Deriva dal gentilizioLucretia, forma femminile di Lucretius, portato da una gens romana[5], di origine incerta[3]. Potrebbe essere derivato dai termini latini lucrum ("guadagno", "profitto")[2] o lucror ("guadagnare")[4], oppure potrebbe essere un etnonimo indicante una persona originaria dei Monti Lucretili[8]. Secondo altre fonti invece l'origine è indubbiamente etrusca, e tuttavia indecifrabile[3][7].
In epoca romana, il nome era utilizzato sia al maschile (un esempio celebre è Tito Lucrezio Caro, un filosofo epicureo)[3][4], sia al femminile; si ricorda, in quest'ultimo caso, la leggendaria figura di Lucrezia, moglie di Collatino, che venne violentata dal figlio di Tarquinio il Superbo e si uccise per la vergogna, scandalo che causò la cacciata del re stesso[2][3]. Proprio grazie a questo personaggio il femminile conobbe nuova diffusione in periodo rinascimentale[3], che venne ulteriormente aiutata nell'Ottocento da alcune opere basate sulla vita di Lucrezia Borgia[7].
L'onomastico può essere festeggiato in memoria di più sante e beate, alle date seguenti:
La vicenda di Lucrezia Borgia, una delle figure più note del Rinascimento italiano, è alla base di numerose opere teatrali, cinematografiche e televisive. L'elenco è disponibile qui.
La figura di Lucrezia, moglie di Collatino, ispirò numerose opere pittoriche, tra le quali un dipinto di Paolo Veronese del 1585 circa.
Madama Lucrezia è il nome dato al colossale busto marmoreo di epoca romana, è una delle sei statue parlanti di Roma, l'unica rappresentante femminile della cosiddetta "Congrega degli Arguti".