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politica italiana (1965-) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Marina Elvira Calderone (Bonorva, 30 luglio 1965) è una politica italiana, dal 2022 ministro del lavoro e delle politiche sociali nel governo Meloni. Dal 2005 al 2022 è stata presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro.
Marina Elvira Calderone | |
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Ministro del lavoro e delle politiche sociali | |
In carica | |
Inizio mandato | 22 ottobre 2022 |
Capo del governo | Giorgia Meloni |
Predecessore | Andrea Orlando |
Presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro | |
Durata mandato | 17 novembre 2005 – 22 ottobre 2022 |
Predecessore | Alfio Catalano |
Successore | Rosario De Luca |
Dati generali | |
Partito politico | Indipendente di centro-destra |
Titolo di studio | Laurea in economia aziendale |
Università | Link Campus University |
Professione | Consulente del lavoro |
Laureata in Economia aziendale internazionale all'università privata Link Campus[1]. Con Rosario De Luca, suo marito, ha uno studio che svolge consulenza del lavoro con sedi in Cagliari, Reggio Calabria e Roma.[2]
Nel 1994 si iscrive al competente ordine territoriale dei Consulenti del lavoro e nel 2005 diventa presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. Nel 2014 viene nominata dal governo Renzi nel consiglio di amministrazione di Leonardo-Finmeccanica, carica che ricopre fino al 2020.[3] Successivamente nel governo Conte I, è stata candidata alla presidenza dell'Istituto nazionale della previdenza sociale.[4]
È sposata con Rosario De Luca, calabrese, avvocato e presidente dell'Ordine dei Consulenti del lavoro dopo sua moglie.
Il 21 ottobre 2022 viene nominata ministro del lavoro e politiche sociali del governo Meloni.[5][6]
Tra febbraio e marzo del 2023 viene accusata, dapprima da un articolo de Il Fatto Quotidiano e poi da interrogazioni parlamentari presentate da AVS, M5S e PD, di conflitto di interessi tra la sua carica di ministro del lavoro e quella del marito come presidente dell'Ordine dei consulenti sul lavoro, organo su cui il Ministero esercita poteri di vigilanza. A tale proposito il 14 marzo 2023 il governo ribadisce che i compiti di vigilanza sull'Ordine sono stati delegati al sottosegretario Claudio Durigon.[7][8]
Il 1º maggio 2023 il Governo approva un "decreto lavoro"[9] in Consiglio dei Ministri. Oltre alle misure fiscali, Calderone annuncia che il decreto prevede l'introduzione dell'Assegno di inclusione e del Supporto alla formazione al posto del Reddito di cittadinanza: tra le principali differenze vi è la limitazione della misura ad anziani, disabili e minorenni e l'obbligo di accettare qualsiasi contratto di lavoro superiore ai 12 mesi in tutto il territorio nazionale. Per gli altri disoccupati viene invece introdotto lo Strumento di attivazione al lavoro, di durata e importo più ridotti e con l'obbligo di partecipazione a corsi di formazione o servizi di pubblica utilità, e viene avviata una piattaforma digitale per far incontrare domanda e offerta di lavoro. Inoltre vengono ridotti i vincoli sulle causali dei contratti a termine oltre i 12 mesi, è aumentata la soglia per le prestazioni di lavoro occasionali (i cosiddetti voucher) in determinati settori e viene introdotto un fondo per le vittime dell'alternanza scuola lavoro.[10][11][12][13] Tali misure vengono criticate dai sindacati, che accusano il governo di aumentare la precarietà, critiche che la ministra respinge.[14][10]
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