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genere di piante appartenente alla famiglia Liliaceae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Lilium Tourn. ex L., 1753 è un genere di piante appartenente alla famiglia Liliaceae, diffuso in Europa, Asia e Nord America.[1]
Il genere comprende piante con un'altezza da 80 cm a 2 m, dotate di bulbo a scaglie imbricate, disposte intorno ad un disco centrale, da cui originano inferiormente le radici, e superiormente lo stelo. Le scaglie, a seconda della specie, sono più o meno larghe, acuminate, serrate tra loro.[senza fonte]
Le radici del bulbo sono perenni e non si rinnovano tutti gli anni come succede solitamente nelle piante bulbose; solo i gigli di origine cinese e giapponese, alla ripresa vegetativa, formano un palco di radici avventizie sullo stelo sopra il bulbo a fior di terra, che contribuiscono alla nutrizione delle parti aeree.
Le foglie generalmente lanceolate, più o meno strette con venature parallele, sono disposte attorno al fusto eretto, a volte in palchi, solitamente in ordine sparso. I fiori hanno sei tepali (tre petali e tre sepali petaloidi), e sono terminali, spesso riuniti in numerose infiorescenze portate da lunghi steli, con forme e colori diversissimi, e spesso profumatissimi. Il genere comprende circa 80 specie e numerosi ibridi e cultivar.
Il genere comprende oltre un centinaio di specie.[1]
Le specie più conosciute sono:[senza fonte]
Alcune specie un tempo inserite nel genere Lilium sono state in seguito collocate in generi distinti, fra cui Notholirion e Cardiocrinum.[senza fonte]
La varietà e diversità della forma dei fiori dei Lilium è talmente vasta, da far sorgere nei floricoltori l'esigenza di suddividere le varie specie in sezioni omogenee (che riportiamo di seguito), in base alla forma e portamento dei fiori:[senza fonte]
I Lilium, volgarmente noti col nome di Giglio, vengono coltivati per lo più come piante ornamentali, nei giardini per l'eleganza e il profumo dei fiori portati da fusti eretti, in vaso per i terrazzi, e industrialmente per la produzione del fiore reciso.
Alcune specie come L. candidum vengono coltivate anche per le proprietà medicinali, le parti utilizzate sono:[senza fonte]
Solitamente la coltivazione dei gigli non presenta grosse difficoltà, vogliono esposizioni a mezzombra, una dosatura controllata delle annaffiature[2]. I Lilium con palco di radici avventizie sullo stelo, vogliono suoli ben drenati, freschi nel periodo estivo, permeabili in profondità e arricchito in superficie con sostanze organiche ben decomposte, solo le specie europee come L. candidum o quelle esotiche come L. henryi e poche altre si adattano ai suoli calcarei.
La moltiplicazione avviene generalmente per divisione dei bulbi, semina o con i bulbilli che appaiono sul fusto in alcune specie.
I semi dei Lilium non sempre germinano con facilità e spontaneamente, in alcune specie come L. regale, L. davidii, L. longiflorum, L. concolor, L. tenuifolium, ed altre ancora, la germinazione è rapida e dopo un mese fuoriescono le piantine.
In altre specie come L. auratum, L. canadense, L. japonicum, L. superbum, e altre, si ha prima una germinazione ipogea dei semi, e per 1 anno i cotiledoni non fuoriescono dal terreno, viene nel frattempo prodotto un bulbetto da cui avranno origine nel secondo anno dalla semina le prime foglioline.
Alcune specie come L. henryi ha un comportamento germinativo variabile, comportandosi come il primo gruppo o come il secondo.
Il periodo della semina per ottenere i risultati migliori è l'autunno, mentre in primavera si seminano le specie a fioritura tardiva come L. philippinense var. formosanum che viene seminato da metà febbraio a marzo, riparando il terreno dai geli tardivi con delle stuoie.
I bulbi ottenuti dal seme vengono trapiantati dal secondo anno dalla semina all'inizio della ripresa vegetativa a fine inverno.
I bulbetti che si formano nel tratto sotterraneo dello stelo, non danno immediatamente bulbi fioriferi, si possono usare per moltiplicare le specie L. henryi, L. speciosum, L. longiflorum e L. umbellatum; per cui si preferisce la moltiplicazione per separazione delle scaglie del bulbo, o con la stratificazione degli steli.
Le scaglie separate vengono stratificate in sabbia in ambienti sufficientemente umidi e a temperature intorno ai 18-25 °C, da ogni scaglia si ottengono da 1 a 4 bulbetti a seconda della specie; questo metodo si utilizza con il L. croceum e specie simili.
La stratificazione degli steli si può utilizzare con le specie della sezione Isolirion e con L. candidum, strappando gli steli dal bulbo al momento della fioritura, e ponendoli inclinati in una buca che verrà ricoperta fino a metà, o privandoli delle foglie sotto una banchina in serra; dopo circa un mese si formeranno numerosi bulbetti.
Le specie L. tigrinum, L. croceum var. bulbiferum, L. sulphureum e L. sargentiae producono dei bulbilli aerei che si formano all'ascella delle foglie, seminati come piselli, danno ottimi bulbi da fiore in 2-3 anni
Il giglio stilizzato, utilizzato come emblema dalla famiglia Farnese, è noto come Giglio farnesiano. È utilizzato ancor oggi nello stemma di molti comuni ed è usato come simbolo dallo scautismo; il cosiddetto Giglio di Firenze, che è anche il simbolo della squadra di calcio della città, la Fiorentina, è in realtà un iris, ovvero Iris × germanica var. florentina.
Nell'iconografia cristiana cattolica, è uno dei simboli associati alla Madonna, all'Arcangelo Gabriele e a Sant'Antonio di Padova, più in generale, alla castità e alla purezza.
Il ciclo del giglio è costituito da un solo romanzo, Le vergini delle rocce, scritto da Gabriele D'Annunzio, in cui domina il tema della purificazione dalle passioni.
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