, anche se si è diffuso rapidamente in tutta Italia grazie alle televisioni commerciali, che ne proponevano i film e le canzoni. La lista sottostante dedicata al neomusicarello melodico non è volutamente completa rispetto a tutte le pellicole dell'attore-cantante poiché pochi tra i suoi film si possono definire musicarelli in senso stretto.

Spesso le storie sentimentali di cui è protagonista D'Angelo appartengono al genere teatrale popolare della sceneggiata napoletana di cui è nume naturale Mario Merola. Ma questa non è una novità: è infatti interessante notare che l'apparentamento della sceneggiata col cinema ha origini che risalgono all'epoca del cinema muto partenopeo; Napoli vantava una "scuola" cinematografica che produceva film di stampo "veristico" attiva già a partire dagli anni dieci del Novecento.

A parte questo fenomeno individuale, dagli anni settanta a tutt'oggi il declino del musicarello è totale tranne qualche episodio minore; operazioni di riappropriazione pop di questo sottogenere cinematografico sono state attuate alla fine degli anni novanta da film quali Tano da morire (1997), Sud Side Stori e Aitanic (entrambi del 2000), quest'ultimo è frutto di un'autocitazione di Nino D'Angelo.

Filmografia

Musicarello melodico - stornelli romani e melodici napoletani

  • Canzoni per le strade (1950) di Mario Landi - con Luciano Tajoli, Antonella Lualdi, Ernesto Calindri, Carlo Ninchi
  • Il microfono è vostro (1951) di Roberto Bennati - con Gisella Sofio, Enrico Luzi, Aroldo Tieri, Quartetto Cetra
  • Canzone di primavera (1951) di Mario Costa - con Leonardo Cortese, Delia Scala, Claudio Villa, Aroldo Tieri
  • Don Lorenzo (1952) di Carlo Ludovico Bragaglia - con Luciano Tajoli, Andrea Checchi, Franco Interlenghi, Rossana Podestà, Dante Maggio
  • La favorita (1952) di Cesare Barlacchi - con Gino Sinimberghi, Sofia Lazzaro, Paolo Silveri, Franca Tamantini
  • Canzoni di mezzo secolo (1952) di Domenico Paolella - con Cosetta Greco, Marco Vicario, Carlo Dapporto, Silvana Pampanini
  • Il romanzo della mia vita (1952) di Lionello De Felice - con Luciano Tajoli, Antonella Lualdi, Giulietta Masina
  • Canzoni, canzoni, canzoni (1953) di Domenico Paolella - con Alberto Sordi, Silvana Pampanini, Antonella Lualdi, Franco Interlenghi
  • Tarantella napoletana (1953) di Camillo Mastrocinque - con Clara Bindi, Clara Crispo, Dino Curcio, Renato Di Napoli
  • Il vento m'ha cantato una canzone (1953) di Camillo Mastrocinque - con Laura Solari, Alberto Sordi, Virgilio Riento, Pietro Bigerna
  • Carosello napoletano (1954) di Ettore Giannini - con Paolo Stoppa, Sophia Loren, Giacomo Rondinella, Clelia Matania
  • Carovana di canzoni (1954) di Sergio Corbucci - con Achille Togliani, Memmo Carotenuto, Galeazzo Benti, Dante Maggio
  • Canzone d'amore (1954) di Giorgio Simonelli - con Claudio Villa, Maria Fiore, Bruna Corrà, Walter Santesso
  • Cento serenate (1954) di Anton Giulio Majano - con Maria Fiore, Giacomo Rondinella, Gérard Landry
  • Lacrime d'amore (1954) di Pino Mercanti - con Achille Togliani, Catina Ranieri, Otello Toso, Umberto Spadaro
  • Napoli piange e ride (1954) di Flavio Calzavara - con Luciano Tajoli, Jula De Palma, Vincenzo Musolino
  • Canzoni di tutta Italia (1955) di Domenico Paolella - con Rossana Podestà, Marco Vicario, Anna Maria Ferrero, Silvana Pampanini
  • Quando tramonta il sole (1956) di Guido Brignone - con Carlo Giuffrè, Maria Fiore, Abbe Lane, Giacomo Rondinella, Alberto Rabagliati
  • Cantando sotto le stelle (1956) di Marino Girolami - con Johnny Dorelli, Nilla Pizzi, Luciano Tajoli, Rino Salviati, Memmo Carotenuto
  • Canzone proibita (1956) di Flavio Calzavara - con Claudio Villa, Fiorella Mari, Franco Silva, Dante Maggio
  • Il cantante misterioso (1956) di Marino Girolami - con Luciano Tajoli, Marcella Mariani, Carlo Campanini, Ennio Girolami
  • Il canto dell'emigrante (1956) di Andrea Forzano - con Luciano Tajoli, Marina Berti, Maria Pia Casilio, Carlo Campanini
  • Ascoltami (1957) di Carlo Campogalliani - con Luciano Tajoli, Jannette Vidor, Joachim Fuchsberger
  • La canzone più bella (1957) di Ottorino Franco Bertolini - con Carlo D'Angelo, Jula De Palma, Emilio Pericoli, Memmo Carotenuto
  • La canzone del destino (1957) di Marino Girolami - con Claudio Villa, Milly Vitale, Marco Guglielmi, Carlo Campanini
  • Primo applauso (1957) di Pino Mercanti - con Claudio Villa, Carlo Dapporto, Riccardo Billi, Mario Riva
  • Serenate per 16 bionde (1957) di Marino Girolami - con Claudio Villa, Carletto Sposito, Riccardo Billi, Mario Riva, Liliana Feldmann
  • Sette canzoni per sette sorelle (1957) di Marino Girolami - con Claudio Villa, Lorella De Luca, Lucio Rivelli, Franco Coop
  • Carosello di canzoni (1958) di Luigi Capuano - con Maria Fiore, Wandisa Guida, Raffaele Pisu, Giuseppe Porelli
  • Fontana di Trevi (1960) di Carlo Campogalliani - con Claudio Villa, Maria Grazia Buccella, Carlo Croccolo, Mario Carotenuto
  • Granada, addio! (1967) di Marino Girolami - con Claudio Villa, Raimondo Vianello, Susanna Martin

