minoranze di lingua Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Le minoranze di lingua tedesca sono quei gruppi di popolazione di lingua tedesca che risiedono (o risiedevano) in territori al di fuori degli stati in cui il tedesco è lingua ufficiale o maggioritaria.
Minoranze etniche di lingua tedesca si vennero a creare nei secoli scorsi attraverso gli insediamenti nell'Europa centrale e orientale (in tedesco Ostkolonisation); i trasferimenti mirati d'emigrazione; i flussi di profughi per motivi religiosi o politici; gli spostamenti di confini; le espulsioni dopo le due guerre mondiali nel XX secolo.
Il gruppo religioso dei mennoniti, facenti parte dei tedeschi di Russia, che parlano principalmente il Plautdietsch, detto anche il tedesco basso dei mennoniti, (lingua colloquiale dei mennoniti di Russia residenti in insediamenti chiusi in Russia, in Ucraina, nel Kazakistan e America del Nord e del Sud). Per una vivace attività missionaria è aumentata la percentuale dei mennoniti che non parlano il tedesco.
La maggioranza delle minoranze cristiane di lingua tedesca dell'Europa centrale e orientale furono espulsi nel 1945. Ancora peggio andò per il gruppo degli ebrei di lingua tedesca nell'Europa orientale, che per sterminio ed emigrazione sono quasi completamente scomparsi.
Le minoranze di lingua tedesca nell'area baltico-scandinava
Siccome la maggior parte della popolazione era di origine danese, dopo la prima guerra mondiale, il territorio d'insediamento della minoranza tedesca fu dato alla Danimarca. In adiacenza al territorio suddetto c'è lo Schleswig meridionale, appartenente alla Germania, dove vive una minoranza danese.
Presenti soprattutto in Estonia e in Lettonia e di meno in Lituania. Hanno contribuito alla cultura baltica. Nel 1939/40 su ordine di Hitler, sono stati quasi del tutto ricollocati nel Deutsches Reich come Volksdeutsche[1]. I pochi rimasti in Estonia, circa 3.500, sono stati completamente assimilati nella cultura estone.
Nei territori orientali che appartenevano, al 31 dicembre 1937, al Deutsches Reich, pur essendone geograficamente separati dalla Polonia, viveva una comunità numerosa e maggioritaria di tedeschi prevalentemente di confessione luterana, interamente scomparsa dopo il secondo dopoguerra. Una minoranza germanofona pari a poche migliaia di unità è sopravvissuta nell'Oblast' di Kaliningrad (Federazione Russa), mentre nessuna minoranza è presente nel Voivodato della Varmia-Masuria, in Polonia.
Le regioni della Pomerania, del Brandeburgo Orientale, della Slesia e della Prussia nord-orientale erano popolate per la maggior parte da tedeschi sin dal XIII secolo, momento della Ostkolonisation. Nella Prussia occidentale, nella Prussia sud orientale, a Poznań e nella parte orientale della Slesia Superiore esistevano già prima del XIII secolo.
Le minoranze di lingua tedesca nella Repubblica Ceca e in Slovacchia
La popolazione tedesca della Boemia e della Moravia (regioni storiche della Repubblica Ceca) veniva chiamata Tedeschi dei Sudeti o Tedeschi di Boemia e Moravia. Queste genti, circa 3,2 milioni di persone, erano cittadini dell'Impero austro-ungarico, divenuti una "minoranza tedesca all'estero" quando nel 1918 fu fondata la Cecoslovacchia. Dopo la seconda guerra mondiale la popolazione di lingua tedesca fu quasi interamente espulsa verso Germania e Austria. Nella Repubblica Ceca, malgrado l'espulsione collettiva, a tutt'oggi si contano circa 40.000 Tedeschi dei Sudeti rimasti nel paese.
I Tedeschi dei Carpazi della Slovacchia si stabilirono in quella zona dal XIII secolo. Nel 1938 si contavano poco meno 130.000 tedeschi, oggi circa 6.000. Un rappresentante di questo gruppo etnico è l'ex presidente slovacco Rudolf Schuster.
