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scultura di Eugène-Cyrille Brunet Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Messalina (Messaline) è una statua di marmo realizzata dallo scultore francese Eugène-Cyrille Brunet nel 1884. L'opera è conservata al museo delle Belle Arti di Rennes.
Messalina | |
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Autore | Eugène-Cyrille Brunet |
Data | 1884 |
Materiale | marmo |
Dimensioni | 50×185×60 cm |
Ubicazione | Museo delle Belle Arti, Rennes |
La scultura raffigura l'imperatrice consorte romana Valeria Messalina, moglie dell'imperatore Claudio. Secondo alcune leggende e testimonianze di autori romani come Gaio Plinio Secondo e Decimo Giunio Giovenale, Messalina conduceva una vita sregolata e fortemente lussuriosa, a tal punto che il suo nome è divenuto un sinonimo di "donna dissoluta". Si narra che ella si prostituisse nei bordelli facendosi chiamare Licisca e che abbia avuto molti amanti, l'ultimo dei quali fu il politico Gaio Silio, finché non venne assassinata per ordine di Claudio nel 48 d.C., proprio a causa della sua relazione con Silio.
La scultura raffigura Valeria Messalina distesa su un letto, mentre si stiracchia in un momento di riposo. La sua gamba destra è piegata, mentre la sinistra si allunga fino a raggiungere il bordo del materasso.[1][2] Ella non indossa alcun indumento tranne per una specie di cintura che le copre la parte inferiore dei seni, lasciando scoperti i capezzoli.[1] Il busto si inarca all'indietro, su dei cuscini, e anche la testa è piegata all'indietro, retta dalla mano sinistra.[3] Il braccio destro, invece, ricade sul materasso.[2]
Alcuni critici hanno notato come l'imperatrice sembri esausta, come in una frase con la quale Giovenale l'aveva descritta: lassata, viris nondum satiata, recessit ("stanca, ma non sazia di uomini, smise").[4] Ciò implicherebbe che Messalina si stia riposando dopo aver avuto un rapporto sessuale. Questo elemento erotico avvicina la scultura a un'altra celebre statua francese che raffigura una donna nuda sdraiata, la Donna morsa da un serpente di Auguste Clésinger, esposta al Salone di Parigi nel 1847.[5] Quest'opera aveva causato uno scandalo per il realismo dell'anatomia del soggetto e per la somiglianza dell'espressione della donna con quella del culmine di un orgasmo.[3] È quindi probabile che Brunet si sia ispirato all'opera di Clésinger per dare forma a questa statua fortemente erotica.[6]
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