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studio delle leggende dell'antica Cina Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La mitologia cinese è la mitologia della civiltà cinese. Molte leggende legate ad essa risalgono all'era mitica dei tre augusti e cinque imperatori (三皇五帝S, Sān Huáng Wǔ DìP). [1]
La mitologia cinese è conosciuta grazie a testi risalenti alla dinastia Han. Risalenti a più di duemila anni fa, possono essere considerati in un certo senso recenti.[2] Furono redatti da letterati che rivisitarono la mitologia antica, tenendo conto delle loro concezioni filosofiche. In certi casi hanno associato le più importanti divinità a sovrani cinesi. Hanno anche associato molti dèi alle cinque direzioni (i quattro punti cardinali e il centro), secondo una cosmologia elaborata nella bassa antichità. [3]
Possiamo avere un'idea di cosa fosse la mitologia cinese originaria, comparandola con quella di altri popoli dell'Estremo Oriente. Estendendo il paragone a tutta l'Eurasia, ci si può rendere conto che gran parte della mitologia cinese è di origine indo-europea. [4] [5] Possiede infatti dei punti in comune con la mitologia germanica, la mitologia greca e quella dei popoli slavi e scandinavi. Questo è dovuto alla remotissima invasione della Cina da parte di un popolo indo-europeo, i Tokhariani [6], più di tremila anni fa. I cinesi dell'antichità li chiamavano i QuanRong, il termine Rong era applicato a tutti i barbari occidentali.
Nell'Estremo Oriente e in Oceania, esisteva un dualismo cosmologico [7] che metteva in opposizione due principi, da una parte la luce, il Sole e il fuoco, dall'altra il buio, la Luna e l'acqua. Il primo principio era generalmente rappresentato da un uccello. In Cina era un corvo. L'Uccello è un concetto emerso sotto la dinastia Shang, la prima attestata dall'archeologia. Il secondo principio era raffigurato da un serpente o un animale acquatico. La madre di Shun, uno dei sovrani mitici della Cina, era del clan del Serpente, il padre del clan dell'Uccello. Shun era dunque nato dall'unione dei due principi. Questo mito illustra il Totemismo dell'antica società cinese, secondo cui ogni clan aveva un animale ancestrale.
Xie era l'ancestrale degli Shang e sua madre si chiamava Jiandi. Un giorno, mentre ella si lavava in un lago sulla Collina Oscura, un uccello nero passò con un uovo multicolore nel becco. Lo lasciò cadere, Jiandi lo prese e se lo mise in bocca, facendo nascere Xie. Si tratta di un'unione particolare di principi cosmici, in cui da una parte c'è l'acqua del lago, dall'altra l'Uccello.[8]
Il Sole risiede su un albero, chiamato Fusang o Kongsang. Si alza regolarmente da quest'albero, di mattina, per posarsi su un altro albero, a Ovest. In origine c'erano dieci soli. Un giorno sollevandosi tutti insieme, portarono agli uomini un calore intollerabile. [9] Yao, ne abbatté nove con le sue frecce. Nella maggior parte dei testi è invece Yi l'arciere che abbatte i soli, su richiesta di Yao. Questo mito è la prova della correlazione tra la mitologia cinese e quelle indo-europee, il mito è infatti presente anche nella mitologia siberiana e in quella amerinda.
