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scrittrice italiana (1910-2002) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Laura Di Falco, pseudonimo di Laura Anna Lucia Carpinteri (Canicattini Bagni, 3 settembre 1910 – Roma, 5 febbraio 2002), è stata una scrittrice italiana.
Laura Anna Lucia Carpinteri è di origini benestanti. Il padre, Francesco Carpinteri, era un ingegnere inserito negli ambienti massoni aretusei. La madre, Clelia Alfieri, apparteneva a una famiglia di proprietari terrieri che possedevano molti vigneti attorno a Canicattini Bagni.
A quattordici anni si trasferisce a Siracusa per frequentare il liceo classico “Tommaso Gargallo”, dove, tra gli altri, è allieva del professor Ettore Campailla. Durante questo periodo alloggia prima presso il collegio delle Suore vincenzine di Maria Immacolata, situato allora in via Minerva alle spalle del Duomo; poi, stanca di quell'ambiente, si sposta dallo zio Antonio Stella.
A diciotto anni va a studiare Filosofia alla Scuola normale superiore di Pisa. Lì è raggiunta dalla sorella Teresa (laureata in Lettere e Archeologia a Catania), con la quale si avvierà all'attività di scrittrice. In questi anni è allieva di Arnaldo Momigliano e collega di studi di Walter Binni, Claudio Varese e Carlo Cordié.
Dopo un breve soggiorno a Siracusa, per insegnare Lettere e Latino in un liceo scientifico, nel 1935 si trasferisce a Roma, dove continua a insegnare e sposa Felice Di Falco, alto funzionario dell'Istituto nazionale per il commercio estero. Anticlericali e antifascisti, i coniugi Di Falco collaborano al Partito d'Azione assieme a Ugo La Malfa.[1]
Della vita a Roma la scrittrice dirà:
«Vivere a Roma mi spaventa per un senso di grave smarrimento che mi prende per la ressa nelle strade. Viviamo in una specie di carcere, case blindate, inferriate alle finestre, scippi a tutte le ore. È triste! Sto infatti pensando di farmi fare la tomba a Canicattini Bagni: è lì che voglio tornare, alla mia terra d’origine quando sarò morta.»
Nel 1948 Laura Di Falco pubblica i primi racconti su Il Momento. Poco dopo si fa conoscere nel panorama nazionale pubblicando anche su La Nazione di Firenze, all'epoca diretta da Alfio Russo. Dal 1950 al 1966 collabora con il settimanale Il Mondo di Mario Pannunzio, mentre a Roma frequenta il cenacolo culturale del Caffè Aragno e il salotto di Maria Bellonci, dove stringe amicizia con diversi intellettuali (in particolare con la stessa Bellonci, che nel 1976 le suggerirà il titolo del romanzo L'inferriata).
«Montale è stato il mio primo recensore e mi ha sempre mantenuto, fino ad ora, il privilegio della sua amicizia. Palazzeschi per sua bontà diceva che ero una delle sue più serie scrittrici italiane. Di Commisso ho cento trenta lettere che penso un giorno di pubblicare. Ma il rapporto più caro di amicizia e simpatia è stato con Vitialiano Brancati e con il compianto Ercole Patti. Ho cercato di avere rapporti epistolari con Sciascia ma lui non mi ha mai risposto.»
Eugenio Montale definì Laura Di Falco «un talento narrativo più che autorevole».[3]
Formata alla scuola del maestro pugliese Giovanni Consolazione, dagli anni Cinquanta Laura Di Falco si esprime anche come pittrice (in particolare di nature morte). Nel settembre 2006 la Fondazione Dante Alighieri ha organizzato un'esposizione di cinquantaquattro opere.
Dal 2012 la casa editrice siracusana VerbaVolant edizioni[7] ha dato inizio a un'operazione di ristampa dei libri di Laura Di Falco. Il progetto ha per scopo la riscoperta della scrittrice. Le copertine della collana sono disegnate da Alessandro Di Sorbo.
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