I tedeschi della Romania, i tedeschi della Jugoslavia, i tedeschi dell'Ungheria
I tedeschi della Volinia (sono stati deportati sotto Stalin principalmente nell'Asia centrale o sono stati trasferiti nel 1939 dai nazisti dall'Ucraina nel Deutsches Reich come “Volksdeutsche”)
I sudtirolesi germanofoni: nella Provincia autonoma di Bolzano, in Alto Adige, vivono, secondo il censimento dell'anno 2011, circa 314.000 persone di madrelingua tedesca su 505.000 abitanti, pari a circa i due terzi del totale. Il tedesco è maggioritario in 102 comuni su 116 ed è lingua ufficiale della provincia insieme all'italiano e al ladino. La zona in passato appartenente all'Impero austro-ungarico, colonizzata sin dall'alto medioevo da popolazioni germaniche (in primis i Bavari), fu annessa all'Italia dopo la Prima Guerra mondiale. Fino al 1918, anche la popolazione germanofona di Trento era significativa (circa il 3%).
In Friuli-Venezia Giulia popolazioni autoctone di lingua tedesca vivono nei comuni della Val Canale (dialetti carinziani), a Timau presso il Passo di Monte Croce Carnico nel comune di Paluzza (dialetto carinziano molto arcaico, con influenze dal friulano), nel comune di Sauris (qui si parla un dialetto di ceppo tirolese) e infine, al confine nord occidentali della regione, nel comune di Sappada (dialetto tirolese). Fino al 1918, anche la popolazione germanofona di Trieste era significativa (circa il 5%). Il tedesco oltre a friulano, sloveno e all'italiano è una delle quattro lingue ufficiali della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia. Si stima che in Friuli-Venezia Giulia vivano oltre 8.000 tedeschi.
In Trentino vige l'obbligo di studiare il tedesco a partire dalla scuola d'infanzia.
I tedeschi in Francia e Belgio
I tedeschi dell'Alsazia e Lorena in Francia: l'Alsazia e la Lorena tedesca furono annesse dalla Francia a partire dal XVII secolo (la città di Mulhouse apparteneva alla Svizzera fino al 1798, quando tramite un plebiscito fu annessa alla Francia) e cambiarono da allora per quattro volte appartenenza a Germania e Francia. Dal 1918 agli anni '70 del XX secolo il governo francese tentò di sostituire il tedesco e i dialetti regionali (come ad esempio l'alsaziano) con il francese. Attualmente il tedesco o i dialetti sono minacciati di estinzione. La lingua madre tedesca oggi viene parlata quasi esclusivamente da persone che hanno almeno quarant'anni e quasi solo in privato, soprattutto in campagna. La trasmissione della lingua ai bambini è quasi completamente scomparsa a causa della politica linguistica in uso a partire dal 1944. Era infatti vietato parlare il tedesco o il dialetto.
I cittadini belgi di lingua tedesca sono circa 70.000 persone. Il loro territorio d'insediamento, Ostkantone, oggi detto Comunità germanofona, fu annesso al Belgio dopo la prima guerra mondiale nel 1920. In questi territori i tedeschi del Belgio formano la maggioranza della popolazione.
I tedeschi in Spagna non sono una minoranza tradizionale, ma alcuni tedeschi scelgono questo paese come meta dove passare la vecchiaia o sono emigrati lì verso il 1960. Sull'isola di Maiorca vivono circa 22.000 tedeschi, che rappresenta il 3% della popolazione totale. Nelle Isole Canarie vivono circa 36.000 tedeschi.
I Tedeschi della Namibia - discendenti dei coloni tedeschi e dei membri della cosiddetta "Schutztruppe" (esercito coloniale) a decorrere dalla colonizzazione tedesca nell'Africa sud-occidentale.
Il tedesco è ancora parlato da alcuni gruppi isolati, discendenti dagli antichi coloni tedeschi che si stabilirono in quelle zone durante la dominazione coloniale tedesca sul Camerun, sul Togo e sulla Tanzania.
America del Nord
I tedeschi d'America: l'emigrazione tedesca oltreoceano,
emigrati di lingua tedesca in Israele, soprattutto durante e dopo il periodo del nazionalsocialismo
Tedeschi in Turchia, tra cui molti tedeschi del Bosforo che vivono a Istanbul e nelle vicinanze di Istanbul
Nella città di cinese di Quingao, antica colonia tedesca, col nome di Kiautschou
I tedeschi in Australia
I tedeschi discendenti dagli antichi coloni provenienti dalla Germania nella Papua Nuova Guinea (antica colonia tedesca Kaiser Wilhelmsland), nelle isole Samoa, antiche Samoa tedesche e in altre isole sparse nell'oceano Pacifico, che hanno dato vita a lingue come l'Unserdeutsch o Creolo tedesco di Rabaul.