Musicarello

  • Uno strano tipo (1962) di Lucio Fulci - con Adriano Celentano, Claudia Mori, Erminio Macario, Nino Taranto
  • Canzoni di ieri, canzoni di oggi, canzoni di domani (1962) di Domenico Paolella - Ernesto Calindri, Adriano Celentano e altri
  • Marinai in coperta (1967) di Bruno Corbucci - con Little Tony, Sheyla Rosin, Lucio Flauto, Ferruccio Amendola

Musicarello napoletano

Musicarelli fuori tempo massimo e citazionisti

Registi

Film e sceneggiati con apparizioni di cantanti e gruppi musicali (1959/1978)

Oltre a film incentrati interamente su cantanti e gruppi musicali, in Italia (nel periodo d'oro del nostro cinema) grande schermo e artisti musicali hanno percorso strade spesso comuni. Da un recente e corposo lavoro di ricerca realizzato dalla Beat boutique 67[2], pubblicato nella rivista musicale "BEATi voi!" n.5 e nei numeri successivi (n.6 / n.7 / n.8 / n.10), sono risultati nel periodo 1959/1978 oltre 650 film e sceneggiati televisivi della Rai in cui appaiono nel ruolo di attori (o come comparse atte a esibirsi in scene girate in night club e locali da ballo) cantanti e complessi musicali italiani del periodo (pop, rock & roll, beat e progressive). La ricerca ha così portato alla luce pellicole - a parte il centinaio di Musicarelli "ufficiali" riportati già nella tabella di sopra - che escono dal classico genere "musicarello" (film sperimentali, documentari, film d'autore, gialli e thriller, cinema di genere e commedia all'italiana) ormai dimenticate da decenni; sicuramente in molti casi una rara opportunità di vedere in video cantanti e complessi attivi in quel decennio.

Note bibliografiche

Bibliografia

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