La creazione del mondo fu dovuta alla fine del gigante, Pangu. Il suo soffio divenne vento e nuvole, il suo occhio destro il Sole, il suo occhio sinistro la Luna, i suoi quattro arti i quattro angoli del mondo, il suo sangue e il suo sudore il Fiume Giallo e il Fiume Azzurro, ecc. Pangu è di tutta evidenza correlato al gigante Ymir della mitologia norrena o da Purusha della mitologia indiana. Il mito è giunto in Cina tardivamente dal Tibet, già in contatto con la civiltà tokhariana. [10]
All'inizio della loro storia, i Cinesi, posizionano i tre augusti (三皇S, Sān HuángP): Fuxi, Nüwa e Shennong. Fuxi è oggi chiamato Taihao. Le leggende vogliono che abbia insegnato la pesca e l'allevamento agli uomini [11]. Aveva un ruolo di mediatore tra gli uomini e gli esseri divini. Sua sorella e sposa era Nüwa, una dea della fecondità: presiedeva ai matrimoni, come Fuxi, e alla nascita dei bambini [12]. Shennong era invece un dio dell'agricoltura che aveva importanza anche nel commercio. Gli si attribuisce anche la scoperta delle piante medicinali. [13]
Le più belle raffigurazioni di Fuxi e Nüwa sono collocate nelle tombe della regione Tourfan, nell'Est della Cina. Sono datate dal IV all'VIII secolo d.C., epoca in cui la regione era tokhariana. Le due divinità hanno code di serpente. Fuxi tiene una squadra, simbolo del cielo maschile. Nüwa un compasso, simbolo della Terra, femminile. Inoltre, Fuxi e Nüwa sono accompagnati da due soli. In alcune tombe degli Ittiti datate intorno ai 4000 anni fa, si trovano raffigurazioni simili di due gemelli, maschio e femmina, accompagnati da due soli. Questi gemelli sono quelli che nei testi ittiti si identificano come dio del Sole e del Cielo e dea del Sole e della Terra. [14]
Un paragone tra le dee Nüwa e Atena dimostra che sono praticamente identiche. Entrambe dee della musica e della fecondità (Atena lo era in tempi arcaici). La prima era inoltre qualificata come Imperatrice Divina e sposa di Yu il Grande, fondatore della dinastia Xia. Atena, le leggende vogliono fosse associata a qualche sovrano. Nüwa era inoltre considerata Grande Saggia, come Atena era la dea della saggezza.
Secondo un famoso mito cinese, una figlia di Shennong di nome Nüwa (dove la sillaba wa è rappresentata da un ideogramma diverso) annegò nel mare Orientale mentre passeggiava sulla riva. Si trasformò in un uccello, il jingwei, che somigliava a un corvo. Secondo il Shuyi ji, opera della dinastia Tang, si sarebbe piuttosto annegata in un fiume. In effetti si conosce una certa Fufei, il cui nome significa "Sposa di Fuxi" e che è quindi identificabile con Nüwa, che si è annegata in un fiume [15]. Si può quindi affermare che queste due Nüwa sono identiche. Secondo una leggenda greca raccontata da Ovidio, una figlia del re passeggiava su una riva quando il dio del Mare cercò di violentarla. Lei si trasformò in una cornacchia, uccello simile al corvo. Questa figlia del re era associata a Atena, la quale è stata vittima di un tentativo di stupro commesso da Héphaïstos, un dio marino. Si può notare così la parentela dei miti cinesi e greci.[16]
Si potrebbe obiettare che Atena non è affatto la sorella-sposa di un dio simile a Fuxi, il quale non ha alcun equivalente nella mitologia greca. Ciò si spiega con il fatto che aveva carattere sacerdotale (i testi cinesi gli attribuiscono l'invenzione del metodo di divinazione esposto nel I Ching) e che presso i Greci non esisteva alcuna classe di preti.
I letterati della Cina antica ricordavano Huangdi, l'Imperatore Giallo, come l'antenato mitico dei Rong-Chien. I Cinesi l'hanno adottato e hanno fatto di lui il successore dei Tre Augusti, considerandolo il fondatore della loro civiltà. Aveva una residenza in cima al Monte Kunlun, una montagna da cui nascevano quattro fiumi, ma si comportava come un nomade. Si spostava con un carro e il suo vero nome, Xuanyuan, significava «Asse del Carro». Gli si attribuiscono talvolta quattro teste. Di grande intelligenza, sapeva parlare pochi giorni dopo la nascita, ed era magico e divino. Uno dei suoi ministri avrebbe inventato la scrittura. Era un guerriero, che apprese «l'uso dello scudo e della lancia», secondo lo storico Sima Qian. Sapeva anche domare le bestie selvagge. I Cinesi gli hanno associato due fratelli, Shentu e Yulei, che uccidevano i demoni. [17]
Huangdi condusse una lotta molto dura contro Chiyou, presentato come un figlio, un nipote o un ministro di Shennong. Era un forgiatore e un esperto nella fabbricazione delle armi, che d'altronde avrebbe inventato lui stesso. È stato venerato come dio della Guerra. Huangdi utilizzò contro Chiyou un esercito di animali selvaggi. L'episodio più famoso della battaglia è quello durante il quale Chiyou creò una nebbia fitta. Il Principe del Vento, spesso associato a Huangdi, fabbricò una statua montata su un carro che indicava sempre il sud con il suo braccio destro; ciò permise alle truppe di Huangdi di orientarsi in quella nebbia. In seguito, Chiyou provocò un uragano, con dei venti violenti e piogge torrenziali. Huangdi fece venire sua figlia Ba, che portava siccità. L'uragano fu sconfitto, ma Ba non poté più ritornare in cielo: suo padre la esiliò nei territori del nord, che lei trasformò in deserto. I testi cinesi situano frequentemente questa battaglia in un luogo chiamato Panquan, la "Sorgente del Talus". [18]
Secondo il Guizang, un'opera antica conosciuta soltanto attraverso delle citazioni, Chiyou si attaccò al Kongsang per impedire al sole di sorgere, lasciando la terra in un'oscurità eterna. Il mito del combattimento tra Huangdi e Chiyou trova anche un equivalente presso gli slavi dei Balcani. Questi ultimi raccontavano che il dio del tuono Perun doveva affrontare ogni mattino una creatura a forma di drago o serpente, che voleva catturare il sole per far cadere il mondo nelle tenebre[19]. Questa creatura creava delle nebbie fitte e delle tempeste distruttive. Si tratta sicuramente del mito più importante per i Tokhariani, che erano legati alla loro venerazione per il sol levante. La menzione del Kongsang si spiega con la trasposizione cinese di questo mito, poiché per gli Indo - europei il sole sorgeva dal mare che circondava la terra e non da un albero.
