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frazione di Civitella Roveto Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Meta (pronuncia [ˈmɛta]) è una frazione di circa 370 abitanti[1] del comune di Civitella Roveto (AQ), in Abruzzo.
Meta frazione | |
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Meta di Civitella Roveto | |
Veduta di Meta | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Abruzzo |
Provincia | L'Aquila |
Comune | Civitella Roveto |
Territorio | |
Coordinate | 41°53′19.32″N 13°24′11.56″E |
Altitudine | 1 030 m s.l.m. |
Abitanti | 372[1] (2011) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 67054 |
Prefisso | 0863 |
Fuso orario | UTC+1 |
Targa | AQ |
Nome abitanti | metesi |
Patrono | santissima Trinità |
Giorno festivo | giugno |
Cartografia | |
Il borgo montano è l'unico centro abitato della valle Roveto a raggiungere la quota di 1 030 m s.l.m.[2], mentre i ruderi di Meta Vecchio si trovano su uno sperone roccioso a quota 1 050 m s.l.m.[3] sul versante orientale del monte Viglio, la vetta più alta della catena montuosa dei Càntari[4].
Meta dista circa 3,5 chilometri dal capoluogo comunale[2].
In un documento del 1061 in cui il monaco benedettino Pietro Diacono riportò i confini del monastero cassinate venne citato per la prima volta il castello di Meta insieme al monastero di San Benedetto a Pascusano[5]. Nel 1070 in un altro documento ecclesiastico risulta la donazione a Montecassino dello stesso castello e della torre cintata dell'XI secolo[6], intorno ai quali si venne a creare una delle tre principali cellule benedettine del territorio.
Il borgo murato si sviluppò nell'epoca dell'incastellamento su uno sperone roccioso della valle Roveto per motivi logistici. Meta di Roveto (in cui il toponimo della valle deriverebbe da "urbs vetus"[7]) o come venne riportato in altri documenti storici Meta di Rovetto o Meta d'Orvieto risultò un luogo strategico per la difesa della popolazione e del territorio. Il borgo rappresentò un luogo impenetrabile per le orde barbariche che durante tutto il periodo altomedievale flagellarono il territorio abruzzese.
Nel Basso Medioevo il toponimo risultò invece strettamente connesso a quello di San Savino, località situata più in basso rispetto al contemporaneo borgo. Nei documenti ecclesiastici dell'epoca risultò essere una parrocchia tra le più importanti del territorio rovetano e della Dioecesis Sorana. Attorno all'antica chiesa di San Savino, denominata nella bolla del 1110 di Papa Pasquale II S. Mariae, ecclesiam S. Savini, visse la popolazione che solo successivamente si sarebbe trasferita più in alto, intorno al castello e al borgo murato. I numerosi casali costituirono l'abitato di Meta che si sviluppò fino a diventare un comune autonomo della valle Roveto. Citato nel Catalogus baronum e in un documento di Carlo I d'Angiò risultò incluso nella vasta contea di Albe seguendo le vicende delle baronie marsicane sotto il controllo prima degli Orsini e successivamente dei Colonna, duchi di Tagliacozzo[8].
Comune autonomo fino all'eversione feudale del 1806 risultò dotato di un catasto che venne completato nella prima metà del XVIII secolo. Legata storicamente anche al toponimo di Petrarolo, la contemporanea Civitella Roveto, Meta nel 1807 venne aggregata a quest'ultimo comune riunito insieme a Canistro, Castellafiume, Pagliara e Pescocanale[9]. Dal 1811 insieme al circondario di Civitella Roveto venne incluso nel distretto di Avezzano[10][11], mentre a seguito dell'unità d'Italia fece parte del mandamento di Civitella Roveto compreso nel circondario di Avezzano[12].
Il borgo murato in epoca contemporanea venne completamente distrutto dal terremoto della Marsica del 1915 che causò 37 vittime[13][14], ricostruito leggermente più in basso arrivò a raggiungere 895 abitanti nel censimento del 1951[15]. Il primo maggio 1944 i fratelli di Balsorano, Mario e Bruno Durante, due giovani partigiani, furono catturati a Meta dai nazisti e fatti sparire nel nulla. Si rifiutarono di rivelare l'esistenza del fratello Faustino, anch'esso partigiano, e l'ospitalità della popolazione del borgo nei confronti dei prigionieri alleati, evasi dal campo di concentramento di Avezzano e da quelli abruzzesi. Furono uccisi dopo un mese di torture a Tagliacozzo. La loro tomba e i loro corpi non furono mai trovati. Ad entrambi è stata concessa la medaglia d'oro al merito civile[16].
A partire dalla metà del XIX secolo anche Meta subì forti flussi emigratori verso Roma e le altre città del centro Italia ma anche verso l'estero[17].
«Castellu qui Meta vocatur[23]»
Il dialetto fa parte del sistema dei dialetti meridionali intermedi[28], nella valle Roveto penetrano forme linguistiche vicine ai dialetti campani, seppur con differenti strutture ed inflessioni. Il gergo di Meta, in particolare, sarebbe stato influenzato da altri dialetti ed è di difficile comprensione[29][30].
La festa patronale è quella della santissima Trinità, la cui data varia di anno in anno come da calendario[31].
Il paese è situato lungo la strada provinciale 87 che collega Civitella Roveto alle località di Peschiera, San Savino e Meta. Un'altra arteria collega il borgo alle località di Polverelli, Brecciose e Grancia di Morino.
La più vicina stazione ferroviaria è quella di Civitella Roveto posta lungo la linea Avezzano-Roccasecca che collega la valle Roveto e la Marsica a Sora e Cassino.
Il borgo rovetano è uno dei luoghi preferiti dai praticanti dell'arrampicata sportiva[32].
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