Siccome il combattimento tra Huangdi e Chiyou è spesso situato vicino ad una sorgente, può essere paragonato all'uccisione del serpente Pitone, che custodiva una fonte vicino a Delfi, per mano di Apollo. Un'analisi più approfondita di Huangdi e Apollo rivela che queste due divinità erano simili [20]. Si può paragonare Huangdi al dio Lúg dei celti o al dio Wotan dei germani. Nella mitologia indiana, Indra è il vincitore di un serpente che cercava di trattenere il sole o le acque.
Un'altra divinità, Xiwangmu, [21] la Regina-Madre d'Occidente, è sempre stata associata ai territori occidentali, dove vivevano i Tokhariani. Era una dea della fecondità, con un'intensa attività sessuale. Era la guardiana dei frutti dell'immortalità. Regnava anche sui destini umani e sull'occidente, che era considerata la terra dei morti, e poteva scatenare epidemie. La si può paragonare alla dea tedesca Frija o alla scandinava Freyja. Tutte erano probabilmente personificazioni della Terra. Sembra anche che sia stata una forma di Nüwa, altra dea della fecondità, che corrispondeva alla dea "Sole della Terra" degli Ittiti. Entrambe avevano dei legami con i serpenti; Xiwangmu, come Nüwa, aveva una relazione con gli strumenti musicali a fiato.
La somiglianza di Yi l'arciere e dell'eroe greco Eracle è stata osservata da molto tempo. Sono entrambi eroi solitari e cacciatori di mostri. Come Eracle, Yi ha affrontato un certo numero di «fatiche». Come Yi, Eracle era un arciere. Non volendo scendere sotto terra dopo la sua morte, Yi si recò presso la Regina-Madre d'Occidente e ottenne da lei delle pillole d'immortalità, ma la sua sposa Chang'e gliele rubò. Similmente, Eracle arrivò a rubare le mele dell'immortalità, che erano proprietà della dea Era, ma le restituì per ordine di Atena. Questi due eroi, che avrebbero potuto evitare la morte, ebbero una fine tragica. Secondo alcuni testi cinesi, Yi fu assassinato dalla sua sposa Fufei (citata sopra, che sarebbe quindi equivalente a Chang'e) e da Han Zhuo, l'amante di lei. Allo stesso modo, Eracle fu ucciso dalla sua sposa Deianira e dal Centauro Nesso, che aveva cercato di violentarla.
L'immortalità è stato un concetto essenziale della religione dei Greci e dei Tocari. Da Omero, i termini «immortale» e «dio» sono sinonimi. Ugualmente, il termine tokhariano per gli dei, ñäkte, significava probabilmente «immortale»[22].
È importante anche notare che le «fatiche» di Yi sono conseguenti alla lotta di Huangdi contro Chiyou. Così, Yi ha ucciso il Grande Serpente divoratore di stelle, mentre Huangdi ha vinto Chiyou, che cercava di impedire al sole di salire in cielo. È così dunque che Yi è diventato re durante una spedizione nel bacino del Tarim e che Huangdi era la versione divina del re. Questo stesso parallelismo esiste nella mitologia greca: così come il dio Apollo ha ucciso il serpente Pitone vicino ad una sorgente, il re Cadmo ha ucciso un serpente che custodiva una sorgente nel sito di Tebe. Apollo era spesso chiamato "sovrano", il che non accadeva per suo padre Zeus.
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